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DV Mark Bad Boy 120: il ragazzo cattivo
DV Mark Bad Boy 120: il ragazzo cattivo
di [user #35249] - pubblicato il

La DV Mark Bad Boy 120, rockettara del Mark World, è una tre canali che fa della versatilità il suo punto di forza, accompagnandola con un clean cristallino e una predisposizione per l'uso con gli effetti a pedali.
La DV Mark Bad Boy 120, rockettara del Mark World, è una tre canali che fa della versatilità il suo punto di forza, accompagnandola con un clean cristallino e una predisposizione per l'uso con gli effetti a pedali.

Cari amici di accordo, oggi vorrei parlarvi di un prodotto presente nei nostri negozi già da un po' di tempo.
DV Mark, come in molti saprete, è uno dei nuovi marchi dell'amplificazione per chitarra Made in Italy, settore chitarre dell'ormai ben nota Markbass.
Nel giro di pochi anni, il catalogo DV Mark si è arricchito non poco, presentando prodotti di qualità molto alta che strizzano l'occhio sia a tecnologie tradizionali, sia agli ultimi ritrovati in campo software e modellazione digitale.
La Bad Boy 120 è una testata valvolare a tre canali che, come il nome suggerisce, sprigiona 120 mostruosi watt di potenza. Per un approfondimento sui numeri vi invito a visitare il sito web del costruttore.

La sua estetica è piuttosto diversa da quella delle tradizionali testate, ed è decisamente più "scheletrica" e moderna. Lo chassis della testata è infatti completamente in metallo e perforato su gran parte delle sue superfici, lasciando intravedere gli "organi pulsanti" della macchina. Non so se sia una scelta troppo condivisibile, in effetti ho notato che un po' di polvere entra. Gli farà bene? Non lo so, per fortuna finora non ho notato deterioramenti nel sound.

I controlli sono molto chiari e ben ordinati, facili da azionare (con i potenziometri chicken head non si sbaglia mai) e decisamente fluidi.
I tre canali hanno controlli di volume ed eq indipendenti e il footswitch consente di azionare il loop effetti e la modalità Solo (una sorta di booster integrato) memorizzando l'impostazione.
Esempio: sono sul canale uno, attivo fx loop e Solo, vado sul canale due con fx loop spento per esempio. Se ritorno sul canale uno, il footswitch ha memorizzato l’impostazione che avevo prima del cambio, quindi ritrovo automaticamente attivi fx loop e Solo. Questo vale per ognuno dei tre canali.
Altro particolare non trascurabile è la presenza di un tastino sul pannello frontale che abbassa l’output di 6dB, utilissimo per quando si cambia chitarra durante un concerto (es. da Strat a Les Paul) con differenza notevole di output e non si vuole (il più delle volte non si ha tempo) agire sui volumi dei singoli canali per un matching con l'output della chitarra precedente.

DV Mark Bad Boy 120: il ragazzo cattivo

Il pannello posteriore contiene una quantità di ingressi e uscite da perderci la testa. Ma niente paura, tutte sono disposte in maniera molto ordinata ed è facile comprenderne la funzione. Ciò che colpisce subito è la quantità industriale di exit speaker. Le combinazioni possibili sono tantissime, e si può pensare ad accoppiate di casse decisamente fantasiose e, se si vuole, inusuali. 
Da notare, il pulsante per la selezione del Hi/Lo Bias. Nella modalità High, l'amplificatore spinge al massimo le valvole, dando il meglio delle prestazioni per volume erogato e qualità del suono. Nella modalità Low, la testata pone più attenzione alla salvaguardia delle valvole e le stressa meno. Il suono rimane sempre molto convincente, e la differenza si avverte solo a volumi molto elevati.
Infine il pannello offre send/return, potenziometri per regolare il loop tra seriale e parallelo e il livello del send, una serie di input per collegare pedali esterni che controllino ogni funzione (cambio canale, fx loop, Solo) e uno switch rotativo che consente di regolare l'attivazione del loop (se farla gestire al footswitch mentre suoniamo o impostarla a priori).

DV Mark Bad Boy 120: il ragazzo cattivo

Per parlare del suono, vi risparmio tutte le indagini e i paragoni che ho fatto tra la DV Mark e le altre grosse testate della categoria, di marchi più famosi, prima di decidere cosa prendere.
Solitamente le prove in negozio non rivelano mai nulla, data la confusione, le chitarre non proprie, i commessi che ti mettono fretta e l'ambiente in generale non confortevole, ma questa volta mi è bastato provarla per venti minuti per capire che era lei, nonostante l'ambiente ostile della prova.

Il canale clean è spaventosamente caldo, caratteristica rara da trovare in una testata. Qualsiasi chitarra viene riscaldata e qualsiasi pedale valorizzato. Per dimostrarmi la capacità mangia pedali di questo ampli, il ragazzo del negozio ci aveva attaccato su uno di quei pedalacci economici da metal, di cui non farò il nome, ma dal sound tipicamente zanzaroso e plasticoso. Bene, sembrava che il pedale fosse stato modificato, migliorato, reso istantaneamente gradevole. Naturalmente era nuovo e stock, scartato al momento. Insomma, clean fantastico e terreno fertile per la pedalanza. Io uso spesso uno Strymon Timeline, e la profondità che acquista è quasi trascendentale!
"Bene" dico "con un clean così bello solitamente i distorti sono penosi, come tanti anni di Fender insegnano". E invece, sorpresa!
Il canale due parte da un clean molto caldo appena sporcato e va fino a massicci crunch alla ACDC, con tutto il blues, il pop e il rock che c'è di mezzo. Fantastico con la Stratocaster.
Il Lead è corposo, ricco di sustain, mai zanzaroso, e anche qui molto versatile e fluido. I controlli di presence agiscono in maniera molto incisiva sugli alti (si va dal Lead tipicamente anni '70 fino a suoni fusion o in generale più moderni), ed è facile trovare rapidamente il suono che si cerca equilibrando in particolare tra presence e high. Ottimo sia con Stratocaster sia con Les Paul.

Non è un amplificatore per il metal. Per quello c'è la Triple 6, ma questa è una macchina mostruosa da blues e rock, con un canale clean che vi chiama il jazz con voce calda e insistente.
Ormai è passato quasi un anno da quando l'ho acquistato e il mio entusiasmo rimane alle stelle.
Per me resta una delle migliori testate attualmente sul mercato e se la gioca con ampli ben più costosi (Mesa, stai ascoltando?).
Ho avuto tanti amplificatori (Fender, Mesa, Vox, Marshall), ma con questo sono sicuro di aver fatto centro.
Non voglio allegarvi video o registrazioni che non gli renderebbero giustizia. Vi posto solo un video del grande Davide Pannozzo, che fa uso della Bad Boy ormai da diversi anni per avere un'idea di massima della voce dei tre canali. Vi invito solo a provarla assolutamente e non ne rimarrete delusi. Io la uso assieme alla cassa C412 standard, sempre DV Mark e spaventosamente leggera date le dimensioni (circa 21kg).


Vi riassumo i pro e i (pochi) contro che ho riscontrato:

Pro
- Qualità del suono
- Versatilità
- Materiali di alto livello e impressione generale di solidità e ottimo assemblaggio
- Peso ridotto (circa la metà delle altre testate con simili caratteristiche, siamo sugli 11 kg)
- Potenza elevata, utile per headroom infinito
- Semplicità nell’utilizzo

Contro
- Assenza del riverbero
- Assenza di un’uscita XLR con speaker simulator, che molte concorrenti hanno
- Chassis bucherellato (polvere in agguato)
- Prezzo non bassissimo (per testata più cassa ho speso circa 2.200€, certo non lontanissimi dalle concorrenti, ma sicuramente superiore).

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

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amplificatori bad boy 120 dv mark
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