Ciao amici Accordiani, comincia una nuova settimana oggi.
Ho pensato ad una nuova “diavoleria analogica chitarristica” …il “multi-amp box”!.
Voi mi direte:< E mò cos’è sto multi-amp box?>
Presto detto: il “multi-amps box” è un dispositivo a pedale che ha un ingresso, tre uscite SEND + altri tre RETURN ed un’ uscita dual-mono/pseudo-stereo con le quali giocare a “panpottare” stereofonicamente i 3 segnali ottenuti (ad esempio il primo a sx, il secondo al centro ed il terzo a dx) ; Nello specifico si tratta di 3 filtri molto selettivi e di un mixer a 3 ingressi.
Riflettendo sui sistemi di amplificazione, distorsione ed incisione/elaborazione in studio della chitarra elettrica, ho fatto alcune importanti considerazioni:
Nel mondo della distorsione, anche il migliore sistema ampli+chitarra porta con sé un difetto invalicabile: la diafonia e l’ intermodulazione. Essendo il segnale della chitarra prodotto da 6 corde ed un unico pick-up, questo quando viene amplificato e saturato tenderà ad avere sempre delle “zone armoniche” preminenti rispetto ad altre. Tutti sanno che non si possono suonare tutte e 6 le corde con la distorsione e soprattutto con accordi complessi. Bisogna anche sempre regolare il tocco per evitare che il suono di alcune corde sopprima quello delle altre. Di solito è così. Ovviamente ci sarà l’ ampli a nostro giudizio “perfettamente bilanciato”, al quale i progettisti hanno corretto in modo certosino l’ equalizzazione prima della saturazione. Però si tratta comunque di una ottimizzazione, per quanto finemente implementata. Ecco perché di alcuni amplificatori e/o pedali noi apprezziamo la pulizia sugli acuti e di altri la compattezza sui bassi oppure ancora in altri la cremosità sui medi…. Quasi mai troviamo tutte queste qualità in un unico prodotto.
Ecco perché in studio di registrazione, specialmente in America, si usano una serie di trucchi per creare e registrare dei suoni di chitarra pazzeschi. Utilizzano contemporaneamente più ampli settati in modo differente oppure “catturano” lo stesso ampli con tipi diversi di microfono. Lo scopo è proprio quello di “allargare” la spazialità della timbrica e prendere il meglio da questo o quell’ ampli, miscelando i vari suoni ottenuti per creare timbriche di personalità e bellezza assoluta e difficilmente ascoltabili negli ambiti live.
Non potendo avvolgere un pick-up a 6 bobine per altrettanti 6 amplificatori, ho pensato di farlo in modo “virtuale” grazie a 3 filtri elettronici: uno per i BASSI (e comunque centrato sulle armoniche fondamentali della chitarra), uno sui MEDI ed un altro sugli ACUTI. Le 3 rispettive uscite andranno poi così a pilotare altrettanti ampli o pedali (uguali o diversi tra loro) settati in modo mirato secondo i gusti. Successivamente questi ultimi si potranno microfonare oppure, nel caso di collegamento a pedali, ricongiungere i 3 segnali trattati in un’ unica uscita da immettere nell’ amplificatore. La logica è semplice: riducendo e selezionando il range di frequenze da affidare all’ ampli si possono sfruttare meglio le sue caratteristiche e farlo lavorare sempre al top del suo spettro armonico più congeniale.
Le diafonie e le intermodulazioni così sarebbero neutralizzate sul nascere (resterebbero solo quelle prodotte dal nostro orecchio) ed il suono nella sua globalità ne guadagnerebbe in definizione e qualità. Immaginate poi di creare il vostro suono con un collage dei vostri 3 ampli preferiti….
Anche i filtri elettronici però hanno dei limiti e rendono difficile la realizzazione di una struttura come il “multi-amp box”. Nel nostro caso servono dei filtri possibilmente molto selettivi, diciamo almeno del quarto ordine (24dB/ottava) e tutto sommato non sono tecnicamente un problema. Quello che diventa tale è lo “sfasamento” che i tre filtri aggiungono al segnale. Specialmente nella zona della frequenza di taglio e/o incrocio, l’ unione dei tre sfasamenti provoca delle sgradite zone d’ attenuazione .
I classici filtri a operazionali non vanno bene per quest’ applicazione.
Per fortuna la tecnologia ha una valida alternativa: i filtri a capacità commutata. Questa particolare famiglia offre ottime prestazioni (arrivano fino al sesto-ottavo ordine per ottava) e non provocano sfasamenti importanti al segnale.
Diciamo che il primo filtro (un passa-basso) potrebbe avere un taglio sui 500Hz; il secondo (un passa-banda) potrebbe essere centrato dai 400 ai 1500Hz ; il terzo (un passa alto) potrebbe esser tagliato dai 1000Hz in su.
La parola a voi amici: Date pure il vostro giudizio all’ idea, allargandola con giudizi, suggerimenti, critiche e quant’ altro. Personalmente sto pensando di realizzare un prototipo e di sperimentare il risultato che non mancherò di farvi conoscere ed ascoltare….
Al prox post,
ciao uàgliòooooo!
P.S. Finalmente mi sono deciso ad inviare un mio progetto come articolo. Spero di far cosa utile e gradita, perché si tratta di un semplice ma efficiente impedenzimetro costruito a suo tempo per la verifica e la misura dei trasformatori d’ uscita per gli ampli valvolari…