Ara Malikian - 18 Novembre 2010, Teatro Fernan Gomez, Madrid
di Massimo Panchetti [user #22] - pubblicato il 19 novembre 2010 ore 01:42
Era un po' che stavo rincorrendo Ara per Madrid, da quando un connazionale me ne parlo' in maniera estasiata, rappresentandomi un genio del violino, un intrattenitore unico, un pazzo scatenato capace di passare da jazz, al pop, al flamenco e alle grandi orchestre senza fare (apparente) fatica.
Lo avevo mancato per pochi giorni nel suo spettacolo PAgagNINI, una parodia della musica classica, quasi un commedia suonata, spettacolo divertente e di grande successo.
Lo avevo mancato al Cafe' Central, storico jazz club dove si esibiva con Fernando Egozcue ed il suo quartetto (chitarrista jazz, cultore della melodia, con uno stile unico sia compositivo che di approccio allo strumento) per una settimana... l'ultima sera, quando avevo deciso di andare, si fece sostituire da altro violinista per precedenti impegni... li pero' ebbi la possibilita' di ascoltare le sue composizioni e comprare il suo CD Lejos.
Quando poi e' comparso nel cartellone del XXVII Festival de Jazz de Madrid, sono corso immediatamente a reperire i biglietti.
Conoscendo l'ecletticita' del soggetto, mi aspettavo un concerto di jazz classico, standards e lavori propri... ovviamente non avevo fatto i conti con l'oste.
Si presenta sul palco in quartetto, accompagnato da Humberto Armas (Viola), Luis Gallo (chitarra), Nacho Ros (Contrabasso), e con ospiti Jose Luis Monton (chitarra flamenco) ed un percussionista indiano (scusate, ma non ho capito il nome).
Dopo un brano di presentazione ci racconta il viaggio a cui avremmo assistito quella sera... la migrazione degli zingari dall'India alla Spagna, raccontata con le contaminazioni che questa cultura nomade ha lasciato nella musica di tutti i paesi che nei secoli hanno attraversato.
In questo percorso si confronta con le sonorita' Indu, affiancandosi ai ritmi serrati della tabla, e si scontra con il connazionale compositore armeno Aram Chacaturjan nella sua Danza delle Spade (che conoscete tutti... andatela a sentire), arrangiandola per darle un nuovo respiro.
Si butta con veemenza sulla cascata di note scritte da Sergej Rachmaninov in una delle poche sonate per violino, come sulle composizioni boeme.
Affronta con affetto le contaminazioni tra la musica zigana e quella Ebrea, come si lascia trasportare dal flamenco in duo con Monton (bagaglio tecnico ineccepibile, unito ad una grande capacita' compositiva).
Finisce il viaggio con il Tango Tzigano di Astor Piazzolla, nonostante che gli zingari non siano mai arrivati ad influenzare la musica argentina, lo hanno fatto nella composizione di uno dei suoi massimi artisti.
Tra pezzi suoi e dei suddetti compositori (ne ho dimenticati un paio... ma chissenefrega) ha fatto passare agli spettatori 2 ore divertenti, inframezzando con aneddoti e battute (in uno sboccato, e stentato, spagnolo) e trascinando il pubblico all'ovazione finale di 10 minuti di applausi in piedi.
Per note biografiche, discografia e concerti vi rimando al suo sito web.