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DIDATTICA VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE

Band, voi come gestite i nuovi pezzi?

di Martinez53 [user #23272] - pubblicato il 15 febbraio 2014 ore 18:38


La questione è semplice: voi come preparate una scaletta o un repertorio della vostra band?
La domanda nasce da alcune esperienze che ho fatto negli ultimi anni e che mi hanno lasciato parecchi dubbi. Facendo un esempio pratico, se io devo preparare quattro pezzi nuovi, come mi approccio al problema?
Faccio un esempio: io ho frequentato diverse scuole di musica, e seppur non abbia mai concluso niente di buono, e questo non può essere imputato alla scuola ma esclusivamente ai limiti oggettivi del sottoscritto, mi è rimasto comunque un prezioso insegnamento e cioè che quel che conta nello studio, tra le molte altre cose è il metodo. Nelle scuole di musica il metodo basilare è questo: si procede per gradi, un esercizio dietro l’altro in progressione di difficoltà, ma tassativamente, non si passa al successivo se prima non si è completato quello che si sta studiando. Per molti potrà apparire come un metodo un po’ “nazista” però a mio modo di vedere è l’unico che garantisca dei risultati. Invece conosco tanti che pur seguendo un corso, specialmente da autodidatta, quando incontrano un esercizio troppo difficile, passano ad un altro con la conseguenza che, alla fine non sanno farne nemmeno uno.
Lo stesso capita in una band quando si tratta di preparare un repertorio, deciso i pezzi da mettere in cantiere, a questo punto è meglio concentrarsi esclusivamente su uno per volta nel senso di passare al secondo in scaletta solo quando si è finito il primo o avere un approccio più ampio e provare un po’ tutti i pezzi per, come ho sentito dire troppo spesso: “Non annoiarci troppo...”
Io personalmente sono dell’idea che l’approccio di tipo “nazista integralista” sia l’unico che possa garantire dei risultati certi, anche se è indubbiamente noioso e faticoso. Pochi effettivamente sono disposti a sopportare estenuanti sessioni di prove concentrate esclusivamente sullo stesso pezzo, magari addirittura ore a provare e riprovare un singolo passaggio particolarmente difficile, o una sequenza di accordi un po’ ingarbugliata o dei cambi di ritmo particolarmente ostici.
Molti invece preferiscono passare da un pezzo all’altro senza averne terminato nemmeno uno, nella speranza o certezza che col tempo le cose poi vengono da se. All’interno di queste band, le frasi più ricorrenti sono: per non sclerare oppure per non andare in paranoia o per non andare fuori di testa ma mi chiedo e vi chiedo, suonare deve essere un piacere, lo si fa per passione, e il piacere e la passione aumentano di pari passo col conseguimento di risultati, ma per avere risultati in ogni ambito, dalla vita di tutti i giorni, allo sport, alla musica la ricetta è una sola: lavoro duro, che nel nostro caso corrisponde anche a lavoro noioso ma indispensabile.
Poi ovviamente ci sono i fenomeni, quelli che dopo cinque minuti di prove ti fanno un pezzo perfetto, ma io parlo di gente normale...
Al

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Ecco, parlo da "gente normale"
di herrdoctor [user #18849]
commento del 15/02/2014 ore 19:41:02
La nostra scelta di pezzi avviene diciamo in primis evitando di spararla grossa, nel senso di scegliere una canzone molto difficile per un elemento del gruppo; deve essere un pezzo plausibile.
Dopo aver introdotto 3 brani e aver dato una pre-studiata, li proviamo in sala e vediamo se cmq il brano ha una sua resa; questo indipendentemente dagli errori commessi.
Capiamo subito se è "nelle nostre corde".
Poi come dici tu, si passa allo studio nazista integralista sia a casa sia in sala dei passaggi ostici e obbligati o dell'intero pezzo fino a quando non ci si accorda.

Discorso a parte per le canzoni troppo difficili; io sn una mezza sega a suonare ok?
Per me "Sultan of swing" è complicata.
Ho detto loro:"se la studio e la imparo (e quindi ci perdo tempo), la facciamo?"
Loro mi hanno dato l'ok dopo aver fatto una pre-session, poi quindi l'ho imparata tutta, ovviamente concentrandomi sul solo finale che costituiva lo zoccolo duro.
Quando era semi-pronta l'abbiamo provata seriamente.

Così anche loro.

Ciao


Rispondi
Re: Ecco, parlo da "gente normale"
di Martinez53 [user #23272]
commento del 15/02/2014 ore 20:04:13
Concordo, sopratutto sul fatto di scegliere pezzi adatti alle reali capacità dei singoli.
Troppo spesso ci si rivolge verso cose belle ma complicate, fuori portata, la conseguenza è una inutile perdita di tempo nel cercare di fare quello che, magari in questo momento, non è ancora nelle nostre capacità.
Ciao!
Rispondi
mah... ogni persona è diversa ...
di fabiojay [user #20826]
commento del 15/02/2014 ore 20:46:58
mah... ogni persona è diversa e ha bisogno di cose diverse, io ad esempio sono molto intuitivo, mi basta poco per capire la dinamica del brano anche se lo ascolto per la prima volta. Poi ho suonato con persone che avevano bisogno di provare, riprovare, provare ancora e provare per sicurezza per non essere mai soddisfatti alla fine. Se io non riesco in un passaggio è inutile tormentare tutto il gruppo, mi eserciterò di più da solo a casa, io almeno sono fatto così. Poi la vera esperienza col gruppo te la fai non provando, ma suonando live... è lì sul palco che ci si affiata davvero
Rispondi
Re: mah... ogni persona è diversa ...
di Martinez53 [user #23272]
commento del 15/02/2014 ore 21:52:37
E' vero, uno solo non può bloccare tutto il gruppo, meglio provare a casa...
Rispondi
Re: mah... ogni persona è diversa ...
di herrdoctor [user #18849]
commento del 15/02/2014 ore 23:05:3
Quando io cito "provare un passaggio ostico" non parlo della difficoltà di un singolo membro ma dell'intero gruppo; se fosse il problema del singolo che si blocca, scusatemi ma i "vaffanculo" in sala prove si sprecherebbero.

E' ovvio che si studia a casa............




Rispondi
Ognuno impara in modo diverso, ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 15/02/2014 ore 21:15:28
Ognuno impara in modo diverso, una band e' un'amalgama di gente diversa, ergo a mio avviso non esiste un metodo unico. La capacita' di una band di preparare nuovo materiale, e la rapidita' con la quale lo si apprende, sono proporzionali (rispettivamente in modo diretto ed indiretto) alla esperienza professionale collettiva. Se una band non riesce a mettere assieme un brano rapidamente e' perche', per quanto ho visto di persona, manca quell'esperienza collettiva.
Essenziale e' che ognuno faccia il suo prima di arrivare alle prove e sappia la sua parte al meglio. Se c'e' consenso sulla struttura della canzone e sulle parti di ognuno, preparare un pezzo diventa una questione di una ventina di minuti, giusto per suonarlo un paio di volte, essere sicuri che le transizioni funzionino e che l'arrangiamento sia adatto.
Personalmente non credo nella validita' del metodo "nazista". Se qualcosa non funziona e' inutile incarognirsi. Meglio non sprecare il tempo e andare oltre. A volte, con mente fresca e dita piu' libere, il pezzo riesce meglio piu' tardi. Altre volte non funziona proprio e va eliminato. Se e' una questione di trovare il problema, a volte e' meglio attendere, e un punto di vista fresco potrebbe risolvere il tutto. Come nel business cosi' nella musica, a volte attendere senza fare nulla e' la soluzione piu' efficace ed economicamente vantaggiosa.
Rispondi
Dipende tutto dal/ dalla cantante: ...
di OldBoy utente non più registrato
commento del 15/02/2014 ore 21:35:09
Dipende tutto dal/ dalla cantante: la voce è lo strumento più delicato, e provare piú di 3-4 volte un pezzo, in particolare se presenta passaggi difficili, che richiedono sforzo e fatica, alla lunga può far male.
Stessa cosa per l'ordine dei pezzi: la parola d'ordine deve essere equilibrio e bilanciamento.
Rispondi
mi trovo meglio a portare ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 15/02/2014 ore 23:22:15
mi trovo meglio a portare avanti vari pezzi simultaneamente
Rispondi
Ciao, noi purtroppo se suoniamo ...
di Ford78 [user #17514]
commento del 16/02/2014 ore 00:23:36
Ciao, noi purtroppo se suoniamo due ore la settimana è già tanto.. quindi facciamo così: scelto il pezzo, ognuno a casa si studia la propria parte, poi in sala prove si fa il pezzo due o tre volte di fila per trovare il groove della band... non ce la meniamo per i soli, quello che ci interessa la prima volta è sentire se il pezzo ha il tiro giusto.
nel giro di tre prove il pezzo è praticamente assmilato... cmq ci è capitato di voler fare un pezzo, studiarlo a casa e poi farlo alle prove.... e scartarlo !!!Perchè non scattava la coesione, ognuno suonava si la propria parte, ma sembravamo scollegati come gruppo....
Rispondi
Hai sollevato una questione cruciale. ...
di Oliver [user #910]
commento del 16/02/2014 ore 11:44:02
Hai sollevato una questione cruciale.
Dall'approccio che si sceglie, di solito dipende la sopravvivenza o meno della band.

Personalmente, quando si decide di provare un pezzo ostico preferisco un approccio "misto", che preveda anche l'inserimento di qualche altro brano più diretto. Il pezzo difficile serve per imparare e migliorare, quello più semplice per stemperare e... divertirsi. La componente di divertimento non deve mancare mai, altrimenti le tensioni possono diventare frustrazioni.

A parte questo, trovo che la difficoltà maggiore consista nelle motivazioni della scelta di un pezzo piuttosto che di un altro. A volte ci si sopravvaluta tecnicamente e si fa il passo più lungo della gamba. Altre volte un pezzo può non rendere perchè la band nell'insieme ha un sound troppo... diverso. Ma c'è di peggio: purtroppo ho constatato più volte che la maggior parte dei musicisti tende a scegliere e proporre pezzi con un'ottica incredibilmente soggettiva: ascoltano quasi solo il proprio strumento e se ne fregano del risultato complessivo. Se lo fa un cantante ci può stare, la voce è lo strumento in primo piano, quello che tutti (soprattutto i non-musicisti) seguono come riferimento: se funziona bene, metà del lavoro è fatto. Il guaio è che lo fanno anche i chitarristi, che si concentrano ad esempio su un solo pirotecnico o -molto peggio- i batteristi: troppe volte a loro è sufficiente sentire un bel ritmo o una serie interessante di fills, ignorando completamente il fatto che magari l'arrangiamento complessivo è una palla mortale per tutto il resto del mondo :)
Rispondi
E' un motivo di discussione ...
di maccarons [user #20216]
commento del 16/02/2014 ore 12:43:00
E' un motivo di discussione sul quale mi confronto col mio gruppo perennemente,
sarebbe troppo lungo scrivere qui a riguardo,ma se vuoi possiamo parlarne in un'altro ambito,
a me farebbe piacere,se sei d'accordo inviami una mail e così troveremo un modo per scambiarci
idee ed esperienze ;-)
Ciao
Rispondi
arrivare ben preparati
di dale [user #2255]
commento del 16/02/2014 ore 16:15:47
Se si prova e riprova per ore un passaggio o una sequenza di accordi forse è meglio cambiare pezzo, perchè evidentemente non si è all'altezza.
Secondo me la cosa migliore è arrivare preparati alle prove, ma proprio preparati avendo già suonato, magari in cuffia, sul disco, con giusto timing e giusto suono.
Se tutti fanno questo, le prove sono in discesa.
Per questo (se si opera così) per me si può provare anche solo una volta al mese, ma magari 3 o 4 ore dove si mette insieme tutto il lavoro.
Quindi suonare meno per suonare meglio.
Certo che se il cantante arriva senza testo, se il chitarrista a casa pensa "chissenefrega di sto passaggio, lo vedrò alle prove" , se il bassista non va a tempo perchè non sa bene il pezzo, se si deve decidere alle prove cosa deve fare la tastiera....è tutto un casino.

Io non starei mai in una band che prova ossessivamente un solo pezzo....se proprio non viene la metto da parte e la si fa dopo qualche altro pezzo, se ancora non viene....si cambia pezzo!

Ciao!
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