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L'acqua calda

di aPhoenix90 [user #22026] - pubblicato il 29 maggio 2014 ore 23:23:23.
Mi è capitato di suonare in diversi luoghi ultimamente.
Per «diversi» non intendo «molti»... ma proprio diversi, differenti. Devo ammettere che talvolta è frustrante constatare come la stessa strumentazione sia in grado di produrre suoni significativamente diversi a seconda del luogo in cui si trova. Ci affanniamo incessantemente e in modo ossessivo per conseguire il suono perfetto, e poi questo si rivela assolutamente contestuale. Il suono perfetto è in altre parole la sua stessa attitudine di risultare adeguato in quel luogo, in quel momento.

In fondo, l'abbiamo sempre saputo.
L'ambiente, da attore esterno, gioca un ruolo attivo e costrittivo nei confronti del nostro suono. Lo condiziona e soprattutto lo determina. Eppure perché continuiamo ad inseguire la perfezione (che poi altro non è che l'evoluzione più alta dell'appagamento) attraverso un processo cognitivo che ci spinge ad esaminare ogni singolo elemento della catena, quando siamo coscienti della presenza di agenti esterni che non siamo in grado di controllare?
Perché siamo convinti che il nostro intervento razionale possa essere tanto mirato da limitare tali costrizioni, o perché l'appagamento della perfezione si nasconde in realtà dietro la sua ricerca?

La vita, specie quella del chitarrista, è piena di contraddizioni e castighi.
A volte restiamo affascinati persino dalla scoperta dell'acqua calda.

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inevitabile, l'unica cosa fattibile è ...
di Sykk [user #21196]
commento del 30/05/2014 ore 08:15:16
inevitabile, l'unica cosa fattibile è lavorare sulla posizione della cassa, ed in ambienti ampi o aperti provare a porre un elemento i rifrazione davanti ai coni per eliminare la direzionalità (vedi mio articolo "il raggio della morte")
Rispondi
Re: inevitabile, l'unica cosa fattibile è ...
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 30/05/2014 ore 16:30:12
Sì, difatti anche ruotando la cassa il risultato cambia.
All'aperto i problemi sono sicuramente maggiori, ma le mie esperienze riguardano più che altro sale differenti.
Rispondi
Tutto ciò accade perchè troppo ...
di Plettratore_Mannaro [user #16218]
commento del 30/05/2014 ore 13:35:13
Tutto ciò accade perchè troppo spesso si pensa troppo a questa ricerca del suono e poco a suonare, ricerca del suono che spesso viene fatta nel modo sbagliato, come tu stesso fai notare.
Fondamentalmente ciò è dovuto al fatto che comprare amplificatori\pedalini\casse\chitarre\cavi\ecc è molto più facile che suonare\studiare\impegnarsi, a patto di avere denaro a disposizione ovviamente.
Queste ultime considerazioni unite alla credenza popolare che ciò che si sente a 20 cm dal tuo amplificatore è esattamente quello che esce dall'impianto dopo che hai microfonato l'ampli, svela l'arcano.
Nulla di strano o di sbagliato in questo.
Rispondi
Re: Tutto ciò accade perchè troppo ...
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 30/05/2014 ore 16:39:08
Esatto. Spesso l'insoddisfazione che scaturisce dalla resa sonora della nostra strumentazione si tramuta nella ricerca di una strumentazione diversa. È molto più veloce che ricercare le condizioni migliori per farla rendere al meglio.
Rispondi
Ah si ma è sempre ...
di davidederosa64 [user #20297]
commento del 30/05/2014 ore 14:12:04
Ah si ma è sempre così.Ogni posto ha una sua acustica ben precisa.A me una volta è capitato di suonare in una villa Vanvitelliana ad Ercolano.Era una situazione con strumenti acustici.Non avevamo gli amplificatori ma ti giuro che il suono era talmente buono e forte che sembrava ce li avessimo.Una altra cosa simile mi è capitato di recente al Teatro Quirino a Roma sempre in acustico.Avemmo problemi con l'amplificazione ed andammo avanti unplaged in maniera perfetta.Quelli sono luoghi costruiti proprio in maniera acustica per ospitare rappresentazioni....e poi il pubblico in genere sta zitto.Quando lavoriamo in elettrico invece,secondo me è importante fare i suoni in anticipo prendendosi tutto il tempo.Questa è una questione sulla quale spesso mi contrasto con i miei colleghi.Poi devi considerare che una cosa è la sala vuota e un'altra è quando è piena di gente.Insomma bisogna prendere in esame tutta una serie di problmatiche.No,non è facile.
La cosa migliore sarebbe avere un Service personale ma purtroppo questo non è sempre possibile.
Rispondi
Re: Ah si ma è sempre ...
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 30/05/2014 ore 18:03:59
L'acustica è certamente una cosa complessa, e non potendoci permettere tecnici del suono spesso ci si muove a sensibilità. Ma anche questo è istruttivo.
Ciao Davide! ;-)
Rispondi
Re: Ah si ma è sempre ...
di davidederosa64 [user #20297]
commento del 30/05/2014 ore 23:26:39
...Ovviamente si...un saluto a te.
Rispondi
Puoi risolvere molto preparando i ...
di OldBoy utente non più registrato
commento del 30/05/2014 ore 14:17:18
Puoi risolvere molto preparando i suoni mettendoti il più vicino possibile allo speaker. Non più sopra o più più sotto: diritto davanti a lui (volumi permettendo, attenzione a non farsi male).
Suonando con un valvolare, poi, è necessario tener conto che il suono cambia anche radicalmente a seconda del volume cui tieni l'amplificatore.
Già facendo attenzione a questi due fattori eviti parecchie spiacevoli sorprese.
Poi io suono con ampli, overdrive sempre acceso e chitarra, quindi ci metto poco a risolvere problemi di timbro..il bello dell'essenziale è proprio questo, che hai sempre un suono della madonna in ogni contesto.
Rispondi
Re: Puoi risolvere molto preparando i ...
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 30/05/2014 ore 18:06:38
Sul setup essenziale siamo perfettamente allineati :-)
Non uso mai più di due pedali insieme. Eppure il timbro spesso cambia di molto.

Grazie del consiglio!
Rispondi
...
di jebstuart [user #19455]
commento del 30/05/2014 ore 16:31:07
A me sembra che il tuo diario vada un po' oltre la semplice questione tecnica, che - beninteso - esiste ed è macroscopica.
Mi sembra, invece, che tu abbia scritto in risposta ad una sorta insight ...

Se può consolarti, è molto tempo che non suono più, almeno che smetto subito quando comincio.
Tante chitarre, tre ampli e decine di pedali non fanno un suono.
Lo fa - soprattutto - uno stato d'animo o un'emotività felice, oltre che due mani capaci.
Rispondi
Re: ...
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 30/05/2014 ore 18:00:08
Ciao Jeb! :-)

Che siano "ambientali" o "emotive", certamente pur sempre di circostanze esterne alla catena si parla. Eppure entrambe incidono in maniera costrittiva sul suono che produciamo. Non entrano nella catena, ma in qualche modo ne decidono la sorte. Tanto che a volte siamo costretti a rassegnarci ad un suono che non ci piace senza poter nemmeno incolpare la nostra strumentazione.

Intervenire su tali condizioni non è però impossibile. È delicato e talvolta difficile, ma non impossibile. E non deve esserlo per dio, pena l'abbandono a un passivismo da "uomo plastico".


Al di là di tutto, mi dai anche spunto per ragionare su come il fattore emotivo incida su quello che sta a monte di ogni "suono" (inteso in senso più ampio come vibrazione dell'anima) e di ogni conseguente azione: il rapporto tra necessità e volontà.
Le nostre passioni sono attività che si nutrono di particolari circostanze emotive, e si manifestano soltanto in presenza di quelle circostanze. Talvolta però finisce per crearsi uno strano intreccio in cui le circostanze emotive che supportano la passione si alimentano a loro volta della passione stessa. C'è da perderci la testa. È la necessità che vuole se stessa.
Rispondi
Re: ...
di E! [user #6395]
commento del 30/05/2014 ore 19:42:2
Il fattore emotivo è, da sempre, la tara o il trampolino di lancio per tantissime delle attività che svolgiamo.
Da piccolo ti hanno detto che hai un talento nel disegno? Probabilmente diverrai molto bravo a disegnare, perché ti sei convinto di essere molto bravo a disegnare.
Ti sei accorto che, nelle gare con i tuoi amici, tu corri più veloce? Probabilmente ti appassionerai all'atletica leggera o ad uno sport in generale, perché ti senti "portato".
Ti hanno detto che sei negato in matematica, o tu ti sei convinto di questo? Probabilmente odierai la matematica per il resto della tua vita.

La stessa cosa succede nella musica. Si diventa quel che si fa. Si diventa quel che si pensa di essere. La percezione di noi stessi altera il nostro sviluppo e la nostra crescita.

In termini più pratici e più attinenti al tuo post, il fatto che l'ambiente esterno caratterizzi il suono di un musicista è normalissimo. I batteristi si fanno meno problemi, e così anche i sassofonisti. Loro cercano semplicemente di ottenere il loro suono, da soli, in qualunque posto (per quanto è possibile).
Il problema dei chitarristi è che hanno troppi elementi in catena e ad ognuno di questi attribuiscono un'importanza esagerata.
Rispondi
Re: ...
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 01/06/2014 ore 13:13:35
Devo dire che ci hai preso in ogni tua supposizione :-D
È un argomento che mi sta a cuore.

In ogni caso concordo sul fatto che siamo estremamente protettivi ed ossessionati da ogni elemento della catena (a cominciare dal plettro, probabilmente). Io in realtà sono un amante dei set-up minimali, e forse proprio per il fatto di avere pochi parametri di regolazione a volte mi ritrovo in condizioni di non riuscire a ritrovare il mio suono ovunque.

Bella riflessione ;-)
Rispondi
L`acustica, intesa come materia da ...
di Kata_ts [user #2290]
commento del 30/05/2014 ore 23:17:23
L`acustica, intesa come materia da fonico, fá paura! Anzi é terribbbbiiileeee ;-)

E hai ragione nella tua riflessione
Rispondi
Re: L`acustica, intesa come materia da ...
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 01/06/2014 ore 13:14:17
Immagino :-)
Ciao Antonello!
Rispondi
E' ovvio che....
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 31/05/2014 ore 02:15:51
.....locali diversi comportano risposte acustiche differenti anche con il medesimo set up....l'importante credo sia durante le prove cercare di realizzare una buona amalgama sonora generale in modo da provare gusto in quello che si sta facendo.
Rispondi
Re: E' ovvio che....
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 01/06/2014 ore 13:20:1
Certo, va valutato anche nel complesso cosa si riesce a tirar fuori.
A volte ci si sofferma sull'insoddisfazione nei confronti del proprio suono, dimenticando di valutarlo in relazione a quello di chi ci suona insieme.
Rispondi
Re: E' ovvio che....
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 01/06/2014 ore 14:03:17
A volte una sonorità che ci piace non si integra bene con il resto della band mentre a volte succede che un suono che non ci convince si amalgama bene con gli altri strumenti...spesso è una questione di frequenze: cercare di riempire quelle frequenze che gli altri strumenti non coprono.
Rispondi
Ciao Andrea !! Tutto vero ...
di janblazer [user #26680]
commento del 01/06/2014 ore 19:30:35
Ciao Andrea !!
Tutto vero quello che dici.. Noi con la nostra band ce ne siamo accorti subito, dalle prime volte che ci siamo trovati a suonare, e di conseguenza per avere il "nostro sound" durante le prove ci piazziamo sempre allo stesso posto, noi e tutto l'ambaradan, amplificatori, microfoni, impianto voci, mixer ecc ecc.. ma la sorpresa c'è sempre.. l'incognita di un settaggio che si sposta da una volta all'altra, perchè, anche se si è precisi, attenti e scrupolosi, basta un niente a cambiare le cose, e di cose da controllare ce n'è un'infinità..
Tra 15 giorni faremo un live pomeridiano a casa mia, in giardino, per amici e parenti, ovviamente non è nemmeno da dire, se ti va, puoi venire a sentire i "Sand in The Head" e bere una birra con noi..
Comunque, è qui speriamo non caschi l'asino, suoneremo all'aperto, dopo sei mesi di prove in casa e non sappiamo cosa succederà a livello di suono..
In ogni caso l'importante sarà divertirsi, senza troppe paranoie di fare errori, di steccare una nota o stonare, o dimenticare un passaggio..
;-))
Rispondi
Re: Ciao Andrea !! Tutto vero ...
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 02/06/2014 ore 12:01:07
Ciao Jan! :-)
Certo, mi farebbe molto piacere! Vediamo come sarò messo a impegni, ma nel caso fatemi sapere dove e quando ;-)
Rispondi
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