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Carl Martin PlexiTone: Do You Think I'm Plexi?
Carl Martin PlexiTone: Do You Think I'm Plexi?
di [user #26262] - pubblicato il

Nella selva di pedali progettati per soffiare il posto a una ingombrante testata plexi, spicca Carl Martin con il suo PlexiTone. L'overdrive, con due canali, alimentazione diretta nella 220V e una lista completa di feature, può rappresentare la soluzione ai problemi degli appassionati di british sound che non hanno, o non intendono acquistare, un ampli in stile.
Nella selva di pedali progettati per soffiare il posto a una ingombrante testata plexi, spicca Carl Martin con il suo PlexiTone. L'overdrive, con due canali, alimentazione diretta nella 220V e una lista completa di feature, può rappresentare la soluzione ai problemi degli appassionati di british sound che non hanno, o non intendono acquistare, un ampli in stile.

Plexi sound, plexi sound, plexi sound... Un mantra infinito recitato da tutti quelli che, come me, non possono permettersi di collegare il proprio jack a un vero plexi, men che meno vintage. Che fare?
Bisogna ricorrere a un pedale che simuli quel suono, quella saturazione, ma che suoni vero, fedele, non plasticoso-zanzaroso-falso.
Carl Martin PlexiTone. È la soluzione?
Magari non è "la" soluzione definitiva e/o assoluta (tantissimi sono i pedali in commercio che possono vantare la denominazione "plexi", dai più economici a quelli più onerosi) però sicuramente è una delle soluzioni che fornisce un risultato più che soddisfacente, almeno per chi scrive.
Il primo complimento che devo fare è diretto non al pedale che, comunque, apprezzo molto e vi dirò il perché, ma al mio fidato Hot Rod che lo accetta perfettamente. Non a caso dico questo perché, se dobbiamo proprio trovare un difetto al PlexiTone, il pedale non è di utilizzo immediato e non si adatta a tutti i tipi di amplificatore. Per esempio, ho avuto modo di provare a utilizzarlo continuativamente con un JCM900 e non riesco proprio a farmelo piacere.
Dal punto di vista costruttivo, il pedale si presenta molto bene, con uno chassis solidissimo e con la particolarità di avere un trasformatore interno (anzi, se non erro doppio: 12 + 12) con conseguente collegamento diretto alla presa di corrente. Particolare non secondario, poiché conferisce al pedale una headroom non indifferente soprattutto se paragonata a quella dei classici pedali a 9 V.
Anche il volume è impressionante, per quanto mi riguarda ancora in buona parte inutilizzato per non rischiare catastrofi sonore e sommovimenti tellurici.
La seconda particolarità costruttiva da rimarcare è la presenza di un buffer sia in ingresso, sia in uscita che preserva ottimamente l’integrità del segnale.

La dotazione di gain è data da due canali denominati Crunch e High Gain con, in aggiunta, un clean booster da +20db. Ogni canale ha il suo potenziometro del gain dedicato, mentre master level e tone sono in comune. Il booster ha il suo controllo separato.
Ogni controllo è pilotato da manopole chickenhead, facili da manovrare e vedere, ma che sono un po’ troppo sensibili e che un piede un po’ pesante e di taglia forte (44) come il mio rischia seriamente di spostare dalla loro posizione ad ogni colpo di switch.

Carl Martin PlexiTone: Do You Think I'm Plexi?

La prima impressione, dopo avere preso un po’ di dimestichezza con le regolazioni, è proprio quella del suono tipico di un ampli imballato. Il segnale in arrivo dalla chitarra non viene alterato. Il canale Crunch è ricco di armonici, la saturazione gestibilissima, proprio come ti aspetteresti tirando il collo, ma non troppo, alle valvole di ampli vintage-style. A mio parere personale questo canale dà il meglio di sé con un settaggio del drive non superiore alla metà corsa.
Una menzione particolare va fatta alla dinamica del pedale. Piccole regolazioni del volume della chitarra danno notevoli differenze di suono, così come l’intensità del tocco della mano destra viene immediatamente esaltata consentendo al chitarrista di pilotare a piacimento il suono. Nella clip che allego, registrata con Fender Stratocaster e Hot Rod, tenterò di fare risaltare questo aspetto e faccio presente che il pedale è sempre acceso con il medesimo settaggio di gain, anche quando sentirete chiaramente diminuire la distorsione in favore di un suono decisamente più clean.

Quando si fa entrare in azione il canale High Gain il suono si gonfia. Aumentano le frequenza medio-basse e si può facilmente entrare in territori più rumorosi oppure ottenere il giusto tiro per passaggi lead.
Questo secondo canale, forse, è meno definito e un po’ più compresso. Inoltre, non avendo un controllo di level dedicato, quando inserito tende a incrementare il volume di uscita poiché aumenta il gain a parità di volume generale. Questo aspetto può creare qualche problema se si vuole utilizzare il canale High Gain non esclusivamente per le parti soliste.
Non sono in grado, purtroppo, di testimoniare il comportamento del pedale con pickup humbucker poiché la mia dotazione strumentale è fatta esclusivamente di single coil, ma i pareri e le prove ampiamente disponibili in rete sono più che positivi.
Infine, resta da citare il boost. L’incremento di segnale è pari a 20db. È molto trasparente e può essere utilizzato separatamente oppure in post rispetto ai due canali drive.



In definitiva ritengo il Carl Martin PlexiTone un acquisto azzeccato (e ti credo, con quello che costa), anche se non può essere considerato un pedale adatto a tutti gli utilizzi e particolarmente versatile. Ma, quando c’è bisogno di quel suono, quando inizia il processo cellulare che da calvo bianco-latte mi trasforma in afro-americano con fluente chioma ispida (magari!), il risultato è più che garantito.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
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