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Musica live: suoneranno solo i DJ
Musica live: suoneranno solo i DJ
di [user #116] - pubblicato il

Suonare dal vivo musica originale è sempre più difficile. Per una volta però, sentiamo le difficoltà non di chi suona, ma di chi fa suonare. E che, nonostante le migliori intenzioni, potrebbe vedersi costretto a preferire un DJ a una band in carne e ossa. Lasciamo la parola a Manuele Ceschia, ideatore e organizzatore di Homepage, festival friulano tra i più importanti a livello nazionale.
Suonare dal vivo musica originale è sempre più difficile. Per una volta però, sentiamo le difficoltà non di chi suona, ma di chi fa suonare. E che, nonostante le migliori intenzioni, potrebbe vedersi costretto a preferire un Dj a una band in carne e ossa. Lasciamo la parola a Manuele Ceschia, ideatore e organizzatore  di Homepage, festival friulano tra i più importanti a livello nazionale.

Cos'è l’Homepage Festival?
Homepage é un contenitore culturale fatto da giovani per i giovani. Nasce nel 2007 come una rassegna che proponeva un semplice calendario musicale. Da qui, di anno in anno, si sono avvicinati altri giovani con diverse passioni che hanno aiutato ad accrescere il palinsesto del festival aprendolo su una rosa di contenuti sempre più ampia: incontri, esposizioni legate a tutte le arti visive, dibattiti, workshop, attività sportive. Infine, negli ultimi due anni, si è partiti con attività di sensibilizzazione al mondo Green, sia in campo economico che rivolte alla vita di tutti i giorni.
Lo staff di Homepage e’ composto da 34 volontari che portano avanti il progetto. Nel tempo, alcuni di questi ragazzi, sono diventati dei professionisti nei vari ruoli che ricoprono. Questo è il lato più interessante della formazione che questo festival offre: lo staff fluttua in una specie di coworking che alla fine porta a risultati e a progetti lavorativi che esulano anche dal semplice progetto Homepage. Sono sempre di più le richieste per dei tirocini formativi da parte degli universitari friulani.

Musica live: suoneranno solo i DJ

Che ruolo riveste la musica all'interno di Homepage?
L’80 % delle persone che conosce Homepage, lo conosce per la musica. Solo poi scopre il resto del calendario del festival. Attiriamo i giovani offrendo concerti gratuiti - con artisti che normalmente sarebbero a pagamento - per poi sensibilizzarli alle altre attività che gestiamo. 
La musica é la benzina che fa funzionare il motore economico del festival: finanziamenti privati e pubblici - nonché le entrate dei chioschi - dipendono dal numero di presenze. E la musica ci permette di fare come affluenza di pubblico dei numeri impressionanti, per il nostro territorio: 36000 presenze in un’edizione lo dimostrano.

Musica live: suoneranno solo i DJ

Che spazio riservi alla musica originale?
Homepage incentiva i musicisti emergenti a comporre musica propria.
Ogni anno organizziamo concorsi per giovani band. Nell’ultima edizione del concorso le band iscritte erano 140. E tutte le band, per accedervi, devono fare musica propria. Sul palco del nostro festival non sono mai salite e mai saliranno delle cover band! 
Ci poniamo l’obiettivo di promuovere egualmente tutti i generi musicali: per questo, tutti i sedici appuntamenti musicali hanno un filone diverso e sono serate divise per generi. Appuntamenti rock, reggae, jazz e anche elettronica, metal, dub o cantautoriale… e non ci dimentichiamo delle nicchie come drum&bass o hip hop! Noi promuoviamo la musica e, di conseguenza, promuoviamo gli artisti che la fanno con passione. Inoltre, in tutte le serate in cui presentiamo come ospite un artista nazionale, gli affianchiamo a supporto una o due band locali, in modo di dare visibilità al nostro territorio.

Da organizzatore, tasti il polso della freschezza e validità musicale di un genere sulla base dell'affluenza di pubblico che porta. Quali sono i generi musicali più in salute? 
Li vedo tutti in salute. La musica é in salute e spero lo resti sempre.
Diciamo che quando gli artisti propongono musica di qualità, tutti i generi offrono bei riscontri. Ho notato che il mondo online ha aiutato molto la formazione e diffusione di un pubblico preparato e ricercato. 
Ora come ora, con Spotify ti fai una cultura incredibile solo ascoltando gli artisti che il software ti suggerisce e, se sei bravo, puoi scoprire nomi, band e generi che un tempo nemmeno immaginavo - da addetto ai lavori - che il mio pubblico arrivasse mai a chiedermi.
La differenza però la fanno gli operatori sul territorio: da noi in Friuli abbiamo gente che ha seminato per anni come Azalea, Rototom, Udine Jazz e tanti altri…guardando in alto e promuovendo dei generi e coltivandoli, sensibilizzando la gente all’ascolto, educando alla qualità.
Quello che si sta perdendo sono piuttosto le piccole realtà come i club o i circoli dove poter promuovere la musica. Un po’ per colpa dei gestori, incapaci di reinventarsi in modo diverso rispetto a quello di dieci anni fa; anche perché nessuno ha fatto nulla a livello amministrativo per aiutarli, anzi!

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Spiegaci le difficoltà più grosse in cui incorre chi organizza musica dal vivo...
Si dividono, secondo me, in due parti: le difficoltà di produzione e le difficoltà economiche. 
E’ sempre più difficile reperire fondi da finanziamenti privati o pubblici, vista la crisi che ci attanaglia: giustamente le priorità sono altre.
Poi, ovviamente, anche l’aumento della tassazione e l’aumento degli enti di controllo non hanno di certo aiutato l’organizzazione della musica dal vivo. 
Superate queste problematiche, con un’ottima comunicazione (pubblicità) e con dei grandi risultati a livello di presenze, devi scontrarti con la produzione dell’evento. 
La legge italiana non aiuta chi ha voglia di rischiare ed è
sempre più complicata e caratterizzata da un regolamento poco chiaro e interpretabile. Noi di Homepage abbiamo sempre lottato per ottenere ciò che volevamo e ci siamo sempre riusciti ma dall’anno scorso siamo in un limbo da dove é difficile uscire: quello delle problematiche del disturbo acustico.
Pur essendo in uno spazio in periferia, recando disturbo anche solo a una persona sei costretto a chiudere alle 23. Non ci sono deroghe o valenze culturali o sociali che tengano; e quando un progetto che si regge sull’affluenza del pubblico deve chiudere alle 23 invece che all’una del mattino, è facile immaginare quanto sia difficile continuare a essere ottimisti e fiduciosi. Anche provando a trovare soluzioni, ti scontri sempre con una dirigenza amministrativa che non si assume dei rischi e quindi sei destinato lentamente a spegnerti...

Nel caso specifico di Homepage, quali sono le problematiche in cui vi siete imbattuti?
Per fare musica dal vivo, devi essere a norma su tre aspetti.
In primo luogo, dal punto di visto del volume erogato dalle casse dell’impianto rivolte sul pubblico. Con queste non si possono superare i 90 db. Poi c’è il volume dal punto di vista dei ricevitori, ovvero il volume percepito dalla casa più vicina all’area dei concerti; questo non deve superare i 60 db. Bene, noi su entrambi questi fronti, siamo assolutamente in regola.
Viceversa, c’è un terzo aspetto nel quale non riusciamo a stare dentro. Si chiama differenziale e dice che nell’area del live, nelle serate in cui c’è musica dal vivo, non ci possono essere più di 3 db di volume in più rispetto alle serate in cui non ci sono concerti. Surreale! Pensa che, a impianto spento, solo con il volume delle spie che i musicisti usano per ascoltarsi sul palco, quel limite è superato.
Con queste restrizioni e nessuna disponibilità da parte dell’amministrazione a collaborare per trovare una soluzione, siamo stati costretti a ridurre drasticamente il numero delle serate live e a fare una programmazione pensata più in piccolo.

Musica live: suoneranno solo i DJ

Proporre musica dal vivo è difficile. Nell'ordine dicci quali sono per te le principali responsabilità di band, organizzatori e istituzioni.
Sicuramente c’e’ stato un buco nero di un po’ di anni a livello di organizzatori; magari perché le cose prima andavano da sole e la musica dal vivo funzionava senza doverci investire troppo. Ora invece, perché le cose funzionino, bisogna seguirle molto da vicino e con cura: la promozione su tutto! E organizzatori che per anni hanno semplicemente beneficiato di una situazione favorevole, ora faticano ad aggiornarsi e rimettersi in gioco.
Anche le istituzioni non hanno aiutato: sia a livello culturale che giovanile non incentivano e spesso snobbano.
Tutti ripetono quanto siano importanti i giovani. Poi però non fanno nulla per incentivare chi - come noi - si dà da fare, tagliando del 25 % il massimale finanziabile per chi opera nel settore giovanile; tralasciando che, in fase di bilancio, le istituzioni si dimenticano di mettere i soldi nel reparto dedicato alle attività giovanili. 
Non mi sento invece di dare grosse responsabilità agli artisti: loro vogliono e sanno suonare. C’è chi lo fa bene, chi meno ma poi, chi veramente ci crede - in qualche modo – emerge. Il problema e’ che vista la mancanza di realtà e spazi dove esibirsi,  ci sono sempre meno artisti nuovi, che investono su se stessi, che credono in un futuro artistico. Di conseguenza la musica e’ vista come un hobby più che come un arte da coltivare per se stessi o per il prossimo. 
Mi piacerebbe parlare di tutto questo con qualcuno in grado di cambiare le cose. Perché, secondo me, chi in qualche modo regola e gestisce queste cose non le conosce bene, non sa esattamente che cosa sta succedendo. Magari vede in televisione i talent show, legge che ci sono sempre molte persone ai grandi concerti e allora crede che sia tutto rose e fiori; che questo settore sia l’ultimo di cui preoccuparsi. Invece la preoccupazione ci deve essere e grande: non ci sono più giovani musicisti o giovani organizzatori. Il futuro non potrà migliorare se non si cambia qualcosa.

A cosa si va incontro?
Al fatto che alla fine suoneranno solo i DJ. E la musica dal vivo si ridurrà a singoli grandi concerti, eventi spot, dove se anche infrangi le soglie dei volumi, oramai il concerto è in corso, non puoi fermarlo. Per il resto, con queste restrizioni, non si possono fare ampie programmazioni. Se si vuole far sentire musica pop, rock, reggae - tutto ciò che non è acustico insomma - farla “suonare” a un Dj è l’unica maniera per offrirla al pubblico senza impazzire dietro a permessi, restrizioni, licenze.

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