di Glen [user #183] - pubblicato il 07 marzo 2007 ore 21:23
Il mio sogno è da tempo quello di avere una chitarra tutta italiana (legni a parte), di qualità, con caratteristiche originali, uniche. Purtroppo però non è possibile in quanto alcuni componenti dello strumento, come per esempio le meccaniche, non vengono prodotti nel nostro paese.
Pertanto per il momento, insieme ad un team eccezionale (tutti cari amici), abbiamo realizzato una chitarra "quasi tutta italiana". Sicuramente non siamo stati gli unici a realizzarne una, lo ha già fatto con coraggio Bruno Traverso e sicuramente ce ne saranno stati altri come Manne per esempio, ma tutti con lo stesso problema: le meccaniche (bastarde!), per forza straniere.
L'idea della .G-Spot Standard è nata dalle menti di due veri grandi geni del chitarrismo del mondo mondiale: io e il Molinelli, eh eh! (ovviamente sono scherzante, il genio sono io!) Al momento di cominciare i lavori ci siamo dati due compiti precisi e distinti, lui avrebbe costruito la chitarra e io avrei guardato. Insomma un vero grande team affiatato! ;-)
Una volta stabilito il progetto, si è deciso di costruirla tutta con componenti fondamentali italiani, ad eccezione delle meccaniche come già sottolineato. E pertanto il team si è allargato ad ospitare altre menti geniali del chitarrismo planetario, i Giacarandi si sono occupati del manico+tastiera,il Molinelli del bodi, dell'assemblaggio e della verniciatura, Lauretto AlecB ha fornito il ponte, e Luca Villani (I-Spira) i pickups customizzati bianchi per l'occasione.
Vi domanderete "Oibò, ma perchècazzo Glen non ha fatto fare pure il manico dal Molina? Perchè l'ha fatto fare da altri? Fanno forse manici più belli di quelli del Molinelli?"
La risposta è semplice, volevo che al progetto facessero parte quelli che ritengo miei amici, e inoltre era pure una sfida: mettere d'accordo e fare lavorare insieme diversi liutari e costruttori è stata una vera vittoria, solo questo mi ha dato una grande soddisfazione.
Il Molina mi ha consegnato la Standard un anno fa a Torino durante una manifestazione chitarrosa, facendomi una sorpresa di quelle che si fanno solo persone che si vogliono tanto bene senza varcare il limite che porta all'omosessualismo inculatofrenico. Ero contentillimo e non vedevo l'ora di tornare a casa per provare il gioiello con calma e come si deve. Infatti appena solo nel mio studio comincio a pastrugnarla e l'euforia iniziale si trasforma presto in delusione, chitarra bellissima ma con parecchi difetti, alcuni pure importanti. Lo faccio presente al Molina e mi dice che è ovvio, visto che l'aveva assemblata in fretta per farmi la sorpresa, quindi mi chiede di riportarglela che poi l'avremmo messa insieme come avrei voluto. Ma gli dico di no, meglio tenermela per qualche giorno per scoprire tutti i piccoli problemi e problemini che hanno in genere tutti i prototipi. Stendo la mia lista nei nuovi problemini riscontrati (in verità non molto lunga) e porto la bimba dal mio buddy Molina.
Fabio se la studia per benino, ci lavora con calma nel tempo libero e dopo due mesi me la riporta avvisandomi che per fare venire a galla altri problemi o imperfezioni la chitarra l'avrei dovuta suonare il più possibile per almeno un mese.
Adesso vi starete domandando "Ma porca di quella vacca, perchè il Molina ci ha lavorato durante il tempo libero? Non poteva lavorarci a tempo pieno?" La risposta è ancora più semplice di quella di prima: NO.
Io e Fabio abbiamo una specie di tacito accordo sulle cose che progettiamo insieme, che prevede il fatto che nessuno dei due deve smenarci un centesimo in queste robe ad eccezione dei materiali ovviamente, che vanno comprati p'fforza eccheccazzo. Pertanto tutto il suo lavoro per gli altri clienti, ha la priorità.
La chitarra era comunque completamente operativa, dopo un mese di test abbiamo eliminato tutti i piccoli problemi (soprattutto gli attriti).
Ma ecco le caratteristiche dello strumento.
MECCANICHE (bastarde!). Le Planet Waves abbinate ad un ponte mobile presentano qualche problema di tenuta dell'accordatura soprattutto sui cantini, le corde vanno strecciate molto di più che con le Sperzel, e non sono scalate, quindi necessitano di un abbassacorde che faccia meno attrito possibile, ed è stato sufficente sostituire quello montato precedentemente con uno con le "rotelline". Le Planet waves sono meccaniche molto pratiche e "cool", ma in sincerità forse sono meglio le Sperzel che non necessitano il surplus di lavoro di stretching, o meglio ne necessitano meno. In questo caso lo stretching non serve solo a spingere la corda a raggiungere la giusta tensione ed elasticità, ma a rafforzare la tenuta della meccanica agendo sulla rotellina del bloccacorde (operazione che con le Sperzel diventa rischiosetta perchè il loro sistema di bloccaggio se viene forzato troppo rompe la corda. Ma come ho detto le Sperzel non hanno bisogno di tanto lavoro).
PICKUP. Gli I-Spira Raro, single coils al neodimio (io lo chiamo in un altro modo, ma qua nun se po' di') si sono dimostrati eccezionali, hanno un output veramente smodato e dinamica da fare invidia a Joe Barden. L'I-Spira Falco al ponte, nudo "nature" (sulla Costum sono costumizzati, completamente ricoperti coi poli nascosti, v. linc tra qualche riga) sui distorti sono nitidissimi e mantengono una gran dinamica nonostante siano ceramici, in questo caso è anche merito del bodi in swamp ash che rilascia toni più brillanti che vanno a compensare la cupezza e mediosità abbastanza tipica dei Falco abbinati al mogano. Sono selezionabili da un selettore a 5 posizioni e da un pot volume e un pot tono.
Alla fine dell'articolo ho inserito i linc ad un paio di mp3 in cui potete auscultare i picappi (devo tradurre?)
BRIDGE. Il ponte AlecB che inizialmente dovevo usare con molta attenzione perchè aveva problemi di attrito con il battipanni, ora ha un rilascio eccellente nelle due direzioni e "torna" intonato perfettamente. E' molto ma molto morbido tipo quello delle PRS e questo ammorbidisce parecchio pure le corde, si fa veramente meno fatica a suonare soprattutto dal 12° tasto in poi.
BATTIPANNI (in italiano: battipenna). Inizialmente lo volevo bianco, ma quando il Molina mi ha fatto la sorpresa non ne aveva uno disponibile e ce ne ha messo un tre strati grigio madrepirlato. Dopo un po' ci ho fatto l'abitudine e non l'ho più voluto cambiare.
MANICO E TOSTIERA ("tastiera" per i più pignoli). Il manico fatto dai Giacarandi (i Giacarandi sono "quelli di Jacaranda"), che ormai conoscono perfettamente i miei gusti e le mie misure, è un pezzo unico manico/tastiera in acero, 22 tasti, capo in grafite, scala Fender, da avvitare al bodi con quattro viti. E' a sezione a "V" poco marcata e leggermente asimmetrica, perfetto per me. Tasti med-jumbo. Il design della paletta è colpa mia e del Molina.
BODI (body). Di chiara ispirazione stratocasteriana, ma leggermente più piccolo ed ergonomico (soprattutto nelle versioni COSTUM e SPEZIAL) il bodi invece è stato ricavato da un pezzo unico di Swamp Ash, molto leggero e non ha la stessa ergonomia di quello della .G-Spot Costum per l'accesso facilitato agli ultimi tasti, per via del battipanni tradizionale che arriva al bordo del bodi.
FINITURA. Inizialmente la chitarra doveva avere una finitura simile alla Bottlescotch Blonde, ma a causa di un errore di miscelatura dei colori è venuto fuori questo mix che ho battezzato Spremut Orange e che nell'insieme mi piace molto.
Adesso la chitarra è perfetta, è già stata "sverginata" sul palco un paio di volte, ed è veramente molto affidabile e soprattutto versatile. Ho aspettato molto a pubblicarne la recensione, un po' per mancanza di tempo e un po' per essere sicuro al 100% che la chitarra fosse perfettamente a posto (nei limiti della perfezione per una chitarra elettrica, che come si sa, come tutti gli strumenti a corda, è un insieme di compromessi).
Alcuni sempols: (non sono veri e propri sempols, ma prove di registrazioni in cui ho semplicemente usato la Standard)
Hope
Raro
Grazie ancora:
A Lauretto (AlecB) che mi ha regalato il ponte per il mio anniversario di matrimonio e ci voglio tanto bene ;-)
A Daniele e Luca, i Giacarandi (di Jacaranda) per l'amicizia e la pazienza
A Luca Villani (I-Spira) che quando sta zitto fa degli ottimi pickups ;-)))
A quel caro testicolone del Molina, solo per esistere
.G
Questo articolo, parte dell'archivio storico di Accordo, è stato restaurato per una miglior fruizione sui dispositivi moderni.