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Paul Reed Smith S2 Custom 24
Paul Reed Smith S2 Custom 24
di [user #17844] - pubblicato il

Realizzata nello stesso stabilimento che sforna i modelli storici di casa PRS, la serie S2 riempie il gap tra le Student Edition e il top della gamma americana. La S2 Custom 24 è appena arrivata in Italia, e noi ne abbiamo testato a fondo uno dei primi esemplari.
Realizzata nello stesso stabilimento che sforna i modelli storici di casa PRS, la serie S2 riempie il gap tra le Student Edition e il top della gamma americana. La S2 Custom 24 è appena arrivata in Italia, e noi ne abbiamo testato a fondo uno dei primi esemplari.

Quando si parla di PRS, non si può fare a meno di immaginare finiture sgargianti, ricchi top figurati in aceri dalle mille A e, soprattutto, prezzi esorbitanti. Le chitarre di Mr. Paul Reed Smith, in effetti, non sono tra le più abbordabili sul mercato.
Da diversi anni ormai la serie SE è scesa in campo per dare un assaggio della scuola PRS anche agli studenti o ai chitarristi che non intendono sborsare alcune migliaia di euro per una sei-corde. Per l'occasione, la produzione è stata collocata in Corea, mentre la fabbrica americana ha continuato a dedicarsi agli strumenti di fascia alta. Tra le due serie, però, la differenza di prezzo è ancora ampia, così il liutaio del Maryland ha ben pensato di aggiungere una nuova linea di chitarre esattamente nel mezzo: la serie S2 nasce nello stesso laboratorio che plasma i modelli più costosi ed è opera degli stessi artigiani, ma stringe la cinghia su tutto il superfluo per offrire il feeling e il vero sound PRS per un prezzo concorrenziale.

Le chitarre della linea S2 sono appena arrivate in Italia con la distribuzione di Eko Music Group, e Cristiano Ceruti del Centro Chitarre di Napoli ce ne ha gentilmente messa una a disposizione per una prova sul campo.
Quella in test è la S2 Custom 24, versione budget - per così dire - dell'omonima ammiraglia di casa PRS.


Abituati alle forme tondeggianti delle made in USA, il primo approccio con la S2 può essere traumatico. Il top è bombato solo in prossimità dei bordi, mentre si appiattisce di netto nella sezione centrale, ricordando così più una Student Edition. La finitura curata alla perfezione e l'evidente qualità dei materiali, invece, suggeriscono di trovarsi davanti a qualcosa di estremamente diverso.
Mentre si soppesa il leggerissimo mogano del body e si ammira la delicata fiammatura del top in acero, cominciano a prendere forma le possibili motivazioni che hanno spinto PRS a creare uno shape nuovo anziché replicare quello delle vecchie Americane. Innanzitutto, una tavola piatta o semi-bombata di acero costerà di meno sia in materiale sia in manodopera. Le manopole, poi, possono essere fissate sul top piatto e non sarà necessario scavare gli alloggi come accade sul top della gamma: altro lavoro in meno.
Di fatto, ogni PRS di fascia alta è una scultura in legno per tanti piccoli accorgimenti, realizzarne una costa e Smith vuole che questo sia ben chiaro. A questo scopo elimina tutti gli orpelli e lascia unicamente quelli finalizzati a donare ergonomia alla chitarra, come lo smusso sulla spalla inferiore o il contour sul retro.
Tanto arrosto e poco fumo, insomma, e la sensazione è rafforzata quando si scorre lungo il manico in mogano. Il profilo Pattern Regular è di quelli tondeggianti, non eccessivamente voluminoso ma capace di trasmettere le vibrazioni con vigore. La sua forma è uno dei fiori all'occhiello del nuovo catalogo PRS: anche una mano abituata a manici di tutt'altro tipo non ha problemi ad adattarsi, complice anche il lavoro di fino eseguito sui bordi della tastiera. Il palissandro di cui è costituita è compatto, scuro, bello a vedersi quanto a sentirsi, smussato lungo i bordi che sono lucidati come il manico, ma per niente appiccicosi. Dei 24 fret, nessuno interferisce con lo scorrimento delle dita e gli intarsi Bird danno la conferma definitiva: la S2 è un'Americana degna del seriale scritto a mano dietro la paletta.


L'hardware è un altro indice di qualità. Tutto, dalle meccaniche S2 bloccanti al ponte S2 Tremolo, fino anche alla placca del jack e la plastica satinata dei vani elettronici, trasmette una sensazione di solidità e affidabilità.
Se sui materiali non si è badato a spese, però ancora una volta i piccoli tagli arrivano sul versante manodopera. I due coperchi - per il vano elettronico e per quello del vibrato - sono avvitati direttamente sopra la superficie del retro del body, creando uno scalino di pochi millimetri. Ci si potrebbe chiedere perché mai non sagomare degli incassi per far sì che i coperchi fossero a livello con il corpo, come accade anche su chitarre economiche. Sbirciando sotto il ponte, inoltre, si nota che i fori per le viti sono come "freschi fatti", cioè ancora con alcune schegge intorno. Niente di cui crucciarsi, considerando che parliamo della zona sottostante la piastra del ponte, ma è impossibile non chiedersi cosa sarebbe costato fare una passata di carta vetrata sui fori, quando col resto si è fatto un così bel lavoro.
Dal momento che questi particolari non fanno perdere punti in alcun modo sul lato funzionale o ergonomico, la bilancia continua a pendere a favore della S2. Accantonate pignoleria e calcolatrice, il vero giudizio può arrivare solo impugnando il plettro.
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Su chitarre di un certo livello, si sa, la questione non è più se suonano bene o male, perché ciò di cui ci si accorge subito è che la S2 suona, risuona e anche tanto. L'attacco delle note è sempre deciso, con un'impronta legnosa, il sustain è pressoché infinito e la pasta sonora variegata.
I pickup, due humbucker splittabili con push pull sul potenziometro dei toni, hanno un output moderato e riescono a far avvertire ogni sfumatura senza risultare mai troppo pieni o rotondi. Giocare con le dinamiche è un piacere e, marchio di fabbrica PRS, si riesce a pulire un suono distorto col solo potenziometro del volume senza avvertire alcuna perdita di corpo o brillantezza. Splittati, i due pickup non calano eccessivamente in potenza e strizzano l'occhio a un buon P90, più aperti nel timbro rispetto alla configurazione humbucker e con un attacco più secco.

La presenza di 24 tasti obbliga ad arretrare in direzione del ponte l'S2 Vintage Bass montato al manico, rispetto a dove si troverebbe in uno strumento tipico a 22 tasti. Unito all'immancabile scala da 25 pollici, l'humbucker risulta più nasale di quanto ci si aspetterebbe e, a tratti, può ricordare i pickup al centro e al manico, miscelati, di una Stratocaster sotto steroidi. Il risultato è quello di poter contare su una buona presenza nel mix e, anche con i toni chiusi al massimo, di conservare sempre una certa intelligibilità.
L'S2 HFS Treble montato al ponte risulta decisamente più aggressivo e bilanciato. Anche in distorsione, gli accordi risultano sempre definiti e senza che una frequenza spicchi eccessivamente sull'altra.
Una buona dose di compressione naturale diviene interessante anche in configurazione single coil, dove entrambi i pickup diventano fortemente percussivi specie se usati insieme, nella seconda posizione del buon vecchio selettore a tre scatti in linea. Sustain e spinta comunque non vengono mai a mancare, come dimostra il clip video per le cui parti distorte è stata usata una quantità tutto sommato contenuta di gain.


Non è tutto oro quel che luccica però e, nella foga di proporre una chitarra con un suono da vera PRS a prezzo ridotto, forse qualcosa di importante è sfuggito. I potenziometri fanno il loro lavoro al meglio, è apprezzabile la corsa veloce e fluida del tono per chiuderlo in un colpo solo, come lo è l'escursione più densa del volume per dosarlo senza rischiare di perdere il settaggio con una manata distratta, ma l'eccessiva durezza del push pull può mettere in difficoltà durante gli split veloci, quando magari si hanno le mani un po' sudate nel bel mezzo di un concerto. Niente che non si risolva prendendo confidenza con lo strumento, ma sulle prime può risultare seccante.

Superato l'impatto iniziale del body piatto e del top più scarno, la S2 dimostra di meritare il suo posto accanto alla costosa Custom 24 classica, con un prezzo al pubblico praticamente dimezzato che si aggira intorno ai 1600 euro.
Azzardando un paragone, la S2 Custom 24 ha tutte le carte in regola per diventare quello che la SG è per la Les Paul, con le sue peculiarità, i punti di forza e le ristrettezze del caso.

Per le sue caratteristiche di esclusività, politiche commerciali e particolarità dei modelli talvolta contro corrente, PRS viene spesso associata a Apple, il colosso dell'informatica. Con la serie S2, le somiglianze si fanno ancora più evidenti: come per un Mac, forse il prezzo al pubblico non è giustificato al 100% dai soli materiali impiegati o dalla manodopera, ma ci si trova davanti a una macchina con caratteristiche che nessun altro produttore attualmente fornisce, e l'unicità merita di essere pagata.

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24 s2 chitarre elettriche custom prs
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