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Epiphone Hummingbird Pro
Epiphone Hummingbird Pro
di [user #18743] - pubblicato il

La Dreadnought che ha stregato decine di artisti fondamentali nella storia del rock e del country torna in casa Epiphone con una versione riveduta e corretta. La Hummingbird Pro rivede i piccoli difetti e si dota di una preamplificazione di razza a bordo.
La Dreadnought che ha stregato decine di artisti fondamentali nella storia del rock e del country torna in casa Epiphone con una versione riveduta e corretta. La Hummingbird Pro rivede i piccoli difetti e si dota di una preamplificazione di razza a bordo.

Spesso la storia della musica è anche una storia di immagini, di icone particolari e molto spesso l'icona per eccellenza è la chitarra. Strumenti legati a particolari periodi o musicisti che amiamo.
Il fatto che uno strumento ci piaccia esteticamente farà sì, probabilmente, che il nostro approccio sia migliore, insomma ci porterà a suonarlo meglio o comunque con più gusto.

La Hummingbird, nata in casa Gibson nel 1960 è uno di questi strumenti. Dal fascino particolare, da Keith Richards a Sheryl Crow passando per tanti altri, un giusto equilibrio tra eleganza, tradizione, eccentricità. Trasuda country e rock. Difficilmente ci verrà di suonare con lei con le nuove tecniche percussive!
Non potendo permettermi l'originale Gibson, da anni provo e riprovo la versione "povera" di Epiphone, ma non l'ho mai acquistata principalmente per due motivi: un suono che non mi convinceva del tutto e la mancanza di preamplificazione. Ma mesi fa, Epiphone annunciò l'uscita della nuova Pro, chitarre dotate di un buon sistema di preamplificazione a bordo. Da poco sono arrivate in Italia ( la serie comprende anche la Dove, altra storica acustica di casa Gibson e la EL-00, quest'ultima adattissima dagli amanti del blues tradizionale) e non potevo non andarla subito a provare. Prova che mi ha portato all'acquisto.

Epiphone Hummingbird Pro

Veniamo alla chitarra. Visivamente si presenta benissimo, le caratteristiche estetiche di una Hummingbird ci sono tutte, dal tipico e inconfondibile battipenna al colore, un bellissimo Faded Cherry Burst che lascia intravedere le venature del top in abete massello. Il fondo e le fasce sono in laminato di mogano, la tastiera in palissandro (non secco e dal colore "strano" come spesso accade in chitarre di questa fascia), idem il ponte.
Ponticello e capotasto sono in materiale plastico, andranno cambiati quanto prima con qualcosa di più degno. I pioli reggicorde hanno un pallino in abalone (o qualcosa di simile), una finezza.
Il manico dalle dimensioni medie, lontano dalle acustiche Ibanez per capirci, è verniciato, si vedono le venature del mogano. Giusta a mio avviso questa scelta, una finitura satinata sarebbe stata troppo moderna su di una chitarra comunque old-style.
Un binding in materiale plastico color crema contorna la tastiera dove sono collocati tasti di medie dimensioni, lucidi e discretamente rifiniti ai bordi. La tastiera, abbastanza piatta, è arricchita dai classici segnatasti in madreperla sintetica, materiale che impreziosisce anche la tipica paletta Epiphone: la paletta della Gibson a mio avviso, è una delle cose più belle dell'ultimo secolo, ma  è anche una di quelle cose che purtroppo neanche una azienda autorizzata a far copie può copiare!

Epiphone Hummingbird Pro

Le meccaniche sono Grover, di stile più moderno ma ben funzionanti. Il sistema di preamplificazione è lo Shadow ePerformer, con pickup sotto il ponticello NanoFlex sempre di produzione Shadow. I controlli sono più o meno i soliti: abbiamo acuti, bassi, volume, interruttore di fase e un controllo denominato Dynamic, il quale più che essere un compressore agisce come contour in cui un estremo enfatizza i medi, l'altro i bassi e gli acuti, scavando il suono. Il tutto è alimentato da due pile 2032, quelle piatte, per capirci, dimensioni vicine ai 5 cent.
Il sistema ci dà un suono abbastanza naturale, utilizzabilissimo nella maggior parte di situazioni live, lontano dal plasticoso suono di alcuni piezo vecchia generazione, ma anche dalla naturalezza dei sistemi che comprendono microfoni interni. L'equilibrio di volume tra le corde c'è e questo è uno degli elementi per me più importanti. Mi soddisfa appieno, per lo meno in casa. Il vero test, tra una decina di giorni, in live.

Il suono da spenta mi sembra migliorato rispetto la vecchia Hummingbird. È meno secco e un po' più profondo e con una presenza più decisa dei bassi. I medi sono equilibrati, forse i cantini sono un pochino sottili, ma vanno considerate due cose: le corde ( D'addario Phosphor .012- .053) che comunque hanno viaggiato dall'Indonesia (la chitarra è prodotta lì) e quindi, anche se nuove, mi sembrano alquanto stressate, ma soprattutto il fatto che è comunque una chitarra che costa un "pelo" meno della versione originale. I miracoli non li fa nessuno.

Questa chitarra ha un costo che varia dai 230 ai 250 euro. Ovviamente, quanto ho scritto va messo in questo contesto. La valutazione che faccio, il metro di paragone è con strumenti di questa fascia di prezzo. Aggiungo comunque che la cura del negozio fa molto. Io ho preso una chitarra ben settata (e probabilmente una lubrificatina alla tastiera se non una lucidatura dei tasti le è stata data), senza difetti e che ho potuto provare a lungo e con calma: spesso in questa fascia di prezzo capita di avere qualche sorpresina negativa, che magari in pochi minuti non salta fuori.

I file audio sono registrati con Audacity, il primo e il secondo con microfono Shure SM58 e il terzo con il pickup interno, il tutto passando da un mixerino Alesis con un filo di reverbero. Senza interventi di sorta, tutto molto in diretta.




Per concludere, sono soddisfatto e felice. Per una cifra relativamente modica, ho una chitarra che suona e che è una gioia per i miei occhi. Non è un caso che abbia deciso di munirla, per la prima volta da anni e anni, di una custodia rigida.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
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