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Corde jazz-oriented: diamo i numeri
Corde jazz-oriented: diamo i numeri
di [user #31] - pubblicato il

Un argomento sempre caldo tra i chitarristi è quello delle corde: marche, materiali, scalature, finitura e altre caratteristiche costruttive sono sovente oggetto di dibattito per chi è alla ricerca del suo miglior suono.
Un argomento sempre caldo tra i chitarristi è quello delle corde: marche, materiali, scalature, finitura e altre caratteristiche costruttive sono sovente oggetto di dibattito per chi è alla ricerca del suo miglior suono.
Tutti sappiamo, e in onestà dobbiamo ammettere, che le variabili sono veramente tante e, di conseguenza, ogni giudizio è fondamentalmente soggettivo. Metto quindi le mani avanti: quanto sto per esporre, sebbene trovi fondamento su dati oggettivi, non ha particolari pretese, ma è semplicemente il frutto di un mio divertissement dal quale il lettore potrà magari trarre qualche spunto di riflessione.

L’esercizio è stato quello di raccogliere e mettere a confronto le scalature (gauge) delle corde jazz-oriented di marche diverse, per capire un po’ se si potessero evidenziare delle vere e proprie scuole di pensiero.
Ho preso in considerazione i seguenti prodotti: D’Addario Chromes, D’Angelico Stainless Steel Flatwound, Dogal Marchio Rosso (standard e long-scale), Fender Stainless Steel Flatwound, Galli Jazz Flat, GHS Precision, GHS Briteflats, Gibson L-5, La Bella Flat Wound Stainless, Thomastik Swing, Thomastik BeBop, Thomastik George Benson.

Una prima approssimazione è segnalata dal fatto che nella particolare tipologia di corde, quelle indirizzate a essere montate su archtop con pickup magnetico, coesistono le roundwound (Gibson, Thomastik BeBop), roundwound “spianate” (GHS Briteflats) e flatwound (le rimanenti): tutti sanno che la risposta timbrica, specie tra round e flat, è del tutto differente. Ho altresì trascurato, anche se penso che la resa magnetica sia piuttosto diversa, la lega metallica della quale sono composte: si trovano leghe in nickel, nickel cromo, acciaio.
Fatte le debite premesse, ecco i risultati, divisi per diametro della prima corda: .011, .012, .013. Ho trascurato, in quanto poco diffusi, set da .010 e .014.

Corde jazz-oriented: diamo i numeri

Gauge .011
Tra quelle considerate, la famiglia in questione mostra la massima differenziazione tra i vari produttori: pare che ciascuno abbia una sua particolare ricetta.
La composizione del set più diffusa (solo 3 su 10) è: .011 – .014 – .022 – .028 – .038 – .050
Il set più leggero (per somma diametri) è .011 – .047 (Thomastik), il più pesante .011 – .052 (Gibson, La Bella).
Ho poi valutato la differenza di massa (somma diametri) tra le prime tre corde (E+B+G) e i bordoni (D+A+E) come espressione di omogeneità: minima differenza per Thomastik (ambedue le versioni), massima per Gibson.
Altre indicazioni: il diametro della seconda corda (B) si divide al 50% tra .014 e .015, c’è prevalenza di .022 per la terza (G) e di .050 per la sesta (E, 6 su 10); la maggior variabilità la mostra la quinta (A) con un range oscillante tra .035 e .041.

Gauge .012
La famiglia delle Light mostra viceversa una differenziazione contenuta: tutti i produttori adottano le prime due corde (E, B) in diametro .012 e .016, mentre la terza (G) vede la prevalenza del diametro .024 (62% dei casi) seguito da un sensibilmente più sottile .020 (31%).
La composizione del set più diffusa (5 su 13) è: .012 – .016 – .024 – .032 – .042 – .052
Il set più leggero (per somma diametri) è .012 – .046 (Dogal), il più pesante .012 – .056 (Gibson): le due marche sono anche quelle che adottano la sesta corda, rispettivamente, più sottile e più spessa, e anche quelle con la più omogenea e disomogenea composizione, considerando la differenza di massa tra le prime tre corde (E B G ) e i bordoni (D A E).

Gauge .013
Vediamo infine le scalature Regular, che mostrano una differenziazione ancor più contenuta: anche qui tutti i produttori adottano le prime due corde (E B) in diametro .013 e .017. La terza corda (G) vede la prevalenza del diametro .026 (66% dei casi), e solo due produttori se ne discostano: Thomastik che adotta un calibro particolarmente sottile (.021) e Galli che adotta un più normale .024.
La composizione del set più diffusa (4 su 9) è: .013 – .017 – .026 – .036 – .046 – .056
Il set più leggero (per somma diametri) è Thomastik, il più consistente .012 – .056 è quello di Galli. Di nuovo, i due produttori si segnalano anche per il set più “omogeneo” e “disomogeneo” considerando la differenza di “massa” tra le prime tre corde (E+B+G ) e i bordoni (D+A+E). Si deve peraltro tener conto dell’assenza da questa scalatura del prodotto Gibson, caratterizzato da bordoni particolarmente sostenuti.

Commento di sintesi finale
Non è semplice trarre delle conclusioni univoche. Gli unici dati che emergono con chiarezza, considerando anche le scalature di confine .010 e .014, non riportate perché con un’offerta più limitata, sono soprattutto la filosofia Gibson, che vuole corde roundwound con una forte progressione di massa a crescere verso i bordoni. Del tutto opposta l’impostazione di Thomastik, che offre tutte e due le versioni di avvolgimento, con bordoni leggeri e una più limitata progressione e maggior uniformità di massa.
Le caratteristiche evidenziate stimolano riflessioni innanzi tutto circa l’esistenza di un rapporto di proporzione diretta tra massa complessiva (sinonimo di tiraggio) delle corde e consistenza dello strumento (in particolare lo spessore e rigidità del piano armonico), che poi dovrà essere ottimizzato sul singolo strumento.
In secondo luogo è evidente come, ragionando in senso elettrico, ci siano gusti differenti circa il bilanciamento del livello di segnale tra bassi e acuti.
Questi due ordini di considerazione, associati alle specifiche sopra esposte, possono costituire una prima indicazione utile a meglio orientare la ricerca del set ottimale per il singolo strumento, con risparmio di qualche soldino in prodotti che hanno un costo non così a buon mercato.
Che poi cercare e provare corde, e discuterne dei risultati, sia anche divertente è tutt’altro affare.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

corde
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ottimo articolo !!!!! Bravo ...
di jazzino [user #23867]
commento del 15/02/2013 ore 15:57:52
ottimo articolo !!!!!
Bravo
Rispondi
grazie
di nawa utente non più registrato
commento del 15/02/2013 ore 16:46:20
grazie! quella delle corde da jazz è una giungla... e il tuo articolo aiuta non poco, soprattutto per acquirenti occasionali e online come il sottoscritto.

aggiungerei che forse, come per le acustiche, un dato che potrebbe renderle ancora di più comparabili è la tensione della muta (in libbre o kg).

con calma proverò a guardare se il dato su internet è omogeneo e fare una tabella :-)

dico questo perché mi sembra di aver capito che due corde dello stesso calibro possono dare luogo a tensioni differenti...

qui un link interessante per iniziare vai al link

Rispondi
Re: grazie
di Giovanni Ghiazza [user #31]
commento del 15/02/2013 ore 19:18:08
Penso che la differenza di tensione a parità di calibro, ammesso che ci sia, possa dipendere per le non avvolte (praticamente i due cantini) dalla lega metallica utilizzata, mentre per le avvolte la cosa dipenda dalla massa dell'anima e dalle caratteristiche dell'avvolgimento. Il dato di tensione, normalmente espresso in kg o lbs, è difficile da rinvenire. Buona ricerca, e facci sapere!
Rispondi
Un saluto jezzarolo e....
di paoloanessi [user #32554]
commento del 16/02/2013 ore 10:00:57
Ciao Giovanni e ciao amici delle buche ad effe :-)

Complimenti per l'articolo!
me lo salvo subito per riconsultarlo quando vengono i buchi di memoria :@
Su questi argomenti poi ... Utilissimo!

Buona Musicosa Jazz giornata ;-)

Paolo.
Rispondi
Grazie bell'articolo,io sulla PM 100 ...
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 23/02/2013 ore 12:57:54
Grazie bell'articolo,io sulla PM 100 ho sempre usato le D'addario lisce da 0.11,mi ci trovo bene,sulla Monarch invece ho messo delle Thomastik lisce che mi avevano regalato( non ricordo il modello ho buttato la confezione) da 0.12,all'inizio non mi piacevano molto, però probabilmente era una questione di "abitudine" e comunque chitarra diversa,scala manico e tensione diverse,adesso le "digerisco" già meglio,però penso che tornerò alle D'addario al prossimo cambio ;-)
Rispondi
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