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Fender e Ovation: un management capace solo di far danno
Fender e Ovation: un management capace solo di far danno

di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 28 aprile 2014 ore 08:00
Il gruppo Fender chiude Ovation USA. Ovvero ha comprato la gallina, l'ha strozzata prima che facesse le le uova, poi l'ha gettata nella spazzatura senza cuocerla, con lo stesso devastante mix di cinismo, ignavia e incapacità che essa stessa aveva subito da Cbs nel decennio 1975-1984.
Il gruppo Fender chiude Ovation USA. Ovvero ha comprato la gallina, l'ha strozzata prima che facesse le le uova, poi l'ha gettata nella spazzatura senza cuocerla, con lo stesso devastante mix di cinismo, ignavia e incapacità che essa stessa aveva subito da CBS nel decennio 1975-1984.

FMI (cioè il gruppo Fender) ha deciso di chiudere la storica fabbrica Ovation di New Hartford, Connecticut, a causa di “current market conditions and insufficient volume levels”.  Su questo argomento si è sviluppato qui un bel thread, che mi ha messo voglia di informarmi meglio, per farmi un'opinione più precisa sulla vicenda.

Vediamo. Innanzitutto le "condizioni del mercato" con cui si confronta Ovation sono comuni a tutto il mercato della chitarra (i baby boomers invecchiati non ne comprano più e le nuove generazioni non la vedono come simbolo di libertà e successo). Quanto "insufficiente volume d'affari", nessuno ci toglie dalla testa che una Ovation ben gestita avrebbe avuto tutte le carte in regola (storia, notorietà, reputazione, competenze, eccetera) per essere produttiva, visto che ci riescono aziende molto meno solide (ma ben gestite).


Ecco. Forse FMI non ha rilevato Ovation nel 2006 solo con l'intento di togliersi un concorrente (come alcuni ritengono), ma certo dopo l'acquisto non ha innestato quella marcia in più che serviva a parare l'uscita di scena di Charlie e Bill Kaman. E dunque, se l'ultima Ovation pre-Fender non faceva faville (ma produceva eccellenti strumenti e avrebbe potuto essere rilanciata con uno sforzo relativamente contenuto), la Ovation post-Fender si è mostrata subito come un cadavere ambulante (bastava guardare il primo catalogo della nuova gestione per capirlo, con i 3/4 della produzione spostati in Oriente).

Osservazione. FMI ha comprato la gallina, l'ha strozzata prima che facesse le le uova, poi l'ha gettata nella spazzatura senza cuocerla. Insomma ha usato lo stesso devastante mix di cinismo, ignavia e incapacità che essa stessa aveva subito da CBS nel decennio 1975-1984. Ma invece di imparare dall'esperienza e prendere provvedimenti in positivo (anche nell'interesse del gruppo), il management ha risposto alla crisi di cui è responsabile navigando a vista (come capita spesso quando si subiscono gli eventi, anziché anticiparli). E com'era prevedibile ha sbagliato rotta.
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Concludendo. Alla faccia dell'immaginario di noi fenderisti con la voglia di credere a Leo che guarda dall'alto, FMI si conferma un gruppo mal gestito. Per un po' ha vissuto di rendita sullo sforzo titanico con cui Bill Schultz & C. hanno chiuso il capitolo CBS nel 1984 evitando il fallimento, ma da inizio millennio si è chiuso in uno spocchioso e devastante autismo postmoderno. 
Le conseguenze risultano evidentissime scorrendo i bilanci: un indebitamento pesantissimo, margini di profitto a un terzo della media industriale degli Stati Uniti, rating negativo (Moody ha addirittura appioppato nel 2013 un "B2-PD Probability of Default") e soprattutto una pericolosissima debolezza sulla distribuzione, affidata per oltre 1/6 del prodotto a una sola catena di negozi (Guitar Center) che vive da anni un costante calo di fatturato (una spada di Damocle che andava scansata almeno cinque anni fa e non ci voleva un genio per capirlo). Su tutto, come ciliegina, la IPO ritirata del 2012, uno svarione finanziario che ha distrutto la credibilità del gruppo, dopo il quale il management Fender al completo, fosse stato giapponese, avrebbe fatto seppuku. Invece - com'è tradizione occidentale - eccoli sempre tutti lì, per continuare a far danno. 

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Tutto giusto ma...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 28/04/2014 ore 08:26:28
... ma ti prego di correggere quell' "autismo devastante" che ti è scappato nell'articolo.
In famiglia ho una persona malata di autismo, davvero devastante, e non riesco a farti passare la svista...
Rispondi
Re: Tutto giusto ma...
di yasodanandana [user #699]
commento del 28/04/2014 ore 09:12:15
giusto .. (con un abbraccio a te e a tutta la tua famiglia)
Rispondi
Re: Tutto giusto ma...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 28/04/2014 ore 09:19:26
Non sei il solo ad avere autismo in famiglia. Conosco il tema, non ne ho paura e ritengo che il termine "autistico" - entrato nel linguaggio come sinonimo di incapacità di ascoltare il mondo e relazionarcisi - esprima perfettamente il concetto, senza in alcun modo risultare offensivo per alcuno. Per questo lo uso, con consapevolezza e rispetto. E come l'autismo delle persone in molti casi ha effetti devastanti sull'ambiente famigliare, così l'autismo professionale ce l'ha sull'ambiente sociale. Come in questo caso.
Rispondi
Re: Tutto giusto ma...
di Deadwing utente non più registrato
commento del 28/04/2014 ore 11:58:05
in un mondo dove basta dire "nero" anzichè "di colore" (che colore poi? mah...) e rischiare il linciaggio, questa risposta mi è piaciuta tantissimo. bravo.
Rispondi
Re: Tutto giusto ma...
di jebstuart [user #19455]
commento del 28/04/2014 ore 22:00:23
Giustissimo ...


Rispondi
Re: Tutto giusto ma...
di CHARLIE [user #1047]
commento del 28/04/2014 ore 23:01:25
Premesso che sono i neurotipici che sono affetti da incapacità di ascoltare gli autistici e relazionarcisi :-), in qualità di zio "adottivo" di Donato sei di diritto titolato a usare il termine autistico e i suoi derivati.

Ma quelli della FMI sono solo bean counters, non autistici: piano con i complimenti!
Rispondi
Re: Tutto giusto ma...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 28/04/2014 ore 23:37:41
:-D hai ragione vecchio mio. Bacia Donato.
Rispondi
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Alberto io capisco che ti ...
di chiatarrox [user #36263]
commento del 28/04/2014 ore 08:30:04
Alberto io capisco che ti piacciano molto le Ovation. Ma credo che ci sia anche da aggiungere che é anche una questione generazionale. Nell'altro post altre persone sostenevano che tutti avevano una ovation in casa e tu imputi il fallimento alla cattiva gestione del marchio. Ma io che di anni ne ho 30 e frequento diversi musicisti tra i 20 e i 40 (ma ne vedo anche di più giovani e di più anziani) non ho mai visto nessuno che avesse una ovation o simil ovation in casa a parte appunto qualcuno della tua generazione. C'é chi può e vuole comprarsi la acustica di livello e si prende Gibson, Martin, Taylor ecc. (per non parlare di chi vuole di più e guarda verso marchi più boutique) e chi vuole solo il muletto o non può permettersi di più che si prende una Ibanez, una Yamaha o una stagg. Oggi semplicemente le ovation sono fuori moda, e la qualità sonora (per alcuni discutibile e senz'altro molto particolare) da sola evidentemente non ne giustifica l'acquisto. Bisogna poi considerare poi che oggi i sistemi di amplificazione in media sono molto cresciuti, e questo toglie ulteriormente appeal ad una chitarra che aveva il primato del suono da amplificata.
Non nego che il marchio abbia un suo fascino e che effettivamente all'epoca (ma anche per oggi) le soluzioni tecniche trovate fossero molto innovative. Il punto é che innovare non vuol dire sempre fare meglio o fare prodotti all'altezza dei concorrenti che producono ancora tradizionale. Sia a livello sonoro che a livello tecnico pratico. Tu nell'altro post, per fare una considerazione tra le tante, mi citi l'innovativo manico in alluminio con i fret integrati: se é la stessa chitarra che vidi anni fa da un liutaio delle mie parti sarà anche una innovazione ma poi se ti si consumano i fret devi cambiare tutto il manico.
Insomma io semplicemente sono convinto che Fender avrebbe pure potuto fare un battage pubblicitario enorme e sforzi maggiori per rilanciare il marchio ma comunque non avrebbe avuto successo: se uno strumento suona bene e ha dei pregi si vende quasi da solo, e la gente continuerà a comprarlo, d'altronde stratocaster e telecaster si vendono ancora da dio malgrado tempi bui e cattive gestioni passate.
Insomma: ci sono mode e strumenti che restano. L'ovation secondo me é stata solo di moda. Se no a quest'ora suoneremmo tutto chitarre tartaruga e altri marchi avrebbero cercato di adeguarsi al "nuovo standard".
Rispondi
Le Ovation mi hanno sempre ...
di SuperAdrian76 utente non più registrato
commento del 28/04/2014 ore 08:38:30
Le Ovation mi hanno sempre messo una certa tristezza....mai avuto una e onestamente non mi mancano.
Mi spiace, questo sì, per le persone che perderanno il lavoro a causa di queste cosiddette "strategie aziendali".
Rispondi
Re: Le Ovation mi hanno sempre ...
di tittis [user #28285]
commento del 28/04/2014 ore 13:46:32
...ma guarda un po',a me invece le acustiche tradizionali e soprattutto le Parlor (a 12 tasti fuori)mi danno,come dire, quell'aria un po' malinconica....naturalmente nessuna polemica,è solo una mia considerazione....le Ov invece,e sopratutto le mie sono (per me) uno spettacolo estetico
Rispondi
ottimo ragionamento
di Ermo87 [user #33057]
commento del 28/04/2014 ore 08:59:05
te lo dice uno che studio economia aziendale ;)
Rispondi
Re: ottimo ragionamento
di smilzo [user #428]
commento del 28/04/2014 ore 09:24:24
Il managment ha fatto quello che doveva fare: diminuire i costi, aumentare i profitti. Il problema è che l'orizzonte temporale è quello degli anni: tre anni, quattro, poi spremuti gli utili reindirizzati verso prodotti finanziari, l'azienda si trova priva di risorse per l'attività operativa (costruire chitarre!) e viene rivenduta. Chi ha perso il lavoro e chi vede calare la qualità può ringraziare il managment. L'operazione è riuscita perfettamente, ma il paziente è morto. ;)
Rispondi
Re: ottimo ragionamento
di Ermo87 [user #33057]
commento del 29/04/2014 ore 08:18:30
questo non lo condivido per niente. comunque meglio parlare di chitarre
Rispondi
se ho capito bene poi...
di bill1975 utente non più registrato
commento del 28/04/2014 ore 09:00:25
...non spariranno ma verranno costruite in oriente! poco male, sono sicuro che sapranno farle altrettanto bene.
Rispondi
Purtroppo ne ho avuta solo ...
di dale [user #2255]
commento del 28/04/2014 ore 09:02:29
Purtroppo ne ho avuta solo una Koreana (a parte la mia prima acustica, una Eko che tentava di emulare una Adamas), e suonato una Celebrity quindi non posso dire di avere avuto chissà quale esperienza.
Le ho comprate entrambe (in tempi diversi, ovvio) perchè il mio mentore musicale ne aveva una, e me le ricordo con affetto; ma ai tempi ero troppo inesperto e non capivo nulla di acustiche per poterle giudicare, oggi non so che valutazione darei e sicuramente dovrei confrontarmi con una "vera" Ovation.
Il fatto però che non sia più stato attratto da questo marchio mi fa pensare che preferisco le chitarre fatte di legno, è il mio suono di riferimento ad essere "tradizionale"; mai dire mai però...


Ecco una che mi piace molto come suona, e suona un'Ovation:


vai al link



PS Di management non ci capisco nulla, quindi non posso giudicare la scelta di fender, comunque non mi sembra un dramma, il grosso della produzione era comunque già orientale, le Ovation continueranno ad esistere, per il resto c'è il mercato dell'usato, immagino già i proprietari di Ovation USA:


"Questa è made in USA, non più in produzione, dunque rara, da non confondere con quella merxa che fanno adesso in Laos!"


:-)))))))
Rispondi
Ovation Generation
di sdan [user #208]
commento del 28/04/2014 ore 09:18:22
Appartengo musicalmente alla "Ovation generation", ed ai tempi ho addirittura considerato di acquistarne una (ho ancora un catalogo originale dell'epoca) ma devo dire che le ho sempre trovate irritanti come suono, con quella orrenda rosetta di plastica appiccicata alla buca e scivolosamente impossibili da tenere in mano anche da seduti; anche quando erano molto di moda e sui palchi di tutto il mondo imbracciate da gente come McLaughlin, Di Meola ecc. ed erano un must (credo che tutto fosse dovuto al fatto che c'era la versione elettrificata a catalogo, piuttosto comoda e spiccia per i tempi, ma potrei sbagliare...)
Sono ovviamente molto dispiaciuto per coloro che perderanno il lavoro e tanto di cappello per la avanzata ricerca tecnologica posta in essere allora ma per quanto mi riguarda la Ovation non avrebbe nemmeno dovuto aprire.
Questione di gusti, naturalmente, e senza offesa per nessuno.
Sulla gestione aziendale Fender non sono in grado di esprimere un parere, del resto irrilevante, ma la famelica acquisizione dei marchi della quale si è resa protagonista è sinceramente antipatica.
Rispondi
una Ovation, oggi, non e' ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 28/04/2014 ore 09:19:19
una Ovation, oggi, non e' piu' cosi' attraente nemmeno per me.. quindi, probabilmente, anche se la ditta fosse gestita benissimo, io non sarei fra quelli che la sosterrebbero' comprandone i prodotti ...

in ogni caso Fender non e' un istituto di beneficienza, un produttore di arte, cultura e bellezza, ma un'iniziativa commerciale, per cui c'e' da aspettarsi che facciano mosse che nascano solo da calcoli di profitto
Rispondi
Re: una Ovation, oggi, non e' ...
di smilzo [user #428]
commento del 28/04/2014 ore 11:12:58
Il profitto nasce da due cose:
- dalla produzione
- dall'investimento monetario/finanziario (gestione di cassa).

L'azienda sana deve il suo profitto alla produzione; altrimenti stiamo comprando chitarre marchiate Lehmann, Mediolanum, Unicredit. Suoneranno bene se e in quel momento uno dei fantozziani manager sarà appassionato chitarrista e devierà parte degli utili (altrimenti destinati a portafoglio titoli) alla produzione di chitarre.

Nessuno nega il profitto che nasce dal lavoro, ma non dalla vendita di titoli tossici, smaltimento rifiuti, prostituzione, immigrazione illegale (che diventano PIL, azioni e titoli).

***
Manager, mi rivolgo a te: vuoi rilanciare Ovation? Falla contendere in video da Katy Perry, Beyonce, Shakira... ;)
***
Rispondi
Scelte giuste e sbagliate
di ADayDrive [user #12502]
commento del 28/04/2014 ore 09:46:08
E' evidente che la Fender ragiona (e deve ragionare) in termini di utili e profitti, ma ci sono scelte industriali giuste e scelte industriali sbagliate. Ad esempio basti pensare alla Nokia, che ha sottovalutato il fenomeno smartphone con conseguenti disastri.
Secondo me il problema è che il management Fender ha compiuto l'ennesima scelta sbagliata, peraltro l'ultima di una lunga serie (e il dato riportato da Alberto sottoscrive la mia tesi).
Disperdere know-how di qualità è sempre un errore. Di fatto si insegnano i propri segreti a competitor che possono produrre a basso costo, poichè possono lucranre sull'assenza di diritti e sullo sfruttamento delle risorse lavorative.
In letteratura ci sono centinaia di casi.
Rispondi
solo una opinione sul "management"...
di speedyguitar [user #5962]
commento del 28/04/2014 ore 09:48:48
Ogni volta che una azienda ci lascia le penne salta fuori sempre questa frase "Il managment ha fatto quello che doveva fare: diminuire i costi, aumentare i profitti" oppure " eh, ma l'azienda non è un istituto di beneficenza,..ect etc" . Addirittura sento in giro che Marchionne ha fatto bene il suo lavoro e avanti così.... mah. A parte che si potrebbe anche parlare di etica manageriale, un pochino, il punto è questo: se si fosse ragionato sempre e solo in termini di profitto ( che quasi sempre sono pensati nel breve-medio periodo ) non sarebbero MAI NATE centinaia di aziende che hanno fatto la storia a livello musicale, automobilistico, informatico..non sarebbero esistite l'Olivetti ( di allora ) la FIAT ( di allora..) Fender , e chissà quanti altri nomi.
Se non c'è passione ,cultura e si vuole gestire una azienda i cui prodotti sono vivi da decenni si rischia di farlo come per gestireuna fabbrica di pane; si chiude qua , si apre là, tanto il pane è..pane. A mio avviso , se non cambia questa mentalità, tre quarti del mondo moderno delle aziende storiche è destinato a sparire. Naturalmente, mia personale opinione.
Rispondi
Sinceramente non mi pare logico ...
di davo [user #31664]
commento del 28/04/2014 ore 10:12:25
Sinceramente non mi pare logico mescolare la pur giustificata ammirazione per una categoria e un marchio di strumenti con discorsi sul management e sulle scelte commerciali di Fender.
La Ovation verrà prodotta altrove perchè è un marchio che non vende bene e bisogna abbattere i costi: a me spiace per il lavoratori ma non mi strappo i capelli per i chitarristi derubati del loro "sogno", anche perchè se Fender ha rilevato il marchio evidentemente era già sull'orlo del fallimento.

Per quanto riguarda le pecche commerciali di Fender, evidentemente ci sono, anche se non credo che siano da confondere con la qualità della produzione ma piuttosto da mettere in relazione con strategie poco accurate di marketing e con percorsi di vendita poco razionali.

Un'ultima cosa: trovo davvero difficile mitizzare Leo Fender come un buon padre di famiglia, derubato del suo figliolo da avidi commercianti che ne macchiano l'aura di leggenda: Leo era un produttore che teneva d'occhio il mercato tanto quanto i dirigenti CBS e gli attuali FMI, non un eroe romantico.
Rispondi
Precisazioni
di alberto biraghi [user #3]
commento del 28/04/2014 ore 10:40:30
Il dibattito è interessante, quindi preciso un po' di temi perché qua e là raccolgo l'impressione di non essere riuscito a spiegarmi bene. Provo a schematizzare.

1) il fatto che a me piacciano alcune chitarre Ovation conta solo perché ho seguito la faccenda, ma non è merito della mia riflessione (anche perché per me Ovation era già finita nel 2006 con l'uscita dei Kaman). La mia riflessione è puramente socio-economico-culturale.
2) non è pregnante il fatto che Ovation sia o meno di moda, che qualcuno la veda o meno nei negozi e sui palchi. Contano i numeri, i quali dicono che le vendite di Ovation - non esaltanti, ma decenti tra 2000 e 2006 - sono tracollate *dopo* l'acquisizione da parte di FMI, quindi il management *non* ha fatto gli interessi del gruppo, perché ha dissolto l'investimento.
3) non mi disturba che il marchio sia confinato in Oriente, siamo in un libero mercato e per fortuna possiamo comprare quello che ci pare. Invece mi disturba *molto* la dissoluzione di un patrimonio culturale e aziendale enorme, quasi mezzo secolo. Come dice Jerome Galopin (animatore del frequentatissimo vai al link) non si sa che fine farà la mole enorme di documentazione, la collezione, eccetera.
4) inoltre, uno straccio di etica aziendale, come sottolinea qualcuno, è doveroso anche nell'economia occidentale, perché va a vantaggio del mercato. Questi invece lasciano a casa una cinquantina di persone esperte perché non sono stati capaci *loro* di far funzionare l'azienda. Seppuku subito.
5) il mio riferimento a Leo era proprio nel senso di una persona con un pragmatico spirito commerciale, quello che manca al management FMI. Dopo Hamer, Guild, Charvel, in parte Jackson e Gretsch, oggi Ovation, questi stanno rischiando di mandare a puttane anche Fender. Leggetevi i report di Moody: "azienda a rischio di default". Lo dicono i numeri, non io.

vai al link
Rispondi
Re: Precisazioni
di chiatarrox [user #36263]
commento del 28/04/2014 ore 11:02:21
Una domanda: ma i dati quelle vendite aziendali dove li reperisci? Su che base si può dire che le vendite modeste di prima fossero redditizie per l'azienda?
Il fatto che le Ovation piacciano molto a te per l'appunto, non può magari impedirti di vedere che forse oggi é un prodotto che piace poco o niente al grande pubblico?
Rispondi
Re: Precisazioni
di alberto biraghi [user #3]
commento del 28/04/2014 ore 11:21:02
Come si può facilmente immaginare, visto che dal 1992 mi occupo di editoria sugli strumenti musicali e da oltre 10 anni questa è la mia principale attività professionale, accedo a dati e informazioni pubblici, ma di difficile reperibilità se non si è in contatto con le fonti ufficiali, come fa qualunque giornalista per il proprio settore di competenza. Per esempio le quote di mercato delle aziende che producono, importano, distribuiscono.
Rispondi
Re: Precisazioni
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 28/04/2014 ore 11:50:0
Questo tuo odio nei confronti di Ovation è francamente incomprensibile.
Rispondi
Re: Precisazioni
di chiatarrox [user #36263]
commento del 28/04/2014 ore 13:41:46
Nessun odio.
Semplicemente mi domando come mai non si arrivi semplicemente alla conclusione che l'Ovation come chitarra non piace e quindi non vende, da qui il passo di chiudere gli stabilimenti USA. Se la gente avesse voluto sborsare 3000 euro per una chitarra con il guscio made in USA lo avrebbe fatto. Per altro io non vedo in giro neanche tutte le orientali low cost. Capisco che possa avere anche qualche estimatore, specie tra le persone vissute ai tempi in cui era di moda, pero' é evidente che il gusto del pubblico si orienta altrove.
Rispondi
Re: Precisazioni
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 28/04/2014 ore 14:16:47
In Francia di Ovation se ne vendono a iosa, in Giappone sono un vero e proprio culto(i modelli riservati al mercato giapponese prodotti in USA vantano un catalogo separato, basta consultare il sito del distributore locale Kanda Shokai). Se non "le vediamo" qui non significa che in altre parti del mondo non siano apprezzate. E - ripeto - non tiriamo in ballo la legge dei grandi numeri, altrimenti aziende come Alembic avrebbero chiuso i battenti da un pezzo...
Rispondi
Re: Precisazioni
di chiatarrox [user #36263]
commento del 28/04/2014 ore 16:21:48
Guarda con me caschi male: vivo in Francia da 3 anni e qui di Ovation neanche l'ombra. Il Giappone non so dire, anche se bisogna dire che i Giapponesi hanno livelli di feticismo e collezionismo molto alti per gli oggetti bizzarri, comunque per dire, anni fa giravo molto gli Stati Uniti e anche li, zero... detto questo vorrei proprio capire dati alla mano, dove li troviate sti numeri di vendite da capogiro... sarei proprio curioso... resta il fatto che se Ovation vendeva sto numero enorme di chitarre chissà come mai ha chiuso...direi che basta questo dato di fatto per chiudere la discussione, al di là di tutte le spiegazioni di fanta economia...
Rispondi
Re: Precisazioni
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 02/05/2014 ore 00:33:38
"Vivo in Francia da tre anni" non significa un bel nulla: ripassati la storia di come Marcel Dadi scatenò una vera e propria "febbre" da Ovation che rese la Francia il secondo paese dopo gli USA come numero di chitarre vendute.

Basterebbe davvero questo per chiudere la discussione, si. Invece tu continui nella tua opera denigratoria. Mi raccomando, continua a suonare le tue Collings, Taylor, etc... che noi stiamo bene dove stiamo.
Rispondi
Re: Precisazioni
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 28/04/2014 ore 11:53:43
Fammi aggiungere anche Fender Japan: dall'inizio dell'anno la produzione interna giapponese non vede altro che chiusure di linee produttive.
Rispondi
Re: Precisazioni
di TheTrooper utente non più registrato
commento del 28/04/2014 ore 15:00:34
E la linea Giapponese è anche l'unica seria, che ha sfornato dagli '80s chitarre della madonna. Fender merita il fallimento ASSOLUTO per tutte le boiate che ha fatto negli ultimi 15 anni. Pensate alle Jackson o alle Charvel: ora ormai, puntano molto, anzi quasi solo (soprattutto Charvel) sulle "(Un)Made in USA"; solo le Custom Shop VERE e le Artist (2-3: Govan, DeMartini e JakeE.Lee hanno modelli USA in produzione). Le Jackson meno, hanno molte USA Made, ma prezzi spesso improponibili, soprattutto le Custom Shop e le Signature (apparte la Smith che è "affordabile"). Di Jackson parlano male alcuni, delle ultime produzione, e per male intendo che anche se USA la qualità è calata, mentre il prezzo è salito (infatti molti vanno sull'usato pre 2002, quindi pre Fender, e le Jackson anni 80 stanno popolando Ebay e mercato dell'usato in generale, perchè vanno acquistando valore). Fender campa comunque grazie alle Jackson (con l'aggiunta di Broderick hanno sicuramente sollevato un pò la loro sorte, ma anche alle nuove 8 corde, moda del momento) e grazie a EVH, che sarà pure un marchio nuovo, ma essendo gestito da Eddie e in collaborazione con i Masterbuilder (quindi personalità conosciute e "seguite") registrano vendite considerevoli, e le "SuperUSAMadeRelicCustomShop" costano 3 arti, ma vendono ai collezionisti, o smetterebbero di farle.
Ritornando a Fender Japan, andate a dare un'occhiata al catalogo Jappo: Fender mai viste, della serie: Stratocaster con top in Koa e tastiere in Ebano, cose mai viste nel mercato USA e ancor meno nel nostro. ragazzi, come qualcuno ha detto, "Le Ovation non vendono perchè sono superate, prezzi alti, erano solo una moda", ma anche la vostra amata Stratocaster, è superata da 40 anni ormai, che "vanta" un ponte tremolo che tiene l'accordatura se non lo usate MAI o se mettete le Locking, e che per scelta di legni lascia troppo a desiderare; qualsiasi ibanez RG Japan (che sia Prestige, o dei '90s) gli da la paga in fatto di suono, volume, suonabilità e tutto quello che ci sta in mezzo, se poi prendete le Fender Custom Shop andate pure peggio, che a fargli concorrenza, sia in qualità che in prezzo, ci sono le J-Custom (che trovate sull'usato anche a meno) e le Music Man anche standard, se poi andate sulle BFR o i modelli limited.......vi dimenticherete di quel tumore che è diventata la Fender, che vende le proprie chitarre solo perchè c'è sta mania insulsa del Vintage
Rispondi
Re: Precisazioni
di Zado utente non più registrato
commento del 29/04/2014 ore 21:34:4
Ti abbraccerei se potessi,massima ammirazione.

Piccola precisazione sulle Jackson: al contrario di marchi concorrenti,Schecter,Ibanez,ESP su tutti,sono anni che propongono ben poche innovazioni..gli altri producono modelli nuovi come se piovesse,la Jackson..beh,nuove finiture e poco altro.

Non solo: pesanti solo le lamentele sul custom shop Jackson..si parla di custom order sbagliatiper chitarre costate piu di 4000 euro,e ricordo d'aver anche letto di una Kelly CS consegnata al compratore con 23 tasti!Robe da mani nei capelli.


Per quanto riguarda fender...provate diverse,mai avuta una e mai vorrò averne.Mille volte una assemblata piuttosto.O una ESP vintage plus.O una Schecter Traditional.O qualsiasi altra cosa,ma Fender per cortesia no.
Rispondi
Re: Precisazioni
di TheTrooper utente non più registrato
commento del 29/04/2014 ore 22:23:2
Grazie mille, ricambio!
Hai ragione su Jackson, dovevo spiegarmi meglio: in effetti apparte nel 2012 (?) quando sono entratein produzione la Broderick e la Scott Ian signature, hanno solo riproposto colorazioni diverse e poche novità prettamente tecniche (quest'anno esce la Soloist 30th anniversary, Limited Edition, costrutite da quello che ho capito dal grande Mike Shannon, solo che costeranno una barca di soldi). Jackson ha aggiunto il Guitar Builder, solo che la CS che ti facevi ti veniva di minimo prezzo 2000£-3000£ (parlo in sterline UK perchè ho visto un video di Andertons, dove avevano ordinato una Dinky CS con loro specifiche, ma che hanno a prezzo di listino sui 2250£ mi sembra, quindi prezzi molto molto seri, non che non li valgano per la cura e i materiali [ e ci mancherebbe], ma il rincaro delle dogane c'è sempre). Jackson come sai è ormai proprietà di Fender dal 2002 (e si vociferava che Mr. Dave Mustaine volesse acquistare il marchio Jackson, ma la sua offertà fu ovviamente superata da Fender, per quello ha vagato da compagnia a compagnia) e non mi sorprende che non introducano niente di eclatante....spero non chiudano anche il CS Jackson visto l'andazzo.......... Dai un'occhiata al sito Fender Japan, guarda che chitarre assurde hanno in produzione e che noi non vedremo mai se non andandole a prendercele là........legni mai visti su delle Strato, quello che ci vorrebbe agli amanti Fender per il mercato occidentale, senza dover spendere 2500€ per la Exotic Series!
Rispondi
Re: Precisazioni
di Zado utente non più registrato
commento del 29/04/2014 ore 23:03:05
In effetti in giappone han sempre goduto di produzioni d'eccellenza,spesso inusuali o quantomeno stravaganti (ESP Japan),spesso talmente classiche da contrastare idealmente il marchio d'origine (schecter japan,prima che la schecter USA facesse la USA production).....ma sempre cose che dalle nostre parti si è solo potuto sognare,ed è un peccato atroce,davvero...
Rispondi
Re: Precisazioni
di TheTrooper utente non più registrato
commento del 29/04/2014 ore 23:22:4
Infatti, lo dico sempre, i Giapponesi stanno avanti, soprattutto in fatto di chitarre.
Rispondi
Re: Precisazioni
di Aristide [user #9744]
commento del 28/04/2014 ore 18:21:13
Se hai tempo, Alberto, leggi anche cosa si scrive sul forum degli appassionati GUILD:
vai al link
L'i mpianto di New Hartford ormai produceva pochissime Ovation. In compenso, la FENDER aveva finalmente trovato dei veri liutai, competenti e appassionati, ai quali far costruire le acustiche made in USA di quel marchio storico.
Le GUILD fatte a New Hartford sono considerate le acustiche migliori mai costruite dalla GUILD, a livello dei modelli analoghi di Bourgeois e Collings.
Col licenziamento dei liutai, questo patrimonio va definitivamente perso.
A proposito del rischio di default per FENDER: sullo stesso forum leggo che Fender è stata venduta. A Burger King.
Il CEO di Fender dovrebbe lasciare a giorni, mentre da alcune settimane i "tagliatori di teste" dell'acquirente stanno facendo il loro mestiere...
Rispondi
Se un'azienda come Fender, con ...
di waterdog [user #12638]
commento del 28/04/2014 ore 11:54:12
Se un'azienda come Fender, con una storia come Fender, non sa tutelare i marchi che acquista e li tratta alla stregua di ciò che ha fatto Fiat con Lancia e Alfa, distruggendoli di fatto invece di farli crescere ulteriormente e diventare concorrenti di Bmw, Audi, Mercedes (cioè marchi premium) allora non sta facendo bene il suo mestiere.

Concordo completamente con Alberto: l'economia non è e non deve essere solo soldi, anche perchè i soldi non si fanno e non si devono fare solo con la parte finanziaria, ma con qualcosa di più solido. Come, appunto, ben sapeva Leo Fender, ci deve sempre essere un'innovazione che nasce da precursione, visione, cultura, conoscenza, insomma grande intelligenza, quel "saper fare" che è proprio di tutti i grandi, veri, sani imprenditori, che conoscono e amano profondamente ciò che producono, non distratti e pingui dirigenti che vedono solo scartoffie, conti e budget, che da soli non servono a nulla.

Questo per dire che dirottare l'ennesima impresa storica in oriente non è altro che una svendita della nostra cultura, della nostra essenza, un disprezzo totale dei nostri valori più profondi, che nessun profitto nè mercato potrà mai ripagare. Chi non capisce questo non ha capito l'essenza stessa dell'economia, che non è fatta di grafici e bilanci, ma di uomini e idee, tradotti poi in prodotti con un'anima e non solo spazzatura da far passare nel tubo digerente.

La Fender, prima di collassare totalmente (o di delocalizzare tutto e poi collassare totalmente lo stesso) dovrebbe valorizzare i propri prodotti, prima con la qualità, poi con i prezzi adeguati, magari tralasciando alcuni spazi del mercato investendo in quelli che storicamente le sono più affini, lavorando con orgoglio, rispetto, passione (anche se è una parola che non amo molto), licenziare i contabili e prendere chi ne sa di chitarre.

Cosa fare di Ovation? Io avrei aumentato ulteriormente la qualità riducendo la tiratura, riportando tutto in Usa, guardando al passato, ricreando modelli storici e qualche (pochi) nuovo modello. Se le masse non comprano più riduci i numeri e alza qualità e prezzi, è una formula che funziona sempre: il mercato del lusso e dei prodotti premium non soffrono mai le crisi, andate a vedere i bilanci di Sadowsky, di Suhr, di Vinetto, ecc. non riescono a stare dietro alla produzione, e la lista d'attesa è lunghissima. Così liutai come Manzer, che addirittura dirotta gli ordini verso altri colleghi a meno di attese di qualche anno.

Certo, Ovation non è nessuno di questi marchi, è soprattutto chitarre acustiche (ma non solo), ma secondo me avrebbe potuto fare molto meglio con un po' di creatività in più e un po' di manager in meno.

Rispondi
Re: Se un'azienda come Fender, con ...
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 28/04/2014 ore 12:14:59
A rifare i modelli storici ci hanno provato: Adamas #47 slothead reissue, la chitarra preferita da Charlie Kaman, la stessa che imbracciava Cat Stevens. Risultato? US$ 5,000 per uno strumento che SOLO l'amatore poteva comprare(e non era neanche amplificato...). La verità è che tutte le Ovation USA sono sempre state tremendamente overpriced. Però a suo tempo andavano, perché niente era come loro.
Oggi puoi comprare una Custom Legend 869 koreana a cassa super shallow come quella che raccomanda Robert Fripp ai suoi studenti del Guitar Craft a 850 Euro, con tutte le caratteristiche giuste. Prima ti ci voleva almeno il triplo del prezzo.
Rispondi
Re: Se un'azienda come Fender, con ...
di waterdog [user #12638]
commento del 28/04/2014 ore 12:33:43
Lo so, è vero anche quello che dici, forse la Adamas#47 costava un po' troppo, ma non la confronterei certo con le coreane che consiglia il buon Fripp (appunto agli studenti) che suoneranno anche bene, ma sono fatte in Corea, non c'è niente da fare, non è solo il suono che conta. Chi comprerebbe una Ferrari fatta in Cina?
Quando faranno le Ferrari in Cina allora avremo davvero perso la guerra.
Rispondi
Re: Se un'azienda come Fender, con ...
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 28/04/2014 ore 12:43:14
Attenzione, non ho detto che Fripp consigliava chitarre coreane ai suoi studenti! Lui consigliava QUEL modello che per ergonomia quando accordato in NST era perfetto. A suo tempo era costruito in USA.

Poi fu dismesso e la produzione riprese tempo dopo in Korea(aggiungo, senza nessuna pubblicità da parte della casa madre...) stessi materiali, stessa elettronica e una qualità costruttiva imbarazzante(in positivo). Il tutto a 850 Euro quando il modello originale ne costava 2.500...
Rispondi
Re: Se un'azienda come Fender, con ...
di waterdog [user #12638]
commento del 28/04/2014 ore 13:03:41
Chiedo venia, su questo aneddoto di Fripp ero impreparato.

In ogni caso ci saranno stati anche altri modelli sul mercato che sarebbero potuti andare bene come ergonomia e caratteristiche generali. Il mio discorso infatti era incentrato sulla quallità intrinseca, sul piacere di avere un certo strumento, al di là del fatto che in Corea, per esempio, producano ottime chitarre. Non avranno mai un valore storico, un fascino, uno status da strumento che ha una vera storia.

Sarebbe come una Stratocaster esattamente identica, anche nel suono e nel feel, ad una pre-CBS, ma fatta in Cina, magari avrebbe anche una sua collocazione commerciale, al giusto prezzo, ma sarebbe sempre una porcata (e ho usato un termine gentile).

Il mondo della chitarra non è e non deve essere pragmatico, soprattutto a certi livelli, altrimenti la chitarra diventerebbe un prodotto come gli altri, e non è un prodotto come gli altri, è arte e cultura, anche a bassi livelli.
Rispondi
Re: Se un'azienda come Fender, con ...
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 28/04/2014 ore 14:12:25
Beh, lo hanno fatto a suo tempo con la produzione lassù it giapponese. Addirittura Fender per sopravvivere ha dovuto venire a patti con Greco...
Rispondi
Re: Se un'azienda come Fender, con ...
di Puce [user #14037]
commento del 28/04/2014 ore 22:28:58
Che differenza c'è tra: fare una Ferrari in Italia con menti e braccia cinesi,
o fare una Ferrari direttamente in Cina?
Rispondi
Re: Se un'azienda come Fender, con ...
di chiatarrox [user #36263]
commento del 28/04/2014 ore 13:48:20
"Cosa fare di Ovation? Io avrei aumentato ulteriormente la qualità riducendo la tiratura, riportando tutto in Usa, guardando al passato, ricreando modelli storici e qualche (pochi) nuovo modello. Se le masse non comprano più riduci i numeri e alza qualità"

Ho i miei dubbi che qualcuno sborserebbe più di 3000 euro per una Ovation o cifre addirittura superiori. Come fare ad aumentare ulteriormente la qualità di uno strumento simile? Avrebbe senso metterci, che so, il top di abete centenario? Va bene la legge della domanda e dell'offerta ma perché il prezzo lieviti bisogna avere poca offerta e tanta domanda. Se di domanda ce n'é poca...

Io non mi sento di colpevolizzare Fender, sempre se di colpa si tratti quella di dismettere un marchio che non funziona. Se le Ovation oggi avessero un mercato non avrebbero chiuso gli stabilimenti americani.
Rispondi
articolo interessantissimo. mi trovo molto ...
di Deadwing utente non più registrato
commento del 28/04/2014 ore 12:07:45
articolo interessantissimo. mi trovo molto d'accordo con l'autore, queste sono scelte manageriali sbagliate. un'azienda con le competenze di ovation non può chiudere solo perchè gli strumenti all'improvviso sono diventati brutti o mal suonanti agli occhi degli acquirenti.
perchè prima piacevano e adesso no? questioni di marketing, distribuzione, scelte manageriali.
a guardarsi intorno esistono marchi con produzioni altrettanto eccentriche che nonostante questo conservano la loro nicchia e continuano a produrre ricchezza di saperi ed economica.
Rispondi
io sono "coevo" di alberto ...
di franklinus [user #15063]
commento del 28/04/2014 ore 15:37:47
io sono "coevo" di alberto e,quindi, delle ovation...la loro nascita fu rivoluzionaria,sia nella forma che,soprattutto,nel suono amplificato...nessuna chitarra in commercio aveva quella presenza e chiarezza polifonica che,sui palchi mini o maxi,permetteva ad un chitarrista di farsi sentire perfettamente...i tempi sono cambiati(che frase originale!),ora basta una cinese da 4 soldi....è un preambolo anagraficamente nostalgico per dire che le nequizie del marketing FMI sono al passo con i tempi...la ragione mi dice che è così,il cuore....beh,il cuore,fortunatamente,è un' altra cosa
Rispondi
distinguo
di jackvance [user #34268]
commento del 28/04/2014 ore 21:43:59
Un distinguo è necessario:se si parla di etica manageriale posso solo dire che Fender ha subito affossato Ovation ( un fatto) e che una ditta fondamentalmente ha per etica solo l' avere l' uovo subito e della galliina chi se ne frega. ora non voglio dire che innovare non sia importante ma qui si parla si chitarre mica della NASA. Ovvero se avessero semplicemente tenuto la produzione al livello Kaman tanto bastava per navigare e non scontentare gli estimatori. Sono chitarre difficili da settare ma hanno avuto una loro ragione di essere e la gente non credo le comprasse perchè fossero eccezionali ( almeno io e i musicisti che conosco).Se Fender gisbon guilld e company facessero meno innovazioni e tenessero la qualità degli anni d'oro ( che potrebbe anche significare meno quantità di vendite ma non per forza di guadagni) per me sarebbe meglio: tra l'altro oggi tutti o quasi imbracciano fior di strumenti : bè voglio fare una provocazione..si stava meglio quando il massimo era avere una Yamaha o una ibanez e arrivare a quelle icone era un lavorone.
Domanda e offerta s' incontrano anche oggi ma il livello qualitativo ed educativo è peggiorato... e lo stesso dicasi per la didattica: utilissima sì ma anche mortalmente sterile e omicida dell' orecchio.
Per quanto riguarda lo strumento : ho una custom legend .Difetti ? certo ma quando la imbraccio sono contento e non penso se è o meno innovativa.
Rispondi
Re: distinguo
di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 28/04/2014 ore 22:51:12
Ma scusa una cosa, perché mai dici che è difficile da settare?
A me pare di una semplicità disarmante.
Rispondi
Tutti Manager a quanto vedo. ...
di Puce [user #14037]
commento del 28/04/2014 ore 22:58:48
Tutti Manager a quanto vedo.
Schematicamente il mio pensiero:
1- Se Ovation USA vende e fattura x milioni di $ non si chiude
2- Se nessuno vuole più chitarre Ovation, USA, Cina, Korea, ... chiudono
3- Se il fatturato diciamo Ovation Korea deve sostenere le perdite Ovation USA,
USA chiude.
Poi siamo sempre alle solite, non riesco mai a capire perchè un operaio "non USA" debba essere sempre incapace di costruire chitarre. Io la vedo in positivo (ovvio non per chi perde il lavoro, ma questo in assoluto) probabilmente ci sarà più cura ed attenzione nella produzione, e se non dovesse cambiare nulla sulla qualità, credo che un buon 80% del mercato che non può permettersi il Made in USA, non se ne accorga nemmeno.
Rispondi
Re: Tutti Manager a quanto vedo. ...
di zabu [user #2321]
commento del 29/04/2014 ore 05:48:54
Ovation chiude negli USA per l'incapacita' e la voracita' del management Fender non perche' non aveva le potenzialita' per stare in piedi sul mercato. Con la totale delocalizzazione della produzione si distrugge una tradizione, un bagaglio enorme di esperienza e la storia del marchio.

Ci sono buoni esempi di produttori di nicchia che riescono a stare in piedi benissimo sul mercato e continuano a produrre in USA. La Rickenbacker addirittura non ha mai delocalizzato la produzione ed offre una qualita' comparabile a quella dei cosi' detti "Custom Shop" su strumenti di serie.

Sicuramente anche gli operai o liutai asiatici sanno costruire tanto quanto gli americani, non credo questo sia il punto. La differenza di qualità con la produzione USA spesso dipende solamente da quello che gli si chiede di costruire.
Rispondi
Re: Tutti Manager a quanto vedo. ...
di waterdog [user #12638]
commento del 29/04/2014 ore 08:42:02
Mi pare che a questo punto si siano delineate due "fazioni" abbastanza precise: chi pensa che si potesse mantenere la produzione in Usa e chi dice che, a causa del cambiamento del mercato, non si poteva che delocalizzare in oriente e che in fondo non è una cattiva idea.

Tutti pareri rispettabili. Una marca storica è però defunta e ne rimarrà solo il ricordo e gli esemplari superstiti (senza contare l'ennesimo danno all'economia e alla perdita di ennesimi posti di lavoro e di know how).

Pensate se accadesse la stessa cosa per altri grandi marchi: queste potrebbero essere solo le prove generali per delocalizzare anche altro... e ritorniamo all'abominio della Ferrari fatta in Cina.

Rispondi
Hamer
di Claes [user #29011]
commento del 29/04/2014 ore 08:28:38
Per oltre 2 anni ho avuto in prestito una Hamer Steve Stevens II... ma non mi è stato consentito di acquistarla :( Il proprietarion era con me alla Mega Records, a malappena sapeva suonare ma è passato alla Arista USA percui la ha portata a New York. Disdetta :(

È una chitarra fantastica! Sono andato in rete a vedere se vi siano informazioni concrete sul passaggio della Hamer alla Fender ma non ho ancora scovato dettagli. Ma purtroppo dubito che la Fender genererà delle Hamer della stessa qualità di prima.
Rispondi
Re: Hamer
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 29/04/2014 ore 10:07:16
Tutta la produzione Hamer è stata stoppata da FMI qualche tempo fa. In altre parole: Hamer non esiste più.
Rispondi
Re: Hamer
di rockit [user #11557]
commento del 29/04/2014 ore 10:13:
Più che dubitare puoi averne la certezza: Fender ha deciso di chiudere Hamer mesi fa e di usare la fabbrica hamer come custom shop della Guild. Una porcheria immane, affossare il marchio che più poteva essere utilizzato a danno del concorrente "storico" Gibson, che ora si completa con questa.

Trovi varie notizie anche qui su Accordo sulla chiusura di Hamer. E da proprietario di una Prototype del 1981 posso dire che è stata davvero una bestialità.

ciao
Lorenzo
Rispondi
Re: Hamer
di Claes [user #29011]
commento del 29/04/2014 ore 11:00:11
MAI avrei creduto di aspirare a una Hamer!!! Non la ritenevo all'altezza di Gibson/Fender. Invece... mi sono dovuto ricredere, sorpreso di brutto. Circa 1990 ma non ne saprei la data di produzione dato che era già "usata" (per modo di dire) - peccato, non gli ho posto la domanda del caso :( E tu hai una PROTOTYPE! 1981!!! Ti invidio...
Rispondi
Re: Hamer
di rockit [user #11557]
commento del 30/04/2014 ore 09:15:58
Ciao! Sono grandi chitarre e giusto per capire cosa sta distruggendo Fender basta farsi un giro su quel che resta del loro blog: vai al link

Io sono risalito alla data dal seriale, con un po' di ricerche su Google qualcosa si trova...comunque cercati qua su Accordo ci sono tre articoli fenomenali, due sulla sunburst e uno di alberto sulla hamer standard.

Fatti un giro anche sul blog di Jol Dantzig (vai al link), co-fondatore di Hamer che è fuggito appena arrivata FMIC, per darsi a fare chitarre "concept" assolutamente spettacolari, spulciati i post più vecchi e vedrai cosa tira fuori :D

Ciao
Lorenzo
Rispondi
Re: Hamer
di alberto biraghi [user #3]
commento del 30/04/2014 ore 09:38:51
Io ho la Adamas "Blue Boy" #4602-88 costruita nel 1988 per Jol Dantzig su richiesta di Bill Kaman, suo ammiratore, che gliela ha poi regalata :-)
vai al link
Rispondi
Re: Hamer
di rockit [user #11557]
commento del 30/04/2014 ore 12:34:44
Applausi e ammirazione per tanto gioiello!
Rispondi
Re: Hamer
di Claes [user #29011]
commento del 30/04/2014 ore 10:14:2
Grazie per i tuoi links!!!
Rispondi
Re: Hamer
di Claes [user #29011]
commento del 04/05/2014 ore 11:28:53
GRAZIE :) Rapportino: un mio link è April Robertson (Baton Rouge, Louisiana). La sua Hamer è strana: nera con la sagoma del corpo delineata con quadrettini "perloid" da effetto mosaico. Età circa 10-12 anni. Il design è da Strat metallizzata.
Rispondi
Bravo Alberto ( come sempre )
di cviviani [user #5519]
commento del 29/04/2014 ore 11:15:11
E' da tempo che apprezzo come Alberto scriva, la sua competenza e la sua passione.

Anche stavolta ha centrato il tema, e mi permetto di aggiungere alcune note.

Sono stato diverse volte a New Hartford, e l' ho sempre trovato un posto bellissimo, un edificio di archeologia industriale, ma soprattutto mi è sempre piaciuta la gente che ci lavora(va).

Raramente mi è capitato di vedere gente che, in pausa pranzo, tira fuori una chitarra ( o la prende dalla linae di produzione ) e suona con i colleghi. segno di un lavoro che è anche passione ( o viceversa ).

Ma, note di colore a parte, ho sempre visto uno sforzo di miglioramento e di studio dei prodotti e una cura nella produzione notevole.

La produzione delle Hamer americana era lì, e ho visto personalmente come le producessero con una cura artigianale ed una bravura veramente notevoli ( mi è sembrato di tornare indietro nel tempo.. forse le les paul storiche venivano fatte così )...

Ma recentemente N.H. era diventata anche il custom shop Fender acoustic e Guild.
Posso dire tranquillamente ( come ha riportato anche un altro accordiano ) che la qualità di queste Guild made in N.H. è veramente alta, e persino i due modelli d Fender ( colore a parte ) sono veramente ben fatti.

Quindi ribadisco, come già scritto da molti, che marketing a parte, è che putroppo si disperde un bel nucleo di competenze e passioni ... forse forse Fender ne aveva bisogno....

P.S. si capisce vero che ho una adamas ( greco per diamante ) che amo tanto ?
Rispondi
Grande Articolo
di jb [user #7467]
commento del 29/04/2014 ore 17:07:30
solo un ringraziamento a Roberto per il bellissimo articolo è ho capito come gli occidentali e in primis gli americani creano danni all'economia globale.
Rispondi
Re: Grande Articolo
di alexus77 [user #3871]
commento del 29/04/2014 ore 17:33:54
Se te la senti di Andre oltre, son proprio curioso di comprendere il significato di questo commento
Rispondi
Re: Grande Articolo
di jb [user #7467]
commento del 29/04/2014 ore 20:03:43
Forse ho esagerato di fare del tutto un'erba un fascio, pero' se all'economia reale fatta da uomini che sanno creare lavoro si sovrappone l'economia speculativa delle borse, questo diventa il modello dello sviluppo da seguire a tutti i costi e allora si arriva alla disintegrazione di piccoli e grandi marchi.
Rispondi
Re: Grande Articolo
di alexus77 [user #3871]
commento del 29/04/2014 ore 20:23:16
Ok, ora mi trovi d'accordo ;)
Rispondi
Re: Grande Articolo
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 29/04/2014 ore 20:26:37
Mah...
Rispondi
Secondo me non è questione ...
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 29/04/2014 ore 19:33:09
Secondo me non è questione se la Ovation piace o non piace,o se non è più "figa" come prima,è solo questione di incapacità manageriale della Fender,che ha ampiamente dimostrato in questi decenni di non "capirci un'acca"! Hanno collezionato un fallimento dietro l'altro.....
Rispondi
C'e' da notare che...
di alexus77 [user #3871]
commento del 03/05/2014 ore 19:44:06
... il figlioccio di Guitar Center, ora CEO di Fender, Larry Thomas, passera' il testimone a fine mese.

Fender e' l'ennesimo esempio di una compagnia con una grande storia, ottimi prodotti, ottima gente nelle attivita' produttive, ma pessimo management. Non andra' giu' secondo me, l'economia americana e' in ripresa e Fender si riprendera' lentamente... a meno che, unica grande incognita, non vada giu' di brutto Guitar Center, cosa molto piu' probabile. Forse e' per questo che alla Fender si sono messi a vendere parti sul sito e che hanno iniziato la "Fender American Experience" per vendita diretta al pubblico.

Quanto alle acquisizioni, molte non andavano fatte, hanno solo aumentato i debiti, e ora purtroppo l'unica soluzione finanziaria e' la svendita o l'outsourcing. Per Ovation e' un caso particolare secondo me, un po' come Steinberger per Gibson: l'unica soluzione era reinventare il marchio come un esperimento di R&D. Invece nulla, e le Ovation non vanno per nulla da almeno 15 anni. Lo spostamento in oriente e' forse l'unica cosa giusta che Fender abbia fatto con questo marchio dall'acquisizione.
Rispondi
Re: C'e' da notare che...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 03/05/2014 ore 20:36:39
mah, non è vero che Ovation non vendeva nulla. Da quanto risulta dai dati, il tracollo è avvenuto dal 2008. Chiaramente non può essere tutta colpa del management Fender, i tempi erano duri e il brand un po' appannato, ma certo tutto quello che si poteva fare per affossare il marchio è stato fatto.
Quanto alla migrazione orientale, penso che un simile riposizionamento sia solo deleterio. Sarebbe stato meglio farlo restando ancorati - almeno come immagine - alla sede americana, proponendo prodotti entry level made in USA, un po' come ha fatto con successo Gibson negli ultimi anni. Sputtanare il marchio in questo modo significa distruggerlo.
Rispondi
Re: C'e' da notare che...
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/05/2014 ore 02:14:59
Esattamente, 2008, crisi economica, quel poco che era rimasto e' andato a bagno rapidamente, cosi' come il resto dell'economia.

Vivo stabilmente negli USA da 12 anni, suono spesso in giro, conosco molti musicisti in zona e vado spesso nei locali a sentire altre band, sia della zona che foreste... mai visto una singola Ovation su un palco. Cosa vedo invece? Tante Gibson, Martin e Taylor, delle Santa Cruz, Collings e raramente Bourgeois. Chi spende meno ha spesso le Alvarez e a volte si vedono delle Breedlove coreane. Da buon chitarrista sono anche un gear nut affetto da GAS, quindi conosco tutti i negozi in zona (3 Guitar Center piu' vari negozi non big box retail, alcuni dei quali noti) anche qui, mai vista una Ovation appesa al muro o sul catalogo online.

Sul fare modelli entry level negli USA, non so... anche qui, per me Ovation paga innanzitutto il prezzo della sua immagine: o la si ama o la si odia, e poi e' molto ancorata a decadi passate. Una produzione USA a basso costo ha probabilmente meno margine di una orientale, e di una USA custom shop. Francamente credo che lo spostamento in oriente sia l'unico modo per resuscitare un tipo di chitarra che gia' era praticamente estinta. Forse proporle a prezzi piu' bassi puo' aiutare a riportarle sul mercato, all'attenzione dei compratori, e un domani puo' favorire la reintroduzione di modelli USA piu' rifiniti.

Ti do ragione sul fatto che Fender ha fatto molti acquisti discutibili, comprando marchi senza poi svilupparne le potenzialita' (Hamer in primis a mio avviso), ma nel caso di Ovation e' stato prima il mercato a deciderne la fine.
Rispondi
cecità..
di Aquarius utente non più registrato
commento del 04/05/2014 ore 11:02:13
Al di la delle dure e spietate leggi del mercato, che sono sempre esistite e sempre esisteranno, dei propri gusti personali, (ci sono innumerevoli modelli di chitarre che mai acquisterei, ma non per questo le aziende produttrici sono destinate al fallimento), ciò che colpisce è la dissipazione in corso, da parte del mondo occidentale, del “sapere” e del “saper fare”, la cultura dell’investimento sulle persone e sulle loro capacità. Tempo fa, mica tanto, le aziende, grandi, medie, piccole, gli artigiani, investivano sulle persone, le formavano e facevano di tutto per non lasciarsele sfuggire. Questo è sempre accaduto fin dall’antichità, basti pensare ai segreti gelosamente custoditi sulla seta, la porcellana ecc. ecc. Colpisce ancor di più che questa miopia avvenga in un paese, gli Stati Uniti, dove gran parte della ricchezza, potenza e prestigio siano proprio dovuti all’attrazione delle menti e delle mani di persone provenienti da tutto il mondo; basti pensare alla conquista dello spazio con Von Braun (sorvolando sulle implicazioni prettamente “politiche” morali, non è questo l’oggetto della discussione), la conquista dell’atomo, (Enrico Fermi), e per restare nel nostro ambito cito alcuni esempi quali Dopera Brothers, D’angelico, D’acquisto, ma la lista sarebbe infinita. Questa cecità, il guardare solo all’oggi, al tirare il cassetto la sera per contare l'incasso, senza una proiezione verso il futuro ci costerà cara, ancor di più di quanto ne stiamo pagando il prezzo ora. L’oriente ha già dimostrato che è capace di costruire, fare bene. La questione della tradizione, del blasone, quando c’è la qualità e l’inventiva, è solo questione di tempo. Certo farebbe rabbrividire una Ferrari costruita in Cina, per noi una cosa inconcepibile, ma non dimentichiamoci, per restare nella sfera dei motori, che nelle due ruote oramai il Giappone ha una consolidata tradizione di assoluta eccellenza: siamo noi ad inseguire, vedi il dominio anche in ambito sportivo.
Rispondi
Fossi Marketing Manager Fender
di Claes [user #29011]
commento del 04/05/2014 ore 11:42:2
Direi "only Custom Shop" per le Ovation. E... innovazioni: p/u, elettronica - modelli senza il bombato (!) ma anche riedizioni di modelli vintage migliorati. La Fender è di solito capace di queste cose vista la foresta di riedizioni di cui sono maestri. Quando la Ovation di nuovo sarà su palchi superstars, si faranno entry level in Cina.
Rispondi
Fender acustiche
di Claes [user #29011]
commento del 05/05/2014 ore 09:54:54
Ne avete mai provata una? Sono stato in tour con Up With People 67-68 e la Fender aveva regalato tutto quanto!!! Questo dal lato promozionle in quanto si andava davvero in giro, Congo per esempio. Tra i regali, delle Fender acustiche... Corpo standard da acustica ma manico da Strat, paletta inclusa. Per quel tour (per fortuna) ero assunto come fotografo per Tomorrow's American News e Pace Magazine (lunghissime storie). Per andare al dunque: la ho provata - e scusatemi, era una merdata che faceva schifo! La logica marketing della Fender era IMHO che chitarristi abituati a Strat, Tele eccetera, si sarebbero entusiasmati. Quel manico non era da chitarrista acustico. Hanno anche fatto delle chitarre con paletta tradizionale, mai provate... Con la Ovation, Fender potrebbe fare delle acustiche decenti!!!
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Fender sarà tante cose, ma...
di Fabione72 [user #28527]
commento del 06/05/2014 ore 11:02:34
...non è per niente famosa per il miglioramento della qualità delle cose che tocca.

Anzi, la qualità dei materiali, degli assemblaggi ecc dei suoi strumenti sembra sia in costante peggioramento (per gli amplificatori non so), e che il prezzo non è in più linea con la qualità (e neanche lontanamente con i costi di produzione).
Ormai e' un'azienda che punta molto sul branding, anzi è quella che ci punta di più in assoluto (molto più di Gibson ad esempio).

Di questi tempi se vuoi comperare, ad esempio, una Strato USA standard, se ne provi almeno 10 ti accorgi che suonano diverse, e di solito ne tiri fuori solo una che suona da Fenderona, come ti aspettavi (sintomo appunto di questa tendenza).

Detto ciò la cosa non fa ben sperare, ma questa molta spero VERAMENTE di sbagliarmi.

Chi vivrà vedrà :D


ciaooo

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