di redazione [user #116] - pubblicato il 03 gennaio 2014 ore 16:30
A lezione con Dave Hill, chitarrista eccelso e tra i migliori didatti di chitarra moderna della scena americana. Parliamo di modi, fraseggio e utilizzo delle triadi ispirandoci allo stile di Larry Carlton e Robben Ford. Si fa sul serio.
A lezione con Dave Hill, chitarrista eccelso e tra i migliori didatti di chitarra moderna della scena americana. Parliamo di modi, fraseggio e utilizzo delle triadi ispirandoci allo stile di Larry Carlton e Robben Ford. Si fa sul serio.
Approfondiamo lo studio del fraseggio sul modo lidio e questa volta ci facciamo insegnare da Dave Hill un’idea basata sull’utilizzo delle triadi. Questo è un approccio utilizzato spesso da chitarristi come Robben Ford o Larry Carlton.
L’idea è quella di evocare la sonorità lidia suonando sopra all’accordo di riferimento una triade maggiore posizionata esattamente un tono sopra.
Per esempio, in A lidio, suonare una triade di B major sopra il A major di riferimento.
Più dettagliatamente, Hill suggerisce di alternare a un pattern costruito sulla triade di A maggiore lo stesso pattern spostato un tono sopra. Una sorta di botta e risposta tra due cellule melodiche identiche suonate a distanza di un tono.
Per chiarire questo concetto, ecco sgranato un arpeggio di A maggiore seguito da uno di B, sempre. Si noterà che il pattern utilizzato sia identico, usato in senso ascendente per il A e discendente per il B.
Prima di metterci al lavoro analizzando i fraseggi proposti da Hill, suggerisco di ripassare la sua precedente lezione, sempre sul modo lidio: ci aiuterà a chiarire la struttura della scala, il concetto arpeggio modale e la forma dell’accordo sopra al quale lavoreremo, il Amaj7/#11.
Per prima cosa, chiariamo il senso dell’utilizzo della triade di B maggiore sopra un A lidio.
Le tre note che formano questa triade, il B, D# e F#, rappresentano in relazione al A la nona, la quarta eccedente (nota caratterizzante del modo) e la sesta maggiore.
Quindi, sommate alla triade di A (A, C#, E) formeranno questa sequenza: A, C#, E, B, D#, F# rispettivamente: T, 3, 5, 9, #11, 13 del A Lidio. Sostanzialmente, un arpeggio di A lidio (A, C#, E, G#, B, D#, F# ) senza la settima maggiore G#. O, più semplicemente ancora, la scala lidia (A, B, C#, D#, E, F#, G#) senza il suo settimo grado.
Osserviamo le due triadi partendo proprio dalle diteggiature proposte da Dave Hill: un A maggiore e un rivolto di B maggiore con la terza, D#, al basso. Prima suoniamole considerandole come due elementi distinti, quindi sviluppiamole in una piccola frase. Evidenziamo sul pentagramma gli intervalli in gioco.
Ecco il primo, magnifico, fraseggio suonato dal chitarrista.
Si osservi come per tutto il lick, Hill non faccia altro che snocciolare con intelligenza ed eleganza le due triadi. Isoliamo al microscopio le posizioni di triade impiegate per suonare questa frase con maggiore consapevolezza.
Merita anche di essere ritagliato l’arpeggio di Aadd#13, capace da solo di sintetizzare la sonorità lidia.
Il secondo fraseggio nella prima misura alterna diverse diteggiature di triadi maggiori di A e B. Quindi, nella seconda battuta, Hill reintegra la settima G# (evidenziato in partitura) e il fraseggio diventa a tutti gli effetti costruito sulla scala di A lidio. Si presti attenzione a come la scala venga spezzettata con un intelligente fraseggio a intervalli.
Lascio a voi l’analisi dell’ultimo lick: isolate le triadi, la settima G# e abbiate sempre piena consapevolezza del ruolo armonico di ogni singola nota che state suonando.