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Quando Roma salvò il Grunge, Kurt Cobain e i Nirvana
Quando Roma salvò il Grunge, Kurt Cobain e i Nirvana
di [user #17404] - pubblicato il

“Experiencing Nirvana: Grunge in Europe, 1989" è un libro che racconta il primo tour europeo dei Nirvana, quando nel 1989 erano ancora gli sconosciuti e inconsapevoli messaggeri di quel fenomeno musicale che avrebbe travolto il rock degli anni novanta.
In questi giorni è presentato a New York, nell'auditorium dell'Apple Store di Soho “Experiencing Nirvana: Grunge in Europe, 1989" nuovissimo libro al momento disponibile solo per iPad e in inglese ma che a partire dal 2013 sarà reperibile anche in versione cartacea e tradotto in italiano. L’autore è Bruce Pavitt, fondatore della Sub Pop storica etichetta dei Nirvana. Il libro è un reportage fotografico del tour europeo che la casa discografica spedì letteralmente i Nirvana, ancora totalmente sconosciuti, a compiere attraverso l’Europa. Siamo nel 1989 e il Grunge è un fenomeno ancora embrionale. I Nirvana impazzano per le zone di Seattle e hanno appena inciso il loro album di debutto “Bleach” capolavoro rock e manifesto dell’estetica Grunge che da lì a poco avrebbe spopolato. Hanno un suono nuovo, marcio e straziante che avrebbe fatto innamorare e struggere un’intera generazione di teen ager e demolito a colpi di Fender Mustang scordate e Big Muff affogati nel chorus il rock patinato degli anni ’80. I volponi della casa discografica intuiscono il potenziale di questa band e capiscono che l’unica maniera per sdoganarli da Seattle ed espandere la loro popolarità al resto dell’America, è far sì che la stampa musicale internazionale - in particolare quella inglese - si accorga di loro. Così la band parte alla volta dell’Europa e in questo viaggio, dove i Nirvana muovono i loro primi inconsapevoli passi verso il successo planetario, l’Italia - e Roma in particolare - rivestono un ruolo speciale. Kurt Cobain, giovanissimo, è già un artista tormentato, lacerato da un’adolescenza problematica e confuso dal continuo consumo di stupefacenti. Il tour inizia nella peggiore delle maniere. I Nirvana suonano i primi concerti e Kurt si rende protagonista di tentati atti di autolesionismo. Dopo uno show  in particolare il cantante è sfinito, vuole tornare a casa dalla sua ragazza e annuncia alla band di volerli lasciare. 
 
Quando Roma salvò il Grunge, Kurt Cobain e i Nirvana
 
Tre cappuccini per i tre Nirvana in un bar della stazione Termini
 
Ma il giorno dopo la band deve suonare a Roma. L’animo straziato di Cobain viene rapito, cullato e rasserenato dalla bellezza della città. Il musicista passa una giornata gentile e delicata: rasserena il suo animo tormentato immergendosi nella storia e visitando il Colosseo e la Basilica Di San Pietro; si riconcilia con il suo fisico martoriato ristorandosi nel clima casareccio di una trattoria e si coccola regalandosi una chitarra in un negozio di dischi. Basta questa giornata per tornare a dare a Cobain la motivazione a riprendere il tour e volare carico di energie verso la successiva data di Ginevra. Roma resterà una città importante per Cobain: qui fece la sua ultima apparizione televisiva nel febbraio 1994 esibendosi in una performance memorabile all’interno della trasmissione Tunnel di Rai 3, condotta da Serena Dandini; e sempre a Roma, pochi giorni dopo quell’esibizione televisiva e a meno di un mese dal suicidio, Cobain decide di tornare assieme alla moglie Courtney Love per una settimana di riposo, finita però con un ricovero al Policlinico Umberto per overdose.

Quando Roma salvò il Grunge, Kurt Cobain e i Nirvana
 
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