di FBASS [user #22255] - pubblicato il 16 marzo 2013 ore 17:18
Due sono gli artisti da cui sono da sempre stato "rapito", uno è il grande pittore Vincent Van Gogh ( Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers sur Oise, 29 luglio 1890), considerato un malato di mente dai suoi contemporanei e di cui, per la dinamica relativa alla sua morte bollata come un suicidio, non si è ancora certi ( difficilmente uno che intende suicidarsi si spara al petto, poi c'è che, come è scritto in Wikipedia : Steven Naifeh e Gregory Smithè hanno avanzato l'ipotesi secondo la quale Van Gogh non sarebbe morto suicida. I due, nel loro libro "Van Gogh: The Life", pur ammettendo che non ci sono prove inconfutabili per dimostrare tale tesi, ipotizzano che l'artista, mentre stava dipingendo un'opera, sarebbe stato ucciso da un colpo di rivoltella sparato da due ragazzi. L'artista, vedendo la morte come una liberazione a causa del suo stato di depressione ed essendo consapevole dei guai in cui sarebbero incorsi i ragazzi, non avrebbe rivelato a nessuno tale circostanza, lasciando credere di essersi sparato da solo), si era reciso anche un orecchio con una rasoiata, poco tempo prima, come dimostra un suo autoritratta che lo raffigura con l'orecchio destro fasciato. Però ci ha lasciato dei quadri stupendi ( ne ho inseriti alcuni a seguire, compreso le sue due "Notti Stellate"). Ma un musicista, sebbene modestissimo come me, deve per forza di cose anteporre l'altro, di cui mi accingo a parlare ora, cioè il grandissimo compositore russo Pyotr Il'ič Čajkovskij (Kamsko-Votkinsk, 7 maggio 1840 – San Pietroburgo, 6 novembre 1893 ) quello universalmente conosciuto per lo " Ščelcunčik (Lo Schiaccianoci)" , da sempre invece io preferisco la sua composizione più toccante, "Il concerto per violino ed orchestra in Re maggiore " composta nel 1878, ma eseguita per la prima volta nel 1881, poichè Lipót Auer, il violinista a cui Čajkovskij intendeva dedicare la stessa, si rifiutò d'eseguirla. Della sua morte poi si è molto romanzato ma la versione ufficiale fu ".. il musicista morì attorno alle tre antimeridiane del 6 novembre 1893 per complicazioni derivanti dal colera, uremia ed edema polmonare..." anche se molti dissero che fu spinto al suicidio, contagiandosi volutamente del morbo bevendo dell'acqua contaminata dal vibrione colerico ( ma molti altri parlano invece d'arsenico, che manifesta una sintomatologia simile ), a seguito del fatto che il conte Stenbok-Fermor, il quale oltremodo seccato dalla relazione amorosa omosessuale tra il musicista ed il figlio, era intenzionato a denunciarlo direttamente allo Zar ( la legge in vigore nella Santa Russia Zarista, prevedeva la perdita di ogni diritto e l'esilio in Siberia, anche se di fatto questo "delitto" rimaneva sottaciuto e tollerato molte volte, specie negli ambienti aristocratici ). Pertanto poteva solo sottrarsi allo scandalo, che ne sarebbe derivato, suicidandosi e la via gli fu indicata da un "Giurì d'Onore", composto da 7 alti personaggi, però con lui presente, che si impegnò a non far recapitare la lettera recante il testo della denuncia allo Zar Nicola II°. Ecco l'opera succitata eseguita nella scena finale del film "Il Concerto ", imperniato tutto sulla stessa composizione, che desta da sempre in me ( ma non solo in me ) un'emozione profonda, a seguire un'interpretazione magistrale dello stesso concerto eseguita dall'Orchestra della Svizzera Italiana :
Ma come non postare anche il suo "Concerto per pianoforte ed orchestra n° 1", la sua composizione con più "Patos", a seguire "La danza della Fata Confetto" dallo "Schiaccianoci", opera che lui realizzò tra il 1891 ed il 1892. Tchaikovsky compose le musiche per il balletto che fu commissionato dal capo dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij, e presentato al pubblico per la prima volta il 18 dicembre del 1892, condotto interamente dal compositore italiano Riccardo Drigo, coreografato dal ballerino russo Lev Ivanov. Come data siamo cioè a meno di un anno dalla fine della sua vita, l'opera poi era derivata, come ispirazione, dal racconto "Schiaccianoci e il re dei topi" di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, del 1816, ed in cui fu usato per la prima volta un nuovo strumento, la Celesta :
Ma, chiedo venia, del grande Vincent Van Gogh ( sopra fotografato all'età di 19 anni ) non posso fare a meno di parlarne, io figlio di un pittore conosciutissimo in vita e realizzatore di vetrate artistiche ( per la cronaca anch'io riesco a disegnare abbastanza bene ancora oggi, me l'ha detto anche Ada, una mia amica pittrice, molto brava e bella, nonostante sia non più tanto giovane ), anche se convengo di non essere all'altezza di mio padre, forse perchè l'ho sempre trascurata questa mia eredità paterna che considero da sempre un dono del Signore, poi c'è un brano splendido, dedicato proprio a lui, Vincent, "Starry Starry Night" di Don Mclean :
Dato che mi sono piaciuto per il mio coraggio di scrivere qualcosa su due "grandi" ecco mi firmo in avatar