di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 04 luglio 2013 ore 08:00
13 è il titolo dell'ultimo lavoro nonché reunion in studio di buona parte della storica formazione dei Black Sabbath, che ritorna appunto nel 2013 con un sound riconoscibile fin dalla prima nota.
13 è il titolo dell'ultimo lavoro nonché reunion in studio di buona parte della storica formazione dei Black Sabbath, che ritorna appunto nel 2013 con un sound riconoscibile fin dalla prima nota.
Apre la tracklist "End of The beginning", ballata dal carattere cupo, misterioso e dalla ragguardevole durata di otto minuti. L'intro è talmente lenta e macinante che i successivi sei minuti sembrano più brevi. Ossessiva, pesante e inesorabile, scuote il pavimento nella parte centrale. Molto simile come formula e bpm è anche la seconda traccia. Ad alzare il tono è "Loner", più incalzante e diretta. Ozzy entra subito, confermando l'impressione data dai primi due brani: Osbourne è immediatamente identificabile, gli anni si fanno sentire ma non pregiudicano l'aspetto artistico ed espressivo della sua voce carismatica. Granitico, massiccio e potente, 13 prosegue con il riff che fa da portamento ritmico a "Age of Reason". Nel tipico sound lugubre e ricco di dissonanze colpisce la produzione curata, con suoni sempre imponenti. Pezzi come "Dear Father" o "Peace of Mind", con un hi-fi su di giri, ti sanno scaraventare in faccia cattiveria a non finire. Da segnalare "Zeitgeist", contenente una sorta di tribalità già presente in altre produzioni, forse per le percussioni e la chitarra acustica, o la voce di Ozzy nella melodia quasi abbandonata a se stessa con echi lontani dei primissimi lavori, molto seventies.
13 è un disco dannatamente Black Sabbath, con una certa venatura di contemporaneità senza comunque la pretesa di aggiungere nulla di nuovo al panorama rock. Potrebbe accontentare i fan storici della band tanto quanto i più giovani, attirandoli con suoni moderni e quasi patinati. Tony Iommi, dall'alto dei suoi 65 anni, snocciola riff e stile su tutte le tracce, Ozzy sa farsi valere come vocalist grande e originale, anche con la metà della voce con cui ci ha accompagnato per tanti anni. Da avere e sparare a tutto volume.