Siccome io e l'amico M_Pone stiamo per partire insieme alle rispettive famiglie per qualche giorno in montagna a sciare, per la precisione nelle vallate della NO TAV ma, tranquilli, non ci vedrete al telegiornale intenti a lanciare lacrimogeni alla polizia o a sfondare barriere. Però, dato che insieme facciamo almeno 120 anni più o meno, più meno che più... e quindi le discese ardite e le risalite potrebbero riservarci qualche tranello..., pensavo di ingraziarmi gli Dei della montagna facendo una buona azione, cioè segnalando un articolo de LA STAMPA che m'ha lasciato senza parole. Non commento perchè non c'è nulla da commentare solo riporto:
Savona
Un pomeriggio di tarda primavera ha guardato quelle pareti scrostate su cui maestre e bambini volenterosi avevano appeso i loro disegni, le loro ricerche, i loro collage per imparare a leggere, far di conto o studiare la storia e l’inglese e ha scosso la testa: non va bene, così non va proprio bene. Ha appeso il suo grembiule ed è andato nel colorificio più vicino, dove ha preso un po’ di chili di vernice e qualche pennello. Ha fatto la cosa che più gli sembrava logica, ha ridipinto la scuola, il suo posto di lavoro. E sarebbe bello se questa piccola storia non avesse in sé nulla di straordinario, ma in un’Italia nella quale a fare il proprio dovere si corre il rischio di essere chiamati eroi, che succede a chi va oltre quelle che sono le sue normali mansioni? Può capitare che il sindaco ti chiami per darti un premio e che i giornalisti si affrettino a raccontare questa vicenda. Il protagonista è un signore savonese di 61 anni, Giovanni Garulla, conosciuto da tutti come Giancarlo, di professione bidello che, a poche settimane dalla pensione, ha voluto fare un regalo ai bambini della scuola elementare in cui ha lavorato per 18 anni.