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Il legno: perché stagionato è meglio?
Il legno: perché stagionato è meglio?

di Maurizio Piccoli [user #26523] - pubblicato il 20 giugno 2012 ore 08:00
Il legno è cosa sempre viva, si muove sempre, risponde alle sollecitazioni atmosferiche anche quando la stagionatura è stata fatta nel migliore dei modi. Ma perché si preferisce il legno stagionato a quello fresco, specialmente per le chitarre acustiche?
Dal momento che nelle chitarre acustiche le parti preposte a vibrare costituiscono il vero e proprio cuore dello strumento, è della massima importanza che l’essenza utilizzata sia nelle migliori condizioni per attuare il compito affidatole. 
C’è comunque da aggiungere, chiudendo il cerchio aperto nella domanda da quel “specialmente”, che il legno ben stagionato è elemento di partenza essenziale per costruire uno strumento di qualità non solo acustico ma anche elettrico. Questo per le doti di stabilità strutturale che esso garantisce.
Certo il legno è cosa sempre viva, si muove sempre, risponde alle sollecitazioni atmosferiche anche quando la stagionatura è stata fatta nel migliore dei modi (di gran lunga migliore quella naturale all’aperto che quella forzata in essicatoi anche se a cicli progressivi). Un legno mal stagionato è soggetto a deformazioni importanti e questo induce, per questione di costi e di buoni risultati in quanto ad affidabilità strutturale, a costruire strumenti in laminato e non in massello. E’ facilmente comprensibile che la stagionatura naturale implica l’inmmobilizzazione per lungo tempo del “capitale”, e questo ne fa lievitare il prezzo.
La ricerca di manufatti in legno di qualsiasi tipo (dalle traversine delle rotaie ai vecchi pavimenti di assi, dalle porte a ai mobili), vecchi di decenni, è segno evidente che la stagionatura naturale è altamente desiderata. 
Un legno ben stagionato ha ridotto nel tempo la sua percentuale di acqua, da valori prossimi in certi casi anche al 60/70% quando era fresco, fino a valori intorno al 10% per certi tipi di legno. Ma soprattutto è importante che abbia acquisito vivendolo a lungo tempo senza stress un certo equilibrio tra le condizioni di umidità esterne e quelle sue interne. La stagionatura forzata in autoclave ha raggiunto ormai procedimenti molto raffinati e addirittura c’è chi la preferisce affermando che la stagionatura naturale produce spesso equilibri scompensati tra strati interni ed esterni. 
E’ facilmente comprensibile che un piano armonico in abete massello ben stagionato riesce a vibrare molto meglio di uno stesso piano armonico in abete massello ma di mala stagionatura, appesantito da una maggiore quantità d’acqua. Dunque la buona stagionatura offre due rilevanti vantaggi: ottime capacità vibrazionali, per i legni preposti a tale funzione, e ottima stabilità strutturale con ridotta sensibilità alle variazioni di umidità e temperatura.  

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Bell'articolo. Oltre che suonare la ...
di MM [user #34535]
commento del 20/06/2012 ore 08:41:58
Bell'articolo.
Oltre che suonare la chitarra, tiro anche con l'arco tradizionale e mi porta a "studiare" i legni. Faccio un paio di considerazioni.
Un amico falegname, e anche costruttore di archi tradizionali, mi ha sempre detto che il legno viene sempre definito (erroneamente a suo avviso) cosa "viva". Secondo lui invece il legno è cosa "morta". Sembra vivo perché è comunque come una spugna, cede e assorbe umidità, a seconda dell'ambiente in cui si trova, ma è inesorabilmente morto. Chiaro che dopo il taglio, che andrebbe fatto rispettando precise fasi lunari, tenderà a cedere molta umidità stagionandosi, ma poi arriva ad un punto che tenderà a fare la spugna, cedendo o ricevendo umidità.
Chiedo una cosa: in liuteria, è meglio un legno con anelli di crescita stretti (sintomo di crescita lenta) o un legno con anelli larghi (sintomo di crescita veloce)... parliamo di liuteria acustica, forse nell'elettrica è irrilevante.
Chiedo un'altra cosa: ma nella liuteria elettrica, è così rilevante ai fini del suono, il tipo di legno?.... a forti dubbi a proposito.
Rispondi
Per esperienza personale posso dirti ...
di Pinus [user #2413]
commento del 20/06/2012 ore 09:14:32
Per esperienza personale posso dirti che il legno del manico, sopratutto la durezza e lo spessore, influiscono sul suono in maniera abbastanza netta, un legno più morbido e sottile suona molto più scuro di uno più duro anche a parità di spessore del manico! Per il corpo invece non ha tutta questa importanza, fa la differenza il tipo di accoppiamento che ce tra corpo e manico(avvitato, set in etc) e il tipo di ponte( se un tremolo, flottant o in appoggio, flore etc) e il materiale con cui è costruito il ponte stesso.sopratutto nel tremolo vintage tipo Fender, la differenza di materiale e spessore del blocco, hanno un bella influenza
Rispondi
**ma nella ...
di pastrana [user #34418]
commento del 20/06/2012 ore 10:31:19
**ma nella liuteria elettrica, è così rilevante ai fini del suono, il tipo di legno?.... a forti dubbi a proposito**

certo che è importante. Non sta a me definire un valore in percentuale, ma è certamente una delle variabili in gioco: in uno strumento elettrico, il legno perlopiù fa da filtro (non aggiunge, ma toglie). Ne consegue che, in qualche modo, il colore del suono è influenzato anche dai legni. E' accezione comune quella di dire (ad esempio) che "l'acero sulla tastiera enfatizza le frequenze alte": meglio sarebbe dire che l'acero, verosimilmente, sega via frequenze basse. Ma concettualmente è la stessa cosa.
Rispondi
**ma nella ...
di GuitarMan.Y [user #34936]
commento del 21/06/2012 ore 13:35:02
Secondo me (e dico secondo me) in uno strumento come la chitarra elettrica il legno serve solo a tenere tutto "unito", anche una tavola con dei pickups di spessore suonerebbe abbastanza bene. Si ammetto che il legno influenza il suono, ma come appunto ho detto influenza, può essere più cupo o squillante ma non di più e non di meno.

Scusate se ho detto baggianate, ma io la penso così.
Rispondi
**anche una tavola ...
di pastrana [user #34418]
commento del 21/06/2012 ore 13:40:07
**anche una tavola con dei pickups di spessore suonerebbe abbastanza bene**

La chiave sta proprio in quel "abbastanza": il suono è fatto di tante, piccole sfumature, che il legno contribuisce a dare, o a togliere.

**può essere più cupo o squillante ma non di più e non di meno**

Eh.. mica è poco..
Rispondi
**anche una tavola
di GuitarMan.Y [user #34936]
commento del 21/06/2012 ore 14:35:15
Ma alla fine il suono è soggettivo, non c'è un suono perfetto. Non dico che tutti dovremmo suonare con una spasciocaster o una letjem ma un corpo in tiglio se stagionato bene e curato può essere anche meglio di uno in Ontano, Acero ecc ecc. Non c'é uno standard e poi il suono dipende da una miriade di cose, non solo dal legno e pickups.
Rispondi
Guarda che siam d'accordo.. Io ...
di pastrana [user #34418]
commento del 21/06/2012 ore 17:06:01
Guarda che siam d'accordo.. Io ho trovato piena soddisfazione (e non solo io..) su una Squier Telecaster CV. Body in pino..
Rispondi
Anche io
di GuitarMan.Y [user #34936]
commento del 21/06/2012 ore 20:42:05
Anche io ho trovato soddisfazione specialmente in quelli in tiglio fatti stagionare 1-2 anni da me stesso e trattati con olio paglierino.
Rispondi
CONCORDO
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 21/06/2012 ore 20:48:46
Concordo ma esiste uno standard di bellezza e di contemporanea magnifica attinenza ad un genere diciamo di elezione. Ti ricordo comunque di non ripeterti: basswood sta per tiglio.
Ciao
Maurizio

Rispondi
Scusa
di GuitarMan.Y [user #34936]
commento del 21/06/2012 ore 20:51:27
Scusa per la mia ovvia Gaffe (si scrive così?) ma quando scrivo non ricontrollo mai :).
Rispondi
Appena
di GuitarMan.Y [user #34936]
commento del 21/06/2012 ore 20:57:06
Appena modificato :), grazie della correzzione.
Rispondi
LEGNO VIVO?
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 20/06/2012 ore 13:47:09
Non credo sia il caso di fare una battaglia tra legni vivi o morti però oltre alla risposta del legno
tagliato alla variazioni climatiche, c'è da sottolineare anche una certa sua memoria. Un aneddoto informa che non si fanno le gambe dei tavoli con le betulle siberiane perchè crescono un po' piegate a causa dei venti e nel tempo, pian piano, ricordano la loro posizione in vita e rendono il tavolo con le gambe storte! Riguardo gli anelli l'importante è che siano regolari, sintomo di avvicendamenti stagionali e annuali senza eccessive anomalie, e mostrino al taglio venature rettilinee sintomo di no stress. Da preferire la compattezza e l'elasticità delle venature strette (il famoso rigatino). Comunque una buona stagionatura permette equilibrati cambiamenti fisici della struttura e questo fa sì che le fibre si trovino a essere libere di vibrare al loro meglio e adeguatamente compatte da garantire conntemporaneamente elasticità e robustezza. Nella liuteria elettrica trovo corretto considerare ancora tutto lo strumento un'entità vibrante. Certo gli apporti sono pochi ma l'interazione fra le varie parti vibranti (manico, paletta, corpo) e le vibrazioni delle corde contribuisce, poco ma contribuisce, alle oscillazioni della corda (nelle fasi di sostegno e decadimento) e quindi alla perturbazione del campo megnetico. Non è difficile pensare come e quanto, ad esempio, le vibrazioni del manico contribuiscano a enfatizzare o ad annullare certe frequenze della corda, così come contribuiscano al sostegno o allo smorzamento delle oscillazioni stesse.
Rispondi
acero marezzato?
di MM [user #34535]
commento del 20/06/2012 ore 14:11:06
Nessuna battaglia :-) era solo per dire.
Quindi l'acero marezzato, risultato di ripetuto stress climatico, sarebbe da evitare?
.... negli strumenti ad arco viene usato moltissimo.... come nelle chitarre di pregio....
Rispondi
Non è proprio così: il ...
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 20/06/2012 ore 14:33:01
Non è proprio così: il cuore di uno strumento come una chitarra acustica o un violino è la tavola armonica che viene realizzata quasi sempre in abete e che si cerca di realizzare con legni che abbiano le caratteristiche di omogeneità e densità della venatura sopra descritte e questo è importante per la riproduzione il più regolare possibile dei range di frequenza di ogni singola corda....fasce e fondo devono essere costruite con certi legni principalmente per motivi meccanici, per irrobustire la strutture...le essenze delle fasce e del fondo caratterizzano il "colore", se così si può dire, del timbro: il palissandro sulle acustiche le rende brillanti e cristalline, il mogano tende ad essere più scuro ma più caldo, l'acero elimina parecchio le basse ed è molto usato sulle chitarre jumbo che hanno già una buona presenza di basse per via delle dimensioni della cassa....
L'acero sui violini penso sia stato sempre usato per questi motivi ma oggi molti liutai producono strumenti di qualità utilizzando anche essenze una volta mai prese in considerazione come il pero, il faggio o il ciliegio ma si parla sempre di fondo e fasce, la tavola armonica è prevalentemente in abete, a volte in cedro, molto raramente in ciliegio.
Rispondi
le due vite del legno
di stefano58 [user #23807]
commento del 20/06/2012 ore 09:42:16
come argomentava più su MM , effettivamente il legno non è "più" cosa viva dal momento che l'essere vivente pianta viene abbattuto , segato , accantonato e lavorato , sembra più un ex cosa viva , un po' come le pelli animali.....
Quindi il legno , la pianta albero , ha due vite ben distinte , utili come poche altre.Da regolatore dell'ambiente a fornitore di materia eccellente per molteplici usi , e forse parte del suo vissuto resta imprigionato tra le sue venature regalando emozioni diverse da tavola a tavola , che sia un mastodontico tavolo intorno a cui allacciare relazioni , oppure uno strumento che regalerà arte per secoli......
Comunque la si veda , non penso sia un caso se chitarre,violini e pianoforti prendano "vita
migliore " proprio dall'evoluzione dei legni , vita e morte strettamente legati e non distanti , come in tutte le cose in questa porzione di universo.Ciao Maurizio , ottima fucina di riflessioni....;-))))
Rispondi
concordo ..
di jackvance [user #34268]
commento del 20/06/2012 ore 11:05:27
Ho una vecchia Yamaha L20A del 1984 e il suono di oggi non è quello di quando l'ho acquistata:è vero che so come risponde ma l'averla suonata a lungo mi fa credere che LEI abbia imprigionato in qualche modo una qualità sonora, delle emozioni
Rispondi
Anche la mia Aria del ...
di stefano58 [user #23807]
commento del 20/06/2012 ore 11:14:51
Anche la mia Aria del '77 è migliorata tantissimo , nonostante non sia massello.Forse anche i laminati acquistano qualcosa dal tempo che passa...... o è il mio orecchio innamorato ?
Bho......:-))))))))
Rispondi
INNAMORATO
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 20/06/2012 ore 13:55:21
Credo sia il tuo orecchio innamorato ma qualcosina può esserci di vero. Non tanto ma qualcosina! Stringila forte che forse suona anche meglio!
Maurizio
Rispondi
Sui laminati (concordo, la loro ...
di perrynason [user #17170]
commento del 20/06/2012 ore 14:36:39
Sui laminati (concordo, la loro forza è proprio la stabilità) non sono ancora riuscito ad avere una risposta chiara a questa domanda: ha senso parlare di differenze timbriche tra casse armoniche realizzate con laminati di diverse essenze? Ho forti dubbi e credo che alla fine le differenze siano solo estetiche. O sbaglio?
Rispondi
A PARTE LA STABILITA'
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 20/06/2012 ore 16:00:05
A parte la miglior stabilità strutturale (conta molto anche come vengono costruiti i sandwich e adagiati i vari fogli) ma ciò che contraddistingue il laminato di qualità è che offre fin dall'inizio il suo suono con possibilità di "maturazione" bassissime. Che ci sia differenza, invece, tra laminati di essenze diverse, direi di sì. I laminati in ciliegio di Art&Lutherie suonano diversi da laminati in abete o cedro per cui non avrei dubbi nell'affermare che i laminati di legni diversi, di diversa costituzione (orientamento delle fibre dei fogli) e di diversa qualià suonano differentemente l'uno dall'altro, e la differenza è rilevabile.
Rispondi
Il tuo esempio di Art&Lutherie ...
di perrynason [user #17170]
commento del 20/06/2012 ore 16:31:06
Il tuo esempio di Art&Lutherie mi fa pesare che tu ti riferisca ai top in laminato. Io intendevo i laminati per fasce e fondo.
Rispondi
FONDO E FASCE LAMINATI
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 20/06/2012 ore 19:39:03
Sì, mi riferivo al top. per il fondo e le fasce, prevalentemente dei "riflettori", credo sia davvero arduo determinare i differenti contributi di laminature diverse. A scopo estetico fanno ovviamente la loro gran bella figura.
Rispondi
CI CREDO DAVVERo
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 20/06/2012 ore 13:53:31
Sono davvero convinto che uno strumento suonato a lungo da una sola persona incameri e tesaurizzi alcune caratteristiche della modalità in cui è stato usato. Ora questa modalità è sicuramente specchio del gusto, dello stile e in qualche modo "dell'anima" del chitarrista per cui non faccio fatica a credere che dopo trent'anni uno strumento abbia dentro di sè un po' del suo suonatore, un po' come il cane prende col tempo un po' del suo padrone e il suo padrone un po' del cane. E vissero felici e contenti!
Rispondi
A questa cosa ci ho ...
di perrynason [user #17170]
commento del 20/06/2012 ore 14:25:41
A questa cosa ci ho pensato varie volte. Ogni musicista ha un suo tocco, predilige plettro, fingerpicks o dita con maggior o minor incidenza delle unghie, frequenta maggiormente certe tonalità rispetto ad altre, utilizza posizioni e rivolti diversi a seconda dei generi musicali che predilige... tutte abitudini che sollecitano i legni con diverse dinamiche ed enfatizzano diverse frequenze. Credo che due chitarre uguali e con una risposta all'inizio molto simile, possano formarsi una diversa personalità nel tempo, legata alla personalità di chi le suona. La cosa è molto affascinante, ma un fondamento ce l'ha.
Rispondi
E' normale:
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 20/06/2012 ore 14:40:52
una tavola armonica in abete ci mette ANNI prima di stabilizzarsi, di maturare e dare il suo suono.
Una differenza di 10 -15 anni in uno strumento acustico è notevole, soprattutto se la tavola è in massello....è per questo motivo che se dovessi comprarmi un'acustica di alta qualità (e relativo prezzo) andrei sicuramente su uno strumento usato.
Rispondi
Il legno...
di GuitarMan.Y [user #34936]
commento del 21/06/2012 ore 13:53:53
Il legno come ogni cosa soggetta a frequenti sollecitazioni quindi vibrazioni finirà per modificarsi nel corso del tempo e adattarsi a tali sollecitazioni. Voi pensate agli alberi sottoposti a forti venti, all'inizio sono belli e diritti, ma onde evitar di spezzarsi assumono una forma (passatemi il termine) "aereodinamica" cioè si adatta alle caratteristiche del luogo o meglio alle condizioni in cui vive. Forse sono andato fuori dal discorso iniziale, ma ho cercato di essere esaustivo :).
Rispondi
Ho forti perplessità sull'utilizzo del legno delle traversine ferroviarie in liuteria ...
di brucefan [user #12231]
commento del 20/06/2012 ore 13:47:34
** La ricerca di manufatti in legno di qualsiasi tipo (dalle traversine delle rotaie … **

Mi lascia fortemente perplesso la possibilità di utilizzo, a scopi liuteristici, delle traversine ferroviarie dismesse, per il loro contenuto di creosoto, che per chi non lo sapesse è quella sostanza con cui vengono trattate le traversine per preservarle dagli agenti atmosferici o dai parassiti del legno. Il creosoto viene considerata una sostanza altamente tossica, a parte l’odore (secondo me) davvero nauseabondo.

Invece, per quanto riguardo l’influenza del legno nella liuteria elettrica, personalmente ritengo sia importante tanto quanto l’elettronica e voglio raccontare l’esperimento, fatto alcuni anni fa, del titolare di uno studio di registrazione romano, il quale ha preso due Telecaster (una 52 reissue e una highway) entrambe con corpo in frassino e manico in acero, ed ha provato una serie di pickups di varie marche (Duncan, Don Mare, Fender C.S., etc…) suonando sempre lo stesso pezzo, con il medesimo setup e con le medesime condizioni di ripresa. Ebbene il risultato è stato che sia i legni che i pickups influenzano il suono più o meno in egual misura. Infatti i medesimi pickups sulle due diverse chitarre (seppur con gli stessi legni) restituivano un diverso suono. A mio avviso non si trattava di differenze eclatanti ma certamente distinguibili in maniera chiara. La stessa cosa dicasi quando venivano provati diversi pickups sulla medesima chitarra. Peccato che i sample non siano più in rete, perché credo che l’esperimento sia stato una buona risposta all’eterna diatriba: “pickups VS legni” …..
Rispondi
VORREI CREDERTI
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 20/06/2012 ore 14:11:25
Posso solo dire che vorrei crederti al 100% ma, per la miseria, mi è caduto uno zero e ti credo al 10%. Fammi sapere chi è questo studio di registrazione romano e chi ha fatto la prova-esperimento. Vorrei sapere se ha controllato la circuitazione dei due strumenti, valori degli elementi, se la distanza del pickup dalle corde è stato micrometricamente misurata e altre cosette (stesso plettro, stesse unghie), e via discorrendo. Confido sempre nella buona fede di tutti ma non mi fido di questo tipo di prove se non fatte con estremo rigore scientifico e se non mi si pone di fronte risultati strumentalmente rilevabili e confrontabili.
Fammi sapere se ne hai la possibilità. Comunque che il legno contribuisca a fare un po' del suono ci credo. La cosa difficile da digerire è se è davvero "orecchialmente" riscontrabile la differenza di contributo al suono di legni dello stesso tipo.
Ciao e buona giornata!
Rispondi
Caro Maurizio,
di luvi [user #3191]
commento del 20/06/2012 ore 20:00:18
a parte gli scontati (ma sinceri) complimenti per l'articolo, voglio solo dirti che ho combattuto in passato aspre battaglie a riguardo della diatriba "legni vs pickup" proprio (e non solo) su queste stesse pagine, per cui non aggiungo davvero altro, se non il fatto che sono molto felice di poter condividere e quotare al 120% (e senza cadute di zeri :-) ) tutto quanto hai scritto a riguardo in questa occasione sia nell'articolo, che nelle risposte ai quesiti. ;-)

Ci si legge e ci si scrive...

Luca
Rispondi
CARO LUCA
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 20/06/2012 ore 21:51:23
Sono felice di sentire la gente della vecchia "banda" che ha suonato per anni e continua a soffiare in faccia al futuro quelle briciole di verità che pare avere in saccoccia. Eh già, quella del contributo dei legni nel suono elettrico è disputa di vecchia data, in fondo mai risolta e che proprio per questo ha creato "filosofie" spesso divergenti e neanche un mozzicone di responso scientifico. Forse è meglio così, così abbiamo un argomento in più a cui fare barba e capelli ogni volta che capita l'occasione. Tanti auguri per le tue elucubrazioni a spirale!
Un abbraccio
maurizio
Rispondi
Premetto di non aver assistito ...
di brucefan [user #12231]
commento del 21/06/2012 ore 16:49:00
Premetto di non aver assistito personalmente alla prova-esperimento di cui parlavo, ma di aver letto ciò che riportava il sito web dello studio di registrazione (che non so se esiste più). Lo studio si chiama (o si chiamava) "Disco Volante". La persona che ha fatto la prova si chiama Alberto General (non so se sia un nome d'arte). Da quel che ricordo (ma vado a memoria e spero di non errare) veniva detto che la circuitazione dei due strumenti era analoga, come erano analoghe le altre condizioni (setup, plettro utilizzato, etc...). Per quanto riguarda il settaggio dei pickups (distanza dalle corde) ritengo che sia stato seguito il setup consigliato dal costruttore, per quanto è pur vero che, anche al variare di pochi decimi di millimetro sul medesimo pickup, si possono notare dei cambiamenti apprezzabili al suono dello strumento (e credo che lo sappia chiunque si sia cimentato da solo nel setup dei pickups della propria chitarra). Non era invece riportato il valore dell'impedenza di ciascun pickup provato. So solo che la prova venne fatta con il tentativo di essere più possibile oggettiva su determinati fattori. In ogni caso credo che sia indiscutibile che due chitarre elettriche (dello stesso modello), fatte dei medesimi legni, possano suonare "da spente" in maniera apprezzabilmente diversa, così come diverso risulta il loro suono quando vengono collegate all'ampli (sempre a parità di settaggio, spessore delle corde, etc...) ... a cosa attribuire allora "la differenza di contributo al suono di legni dello stesso tipo" ?

P.S. Mi riferisco in particolare a varie prove comparative fatte tra le mie chitarre ed altre (della medesima serie ovviamente). Le differenze a volte sono notevoli (e non solo a mio giudizio), come a volte è capitato di sentire due modelli che suonano praticamente in maniera identica.
Rispondi
il legno migliore sta nel ...
di Puce [user #14037]
commento del 20/06/2012 ore 23:30:34
il legno migliore sta nel nostro orecchio, il suono è puramente soggettivo, come dimostrato credo su questo sito qualche mese fa, riguardo alla prova con diversi violini, alcuni economici ed altri di gran liuteria ( credo anche uno Stradivari) bè il blind test ha rivelato che la preferenza è andata al vilino economico. Dunque a chi crede che la propria chitarra da poche centinaia di Lire dopo 30 anni suona meglio è solo perchè ha fatto l'abitudine a quel suono,
come dire il ragù che fa mia madre è il migliore non c'è Vissani che tenga, è solo che per me
il gusto del ragù è quello, come il suono della chitarra acustica è quello della Yamaha di mio padre
Rispondi
A OGNUNO I SUOI LIMITI
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 21/06/2012 ore 03:31:37
Concordo sulla potenza della frequentazione auricolare e mandibolare, sulla poca capacità discrezionale dell'ignoranza e sul fatto che ognuno ha i suoi limiti e che la sua felicità, fortuna per lui, ci sta tutta dentro. Sono convinto del valore del blind test, che spesso però risulta proprio blind per la pochezza dell'accecato. Mi scuso per questa mia irriverenza tutta protesa alla difesa della qualità e mi rattrista che ci siano orecchi costretti a ospitare solo cose mediocri. Dalle mie parti si dice che S.ANtonio s'innamorò di un maiale.... A ognuno il suo.
Con allegria!
Maurizio
Rispondi
Concordo
di GuitarMan.Y [user #34936]
commento del 21/06/2012 ore 13:59:04
Concordo pienamente, il suono è soggettivo, a me piace un tipo di suono e secondo me è il migliore, ma non è detto che per forza deve piacere a te. Complimenti per la storia del Ragù :) mi ha fatto sorridere :).
Rispondi
Ciao Maurizio, Qualche mese ...
di Salvog [user #26748]
commento del 21/06/2012 ore 08:41:09
Ciao Maurizio,

Qualche mese fa ho acquistato una Sadowsky J.Hall model, una delle peculiarità di questo strumento è l'avere fasce e fondo con 5 strati in laminato d'acero un po' meno spessi ovviamente, a quanto pare, generalmente se ne utilizzano 3.

Come giudichi questa tecnica costruttiva?

Ciao Maurizio e buona giornata.
Rispondi
AMMIRO
di Maurizio Piccoli [user #26523]
commento del 21/06/2012 ore 09:49:16
A parte il fatto che già esteticamente amo alcuni elementi che mi ricordano D'Aquisto (mi pare più onorevole che riferirsi a J. Bruno) e la paletta a stringere verso l'alto che mi riporta sempre alla mitica L-5, la produzione Sadowki è roba per pochi e con le orecchie buone. La laminatura di 5 fogli di acero sia per il top che per il fondo, contribuisce certo a una maggiore solidità strutturale e probabilmente a sopportare meglio, dal punto di vista costruttivo, l'operazione di pressaggio per ottenere le bombature desiderate. Non credo che la scelta di 5 fogli di acero al posto di tre contribuisca a migliorare il suono, pensando pure che ci sono due layer di collante in più. Interessante sarebbe invece investigare (ma non credo tu mi lasceresti sezionare lo strumento :0) ) sulla specie di tunnel ricavato dal blocco centrale. Certo uno strumento da amare, con un suono polivalente e una cura costruttiva impeccabile. Chiederò per sapere se la scavatura del blocco centrale abbia solo scopo di alleggerimento.
Complimenti!
Maurizio
Rispondi
Un sogno coronato
di alberto biraghi [user #3]
commento del 22/06/2012 ore 01:12:21
Nei primi anni 80, quando leggevo i magnifici articoli di Maurizio Piccoli, avrei avuto milioni di domande da fargli, ma non c'era modo. Sono felice che il "mio" Accordo dia agli appassionati di oggi quello che io non potevo fare. Avere Maurizio tra noi, a disposizione di chi vuole saperne di più, con la sua conoscenza infinita è un onore per Acordo e un valore inestimabile per gli accordiani. Ecco, l'ho detto ;-)
Rispondi
di gibsondiavoletto [user #47815]
commento del 01/12/2017 ore 19:37:5
Ragazzi, io adoro i discorsi scientifici, ma quando si tratta di musica l’importante è godere. E per questo non esistono regole
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