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Palchi, studio e GAS con Buddy Whittington
Palchi, studio e GAS con Buddy Whittington
di [user #17844] - pubblicato il

Abbiamo incontrato Buddy Whittington durante il suo ultimo tour italiano. Due chitarre a seguito e tante nuove storie, Buddy ci ha parlato di suono, strumenti, lavoro in studio e del ritorno sul palco con John Mayall.
Abbiamo incontrato Buddy Whittington durante il suo ultimo tour italiano. Due chitarre a seguito e tante nuove storie, Buddy ci ha parlato di suono, strumenti, lavoro in studio e del ritorno sul palco con John Mayall.

Il bello di parlare di chitarre con Buddy Whittington è che lo fa da vero appassionato dello strumento, come uno che ha presente fin troppo il significato di GAS. Conosce i legni, i componenti (ci fa addirittura una canzone nel suo Six String Svengali), sa raccontare retroscena delle produzioni e condivide delle chicche che solo con l'esperienza in strada e sui grandi palchi si possono conoscere.
Durante una precedente intervista, Buddy aveva svelato uno dei segreti dietro il suono del reverendo Billy Gibbons. Mentre tutti gli altri musicisti acquistano nuovi strumenti per cercare suoni nuovi, a quanto pare il chitarrista degli ZZ Top cerca di ricreare sempre lo stesso sound con qualunque strumento gli capiti sotto mano. L'articolo, visibile a questo indirizzo, ha scatenato una discussione accesa.
Durante il suo ultimo tour italiano, abbiamo avuto modo di incontrare di nuovo Buddy Whittington, e non abbiamo perso l'occasione per approfondire la questione.

Palchi, studio e GAS con Buddy Whittington

Pietro Paolo Falco: L'ultima volta ci hai parlato di come Billy Gibbons ricrei il suono della sua Pearly Gates anche su chitarre molto diverse. È davvero possibile far suonare una Telecaster come una Les Paul?
Buddy Whittington: Forse non esattamente. Forse si può fare con le Telecaster che lui usa!
In effetti lui usa una Fender Esquire, che non ha il pickup al manico e ha un humbucker al ponte sotto forma di single coil, un pickup stacked.
Quando ero in tour con John Mayall lo guardavo ogni sera, e aveva sempre un gran suono, con qualunque chitarra stile Telecaster. L'humbucker stacked però c'era sempre, credo fosse un Seymour Duncan. Adesso si affida a un costruttore norvegese, ma con Billy non si può mai sapere: ne tira fuori una nuova ogni giorno!


PPF: Parlaci invece delle tue chitarre. L'ultima volta ti abbiamo visto solo con una Strat. Ci raccontavi delle limitazioni date dal suonare così lontano da casa, il fatto di poterti portare solo una chitarra alla volta…
BW: È per questo che mi sono organizzato con una custodia doppia! È una custodia morbida in cui portare due chitarre insieme, pesa un bel po' ma è molto utile.
Sul mio ultimo album,
Six String Svengali, ci sono diversi brani in cui serve un humbucker per avere quel suono.
Ho delle Les Paul a casa, ma volevo una chitarra da portarmi dietro e lasciare altrove. Parte della mia roba ora è in Inghilterra. Ho questa Heritage da circa 25 anni e l'ho usata un po' in tutti i miei lavori, ma ho pensato che avrei potuto lasciarla lì per farne un buono strumento "da strada".
A casa ho una Les Paul Custom nera del 1969, la suono tantissimo, e credo che non riuscirei a dormire pensando che si trova da qualche altra parte, chissà dove.


Neanche il tempo di tirare in ballo l'argomento ed ecco che la custodia si apre. Ne escono una Lentz stile Stratocaster e una Heritage H140. Mentre estrae la Heritage, Buddy passa al fortunato che vi sta scrivendo la sua Lentz e comincia a spiegarne le specifiche.
La chitarra è tutto sommato semplice nelle finiture, piuttosto leggera e simile a una Fender per estetica. Manico bello cicciotto, fret larghi. Inutile dire che, anche da spenta, vibra in pancia che è un piacere e la mano corre su e giù con una disinvoltura inaspettata, considerata la sezione del manico.
Abbiamo chiesto a Buddy di raccontarci la storia e i dettagli delle due chitarre in video.
Prima la Lentz.


Poi la Heritage.


Esaurite le curiosità da GASati, viene in mente che Buddy alcuni mesi fa ha condiviso di nuovo il palco, dopo anni di assenza, con il suo ex band leader John Mayall.

PPF: Quest'estate hai suonato di nuovo con Mayall…
BW: Sì, in Texas, era il primo settembre. Io vivo in una piccola città chiamata Hurst, vicina alla cittadina di Bedford. È stato al Bedford Blues Festival, ci suoniamo ogni anno, John era uno degli headliner insieme a Buddy Guy. Mi ha chiesto di salire a suonare un paio di pezzi con lui.

PPF: Lavorete di nuovo insieme?
BW: Chissà! C'è una possibilità che facciamo dei concerti insieme in Gran Bretagna il prossimo anno, forse. Ma è tutto da confermare, in effetti non lo so ancora.

PPF: Non c'è nessun album in programma?
BW: Ah no, questo no… il mio amico Rocky Athas suona con lui ora. È questa la band, ed è una gran band!

PPF: Parlando di nuovi album, il progetto Dr. Wu ha pubblicato da poco un nuovo disco, il Vol.4, e ci sei anche tu.
BW: Loro sono Jim Ashworth e Bryan Freeze, due musicisti che si fanno chiamare Dr. Wu. Scrivono musica e testi. L'idea iniziale era di chiamare diversi musicisti blues e rock del Texas per fargli prendere parte agli album, ma nel tempo alcuni sono venuti a mancare o non suonano più. Adesso a suonare è la mia band, lavoriamo in casa, con me e Mouse Mayes alla chitarra e alla voce, Wayne Six al basso e Mike Gage alla batteria. Suoniamo tutti i pezzi del Vol. 4.
Come cantanti siamo io o Mouse, e inoltre c'è Yolanda Walker con i suoi Walker Effect, degli ottimi cantanti gospel che fanno molti cori nell'album. Yolanda canta anche uno dei pezzi.
È un gran disco, sto provando a fare del mio meglio per farlo conoscere in giro. Abbiamo fatto quattro album insieme, e credo siano davvero buoni!

Palchi, studio e GAS con Buddy Whittington

PPF: Stai lavorando anche su qualcosa di tuo?
BW: Lavoro sempre su qualcosa di mio! Ma ancora non ho cominciato a registrare nulla. Spero di poterlo fare presto, devo solo riuscire a capire quando e dove.

PPF: Il tuo calendario live è sempre pieno, ci rinunceresti mai per dedicarti esclusivamente alla carriera da studio?
BW: Mi piace fare entrambe le cose. Adoro suonare dal vivo, suono il più possibile e sinceramente non sono un gran musicista da studio. Quando registriamo, mi ci vuole un po' per entrare nel mood. Mike, il batterista con cui lavoro, ha uno studio e registra musica ogni giorno, come risultato le sue sessioni sono davvero buone, ha un ottimo timing, resta sul click senza problemi. Ogni volta che torno a registrare dopo un po' di tempo e mi trovo a suonare con musicisti di ogni tipo, ho bisogno di un po' di assestamento per entrare in quella forma mentale e fare del mio meglio in studio.

Palchi, studio e GAS con Buddy Whittington
buddy whittington interviste palchi e strumentazione
Link utili
Buddy Whittington sul suono di Billy Gibbons
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