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Massima versatilità dal multieffetto
Massima versatilità dal multieffetto
di [user #36021] - pubblicato il

Passare dai pedali singoli al multieffetto può dare problemi di gestione, abituati ad attivare effetti singolarmente e modificare il suono in un lampo. Con una buona organizzazione dei preset, però, è possibile avere delle configurazioni basilari e facili da usare anche con un processore digitale.
Passare dai pedali singoli al multieffetto può dare problemi di gestione, abituati ad attivare effetti singolarmente e modificare il suono in un lampo. Con una buona organizzazione dei preset, però, è possibile avere delle configurazioni basilari e facili da usare anche con un processore digitale.

A volte capita di trovarsi, per necessità di portafoglio o di comodità, a usare gli ultimi ritrovati asiatici in ambito di multieffettistica. Sono pedalini che con un ingombro di un'agenda hanno all'interno una trentina di effetti. Queste scatoline diaboliche sono utilissime per lo studio ma poi mettono il panico nel musicista quando deve usare la stessa strumentazione dal vivo ed è abituato ad avere a che fare con pedalini che danno all'istante la possibilità di modellare il suono.

Premettendo che un compromesso si deve trovare quando si utilizzano multieffetti digitali, ho cercato di trovare la soluzione più flessibile e immediata per poter essere tranquilli in live anche con uno scatolotto con due pulsanti e tre potenziometri. Il tutto senza perdere tanto tempo nel creare i settaggi e senza farsi risucchiare nel vortice delle mille modulazioni che possono trovarsi in questi apparrecchi. Scegliamo di utilizzare gli effetti più diffusi e generalisti.

Massima versatilità dal multieffetto

Sono partito dalla mia esperienza: uno Zoom G2. Prima di questo avevo tre pedali: un overdrive, un chorus e un delay. Insomma il classico trittico molto versatile.

Facciamo in modo di avere tre suoni base: un pulito, un crunch e un distorto dato dal crunch precedente più un boost. Questi sono i nostri pilastri a cui poi andremo ad aggiungere modulazioni e ritardi. Prendiamo nota su un foglio dei tre suoni che ci siamo fatti (di cui uno avrà solamente in più il paramento boost inserito).

Lo Zoom G2 permette di spostarsi all’interno delle memorie del banco e con un pedalino esterno ci si può spostare in su o in giù tra i banchi. 

Massima versatilità dal multieffetto


Ho pensato quindi che una struttura del genere potesse dare la possibilità di spostarsi tra le varie memorie velocemente. I parametri delay e chorus sono comuni a tutte le memorie: una volta scelto il tipo effetto prendiamo sempre nota su carta e lo ricopiamo sui vari banchi.

In questo modo noi abbiamo ricreato virtualmente le situazione reale di una pedaliera con tre pedalini (tre memorie su tre banchi) e tutte le sue possibili combinazioni. Se poi aggiungiamo un pedale aggiuntivo booster o un pedale del volume (da inserire dopo il multieffetto), siamo in grado di gestire il volume ritmico e solista.
Praticamente con un budget irrisorio e un peso piuma ho risolto l'ingombro dell'ampli e della pedaliera.
Spero che questo articolo stimoli la vostra creatività.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

Massima versatilità dal multieffetto
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