di alessioshy [user #12445] - pubblicato il 30 marzo 2012 ore 07:30
Il compressore è uno degli effetti più delicati della catena di un segnale: a rack o a pedale, usato come plug-in, spesso mal utilizzato o sottovalutato, è un processore di dinamica. Trova larga applicazione in ambito pop e funk, per tutto ciò che può riguardare strumming e arpeggi, così come parti ritmiche in cui le ghost notes devono fondersi all’armonia per il giusto groove.
Interessante è anche sfruttare il clipping del segnale per ottenere sustain e quindi usare un compressore nella produzione di un solo, favorendo l’utilizzo di suoni clean.
Il test si apre ponendo a paragone uno dei pedali più imitati della storia il cui semplice circuito, molto simile al mitico Ross Compressor, è stato ed è tuttora parte integrante del suono di David Gilmour.
Il suono di ritmica e linea solista di "Another brick in the wall" sono un punto di riferimento per tutti e, per testare un MXR Dyna comp originale del 1976, il richiamo era doveroso.
Per paragonare questo pedale all’attuale produzione analogica, ho analizzato quattro applicazioni tipiche del compressore usando, oltre al Dyna Comp, tre pedali classificandoli in fascia bassa, medio, alta, riferendo semplicemente al prezzo di acquisto in negozio e non alla qualità intrinseca.
Gli esempi prevedono un tipico groove funky in sedicesimi con ghost notes, un accompagnamento funk a note singole, una parte in strumming e un arpeggio in fingerpicking: durante le clip i pedali verranno accesi in successione ed, essendo settati tutti a unity gain e con la stessa logica, potremo udirne le caratteristiche peculiari.
Le chitarre usate sono una Ibanez FRM100 Fireman, assolutamente a proprio agio in ambito funky, e una Ibanez RBM400 con pickup EMG 89 (usato slittato) SA-SA attivi.
Ho sfruttato gli EMG come buffer per mantenere inalterato il segnale fino a fine catena, utilizzandoli cioè con lo scopo cui sono stati creati primariamente, mentre negli esempi suonati con la Fireman ho collegato un buffer BurnFx (visibile in foto) prima dei pedali.
La testata è una Hiwatt Hi-gain 100w settata sul canale clean.
MXR Dyna comp: il più naturale
Appena si accende questo pedale si fa un tuffo nel passato. Il suo colore caratteristico ci dona un suono caldo e presente allo stesso tempo, mai eccessivo in ogni frequenza, mentre l’effetto della compressione è estremamente naturale. Trova il miglior utilizzo nelle linee a note singole e negli accompagnamenti staccati.
Generalmente, il pedale attualmente commercializzato da Dunlop non è alla sua altezza, infatti il custom shop Dunlop ne ha fatto una reissue handmade pochi anni fa, basandosi proprio sul circuito originale. Il fascino di un pedale di oltre 35 anni in condizioni mint, inoltre, non ha prezzo.
Boss CS3: il più compresso
In questo caso l’aggettivo compresso è da intendersi in modo negativo poiché, appena acceso, il CS3 ha mostrato la sua tendenza a mandare in saturazione il suono e livelli del potenziometro Sustain oltre ore 10 rivelano un clipping innaturale: ho quindi settato il gain dell’ampli riferendo a questo pedale.
Il controllo tone può rivelarsi utile ma, volendo ottenere un suono compatto, non avventuriamoci oltre ore 12: teniamolo piuttosto circa a ore 10 per mantenere un suono più naturale.
Boss resta comunque un buon punto di partenza per qualsiasi musicista voglia conoscere e capire un particolare effetto, piazzandosi sul mercato con una qualità e una gamma comunque superiore ad altri produttori esclusivamente entry level: è quindi il pedale di fascia bassa nel test, in riferimento al prezzo.
T-Rex Comp Nova: il più discreto
Il pedale di fascia media scelto è l’interessante Comp Nova che, con i suoi semplici controlli, può tranquillamente affacciarsi nelle pedaliere professionali.
Così come il Boss, prevede il controllo di attacco (Attack) che ho settato in modo naturale attorno ore 9 per i tre pedali proposti.
All’accensione si avverte un fattore di brillantezza che è la sua caratteristica peculiare, unita a una compressione molto discreta e mai tendente al clipping.
Trova ottima applicazione nelle parti strumming e, in altra sede, si rivela ottimo anche sulle chitarre acustiche live o in studio.
Keeley C4: il più caldo
Il C4 è l’evoluzione del primo compressore Keeley a due knob, basato appunto su MXR e Ross.
A differenza del T-Rex, la sua caratteristica è un suono molto più caldo e vicino al progetto originale, cui vengono aggiunti un controllo di attacco e Clipping: quest’ultimo controlla il livello in entrata, che ho settato a ore 12 per mantenere un volume simile rispetto agli altri pedali, ma è una comoda funzione per passare da chitarre con single-coil a chitarre con humbucker.
La sua headroom è davvero enorme e la grande qualità di suono ne fanno capire il prezzo, quasi doppio rispetto il T-Rex e triplo rispetto al Boss: è ovviamente il pedale di fascia alta, che meriterebbe più luce su tutti i possibili settaggi. Da provare assolutamente.
In definitiva è bene avere le idee chiare sul suono che vogliamo ottenere e sulle reali applicazioni cui vogliamo destinare il pedale per effettuare una scelta, provando con cura e ascoltando ogni minima sfumatura sonora, cogliendo ciò che il pedale può valorizzare nel nostro suonato.
Ringrazio Davide Colombo e Music Works.
Perché il buffer
Utilizzando molti pedali, si rischia che il segnale ad alta impedenza della chitarra degradi al passaggio fra cavi e pedali così come si innalzerà il livello di rumore e disturbo.
Un buffer posto a inizio catena manderà un segnale elettrico a bassa impedenza attraverso i pedali, rendendolo meno soggetto a degrado sensibile. Il suono di una chitarra passato attraverso un buffer prima di affrontare una catena di pedali risulterà più brillante, esattamente come se la chitarra fosse direttamente collegata all’amplificatore (in questo caso il buffer si può definire trasparente).
Un buffer è presente anche in molti pedali e la differenza, in termini di degradazione del segnale, tra sistemi true bypass e buffered bypass può essere notevole in una lunga catena.
Questo è il metodo preferito al true bypass dal guru Pete Cornish.
ACCORDO ti arriva gratuitamente dal 1997. Se ti piace, se lo consulti spesso, se lo trovi utile puoi contribuire con una donazione anche piccola con PayPal: ci aiuterai a renderlo sempre migliore, a vantaggio di tutti i musicisti italiani.