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D'Angelico Excel 1942
D'Angelico Excel 1942
di [user #32554] - pubblicato il

Dal '32 al '64 - anno della sua morte - John D'Angelico realizzò circa 35 strumenti all'anno considerati degli Stradivari della archtop, quanto a perfezione costruttiva e qualità sonora. Modelli di punta nel catalogo D'Angelico sono stati la New Yorker e la Excel, protagonista di questo articolo in una splendida versione del 1942.
Dal '32 al '64 - anno della sua morte - John D'Angelico realizzò circa 35 strumenti all'anno considerati degli Stradivari della archtop, quanto a perfezione costruttiva e qualità sonora. Modelli di punta nel catalogo D'Angelico sono stati la New Yorker e la Excel, protagonista di questo articolo in una splendida versione del 1942.

Di assoluto prim'ordine la produzione D'Angelico, accurata nella scelta dei legnami non solo a livello estetico: John, picchiando sulle tavole di legno grezzo, dal suono riusciva a intuire come avrebbero preso vita gli strumenti.
Non di minor importanza le impressionanti finiture, leggermente ridotte sulla Excel rispetto alla più ricca New Yorker. In questo modello, il binding a sette strati è infatti presente solo intorno alla cassa, mentre sul profilo di manico e paletta è a "soli" tre strati. Resta comunque un lavoro paragonabile a quello di un orafo o comunque a quello di un intagliatore ebanista.
L'inconfondibile paletta arzigogolata, marchio di fabbrica del liutaio di New York, ha un profilo nella parte superiore che la rende unica sopratutto per l'incastonatura in ottone e il binding che segue perfettamente tutto il perimetro.
La cassa in acero con top di abete finissimo misura 17", i tasti sono venti, piuttosto piccoli e anche un po' scomodi. La tastiera è in ebano e leggermente bombata, il profilo del manico è decisamente grosso e impegnativo. S'intuisce facilmente che è uno strumento concepito per l'accompagnamento.
Il battipenna in tartaruga riprende il profilo della paletta e delle meccaniche, il tutto a ricordare lo skyline del Empire State Building.

D'Angelico Excel 1942

Questi strumenti, detti anche chitarre “cello”, “orchestra”, o”f-hole” (con taglia “f”), vennero alla ribalta negli anni ‘20, quando la forza crescente ed esaltante del jazz stava conducendo la Big Band Era a pieno ritmo.
Le chitarre folk e classiche con corde di budello non soddisfacevano tali esigenze di sonorità, pertanto questi musicisti si rivolsero ai nuovi modelli con corde metalliche e cassa arcuata.
La differenza fondamentale tra un'acustica arch-top e una flat-top sta nella costruzione della cassa. Tradizionalmente, la tavola e il fondo di una arch-top erano intagliati da pezzi di legno solidi e massicci, una tecnica che consente una arcuatura, o “profilo”, molto più ampia rispetto alle flat-top. Il ponte mobile stesso non è incollato alla tavola, ma è mantenuto in loco semplicemente dalla pressione delle corde.

D'Angelico Excel 1942

All'inizio, alcuni modelli di chitarra a cassa arcuata avevano buche tonde o ovali. Ma, seguendo l'esempio delle Gibson L5, la maggior parte dei costruttori preferì il nuovo modello con tagli a “f”, un'altra caratteristica presa in prestito dal violino.
Tutte le arch-top hanno un sistema di raggiere interne più semplice di quello delle flat-top di tipo folk, ciò perché richiedono meno rinforzi. La forma arcuata della tavola le rende intrinsecamente più robuste e, in secondo luogo, le corde sono fissate al bottom block (sciocchetta) tramite la cordiera, non alla tavola tramite il ponte.
Tutto ciò permette alla tavola armonica di vibrare come la pelle di un tamburo, producendo un volume quasi innaturale nella concezione che abbiamo di chitarra non amplificata.
Infatti non si smentisce questa fantastica Excel, dal volume generoso su tutte le note ditteggiate. Le linee a note singole escono forti e chiare. Passando per piccoli accordi fino a suonare tutte e sei le corde, il suono reagisce rapidissimo. Indubbiamente una sovrabbondanza di frequenze medio acute delinea uno strumento che, per essere apprezzato appieno, andrebbe inserito nel sound da big band, ma anche in versione nuda e cruda lascia a bocca aperta per la ricchezza di armoniche e per un timbro dal forte carattere, oltre ovviamente al volume quasi imbarazzante e ingestibile.


Un particolare non da poco mi ha fatto riflettere: la Excel in prova ha il retro del manico letteralmente consumato in corrispondenza dei primi cinque tasti, e per consumato non intendo solo la vernice, ma il legno è scavato di almeno un paio di millimetri dove solitamente si appoggia il pollice.

D'Angelico Excel 1942

Si ringrazia il sig. Massimo Raccosta per aver messo a disposizione questa storica chitarra. Provarla è stata la realizzazione di un altro sogno.
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chitarre semiacustiche d'angelico excel
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D'Angelico New Yorker
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:-)
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 07/06/2013 ore 09:00:01
Bella...bella...bella....bellaaaaaaaa.......... :-) A proposito paolo,ma c'eri a Sarzana? Ho chiesto allo stand Carisch e mi hanno detto che il libro nuovo è a buon punto!! ;-)
Vai sbrigati a finirlo.....qui abbiamo "fame"!
Rispondi
Bellissima!
di pierpiero83 [user #28136]
commento del 07/06/2013 ore 12:06:01
Grazie come sempre buon Paolo per il tuo contributo! Prima o poi mi deciderò a recensire la mia Gibson L-50 del '46.
Un saluto...
Rispondi
Parrebbe piuttosto ostio... ehm! Ostica ...
di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 08/06/2013 ore 14:02:28
Parrebbe piuttosto ostio... ehm! Ostica da suonare!
Rispondi
TU VUOI CHE IO MUORO!...
di nicolapax [user #27042]
commento del 10/06/2013 ore 08:00:36
... come direbbe Joe Bastianich!
Tu suoni splendide vecchie signore dal fascino infinito e dal suono (d')angelico e io per attenuare la GAS da hollow body (e accontentare mia figlia che a 16 anni mi ridà la tele perché ora non vuole suonare più Avril Lavigne e Miley Cirus, ma Chet Atkins e vuole una chitarra confacente) mi devo accontentare di una Ibanez AF86 usata (ma tenuta bene)!
Rinnovo l'offerta: a scuole chiuse ho un'infinità di tempo e una comoda monovolume a disposizione...
Dove ti trovo al Music Italy?
Rispondi
Alcune considerazioni ulteriori.
di Giovanni Ghiazza [user #31]
commento del 10/06/2013 ore 21:51:48
Aggiungo qualche curiosità che gli appassionati di archtop guitar, ma penso anche di chitarra più in generale, già che si parla della creazione di uno dei più grandi liutai della storia, potranno apprezzare.
Innanzi tutto una rettifica: la penultima foto non è di una D'Angelico, né tantomeno di quella oggetto dell'articolo, ma bensì di una Epiphone o di una Guild. Infatti i segnaposizione con l'inserto a triangolo in abalone era tipico di quei due marchi: delle creazioni di D'Angelico ho finora visto solo qualche rarissimo esemplare con delle incisioni di motivi grafici nella madreperla, o delle iniziali, ma mai segnatasti di quella fattura, ispirati alla concorrenza ... La prova del nove è nella tastiera in palissandro, che il nostro non usava, e non in ebano. Conferma si trova nelle altre foto e nel video.
Fatta la dovuta precisazione, passo alle curiosità:
1) D'Angelico lavorava con spessori sostenuti, nella volontà di creare strumenti che potessero durare nel tempo. Ad esempio potrete notare che, nonostante lo strumento sia già del 1942, è assente il tendimanico (ma sotto la tastiera era sovente inserita un invisibile barra d'acciaio a T). Anche il piano armonico e la tavola del fondo sono molto più spesse che le attuali produzioni: ciò nonostante lo strumento è piuttosto sonoro, anche se non era quella la sua peculiarità, ma soprattutto equilibratissimo, senza note sorde e con una timbrica molto omogenea (confronto della stessa nota su corde diverse) ed una dolcezza timbrica che si può apprezzare anche nel video. Che io sappia, ed anche per mia diretta esperienza, sono chitarre che quasi non risentono delle variazioni del tasso di umidità.
2) Le Grover Imperial, come quelle che monta questa Excel, sono meccaniche dalla qualità stupefacente, tanto che continuano a fare il loro dovere dopo settant'anni.
3) Lo stesso invece non si può dire per la celluloide dei battipenna: praticamente tutte le archtop ante 1960 che ho visto hanno sù una riproduzione, che l'originale ad un certo punto cristallizzava e andava in frantumi, producendo tra l'altro un gas in grado di corrodere la vernice e fin anche il legno (vidi su e-bay le foto di una Excel rinvenuta in soffitta che chiedeva le lacrime...). In altri casi, ma non mi sembra quello di questa chitarra, anche la celluloide del binding tendeva a screpolarsi (anni '50): c'è da pensare che possa essere stato il motivo che spinse il discepolo James D'Aquisto ad utilizzare binding in legno.
4) Infine: se questo pregevole articolo (ed anche i precedenti, come ad esempio quello della New Yorker, o della Stromberg) vi avesse fatto venire la curiosità di vedere ed ascoltare altre chitarre di D'Angelico (e di D'Aquisto) potrete andare con l'ausilio di un motore di ricerca sul sito del Metropolitan Museum of Art di New York City dove è tutt'ora presente la sezione dedicata alla mostra "Guitar heroes" che si tenne nel 2011. Attenzione: induce comportamenti finanziariamente pericolosi e può togliere il sonno, chi entra è avvisato.
Il mio grazie a Paolo ed al signor Massimo Raccosta per averci fatto parte di tanta bellezza.
Rispondi
precisazione giusta, bastava guardare il ...
di accademico [user #19611]
commento del 11/06/2013 ore 11:44:46
precisazione giusta, bastava guardare il battipenna, è la epiphone emperor provata qualche tempo fa. La maglietta di paolo però è la stessa!
Rispondi
Refusi da desktop
di paoloanessi [user #32554]
commento del 11/06/2013 ore 12:14:27
Ciao Accordiani :)
Come da titolo: foto che inspiegabilmente migrano da una cartellina all'altra...
Grazie per la segnalazione!

Info su "La chitarra jazz per Tutti" .... a breve ;-)

... e sopratutto grazie a Giovanni Ghiazza per la bella integrazione di informazioni e curiosità!

Buona jazz giornata ;-)

PaoloAnx
JazzRock
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