di Giuseppe Sofo [user #12] - pubblicato il 07 novembre 2000 ore 14:15
Incoraggiato da un amico semi-punk ho ascoltato il terzo e più
famoso cd dei Blink 182 (sì, purtroppo ne hanno fatti altri due).
Quando ho visto che nel cd c’erano 12 pezzi mi ero preparato ad almeno una
sessantina di minuti di musica, abituato come sono ad album da 9 pezzi e 65
minuti (vedi "Master of Puppets"), ma ho dovuto scoprire che,
invece, i minuti di musica (se così la vogliamo chiamare) erano solo 35 (lo
so che le canzoni punk durano poco ma vi sembra punk questo?).
Pochissimi sono i pezzi che possono essere definiti punk, molti quelli che
si fa fatica a distinguere dallo stile delle boybands che prendono in giro,
pochissima la fantasia e la voglia di apportare una minima innovazione allo
stile.
La n°9, "The Party Song", cantata quasi tutta d’un fiato è
qualcosa di inascoltabile, si sente addirittura il cantante che tira il
fiato all’inizio per riuscire ad arrivare fino in fondo senza morire (eh,
sì, abbiamo perso un’altra occasione).
Cosa salvo complessivamente? Ad essere proprio buoni i 15 secondi iniziali
di Adam’s Song.
Cosa butto? Tutto, compresi loro e tutto ciò che gli hanno tirato dietro
all’Indipendent Days (anche se la violenza non è il modo giusto, basterebbe
bruciare tutti i loro cd in circolazione).
Per fare i simpatici hanno giocato con i termini inglesi enemy (nemico) e
enema (clistere) e mai titolo fu più azzeccato anche se dovevano chiamarlo
semplicemente Enema perché fa veramente biiiiip