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Chi ama la natura ricicla i manici
Chi ama la natura ricicla i manici
di [user #15771] - pubblicato il

Una paletta rotta è l'incubo di ogni chitarrista. In particolare su strumenti economici, la riparazione è spesso sconsigliata per il costo non proprio contenuto. Eppure, con un barattolo di colla e un po' di furbizia si può rimettere a nuovo una vecchia chitarra per pochi euro.
Una paletta rotta è l'incubo di ogni chitarrista. In particolare su strumenti economici, la riparazione è spesso sconsigliata per il costo non proprio contenuto. Eppure, con un barattolo di colla e un po' di furbizia si può rimettere a nuovo una vecchia chitarra per pochi euro.

Per la saga del DIY improvvisato, dopo la riparazione artigianale dei coni sbordati, stavolta tocca alle palette frantumate.
Di necessità virtù. Mai capitato di ricevere una chitarra con paletta spezzata? No? Beati voi.
Nel mio caso si trattava di una vendita tra privati: il venditore purtroppo ha messo la mia Jackson Made in Japan con quella paletta appuntita e delicata dentro un cartone da chitarra acustica. Nessuna protezione tra chitarre e l'imballo molto sottile, il risultato è che la paletta è arrivata in nove pezzi, si è stroncata persino una meccanica. Complimenti al venditore e anche ai corrieri, se la mettevano direttamente nel frullatore facevano prima.

Non mi dilungo sulle beghe con il venditore, decido di tenere la chitarra e porto dal liutaio tutti i nove pezzi della paletta più il manico.
Sempre gentile e disponibile, mi sconsiglia di farla riparare da lui. Alla fine il valore residuo della chitarra riparata sarebbe stato vicino al costo della riparazione stessa. Mi consiglia di provarci da solo e mi dice che il problema maggiore consiste nell'impossibilità di fermare i pezzi da incollare con comuni morsetti. Data la forma triangolare della paletta, non è possibile stringere i pezzi senza che la pressione faccia scivolare il morsetto verso la parte più stretta.
Per incoraggiarmi mi regala un alberino per la meccanica rotta e un piccolo campione di titebond, colla alifatica ideale per questo tipo di lavori.
Comincio subito a incollare i pezzi più piccoli fra di loro, veramente poco più che schegge. Qui mi aiuto con un morsetto e riesco a ottenere un lavoro abbastanza pulito senza sbalzi o eccessi di colla antiestetici.

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Poi arriva il difficile. Non ho atrezzatura idonea per intagliare dei blocchi di legno con angoli vari. Se me li faccio fare, tanto vale far fare la riparazione completa. Quindi mi fermo, ma continua a ronzarmi in testa 'sta paletta da sistemare.

L'illuminazione arriva quando passo davanti alla bottega di un riparatore di biciclette. Accatastate in una cesta ci sono ruote deformate, raggi storti, pedali arrugginiti e qualche camera d'aria bucata.
Presa una camera d'aria, la taglio in strisce larghe circa un centimetro e di lunghezza varia, pronte per essere utilizzate come elastici per tenere in forma i pezzi durante la fase di asciugatura della colla.

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Unisco quindi un pezzo di legno alla volta, provando più volte per bene l'incastro prima di mettere la colla. Trovato come deve essere posizionato il pezzo, costruisco una specie di imbracatura con i pezzi di camera d'aria in modo che il pezzo non si muova di un millimetro. Per questo scopo sfrutto tutti gli appigli possibili, per esempio i fori delle meccaniche oppure le meccaniche stesse o tiranti esterni, la finalità è che l'imbracatura deve esercitare pressione perpendicolare alla parte da incollare.
Quando sono sicuro di aver trovato gli angoli giusti stacco gli elastici, incollo le parti e rimetto l'imbracatura provata in precedenza.

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Almeno 24 ore di essicazione e via con il pezzo successivo.

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Esteticamente il risultato è superiore alle aspettative.
Prima di cantare vittoria la uso per più di un anno per essere certo che non ci siano cedimenti, ma non si muove di una virgola.
Tuttavia non è proprio la mia chitarra: volevo provare una chitarra con il Floyd ma ho capito che non fa per me, anche se devo riconoscere che ha un manico veramente eccezionale.
La metto quindi in vendita evidenziando il fatto della riparazione, con tanto di foto dettagliata della paletta (dietro la riparazione è più evidente che davanti) e prezzo adeguato.
Alla fine la scambio con una Strat senza marca, però a postissimo a detta del venditore. Bellissima, nera e 22 tasti.
All'arrivo l'amara sorpresa: body dallo scasso del ponte fino al culo vicino all'attaco del reggicinghia crepato da parte a parte.
Stavolta è stata malafede, l'imballo era perfetto, ben fatto e senza botte da fuori, si vede che era destino che mi dovevo tenere una chitarra rotta.

Ovviamente questo non è un tutorial su come si ripara una paletta spezzata. Questi lavori lasciamoli fare a chi ne ha capacità e mezzi, è solo uno spunto per chi ha già deciso di buttare nel caminetto qualcosa di scarso valore e magari leggendo queste righe decide di tentare una riparazione.

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Se qualcuno avrà mai la necessità e la voglia di fare questa operazione mi sento di dare solo due consigli che credo sensati:
- usate una colla idonea (che non è la colla vinilica, un flacone di titebond costa una decina di euro)
- calma e pazienza, la voglia di incollare tutto subito per vedere il risultato finale è altissima, ma visto che il risultato deve durare nel tempo e l'operazione non è facilmente reversibile direi che è meglio perdere qualche ora/giorno in più piuttosto che ottenere un risultato mediocre o inadeguato.

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chitarre elettriche fai da te manutenzione
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Riparare i vecchi coni
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