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Hurrycane H45
Hurrycane H45
di [user #16167] - pubblicato il

Un amplificatore con un look unico e, se non bastasse, con un sound eccellente capace di dare lustro al made in Italy. Già dalle prime note si avverte l'estrema qualità della testata da 45 watt assemblata point-to-point da Hurrycane Amp.
Ormai è risaputo: per ottenere un ottimo sound non basta solo avere un buon progetto. Un ruolo importantissimo è ricoperto dai materiali utilizzati, capaci di trasmettere tutta la purezza o la cattiveria del nostro suono, senza mai dare l'impressione di suonare sottovuoto, intubati. Gli italiani di Hurrycane Amp lo sanno bene, per questo non lasciano niente al caso, curando tutto fino nei minimi dettagli.

Con un modello H45 alla mano, si parte da quello che non può certo essere considerato un dettaglio: la lussuosa dust cover, realizzata con cura in una colorazione bianca impreziosita da cuciture e logo rossi. L'estetica della testata è ricercata quasi quanto la scelta dei componenti, analizzati subito dopo. Ecopelle di struzzo rossa e rovere in bella vista tirato a lucido da un ottimo lavoro di rifinitura sono montati su uno chassis in alluminio aeronautico a prova di bomba nucleare, ma rispetto a quello che si cela all'interno il tolex sgargiante non è altro che la carta regalo che nasconde il regalo di Natale. Resistenze a impasto di carbone Hallen Bradley, condensatori F&T e Sozo Custom riempiono le budella dell'H45, il tutto assemblato point-to-point con lega di argento, stagno e rame su turret board in bachelite.
Ovviamente a dare voce al tutto c'è un bell'armamentario di valvole. Nella sezione pre prendono posto tre 12AX7 Mullard Reissue, mentre il finale è gestito da due KT66 Gold Lion. Come valvola rettificatrice è scelta infine una GZ34 TAD Premium Selected.
Hurrycane non ha badato a spese nella scelta dei componenti. Questo si traduce in un sound che non lascia dubbi sulla qualità della testata, la quale mette in luce le sue potenzialità già dalle prime note.

Hurrycane H45

Ai più non è certo sfuggito il chiaro richiamo allo storico amplificatore al quale la H45 si ispira. Quattro input, due controlli volume, uno Normal e uno Higer Treble, il semplice equalizzatore composto da alti, medi e bassi e il controllo di presence. Ovviamente il progetto da cui la testata italiana ha preso le mosse è la JTM45, alla quale si rifà in qualche modo anche nel look. Dopo la doverosa panoramica è giunto il momento di ascoltare la testata.

Una Fender realizzata da John Cruz è stata usata per il test, alla quale è stato collegato un altro ottimo pezzo di made in Italy: Michele Quaini.
La prima cosa che è balzata all'occhio, ma soprattutto all'orecchio, è il volume davvero esagerato della H45. Come per la JTM si ha a disposizione davvero una valanga di suono, in entrambi i canali. Quello normal, ovvero il numero due, con il suo suono caldo è perfetto per cominciare a prendere confidenza. Giocando un po' con l'equalizzazione si riesce a gestire con facilità qualunque tipo di pickup, enfatizzando o tagliando le frequenze a piacere. La qualità dei componenti è già messa in luce, il suono infatti è aperto, ricco, molto presente.
Tutte queste qualità, passando al canale uno, non fanno altro che aumentare con l'incremento di acuti fornito di default dall'input dedicato. Il suono però non diventa per niente tagliente, bensì solo un poco più aggressivo, pronto ad accogliere un buon TubeScreamer.
Già, il TS - o un suo surrogato - è il modo migliore per ottenere un buon suono crunch e lead senza dover rinunciare all'amicizia dei vicini o peggio all'udito.
Grazie all'ottimo clean di base, un buon overdrive si incastona come un diamante e il crunch che si sprigiona lascia piacevolmente colpiti.

Hurrycane H45

Il quarantacinque watt è un concentrato di vintage, ma non un semplice clone. La forte personalità e soprattutto l'elevata qualità traspaiono in continuazione. In definitiva, l'Hurrycane è un ottimo amplificatore per chi cerca un sound vintage di qualità, con l'affidabilità garantita da un'ottima costruzione e dalla riuscita del progetto. Insomma si può andare fieri di un nuovo pezzo di artigianato italiano.

Video multimediale, richiede supporto Flash.


Salvatore Bonsignore, ebanista. Alfonso Schembri, appassionato di elettronica. Gerlando Callea, bassista cultore del vintage. Assieme all'ingegnere elettronico Pasquale Alba hanno deciso di dare vita a un sogno, produrre in Sicilia (per la precisione, nella meravigliosa terra dell'Agrigentino) amplificatori artigianali di alta classe, caratterizzati da un'estetica da far girare la testa anche ai guru californiani e da una qualità costruttiva ai vertici. Hurricane in poche parole è questo.
Come riferimento progettuale seguito dall'ingegner Alba ci sono le gemme del passato, dal JTM di Jimi al Vox AC30 in classe A, attraverso i classici Bassman. Ma qui non si copia, si prende ispirazione, si reinventa, si migliora, si perfeziona, si innova. Come principio produttivo la qualità assoluta, con circuitazione point-to-point e la miglior componentistica americana e tedesca disponibile sul mercato.
E il risultato si percepisce quando le valvole si sono scaldate a dovere e si fanno i primi accordi. Gli Hurricane sono oggetti per orecchie esigenti, per chi ha voglia di sentire l'anima della sua chitarra che urla attraverso un amplificatore senza compromessi, caldo, preciso, musicale, ricco e autorevole come non osavamo aspettarci.
Due parole sull'estetica: Bonsignore è un artista come solo l'Italia sa produrre e questa sua arte si vede negli Hurricane. I cabinet sono perfetti, con accoppiamenti affascinanti di legni e rivestimenti. Ciliegina sulla torta la custodia per la chitarra coordinata, le copertine degli amplificatori con le protezioni per le zone sotto la maniglia e una qualità di fattura da alta sartoria.
Nella mia vita ho avuto modo di vedere, provare e sentire amplificatori di ogni genere, compresi tanti so called "boutique amp", ma da tanto tempo non mi confrontavo con gioielli simili.
 (alberto biraghi)
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se solo pensassimo come Leo ...
di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 04/01/2013 ore 09:06:59
se solo pensassimo come Leo Fender e facessimo pagare i nostri strumenti relativamente poco come faceva lui negli anni 50... probabilmente daremo del filo da torcere a marshall, fender, gibson e tutte le altre grandi marche del mondo... altrochè. Ho appena visto il video e l'amp ha un suono pazzesco... c'è di tutto... HENDRIX SRV... probabilmente con una SG ci esce Angus... è un amp esagerato... l'unica pecca sarà sicuramente il prezzo. In ogni caso io non so chi è il bravissimo chitarrista che suona nel video ma devo scriverlo: è il mio nuovo mito. Al di fuori del fatto che le facce e le espressioni che fa mentre suona fanno pisciare sotto dalle risate... si vede proprio che entra nel mood di quello che sta suonando in totale simbiosi con lo strumento. Ed è la cosa più fantastica che si possa fare.
Rispondi
Re: se solo pensassimo come Leo ...
di MusicBoy utente non più registrato
commento del 04/01/2013 ore 10:40:10
In realta non e' che fossero tanto economiche: in proporzione avevano prezzi pari alle custom shop attuali.
Rispondi
Re: se solo pensassimo come Leo ...
di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 05/01/2013 ore 09:15:2
io ho sempre letto che in origine costavano poco...
Rispondi
Re: se solo pensassimo come Leo ...
di MusicBoy utente non più registrato
commento del 05/01/2013 ore 10:48:13
I prezzi andavano dai 150 a 300 dollari sia per fendr che per gibson, marshall... Ma in proporzione i prezzi sono piu o meno uguali a quelli attuali
Rispondi
Re: se solo pensassimo come Leo ...
di ADayDrive [user #12502]
commento del 05/01/2013 ore 12:09:43
Io avevo letto che le prime Telecaster costavano come l'equivalente di circa 4 stipendi medi da operaio americano (che, all'oggi, sarebbero circa l'equivalente di 5000 euro). I prezzi calarono in seguito, ma nel periodo pre-CBS le Fender sono sempre comunque stati strumenti piuttosto costosi.
Rispondi
Re: se solo pensassimo come Leo ...
di Claes [user #29011]
commento del 10/01/2013 ore 13:32:23
Alla fine degli anni 60 Fender e l'AC30 era roba da professionisti!!!
Rispondi
Re: se solo pensassimo come Leo ...
di ADayDrive [user #12502]
commento del 10/01/2013 ore 14:51:01
Avevo pure letto che Paul McCartney aveva comprato il basso "violino" Hofner perché gli strumenti americani costavano troppo e lui non voleva farsi debiti, al contrario di Lennon e di Harrison che invece, per comprarsi le chitarre, avevano fatto un sacco di rate.
Rispondi
Re: se solo pensassimo come Leo ...
di Claes [user #29011]
commento del 10/01/2013 ore 15:15:59
Paul & basso Hofner: avrà influito anche il fatto che era ergonomico per un mancino.
Rispondi
Bellissimo !!!
di brucefan [user #12231]
commento del 04/01/2013 ore 09:11:42
La prima parola che viene in mente è: B E L L I S S I M O !!!!
... in tutto ... look e sound ... e poi sono molto contento che un prodotto così bello venga realizzato nella mia terra ...
Domande: Costi ? Dove è possibile provarlo ?

P.S: La Strato John Cruz ... quanto suona bene ...
P.P.S: Quanto mi divertono le "smorfie" che fa Michele Quaini mentre suona ... la passione per queste meraviglie trabocca incontenibile ....
Rispondi
Ma qualcosa di nuovo no, eh?
di GibsonStradivari [user #24425]
commento del 04/01/2013 ore 09:31:53
Si, suono bellissimo (anche se credo su questo punto la mia sia solo suggestione, visto che ascolto dalle pessime casse attaccate al pc... che il suono è bello lo si può dire quando viene fuori da un sistema audio di riferimento ed ad un volume degno di questo nome. Forse - e dico forse - in un ascolto del genere quello che forma l'idea del suono è più il groove di Quaini che altro?), si estetica tanto curata, certo tanta passione e cura realizzativa.

Ma, a dirla tutta, mi chiedo se ci sia la necessità dell'ennesima linea di produzione vintage. Ce ne sono a bizzeffe, d'ogni fascia di prezzo e criterio realizzativo, ispirati ai vecchi Marshall, ai vecchi Fender, ai vecchi Vox e quant'altro.

Per chiarire le cose: ho due LesPaul (quindi certo gli strumenti d'annata non mi fanno schifo), ma allo stesso tempo trovo assai noioso che si continui a parlare - spesso, anche se certo non è questo il caso, con pochissima cognizione di causa - di LP, SG, ES, Strato, Tele, TS9, JTM45 e repliche e reinterpretazioni varie.

L'ampli che mi interessa di più è quello che progetteranno DOMANI, con l'idea di fare qualcosa di MAI SENTITO PRIMA. Chiaro, è solo un punto di vista. Ma siamo qui per questo, no?
Rispondi
Re: Ma qualcosa di nuovo no, eh?
di alberto biraghi [user #3]
commento del 04/01/2013 ore 09:46:36
In realtà la bellezza di questo ampli sta nella relazione intima tra vecchio e nuovo. Il progetto è rispettoso della grammatica della tradizione (e questo secondo me è doveroso in un prodotto che si colloca sul versante classico), ma la reinterpreta, per dare uno spettro di sonorità più ricco e articolato.
Per questo non credo che la prova - pur condotta da un mostro del feeling e della tecnica come il nostro uomo di punta - possa dare l'idea completa di quello che l'Hurricane riesce a fare. Ci devi suonare per sentire la dinamica, apprezzarne le sfumature e la reattività dei controlli.
Ammetto, questo ampli mi ha fatto rivivere le emozioni di quando accesi per la prima volta il Pistolesi The Mojo a Voghera nel 1993. Non credevo. 'sti siciliani...
Rispondi
Re: Ma qualcosa di nuovo no, eh?
di herrdoctor [user #18849]
commento del 04/01/2013 ore 10:04:28
Hai ragione...
sembra effettivamente di essere in periodo Neoclassico; non potendo
esprimere nulla di nuovo si copia dal vecchio.

Però è anche colpa nostra, acquistiamo noi.
Rispondi
bellissimo suono....non sono però un ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 04/01/2013 ore 10:07:22
bellissimo suono....non sono però un sostenitore delle "turrent board" in bachelite con cablaggi point to point che secondo me vanno benissimo per fare prototipi ma non prodotti che poi vengono rivenduti a prezzi esorbitanti contando che le board in bachelite costano 4 soldi.....Insomma penso che un prodotto serio andrebbe realizzato su una buon circuito stampato, più replicabile robusto e protetto...
diversamente non si giustifica un prezzo elevato...
Rispondi
bello
di dfatwork utente non più registrato
commento del 04/01/2013 ore 10:30:39
Per pochi sopratutto di questi tempi; si come tutte le cose, se mi impegno me lo posso permettere (quindi non sono un frustrato)... detto questo, quoto in pieno GibsonStradivari ,herrdoctor, marcomo..

Sia ben chiaro, complimenti comunque ai Signori che producono questi gioielli
Rispondi
Tutto molto bello e ben ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 04/01/2013 ore 10:32:48
Tutto molto bello e ben curato, ovviamente nei limiti di un ascolto sul pc. Sicuramente si collocherà in una fascia di prezzo proibitiva, più per la lavorazione artigianale e per la qualità dei componenti utilizzati però che non per l'innovazione e la ricerca, questo lasciatemelo dire. In fin dei conti si tratta sempre e comunque di elettronica analogica spicciola ed il fatto che si continuino a costruire ampli basati su circuitazioni che superano il mezzo secolo di vita la dice tutta. In tal senso è quasi quasi molto più "rivoluzionario" un pedale digitale, ma d'altronde la bellezza risiede spesso nella semplicità e se si pensa al fatto che l'ultimo grande Marshall risalga a più di trent'anni fa mentre per i Fender bisogna tornare ancora più indietro nel tempo, allora ecco che un prodotto del genere assume un valore nettamente superiore a quello che realmente possiede. Fa piacere la presenza di una casa italiana e per di più meridionale nel panorama del suono boutique, anche se personalmente rimango dell'opinione che per la maggior parte di noi sia sufficiente prendere una reissue a metà del prezzo, ancor meglio se usata, cui apportare poi qualche modifica. A voi della redazione posso chiedere come mai non abbiate previsto anche l'uso di una Les Paul per valutarne il comportamento con gli humbucker? Trattandosi di un "clone" del JTM45 la cosa avrebbe avuto più gusto.
Rispondi
Questi tipi stanno a meno ...
di daniep [user #15636]
commento del 04/01/2013 ore 11:23:06
Questi tipi stanno a meno di un'ora di macchina da casa mia ma nel loro sito non c'è nemmeno una sezione di contatti, né un numero di telefono una mail o un indirizzo.. Ci vorrei passare un giorno, ma non saprei nemmeno come contattarli. Per il resto sembrano suonare benissimo.

Inoltre, volevo magari portare avanti uno spunto di riflessione. Perché l'evoluzione a tutti i costi? Nel senso, vanno bene le ultime tecnologie kemper, line6 o tutto quello che volete.. ma se poi il massimo della espressione musicale con la chitarra elettrica sono il prog, la fusion (sempre che non si resti in territori più classici come rock blues) un altro tipo di sonorità non serve. Inoltre un kemper consente di replicare tutte le sonorità che uno vuole ma se non c'è in mezzo un'altra idea di musica e quindi un'altra società allora l'evoluzione a tutti i costi mi sembra un po' ingiustificata (oltre al fatto che "l'evoluzione" costa in termini ambientali e forse oggi non ce lo possiamo più permettere). Potrebbe anche essere l'esatto contrario: la tecnica (nuovi ampli, nuove chitarre, nuovi non so bene cosa..) consente un ampliamento degli orizzonti che poi consentono un'evoluzione dell'idea musicale. Ma nemmeno qua vedo una evoluzione. pur non essendo uno sperimentatore, sia ben inteso. Sembra quasi che si aspetti la rivoluzione però poi rimaniamo tutti un po' conservatori, nostalgici e magari continuiamo a comprare Tele, Strato, Les Paul o, al massimo, ci buttiamo verso una PRS.
Piccola provocazione: a meno che non abbiamo deciso di sperimentare tutti con, ad esempio, il genere di Tosin Abasi, o altro, a noi a cosa serve l'evoluzione se poi con i modeling o i profiling amp ci settiamo tutto su modalità blackface o plexi e suoniamo Pink Floyd, Led Zeppelin, Pearl Jam e compagnia varia?
Datemi qualche nuovo spunto! :)
Rispondi
Re: Questi tipi stanno a meno ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 04/01/2013 ore 12:00:4
..infatti secondo me non serve l'evoluzione sonora...ormai il mercato è pieno zeppo di prodotti che sono comunque in gran parte un rifacimento di cose vecchie....

Va di moda il vintage...le chitarre reliccate che sanno di vissuto gli ampli vecchi e i cloni di ampli vecchi...

Esiste di tutto esistono i p.u esafonici con modellatori sonori di ogni tipo, il kemper che modellizza tutti gli ampli (anche se non ne capisco il senso di esistenza in quanto comunque riduce un intero sistema a un pre che ha bisogno ancora di essere amplificato da un finale di potenza o da un impianto...a quel punto meglio i vari pod boss zoom etc..)...poi comunque alla fine ci piace suonare con due lampadine e un cavetto di rame...

Credo che l'evoluzione debba essere più in senso musicale che sonora....

Nella musica non esistono limiti....quelli sono nella strumentazione...e ormai sono già raggiungibili da tutti in tantissimi modi :-p

Rispondi
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Re: Questi tipi stanno a meno ...
di Denis Buratto [user #16167]
commento del 04/01/2013 ore 13:39:54
Ciao! Questa la mail che ho trovato sul sito: info@hurrycaneamps.com :-)
Rispondi
Un ampli per pochi, temo; ...
di davo [user #31664]
commento del 04/01/2013 ore 16:40:58
Un ampli per pochi, temo; sempre che i prezzi siano in linea con le specifiche "stellari".
Potrà essere utile a chi da professionista è alla ricerca di un suono che ha in testa (e magari ai "feticisti").
In definitiva una iniziativa che fa piacere se riescono ad affermarsi.
Una sola cosa: personalmente l'estetica non mi piace per niente, con l'accostamento del rosso, il legno e il piping bianco. E' un po' qualcosa che gli inglesi definirebbero "loud".
Rispondi
ho avuto la fortuna di ...
di fred87 [user #2129]
commento del 04/01/2013 ore 18:10:25
ho avuto la fortuna di provare quest'ampli, i ragazzi che lo hanno realizzato sono del mio stesso paese. che dire? è semplicemente fantastico, in vita mia ho provato tante cose, vari orange, marshall, fender, mesa boogie, peavey, laney, vox, e non ho trovato nulla di così curato e fatto bene come questo ampli. il prezzo poi da quello che so non è di tanto superiore ad alucni modelli delle marche sopracitate.
Rispondi
Re: ho avuto la fortuna di ...
di davo [user #31664]
commento del 04/01/2013 ore 20:34:16
Una curiosità, a questo punto. Quanto costerebbe?
Rispondi
Re: ho avuto la fortuna di ...
di Denis Buratto [user #16167]
commento del 04/01/2013 ore 20:44:50
Possono risponderti direttamente da SHG... :-)

vai al link
Rispondi
Re: ho avuto la fortuna di ...
di davo [user #31664]
commento del 06/01/2013 ore 11:11:31
Grazie per il link.
I prezzi sembrano concorrenziali.
Rispondi
....Michele Quaini.....super fantastico.....veramente grande ...
di alexmar [user #16019]
commento del 04/01/2013 ore 19:31:17
....Michele Quaini.....super fantastico.....veramente grande
Rispondi
notevole. In una lista di ...
di alftheking [user #7473]
commento del 04/01/2013 ore 21:12:21
notevole. In una lista di una ipotetica vincita importante al gratta e vinci, questo sarebbe uno fra i 4-5 ampli che mi comprerei al volo
Rispondi
Io dico che di proibitivo ...
di Fall4 [user #32838]
commento del 04/01/2013 ore 21:58:2
Io dico che di proibitivo il prezzo la 45 non ha molto, dal video ho sentito 1800€, sinceramente con la cura e qualità dei componenti utilizzati ( io adoro il design della 45, colore nero ) è una proposta concorrenziale.
Per la questione del point to point o PCB è una guerra morta in partenza, nel senso che un circuito come quello che vedo nella H45 non è particolarmente complicato e secondo me la bellezza dei circuiti come quello è la realizzazione point to point, non che doni qualcosa al suono così come il PCB.

I miei complimenti a tutti, ma in particolare a colui che ha realizzato il design della testata, ormai i classici design delle testate sono sempre i soliti dettati dai grandi marchi, questa ha qualcosa di originale e unico!

Secondo me quello che manca sono dei sample sul vostro sito, sarebbero molto interessanti dei video.
Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 05/01/2013 ore 10:52:29
--quello è la realizzazione point to point, non che doni qualcosa al suono così come il PCB.--

Non si tratta di donare qualcosa al suono, si tratta di costruire un sistema duraturo affidabile protetto e schermato sotto ogni punto di vista...
In un buon PCB il piano di massa permea tra le piste ai lati, sopra e sotto isolandole e schermandole dal rumore, i componenti sono fissi e qualora qualcosa si dovesse guastare un rework è sicuramente fattibile con meno fatica senza cambiare cavi senza modificarne la lunghezza o la posizione...e questo permettimi di dirti che il suono lo modifica e anche tanto...

Inoltre Nel PCB ci sono costi di realizzazione, di ricerca e sviluppo e di progettazione, un dual layer lo si può fare attrezzandosi con poca spesa, e non costa tanto man mano che il numero di layer aumenta aumentano ovviamente anche i costi...

le basette mille fori o torrent di bachelite usati a supporto vanno bene per fare prototipi ma penso IMHO che vendere point to point oggi sia un qualcosa che si avvicini molto alla mera speculazione.

Insomma non basta la scatola bella curata che suona...bisogna secondo me per poter vendere fare in modo che la scatola abbia una serie di caratteristiche costruttive che un point to point non è fisicamente in grado di darti.

Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di strato78 [user #17091]
commento del 05/01/2013 ore 12:03:03
Dal tuo commento traspare una grande competenza in elettronica: anche se è a prima volta che leggo un tuo commento, non mi sembra che le tue affermazioni siano buttate li per sentito dire.
In linea teorica mi trovi pienamete d'accordo ed il pcb, se strutturato correttamente, consente numerosi vantaggi per il produttore ed un prezzo più abbordabile per l'acquirente: superata la fase di progettazione di un pcb adatto allo scopo, la replicabilità dello stesso amplificatore ha come solo limite la vendita e le minime differenze riscontrabili (per lo più strumentalmente) si limitano alle valvole (mai perfettamente identiche tra lotto e lotto) ed in misura impercettibile alla compontistica (tolleranze) con particolare riguardo ai filtri applicati sul segnale (tonestack, partitori, attenuatori di frequenza).
Questo in teoria.
In pratica purtroppo le aziende costruttici seguono spesso altre logiche, dando un'importanza quasi esclusiva all'economia di scala e poca importanza all'affidabilità (in termini di durata): allora il dimensionamento del pcb diventa funzione del contenitore a tutti i costi (piuttosto che il contrario) le distanze ottimali tra le piste, il loro spessore ed il percorso più corretto smettono di essere un imperativo e ci si affida ad una componentistica dimensionata al limite (talvolta sotto) che segue una logica di sufficienza elettronica e sminuisce alcune regole fondamentali in campo audio quando si ha a che fare le valvole. La naturale conseguenza di queste logiche è il parto di pcb non all'altezza e che non tengono conto nemmeno degli interventi in assistenza, necessari più fuori garanzia che durante la stessa (almeno due anni con poche rogne non mi sembrano un obiettivo impossibile) che lievitano in funzione della tipologia costruttiva e sono tutti a carico del proprietario: se per sostituire un potenziometro o una resistenza devi smontare mezzo amplificatore l'intervento ti costa di più rispetto ad un buon point to point (e sottolineo "buono" perché non tutti lo sono).

Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 05/01/2013 ore 15:26:43
mah...una grande competenza non lo so...però sono un ingegnere HW...che per vivere fa PCB...e molto spesso prima di arrivare al PCB mi vengono richiesti prototipi su millefori...

Diciamo che ci sbatto le corna tutti i giorni con le varie problematiche presenti negli uni e negli altri...misure contromisure e tante altre cose belle...

Comunque non mi verrebbe mai in mente di vendere un prodotto fatto su una 1000 fori...per mè è ridicolo non è un comportamento che un'azienda deve avere quando si propone sul mercato...

Infatti noto che tutte queste piccole aziende che costruiscono prodotti di nicchia di questo tipo o hanno vita breve o se un prodotto fa particolarmente successo passano alla produzione industriale il che scatena tanti fenomeni divertenti sul pre e post industriale come nel caso per esempio della testata Btutus di Cicognani :-)


Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di HurrycaneAS [user #36019]
commento del 05/01/2013 ore 16:08:17
Non avrei voluto intervenire, ma devo farlo.
Non so che tipo di basette usi tu, ma le nostre ce le facciamo in casa e sono fatte così:

vai al link

Il nostro ampli demo, ha una finestra in plexiglass trasparente sul fondo e, all'SHG, quando la facevamo vedere, più di uno mi ha detto "Questa è pornografia".
Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 05/01/2013 ore 16:40:32
dipende da cosa devo fare....

Ad ogni modo a occhio bel placement...

Però avrei preferito come ho detto prima inglobare tutto a massa...

Saluti.

Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di gilmour_pugliese [user #8498]
commento del 05/01/2013 ore 17:10:39
I componenti sono senz'altro ottimi, il wiring meno, diciamolo pure.
Questo è un wiring come si deve:
vai al link

Scusate la precisazione... Bazzico un pochino con effetti e ampli, e quel cablaggio mi pare parecchio migliorabile, tutto qui :)
Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di HurrycaneAS [user #36019]
commento del 05/01/2013 ore 17:25:31
Non posso che concordare.
La foto è stata la prima che ho trovato e l'ho postata d'impulso, solamente per mostrare che non lavoriamo con basette millefori. Tutt'altro.
E' stata scattata quando eravamo in fase di test e, per praticità, usavamo cavo flessibile.
Conclusa la fase di test, abbiamo usato il cavo telato monofilare, più rigido, che permette un cablaggio a regola d'arte.
Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di gilmour_pugliese [user #8498]
commento del 05/01/2013 ore 17:37:17
Ci mancherebbe, infatti ho giudicato a partire dall'unica foto presente, che mostrava componenti di prim'ordine ma wiring non all'altezza.
E comunque, su millefori al massimo si fanno fuzz e booster :)
Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di strato78 [user #17091]
commento del 05/01/2013 ore 18:36:0
"Conclusa la fase di test, abbiamo usato il cavo telato monofilare, più rigido, che permette un cablaggio a regola d'arte. "

...ed ecco che, rispetto alla foto postata, siete passati da "erotismo spinto" a "pornografia".

Ben fatto. ;)
Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di strato78 [user #17091]
commento del 05/01/2013 ore 18:43:23
Comunque con un paio di accorgimenti piccoli piccoli si possono raggiungere gradi di perversione più estremi, ma ve lo dico in privato solo se vi impegnate solennemente ad inviarmi qualche prodotto tipico della vostra tradizione enogastronomica! ;)
Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di strato78 [user #17091]
commento del 05/01/2013 ore 18:33:18
...diciamo erotismo spinto! :)
Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 05/01/2013 ore 16:27:37
E' giusto avere opinioni, meno lo è definire "ridicole" le opinioni altrui, soprattutto se su quelle opinioni sono costruiti alcuni dei più straordinari amplificatori della storia.
Voglio dire, le idiosincrasie del P2P sono note, ma non pochi esperti (e non fanatici come me, ma fior di progettisti) sostengono le virtù del P2P.
Se siamo tutti d'accordo che la chitarra (con quel che le gravita attorno) è uno strumento diverso da tutti gli altri, perché colpisce livelli immaginario accessibili forse solo al violino, non si può definire "ridicolo" il modello di costruzione più ambito da un bacino enorme di chitarristi e scelto da una serie ogni giorno più lunga di aziende che fanno ampli P2P.
Ripeto, rispetto il tuo punto di vista, ma Torres, Carr, Swart, Fender Custom Shop, Victoria, Kock, Fuchs, Louis, Taccone, Kendrick, TubeTone, Allen.... eccetera avranno ben fatto delle riflessioni no? Quanto al passaggio alla produzione industriale, è una scelta di marketing che può pagare o no, in relazione a come viene attuata. In genere si imbocca quella via per ridurre i costi, dare parte della produzione in outsourcing e aumentare il fatturato.
Rispondi
Re: Io dico che di proibitivo ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 05/01/2013 ore 16:36:30
non per fare polemica... ma sia ben chiara una cosa...

io non ho detto è ridicolo....non mi permetterei mai... non è una definizione è un punto di vista mio.Infatti ho detto che PER ME è ridicolo....quello che poi può essere per me in un modo può essere completamente diverso per altri e ci mancherebbe altro....

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Re: Io dico che di proibitivo ...
di strato78 [user #17091]
commento del 05/01/2013 ore 18:30:20
La millefori o la breadboard hanno poco a che vedere con point to point, il quale ha almeno quattri grandi tipologie che possono raggiungere lo stato dell'arte senza particolari problemi, salvo circuitazioni complesse che ne farebbero lievitare il costo per la gestione del wiring ed eventuali commutazioni di canali e/o effetti e/o funzioni:

1) Cablaggio in aria con ancoraggi: (il point to point per eccellenza che ai limiti del maniacale è un'opera d'arte ed ai minimi livelli un semplice guazzabuglio rumoroso di cavi e componenti che si accavallano).

2) Cablaggio su pettini: posteriore al cablaggio in aria, in puro stile vox.

3) Eyelets board, su supporto rigido o flessibile: scheda coi fori passanti in stile fender in cui si riduce anche la quantità di cavi volanti usati per circuiti più ordinati.

4) Turrets board: come sopra ma con una tipologia di ancoraggio a torrette che rende il circuito ancora più ordinato e robusto, differenziando anche i punti di saldatura dei cavi da quelli della componentistica.

Già tra questi quattro è una bella battaglia tra differenze, pro e contro: rinchiuderli genericamente sotto la voce point to point rischia di farli confondere con tecniche come millefori e breadboard che hanno a che fare con il diy e/o con la prototipazione e poco con gli amplificatori.
Allo stato dell'arte, le precedenti tecniche e la costruzione di un pcb SERIO e ben collocato e dimensionato rispetto alle fonti principali di calore e sollecitazioni meccaniche, si equivalgono in termini di resa ed affidabilità: come progettista in questo credo che converrai.
In pratica, le industrie non sempre perseguono questi criteri e vedono il pcb come strumento di riduzione di costi e manodopera specializzata (superata la fase di R&D...) così da costringere gli stessi progettisti a compromessi costruttivi che teoricamente non approverebbero.
Sulle piccole realtà non so che dirti: è un universo che spazia dai grandi appassionati ai grandi farabutti passando per i ciarlatani e gli smanettoni evoluti.
Forse è in queste categorie che bisogna cercare la differenza tra chi cresce, chi sopravvive e chi soccombe.
Una piccola azienda dove si ama ciò che si fa perseguendo una passione insuperabile, marcia in una direzione precisa e non cambia strada, cambia metodo, migliorando l'organizzazione della sua produzione, senza farsi tentare da cambi di rotta infelici che la metterebbero in competizione con produzioni industriali dove sarebbero fagocitati facilmente.
IMHO
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Re: Io dico che di proibitivo ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 05/01/2013 ore 18:54:21
Tutto quello che vuoi....Il problema vero è un'altro....come hanno fatto con tutto quel bel po' di antenne in bellavista che raccolgono e intermodulano e sparano segnali da ogni dove a passare le certificazioni?

Ci sono norme severe e test severi...
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Re: Io dico che di proibitivo ...
di strato78 [user #17091]
commento del 05/01/2013 ore 19:09:33
Infatti alcune tipologie di point to point non sono facilmente certificabili se non vengono attualizzate, ma non è un dato assoluto: basta adeguarsi alle direttive ce di compatibilità elettromagnetica e di sicurezza macchine, si può stare in tolleranza con un po' di perizia.
Circa le direttive ce sulla compatibilità elettromagnetica va pure detto che esistono molti elettrodomestici di largo consumo che destano molti più sospetti ma che circolano comunque.
Se mi è sfuggito qualcosa, se pensi non sia il caso specificarlo nel thread e se ti va, scrivimi pure in privato per uno scambio diretto: non mi dispiace mai parlare di elettronica con persone competenti.
Rispondi
Sounds good
di Michele Quaini [user #14336]
commento del 06/01/2013 ore 01:02:52
Comunque ragazzi io nn sono un ingegnere elettronico... E capisco anche poco le differenze tra le basette..e i baffi ;) ma con un ampli ci parlo sempre quando si presenta alla mia porta. E l hurrycane di cose da dire ne aveva davvero parecchie... Aveva TUTTO.. Magnifico da suonare e strepitoso una volta giunto alle orecchie... Dinamica, presenza e tone da vero protagonista....Certo, di contro ha un volume davvero importante...ma tutti gli amp costruiti con quell idea sono ingombranti da ql punto di vista...
Il sound non sará la novitá del secolo certo....ma tutt oggi sia professionisti che amatori proseguono la tradizione della ricerca del suono attraverso marchi e apparecchiature che hanno lasciato il segno nella storia della musica rock..e questo perche' ci sono suoni in grado di emozionare le dita e la mente in maniera unica.Senza parlar male di nessuno, ma dubito che tra 50 anni i cultori del suono cercheranno disperatamente dei randall sui mercatini online ;)
E comunque ogni amp suona a parte .. E questo suona veramente bene!!!
Rispondi
Re: Sounds good
di marcomo utente non più registrato
commento del 07/01/2013 ore 08:46:0
ma vedi Michele, nessuno può dire che suoni male, sicuramente il suo lavoro lo farà più che bene...

Dico solo una cosa e poi taccio per sempre ma vedo che il mio messaggio forse è passato in maniera sbagliata..sicuramente non sono un grande comunicatore...cercherò di essere il più sincero possibile...

a me quello che non va giù è che mi venga spacciata la più economica delle tecnologie come la migliore...Se ti facessi vedere il televisore a valvole di mio nonno degli anni 40..vedresti come anche quello è realizzato nello stesso modo...ma in quel tempo era necessario realizzarli cosi..

In 70 anni le cose sono cambiate....ci sono tecnologie migliori, ci sono iter legislativi e burocratici (anche inutili) da perseguire e immettere un prodotto sul mercato è dura...comporta studio ricerca sviluppo e ci sono costi da sostenere prima di poterci guadagnare...e molto spesso il gioco non vale la candela....

Detto ciò, se una azienda moderna dicesse onestamente, guardate noi siamo bravissimi a fare gli amplificatori per chitarra...e siccome siamo intelligenti e vogliamo acquisire una fetta di mercato battiamo la concorrenza sul prezzo..offrendovi un prodotto che funziona bene e che pagate il giusto sono sicuro che farebbe il botto....

Invece no è il contrario!! le tecnologie economiche diventano senza misura e giustificazione quelle che fanno lievitare il prezzo in funzione di miti e leggende metropolitane.. e te lo spacciano pure come se fosse il non plus ultra....

Sinceramente è pieno di aziende che offrono prodotti di questo tipo...in Italia ne abbiamo avute e ne abbiamo tuttora tante...ma nessuna è durata tanto sul mercato, oppure si sono affacciate e cosi come si sono affacciate sono scomparse....La gente dice wow suonano bene gran ficata!! poi il tutto passa in sordina e si continua a comprare Marshall Mesa Fender Blakstar Orange, Vox etc etc.....

Io auguro a questi ragazzi di combattere la loro battaglia e di vincere le loro sfide, però devono anche accettare delle critiche (non tanto mie che posso benissimo essere l'ultimo dei progettisti HW di questo mondo)..ma del pubblico dato che lo slogan "Nessun Compromesso in termini di suono" può attrarre l'occhio e l' orecchio di persone che vogliono anche conoscere quello che comprano.

Ciao

Marco.
Rispondi
L'unica cosa che mi spiace...
di mrc.mgg [user #198]
commento del 06/01/2013 ore 16:03:27
... è che questo commento vada a finire giusto dopo quello di MQ, col rischio di farlo apparire un tantino viscido e sussiegoso, ma in effetti leggendo tutti i commenti precedenti stavo pensando:
- non sono un ingegnere, non ci ho capito niente di PtP, PBC, millefori etc., i miei concetti base sono "non mettere le dita nella presa", "non toccare i cavi scoperti" e "stai lontano della valvole accese", sono contento che ci siano discussioni di utenti evidentemente esperti e competenti, ma alla fine a me interessa il suono;
- non sono musicista, non sono un professionista, probabilmente neanche un chitarrista, ma, anche se solo da semi-infimo grattacorde, alla fine a me interessa il suono;
- certamente la registrazione, la compressione, il PC, le casse, l'umidità relativa e l'elettromagnetismo cosmico influiscono sul suono delle demo, però mi aspetto che più facilmente lo peggiorino e non viceversa
Conclusione: a me il suono di quest'ampli, soprattutto sul Canale 1, piace davvero tanto, cosa che succede molto di rado.
Vero è che il prezzo è elevato, ma, oltre al fatto che si possa allineare ad altre marche cosiddette "boutique", l'ampli è l'elemento più importante nella catena di costruzione del "famigerato tone".
Non è innovativo ?: nessun problema: GialloZafferano. Li' hanno ricette sempre nuove e di tutti i tipi; vero è che si mangiano (al limite si annusano) e non si ascoltano, ma non è che si può avere tutto :-)

Buon suono,

Marco
Rispondi
Il suono è bellissimo
di MM [user #34535]
commento del 07/01/2013 ore 23:29:37
Complimenti al costruttore, in particolare perché è ITALIANO.
Non so i costi di questa testata, mi auguro che siano adeguati, ma non proibitivi.
Rispondi
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