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DIDATTICA VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE

Basso American Standard o.. il resto del mondo?

di Martinez53 [user #23272] - pubblicato il 20 ottobre 2013 ore 02:01
 
E' da un po' di tempo che, molto immeritatamente, mi sono avvicinato a quello strumento meraviglioso che è il basso, ovviamente poi ho scoperto che anche qui la GAS la fa da padrona.
Come è giusto che sia...
Per esempio in ambito Fender si sprecano i giudizi dei vari Fenderiani made in USA duri e puri, congregazione di cui io faccio parte e il resto del mondo equamente diviso tra gli amanti del marchio Squier e gli estimatori del made in Mexico.
Tutto esattamente come tra i chitarristi, come è giusto che sia...
Ora io non voglio assolutamente entrare nel merito di chi e quale suoni meglio, me ne guardo bene se non voglio scatenare la terza guerra mondiale...
Ma invece mi voglio soffermare su un discorso più da liutaio, per dirla così... quindi mi limiterò a discorrere di ponti. Qualcuno osserverà che è più un discorso da ingegnere civile! Vabbehhh, ho fatto nà battuta...
Dunque, da quello che ho visto finora mi risulta che tutti i bassi Fender non made in Usa hanno le corde attaccate al ponte (bella scoperta...!)
 
 
 
 Mentre invece tutti i bassi made in USA dallo Standard in poi hanno le corde passanti attraverso il body e il ponte ha il solo scopo di regolare l'action e l'intonazione. In perfetto stile Telecaster, tanto per intenderci.
 

Corretto? Don Ciccio se mi leggerà per pietà mi dia un supporto tecnico.
Bèh... e allora? Qualcuno obietterà, embè dico io, ci sta una bella differenza, che mò tenterò di spiegare:
Da un punto di vista del suono io non credo che questa differenza influisca, semmai influisce e parecchio sui costi di produzione perché è una soluzione molto più semplice ed economica, poi sfido chiunque a riconoscere un basso col ponte tipo Squier e uno col ponte tipo American Standard, però... magari... poi... chissà... Mah...!
Il fatto è che col ponte tipo Squier (per intenderci) le corde sono saldamente ancorate al ponte stesso tramite il quale poi viene regolata action e intonazione, col risultato che tutto il tiro delle corde è sul groppone del ponte, poco male si dirà, infondo su tutte le chitarre acustiche è così. Si però il ponte di un'acustica è incollato alla tavola armonica, che è un tantino diversa sia come concetto che come funzioni dal body di un basso.
Mentre sulla soluzione tipo AS le corde sono passanti cioè in corrispondenza del ponte ci sono quattro fori che attraversano il body e quattro boccole d'acciao, le corde si infilano nei fori passando dal posteriore del body esattamente come sulla Telecaster, col risultato che il ponte non deve reggere il tiro delle corde, ma solo gestire action e intonazione.
Cambierà qualcosa? Non lo so, so soltanto che da un punto di vista puramente meccanico, la soluzione tipo AS è senza dubbio migliore anche se più costosa: ci sono dei fori in più, quindi una macchina in più da gestire e le boccole in acciaio in più, però il tutto conferisce senza dubbio una maggior solidità e compattezza all'insieme e, sicuramente tutto questo influirà sulla tenuta dell'accordatura. Sui costi poi, anche se è chiaro che la soluzione AS è più onerosa, non so se farla cadere così dall'alto sia giustificabile.
Per quanto riguarda la soluzione tipo Squier, è senza dubbio più economica, meno stabile, ma poi alla fine se il suono non viene influenzato più di tanto...

Conclusione: ancora una volta, almeno secondo me, da queste piccole cose si capisce come ci sia una linea di strumenti magari più economici, ma espressamente dedicata a chi suona per diletto, e un'altra che esclusivamente per soluzioni puramente progettuali, è chiaramente dedicata a chi suona per lavoro.

Tutto questo senza entrare nel merito del suono che è soggettivo e... pure io ho avuto una Stratocaster made in Mexico che suonava benissimo... che c'entra...

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La storia Fender ci dice tutto in merito....
di FBASS [user #22255]
commento del 20/10/2013 ore 10:00:22
Il basso elettrico nacque in casa di Leo Fender nel 1951, preso a pietà per i contrabbassisti che si dovevano portare appresso il "Dog House" (contrabbasso) ingombrante e poco amplificabile, all'epoca ( ci aveva pensato solo una certa "Ampeg" con un puntale con microfono, da cui "Amplified-Peg" ). Dato che l'unico precedente di Leo era la Esquire-Broadcaster, diventata Telecaster proprio nel 1951, il basso non poteva se non essere un derivato della stessa, salvo la doppia spalla mancante che trasmise alla Stratocaster nel 1953-1954, lo chiamò Precision proprio poichè, avendo i tasti, le note uscivano precise. Aveva le corde che passavano per il body, relegando il ponte alla sola sua funzione di ponte regolabile in altezza e lunghezza diafason ( poco, aveva solo due sellette, una per ogni due corde, io ho la riedizione ufficiale Fender-CBS del 1968, chiamato Telecaster Bass poichè il Precision già esisteva in commercio ed era quello che conosciamo tutti, ne ho uno dell'inizio del 1971, con il ponte che fungeva anche da attaccacorde e 4 sellette singole; il basso di Sting è un Precision del 1956, identico al 1951, ma con il body già "Contoured", cosa trasmessa al Precison del 1957 che era con pickup split e mascherina in alluminio anodizzato, includente i due controlli di tono e volume, e paletta tipo Stratocaster maggiorata ). Il Jazz Bass nacque nel 1962, era pressochè identico all'attuale, salvo il fatto di avere due doppi potenziometri coassiali, uno per ogni pickup e con concentrate sullo stesso asse le funzioni di volume e tono, io ne ho uno del 1974 con tre potenziometri, due volumi ed un tono con manopola più piccola, il ponte era identico al Precision, pertanto quelli attuali sono dei "falsi storici", magari validi ma sono degli ibridi). Però anche la Gibson, con il Grabber, che ho, ed il Ripper fece passare le corde per il corpo, l'ancoraggio dei pallini delle corde sul retro non era in 4 boccole ma in un'unica vaschetta ellittica a 4 fori e che li conteneva tutti, mentre i primi Music Man pre-Ernie Ball, 1976-1980, l'avevano come il Fender ma con ponte di derivazione "Fender Mustang", cioè con sordine singole regolabili per ogni corda mediante pomello a vite ( così lo ha il mio Music Man Sterling freetless del 1993, ma non ha le corde passanti ). I Made in Messico non mi sono piaciuti affatto ma ho trovato ottimi ( e l'ho comperati per le prove) sia lo Squier Classic Vibe Jazz Bass, peccato che lo fanno solo Artic White, che il mio attuale OLP MM3 Sting Ray 5, pagati € 350 ognuno, Ciccio il Nostalgico. PS) i bassi con le corde passanti per il body hanno più "sustain", mentre il vantaggio degli altri è solo nella sostituzione delle corde, sempre se non ci sono le cover dei ponti stessi in opera, le corde passanti le aveva pure il mio economicissimo, ma buono EKO MM300, una via di mezzo tra Music Man, stesso tipo di body e pickup, ma con manico Precision.
Rispondi
Re: La storia Fender ci dice tutto in merito....
di Martinez53 [user #23272]
commento del 20/10/2013 ore 19:33:39
Grazie Franco del prezioso supporto tecnico.
Rispondi
Re: La storia Fender ci dice tutto in merito....
di FBASS [user #22255]
commento del 22/10/2013 ore 09:28:11
Ultimamente per un mio amico bassista del vecchio stampo, non riuscendo a trovare un Fender Precision come il mio, abbiamo ripegato per il Precision della Squier, Classic Vibe, è veramente degno di essere suonato in pubblico, peccato che questo poi lo facciano solo con colorazione Fiesta Red. Io per il mio compleanno, il 19 gennaio, forte dell'ottimo risultato della mia Squier Stratocaster Standard Series color Candy Apple Red, palettona e made in indonesia, ho intenzione di regalarmi lo Squier VI° che è identico a quello Fender seconda versione 1963, cioè con i tre pickup Jaguar e 4 switch, mentre l'attuale Fender VI° lo fanno con un pickup humbuker al ponte e commutatore tipo Stratocaster, il primo del 1961 invece aveva tre pickup Startocaster con mascherina metallica e tre switch, ne ho parlato tempo fa, Ciccio il Napoletano.
Rispondi
Re: La storia Fender ci dice tutto in merito....
di Martinez53 [user #23272]
commento del 22/10/2013 ore 12:35:57
Ho comprato il basso per pura necessità, dovevo registrare una traccia e... non avevo il "bassista".
Così ho stanziato un budget di ben 300 euro! e mi sono preso un Ibanez SR 300, solo perchè mi piaceva il colore... Non ne capisco niente di bassi! e così la traccia me la sono fatta da me...
Convinto però di avere una ciofeca tra le mani, mi sono in seguito inoltrato nella giungla dei Fender per documentarmi sulla roba "seria" ma in tutta sincerità non è che ne sia uscito entusiasta.
Ho provato i messicani, Precision e Jazz, ma un po' per il manico troppo ciccio (specie il Precision) un po' perchè mi uscivano troppi rumori d'esecuzione: corde friggenti e troppo inclini a toccare la tastiera, magari però il set-up non era il massimo... Fattostà che li ho lasciati li dov'erano.
Poi, proprio stamane, ho provato gli American Standard da Scavino, pure qui non è che mi si siano rizzati i capelli in testa (ad averli!!!) pure il suono non mi ha fatto andare in brodo di giuggiole e si che a casa uso un Ampli autocostruito, mentre in negozio avevano un MarkBass!
Morale: mi sa che il mio Ibanez così scarso non è per nulla, anzi... e me lo tengo!
Aldo il Torinese...
Rispondi
Re: La storia Fender ci dice tutto in merito....
di FBASS [user #22255]
commento del 22/10/2013 ore 14:02:01
Di bassi Ibanez ne ho avuti cinque, il primo modello importato in Italia nel 1969, un clone del Les Paul Custom, buoni entrambi per l'epoca, poi comperai un Roadstar 924 nel 1982, suonava bene ma mi feci coinvolgere dal mio negoziante nel 1983 e comperai il Top, un Musician 940 freetless, l'ho tenuto solo pochi giorni e glielo ho restituito, in cambio di un Fender Precsion Freetless con tastiera in acero bianco del 1978. Poi ebbi in permuta, per un Rivered simile allo Steiberg, un Roadstar modello 650, questo si che l'ho usato molto; considerazioni finali, ho chiuso con i bassi Ibanez ma i più economici suonavano, a mio modestissimo parere, meglio, Ciccio il Napoletano. PS) le Ibanez Arch Top e le acustiche sono ottime, ho una AF 85 VLS e prima avevo una AEJ 70, ho provato anche i bassi acustici ma ho comperato poi un Takamine EG 512 C, ripeto però il tutto è solo per un mio personalissimo gusto ed opinione, esulo dal fare critiche alcune.
Rispondi
riflessioni a caso
di yasodanandana [user #699]
commento del 20/10/2013 ore 10:19:4
oltre che essere un estimatore del basso, ho un collega, bassista, che da un bel po' di anni e' nel commercio e smercio di bassi usati. Ho visto e provato tanti bassi, anche pezzi realmente vintage..

a mio parere il fenomeno per il quale si trovano strumenti di qualita' nelle serie minori e ciofeche tra i modelli vip e' , nel basso, piu' accentuato che fra le chitarre... ci sono realmente grossi professionisti che vanno in negozio per prendere uno shadowski o un music man e tornano a casa con lo squier

la bestia nera dei bassisti sono le note morte.. quando uno compra un basso prima di tutto deve preoccuparsi di quello.. il resto, in confronto, e' dettaglio...

sicuramente la soluzione con le corde passanti offre un po' di sustain in piu'.. ma e' rilevante? avere un basso nel quale le note invece di poter durare 10 secondi e 4 decimi, durano "solo" 10 e 2 decimi e' un grosso problema?
Rispondi
Re: riflessioni a caso
di Martinez53 [user #23272]
commento del 20/10/2013 ore 19:49:42
Sinceramente non so cosa siano le "note morte..." conosco le contrade morte me a le note no...;-)
Comunque, a parte gli scherzi, se per note morte intendi le corde pizzicate a vuoto: MI-LA-RE-SOL
se queste non risultano chiare e col giusto sustain, concordo che siano dolori...

Io non mi sono mai riferito al SUONO che certamente può risultare all'orecchio migliore anche su strumenti di seconda fascia, ma all'insieme che, è innegabile, nella soluzione con corde passanti tra il body è migliore anche se più costosa.

Poi bisogna stare attenti quando si parla con i numeri, perchè se i 10'' 40 e i 10'' 2 sono frutto di una misurazione effettuata con strumantazione adeguata è un conto, se invece sono buttati li come esempio è un altro. Anche perchè come sustain non si intende solamente per quanto tempo una corda vibra, ma bisogna prendere in considerazione altri parametri.
Ciao!
Rispondi
Re: riflessioni a caso
di yasodanandana [user #699]
commento del 20/10/2013 ore 21:40:05
se prendi un basso, a meno che non si tratti di un miracolo o di uno strumento in materiale sintetico, e suoni tutte le note una per una, noterai che ce ne saranno alcune che suoneranno piu' forte della media, alcune piu' piano, alcune, magari saranno sorde o quasi. La cosa succede anche sulla chitarra, pero' e' cosi' poco accentuata che difficilmente ci si fa caso... questo delle note morte e' un altro dei motivi per il quale si puo' scegliere lo strumentino economico al posto del blasonato.. semplicemente il caso, Dio, il karma ecc. ecc. hanno voluto che quello squier, vintage, eko ecc. ecc. siano stati tagliati dal tronco di legno, in modo da minimizzare tale difetto... e il bassista acchiappa, dato che avere uno strumento nel quale le note morte non ci sono o si sentono poco e' la cosa piu' desiderabile...

il mio punto sulle misurazioni del sustain e' che in nessun ambito musicale ci succedera' di sfruttare il massimo del sustain di un basso anche nel caso in cui il suo sustain non sia fra i piu' lunghi
Rispondi
Sulla questione delle corde passanti ...
di MiRock [user #14375]
commento del 20/10/2013 ore 15:22:30
Sulla questione delle corde passanti per il body o no io sostengo che la differenza nel sustain è minima, ed è per questo che ne tengo poco conto per le chitarre. Ma ora mi fai riflettere che forse sul basso bisognerebbe starci attenti, non per il sustain ma per la stabilità, dato che la tensione da reggere è molto maggiore. Ora comincio ad interessarmi della questione, dato che sono interessato all'acquisto di un basso ed avevo pensato proprio ad uno Squier.
Rispondi
Re: Sulla questione delle corde passanti ...
di Martinez53 [user #23272]
commento del 20/10/2013 ore 19:52:3
Non credo che ci siano problemi di stabilità, moltissimi bassi di valore adottano la soluzione delle corde acorate al ponte... Fossi in te non ci penserei troppo e sceglierei lo strumento che mi piace di più...;-)
Ciao!
Rispondi
Re: Sulla questione delle corde passanti ...
di andreaibanez1 [user #25183]
commento del 20/10/2013 ore 22:57:18
Ciao Aldo le dita si sono abituate al nuovo strumento?
Rispondi
Si... a quest'ora si sono ...
di Martinez53 [user #23272]
commento del 20/10/2013 ore 23:35:13
Si... a quest'ora si sono gia anche consumate...
Piuttosto mi stupisce la scoperta che faccio giorno dopo giorno di questo strumento veramente bello. Mi sta dando grandi soddisfazioni.
Ciao!
Rispondi
ho un Precision made in Messico
di vicky [user #33863]
commento del 21/10/2013 ore 00:11:5
del 99, preso a primavera e il cui vecchio proprietario aveva acquistato nuovo, strimpellato per imparare a suonare i primi 2 anni al massimo e poi mai più usato.
All'inizio suonava si bene, con le corde nuove,ma niente di particolarmente eccezionale.
Poi mi sono deciso e l'ho completamente revisionato, compresa la rettifica della tastiera, l'olio al palissandro, rifacimento delle saldature dei cablaggi, set up manico ottave ecc. ecc.
Ora SUONA da URLO.... sembra quasi impossibile che con un solo pick up si possano avere tante sfumature di suono, e suona molto ma molto meglio del più quotato e ricercato jazz bass special Made in japan dell'87 che avevo prima...
Rispondi
Beh...ma si sa che il ...
di Martinez53 [user #23272]
commento del 21/10/2013 ore 00:40:29
Beh...ma si sa che il set-up è fondamentale, peccato che molti non hanno voglia di farlo...
Rispondi
Basso Telecaster
di Claes [user #29011]
commento del 22/10/2013 ore 10:54:10
Mi piace il look! Un amicone che ha smesso di suonare ne aveva una ma non l'ho mai provata - che abbia avuto corde passanti? Boh... La Precision ha "quel sound" e scommetto che sia al numero uno della classifica dei bassi elettrici di tutti i tempi. La reale differenza tra un modello all'altro di una Precision dovrebbe essere minima.
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