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Analogie e differenze nei controlli di tono Baxandall
Analogie e differenze nei controlli di tono Baxandall
di [user #16055] - pubblicato il

L'equalizzatore Baxandall è noto a bassisti e chitarristi amanti del vintage o dei piccoli amplificatori dai pannelli semplici ed efficaci. Due soli controllo di tono, per alti e bassi, sono in grado di caratterizzare profondamente più amplificatori apparentemente simili. Ecco come.
L'equalizzatore Baxandall è noto a bassisti e chitarristi amanti del vintage o dei piccoli amplificatori dai pannelli semplici ed efficaci. Due soli controllo di tono, per alti e bassi, sono in grado di caratterizzare profondamente più amplificatori apparentemente simili. Ecco come.

Quando si parla di risposta timbrica di un amplificatore per chitarra o basso, spesso si fa riferimento al tipo di valvole usate nel finale di potenza, usando termini come headroom, pulizia del suono, armoniche aggiunte, etc. Occorre però considerare anche la risposta del trasformatore d’uscita e degli speaker collegati, che modificano la loro risposta timbrica e armonica in base alla potenza del segnale.
Queste affermazioni sono tanto più vere quanto più ci avviciniamo alla massima potenza d’uscita del finale, cosa molto più semplice con un ampli di basso wattaggio. In un amplificatore di una certa potenza, invece, è molto più semplice ottenere un elevato grado di distorsione dal preamplificatore, regolando opportunamente il gain e il master volume. A bassi livelli di potenza in uscita, sfruttando quindi poco le valvole finali, le differenze si riducono notevolmente in quanto le stesse si ritroveranno a lavorare in una zona lineare delle loro caratteristiche, dove la distorsione armonica è pressoché nulla.
Tuttavia, a parità di valvole usate nel preamplificatore e nel finale, speaker collegati e meno frequentemente trasformatore d’uscita, possiamo avere grandi differenze di suono tra due modelli diversi, a causa delle reti di equalizzazione fissa e dei controlli di tono del preamplificatore.

Nella mia ricerca di schemi circuitali di amplificatori per strumenti musicali, iniziata molti anni fa, mi sono spesso imbattuto in soluzioni molto simili, per non dire identiche, non solo tra modelli diversi dello stesso produttore, ma a volte anche tra marche diverse.
Una parte spesso comune a molti modelli è la soluzione riguardante i controlli di tono, responsabili insieme alle sezioni di equalizzazione fissa di gran parte della timbrica pulita e della pasta di quella satura o dell’equalizzazione post-distorsione, per ciò che riguarda la sezione di pramplificazione.

Con questo testo vorrei descrivere le varie circuitazioni standard dei controlli di tono usate negli amplificatori per chitarra e basso elettrici e trovare qualche analogia tra modelli di marche diverse, cominciando dal circuito Baxandall. Se poi il testo dovesse risultare interessante agli amici di Accordo, vorrei continuare con altri schemi utilizzati da più marche e modelli.

Analogie e differenze nei controlli di tono Baxandall

Questi schemi, trovati su Internet, non si esauriscono con quelli da me elaborati, che sono solo alcuni, ma rappresentano solo una piccolissima parte dell’intera produzione mondiale. Essendo una persona curiosa, ho cercato i modelli con la stessa circuitazione sui controlli tonali, o simile, per farne un confronto e magari avere un riscontro diretto sulle somiglianze timbriche da chi ha provato i vari modelli. Con l’occasione ho simulato la possibile risposta di tali circuiti evidenziandone il grado d’efficacia e la precisione dell’intervento tramite alcuni grafici.
In un mio precedente articolo del 2012, evidenziavo le diverse caratteristiche tra tre classici circuiti, Fender, Marshall e Vox.

Ho iniziato dal circuito Baxandall perché è il classico schema adottato universalmente, spesso in forma attiva, su mixer, hi-fi, ampli per basso e modelli per tastiere, mentre è meno usato nelle circuitazioni per chitarra. La forza di questo circuito è di esaltare o attenuare le frequenze coinvolte di un certo numero di decibel, spesso dieci, dodici, quindici o più, intervenendo quasi esclusivamente nella banda di propria competenza, senza modificare le vicine. Nella posizione centrale dei controlli di tono, invece, si ha o si dovrebbe avere la risposta più lineare possibile, quindi senza esaltazione o attenuazione delle bande d’intervento.
La possibilità di scegliere convenientemente le due frequenze di taglio per le basse e le alte e il grado d'intervento permette di personalizzare al meglio il circuito, mentre la mancanza di un controllo per le medie ne limita l'utilizzo.
La rete d’equalizzazione può essere sia passiva, sia attiva e per questo particolarmente interessante in certi contesti. La rete passiva ha un'attenuazione media con i controlli a metà di 20-25 dB, mentre con i controlli al massimo si ha una perdita minima delle frequenze controllate di circa 5 dB. Con i controlli al minimo si ha un'attenuazione massima compresa fra 30 e 50 dB. La gamma d’intervento è generalmente compresa tra i +15 e i -15 dB, ma senza una grande precisione. Al contrario, la rete attiva non attenua il segnale a centro banda, ma permette una vera amplificazione di 10, 15 o anche 20 dB quando alziamo il relativo controllo al massimo e un’attenuazione di uguale valore, quando lo abbassiamo.
Visto che nel Baxandall di tipo attivo esiste una grande amplificazione del segnale, che può arrivare anche a dieci volte in tensione, il suo uso è limitato in alcune applicazioni particolari, perché può introdurre distorsioni indesiderate.
I modelli da me trovati che utilizzano o hanno utilizzato tale schema sono il Magnatone SC26R, un combo per chitarra da 30 watt, con doppio cono, doppio canale ed effetti di tremolo e riverbero degli anni ’60, l’Orange Graphic 120 mkII, una testata per chitarra da 120 watt, monocanale dei primi anni ‘70 e l’Ampeg Gemini II G-15, un combo per chitarra a singolo cono, doppio canale ed effetti di tremolo e riverbero degli anni ‘60. Lo stesso schema del Gemini era utilizzato dall’Ampeg Portaflex B-15N, una testata per basso a doppio canale dello stesso periodo.
Nei grafici sono stati ricavati, simulando con un software specifico, le tre posizioni dei due controlli di tono, cioè al minimo, a metà e al massimo, che ha portato a nove curve di diverso colore.

Analogie e differenze nei controlli di tono Baxandall
Questo combo era dotato di un controllo Baxandall non molto preciso, le basse venivano esaltate rispetto alla posizione centrale molto di più di quanto venissero attenuate, mentre le alte avevano un grado d’intervento ben maggiore, ben visibile osservando l’ampiezza del grafico nella parte destra. Anche le frequenze di centro banda, comprese fra 250 e 550 hz erano ampiamente modificate, in contrasto a ciò che ho scritto sopra riguardo al tipo di circuito. Da notare la buona linearità con i controlli al centro (curva blu).

Analogie e differenze nei controlli di tono Baxandall

In questo caso abbiamo una precisione ben maggiore e più equilibrio tra i due controlli. Il grado d’intervento è buono, così come il piccolo intervento sulle medie frequenze comprese fra 500 e 750 hz. Da notare comunque il piccolo boost di +3 dB a circa 200 hz sempre raffigurato dalla linea blu. Secondo me è il miglior circuito di questo quartetto, sia per la precisione dell’intervento, sia per la scelta delle frequenze di centro banda.

Analogie e differenze nei controlli di tono Baxandall

Nel combo Ampeg si può riscontrare una buona precisione e intervento dalla parte delle basse frequenze, mentre le alte sono poco modificabili se non agli estremi di banda. Le frequenze meno interessate dai controlli sono comprese fra 1.200 e 2.400 hz, valori decisamente alti per una chitarra elettrica. Siamo dal lato opposto del Magnatone, dove il controllo Treble sembra più un Presence. Anche qui la curva blu ci segnala una discreta linearità, con i toni al centro, ma con una differenza di 3 dB a favore delle frequenze più alte.

Analogie e differenze nei controlli di tono Baxandall

Questa storica testata per basso ha lo stesso circuito del Gemini II e quindi la stessa risposta relativa, tuttavia la scelta delle frequenze potrebbe essere più adatta allo strumento in questione per ottenere una maggiore brillantezza del suono. In confronto ai potenti equalizzatori a bordo delle testate più moderne, una soluzione del genere sembra limitante, ma adatta all’uso del periodo.

In questa prima analisi sui controlli di tono, vorrei far presente che queste circuitazioni non sono state progettate con l’ausilio di potenti microprocessori e simulatori, visto il periodo storico, quindi alcune loro caratteristiche o difetti devono essere considerati normali per l’epoca. Una maggiore precisione e un più elevato grado d’intervento sulle frequenze non avrebbe migliorato la risposta timbrica di questi modelli, ma avrebbero permesso d’effettuare interventi più efficaci.
Vi lascio con un valido esempio di questo circuito, progettato con un simulatore che potrebbe rendere bene sia con una chitarra, sia con altri strumenti, potendo contare su un’escursione di 30 dB totali sulle basse e sulle alte frequenze. Lo schema è adatto a un ampli valvolare con un carico in uscita di 1 Mohm.

Analogie e differenze nei controlli di tono Baxandall

Oltre allo schema elettrico riporto la risposta complessiva che è possibile ottenere.

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Toni Marshall, Vox e Fender a confronto
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