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Kiko Loureiro: lick & influenze
Kiko Loureiro: lick & influenze
di [user #116] - pubblicato il

Nel confronto con i grandi musicisti è importante esplorare la loro formazione e il loro approccio allo studio. Così da trovare nuovi input per il nostro. In questo frammento di intervista, Kiko Loureiro ci parla del suo approccio ai lick e di come si è avvicinato allo studio dello stile delle sue principali influenze chitarristiche.
Nel confronto con i grandi musicisti è importante esplorare la loro formazione e il loro approccio allo studio. Così da trovare nuovi input per il nostro. In questo frammento di intervista, Kiko Loureiro ci parla del suo approccio ai lick e di come si è avvicinato allo studio dello stile delle sue principali influenze chitarristiche.

Oggi come oggi, soprattutto quando improvviso, cerco in tutte le maniere di non suonare lick, intesi semplicemente come passaggi pronti e pre confezionati.
Perché cerco di improvvisare e costruire sul momento dei fraseggi melodici interessanti. Ma in passato, per moltissimi anni, ne ho studiati a centinaia per migliorare la mia tecnica e il mio playing. Viceversa non mi sono mai concentrato nello studiare esattamente nota per nota, un assolo o un brano di un altro chitarrista dall’inizio alla fine. Non sono mai stato così invasato di un singolo chitarrista da volerlo clonare in ogni nota.
Cercavo di coglierne l’essenza, l’approccio più generale di costruzione tecnica e melodica del fraseggio e la emulavo. Costruendo dei miei lick in quello stile. Ci sono stati così tanti chitarristi che ho amato che non ci sarebbe stato nemmeno il tempo di studiarmeli tutti, nota per nota.
Mi piaceva Jeff Beck e cercavo di emulare la sua attitude, l’approccio al tocco, all’uso della leva: piccoli dettagli che arricchivano il mio playing senza che però io entrassi troppo nel dettaglio dello studio dello stile di quel dato chitarrista. Insomma, cercavo di prendere delle idee che mi sembravano affini a quelle utilizzate dal chitarrista di cui in quel momento ero fan.
Per esempio ho amato moltissimo Steve Vai: ma non c’è nulla di suo che io sappia suonare e riprodurre esattamente. Però so e riconosco che materiale armonico e che tecniche utilizza in molti suoi assolo e come se ne serve. E ho lavorato per cercare di imitarlo e risuonare in quello stile. Per esempio so che utilizza fraseggi costruiti su intervalli di quinta. Non so esattamente come li suoni: ma riesco a riprodurre qualcosa di molto simile nel mio stile.
Kiko Loureiro: lick & influenze

Oppure un certo suo approccio di arpeggi in sweep picking arricchiti con lo slide…

Kiko Loureiro: lick & influenze

Insomma mi creavo una sorta di fraseggi che simulavano il playing di Jeff Beck, Steve Vai o tanti altri chitarristi che apprezzavo. Mi interessava abbracciare una loro idea generale di playing e di fraseggio, senza soffermarmi nell’analisi minuziosa di ogni singola nota. Anzi, a dire il vero, non sono nemmeno mai stato il chitarrista troppo coinvolto nel trascrivere nota per nota su pentagramma le cose che studiavo o tiravo giù a orecchio. Questa è stata la mia maniera di affrontare le mie principali influenze chitarristiche.
Tornando ai lick ovviamente mi capita ancora di utilizzarli. O addirittura di studiarne di miei, nel senso che quando lavoro a un assolo generalmente improvviso. E capita che quando catturo qualcosa di molto interessante nelle registrazioni dei provini, poi mi metta d’impegno a impararlo, pulirlo e utilizzarlo. Quindi, organizzo in maniera pulita e ordinata cose che escono in modo più spontaneo e naturale nelle mie improvvisazioni.
Questo forse è il mio più interessante approccio ai lick. Ma succede anche che se in un assolo totalmente improvvisato in un album io suono delle cose che poi restano definitive e finiscono nella canzone, io poi me le devo imparare per riproporle dal vivo. E quindi diventano automaticamente dei lick, dei miei lick che ripeto poi uguali!

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