di Enrico_Cosimi [user #18600] - pubblicato il 22 dicembre 2011 ore 08:00
Prima o poi, il musicista si trova di fronte alla necessità di raddoppiare o triplicare il proprio fraseggio in modo da simulare – con diversi artifici tecnologici – la presenza simultanea di più musicisti in ensemble; se non è possibile realizzare il double tracking (ovvero, registrare più volte la stessa parte per poi ascoltare tutte insieme le diverse sovrapposizioni), se l’attività live è quella principale e non ci sono soldi per pagare un secondo chitarrista o un corista di fiducia, è il momento di ricorrere all’effetto chorus. Un mondo di raddoppi automatici, più o meno funzionali, è pronto ad intervenire dopo aver premuto un semplice interruttore on/bypass. Ma, per arrivare al quel risultato, è stato necessario spremere in maniera assai originale tutta la tecnologia possibile. Insomma: dietro al banale effetto chorus si cela più di un interessante ragionamento.