Colpa di Mauro Pagani (guardate il bellissimo articolo di saketman2 su Accordo)! Lui, con il suo interessante libro "Foto di gruppo con chitarrista" mi ha messo la proverbiale pulce nell'orecchio per indagare maggiormente su quell'incredibile periodo che furono gli anni a cavallo tra i '60 e i '70. Io vivo a Milano, in zona città studi, dalle mie finestre vedo le facoltà di architettura e la piscina Ponzio, sono nato qui nel '69 e i miei genitori mi raccontano ancora delle lotte studentesche, gli scontri tra "rossi" e "neri", le coltellate, gli inseguimenti sulle scale del mio condominio, la ricerca di una porta che si apra per sfuggire ai linciaggi. Ma mi raccontano anche dei giovani pieni di voglia di vivere, di ridere, di suonare, che popolavano questo straordinario quartiere che una volta era periferia. Dopo tanti anni mi è venuta voglia di indagare maggiormente su Città Studi.
Nella mia ricerca mi sono appassionato in particolar modo a quei luoghi che da piccolo frequentavo con i miei amici, in sella alla mia bici con gli ammortizzatori finti (i ricchi delle "case della banca" avevano la Saltafoss, ma con loro non si andava d'accordo). Via Ampere, il baracchino dei panini, piazza Leonardo Da Vinci, con il "campetto di asfalto" dove si giocava a calcetto usando gli zainetti come pali delle porte, via Zanoia, la "via delle cacche", perché dovevi star attento a dove mettevi i piedi e ogni tanto tra un'auto parcheggiata e l'altra c'era il rischio di trovarci un povero studente in fin di vita o peggio per droga o per pestaggio.
Da queste parti sono partite le "fortune" di tanti musicisti. Uno di questi era un certo Efstratios Demetriou, figlio di greci, nato in Egitto e trasferitosi a Milano per motivi pratici legati alla minor difficoltà nell'iscrizione universitaria rispetto al suo paese. Grazie ad un magnifico libro, scritto da Antonio Oleari "DEMETRIO STRATOS, gioia e rivoluzione di una voce" ho cominciato a ripercorrere i passi di questo incredibile artista e mi sono trovato a calpestare gli stessi marciapiedi che percorreva lui tutti i giorni, insieme ai suoi "amici" (e che amici!) Via Valvassori Peroni, dove risiedeva, i locali dove si ritrovava con gli altri studenti e amici, le facoltà universitarie. Quella Milano delle nebbie e delle industrie, quella Milano piena di voglia di riscossa e di libertà.
Lunedì scorso mi sono recato insieme all'amico Fabio Treves ad un evento organizzato da Ezio Gaitamacchi proprio in onore al Grande Demetrio. Essendomi stata data la possibilità di sedermi al tavolo dei "vips", ho avuto l'occasione di scambiare due parole con chi quegli anni li ha vissuti. Purtroppo l'emozione non mi ha permesso di cogliere un parola o un aneddoto importante sulla vita di Stratos, ma il solo fatto di avere di fonte un Patrizio Fariselli e altri "mostri" come Eugenio Finardi mi è bastato.
Sono ormai mesi, da quando ho smesso di leggere "Foto di gruppo con chitarrista" che guardo i video su Stratos su Youtube... Non riesco a capire cosa mi succede, so solo che come lui non c'è stato più nessuno, e ci vorrebbe, cazzarola se ci vorrebbe!!!