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DigiTech RP360
DigiTech RP360
di [user #35616] - pubblicato il

Chi sceglie un multieffetto vuole tanti suoni, ma anche la praticità di un amplificatore multicanale in formato stompbox. Il DigiTech RP360 offre le tonnellate di simulazioni a cui i processori hanno abituato da tempo i propri fan, ma con un diverse novità mirate a rendere il tutto intuitivo e user friendly.
Chi sceglie un multieffetto vuole tanti suoni, ma anche la praticità di un amplificatore multicanale in formato stompbox. Il DigiTech RP360 offre le tonnellate di simulazioni a cui i processori hanno abituato da tempo i propri fan, ma con un diverse novità mirate a rendere il tutto intuitivo e user friendly.

Ok, lo ammetto, io sono un dannato fan delle pedaliere multieffetto, le trovo davvero comode e ogni anno escono gioiellini sempre più sfiziosi. Per il setup principale possiedo una fantastica Line6 POD HD500X (all'inizio dolori, ma ora che ho imparato a metterci un po' le mani mi sta regalando parecchie gioie), ma per la sala prove o per le prove veloci a casa (o anche solo come backup nei live) cercavo qualcosa di leggero, versatile e veloce.
Guardando un po' in giro, di soluzioni ce n'erano diverse tra Zoom, DigiTech e Line6, ma io avevo due vincoli piuttosto pesanti:
1) avevo un budget massimo di 150 euro
2) avevo bisogno di avere tre "canali" raggiungibili velocemente (pulito, distorto ritmico e distorto lead per gli assolo).

Io suono hard rock ed heavy metal e fino a poco tempo fa avevo una Zoom G3: una pedaliera con buoni suoni (i puliti non mi facevano impazzire, ma i distorti high gain erano davvero cattivi e lo Zoom Noise Reduction è fantastico) ma con essa ho dovuto scontrarmi con alcuni difetti che me l'hanno fatta vendere: la struttura in plastica non mi convinceva tanto da portarla a un live (sarà che sono abituato alla scocca in metallo del POD HD500X), nonostante avesse tre switch non c'era modo di assegnare ad essi tre patch indipendenti richiamabili al tocco dello switch e i display su sfondo arancione dopo un po' li trovavo fastidiosi (ma questo era il meno).
E così, cercando un po' in giro, ho guardato diverse proposte finché mi sono imbattuto nella nuova pedaliera DigiTech RP360.

Ammetto che non sono mai stato un grande fan della Digitech perché ho sempre sentito le distorsioni troppo digitali, fredde e poco morbide, ma ascoltando un paio di demo convincenti su internet e vedendo che costava meno di 150 euro, mi sono buttato ad acquistarla ed eccomi qui a scrivere le prime impressioni dopo qualche giorno di prove.

DigiTech RP360

La pedaliera offre una scocca in metallo e un display molto leggibile. C'è un looper integrato (comandabile anche dagli switch ovviamente), una drum machine, un sacco di simulazioni e due uscite per gli effetti stereo. Le modifiche alle patch sono facili e veloci e i suoni tutto sommato sono buoni per la fascia di prezzo. La cosa che mi ha convinto maggiormente nell'acquisto (oltre al prezzo invitante) è stata la modalità di utilizzo. La RP360 può essere settata di modo da venire utilizzata in tre modalità differenti: possiamo associare a ogni switch un effetto presente nella catena (di modo da attivarlo o disattivarlo velocemente, come se fossero dei pedali virtuali) oppure possiamo usare gli switch per viaggiare in avanti e indietro tra tutti i banchi disponibili oppure ancora possiamo associare a ogni switch una patch dedicata di modo da avere sempre tre suoni pronti e richiamabili con un tocco solo (proprio i tre "canali" che mi servivano).
Le connessioni presenti sono quelle classiche: ingresso chitarra, ingresso aux, due uscite (left e right) per andare all'amplificatore (o al mixer), un'uscita cuffia, un presa di connessione USB e un ingresso di controllo esterno (per esempio per un pedale di espressione o un pedale aggiuntivo per controllare la navigazione delle patch). Purtroppo non è presente un'uscita bilanciata e nemmeno un effect loop per aggiungere degli effetti esterni.

DigiTech RP360

Pare che DigiTech abbia richiamato John Johnson (fondatore dell'azienda, poi venduta alla Harman) per lavorare su questa nuova serie di pedaliere e mi sembra che abbia fatto un buon lavoro tenendo conto del prezzo a cui viene venduta la RP360. I suoni e le possibilità non sono chiaramente al livello di un qualsiasi POD HD (parliamo anche di fasce di prezzo decisamente diverse), ma tutto sommato si riescono a tirare fuori dei suoni validi in breve tempo.
Come effetti, le possibilità sono svariate e ci sono gli slot suddivisi per tipologia: noise gate, compressori, distorsori, eq, mod, delay, reverb e pedali (volume e wah). Per ogni tipologia possiamo scegliere un solo modello di effetto o bypassare la tipologia stessa (quindi non possiamo, per esempio, inserire un overdrive e una distorsione contemporaneamente nella catena).
Non ho ancora avuto modo di analizzare a fondo tutti gli effetti, ma per quel che ho sentito finora posso dire che, pur non essendoci nulla che faccia gridare al miracolo, se non si hanno troppe pretese quello che c'è va benissimo per molti stili musicali e la RP360 riesce a garantire una discreta dose di divertimento e versatilità, regalando anche delle belle soddisfazioni.
Per esempio trovo ottimo l'equalizzatore a tre bande per dare ulteriore definizione alla propria patch e mi piacciono molto anche i riverberi e gli effetti Lexicon.

Passando all'amp modeling, ci sono 54 amplificatori tra cui poter scegliere partendo dai classici Fender Blackface, Vox AC30, la solita miriade di Marshall, i vari MesaBoogie, Carvin, Peavey, Roland, Orange e tanti altri fino ad arrivare a modelli specifici DigiTech basati sui vari stili (High gain, dark metal, crunch, blues, ecc).
Come suoni puliti ci sono delle belle possibilità, soprattutto se si sa come smanettare con i vari effetti. Le simulazioni del Fender Blackface, del Vox AC30 e del DigiTech Clean Tube sono davvero buone e anche i due modelli per le simulazioni di chitarra acustica sono apprezzabili (più su pickup intermedi o al manico, possibilmente single coil). Passando a suoni un po' più cattivelli, la RP360 propone (tra le altre) una simulazione del Marshall JCM800 che ho trovato davvero soddisfacente. Infine, come amplificatori high gain mi è piaciuta molto la simulazione del Peavey 5150 e anche quella del Randall RG100 non è niente male, ma a parte questi non c'è nulla di davvero impressionante in questo settore, anzi, devo ammettere che la simulazione del Carvin Legacy e dei Dual/Tri Rectifier le sento ancora un tantino digitali e fredde per i miei gusti.
Le simulazioni in generale non brillano per dinamica, ma non sono malvagie e devo ammettere che ho sentito di molto peggio (anche su pedaliere più costose).
Le simulazioni dei cabinet tendono a chiudere un pelino il suono, ma sicuramente svolgono bene il loro ruolo se si vuole far passare la RP360 dal mixer (magari aggiungendo anche qualche effetto ambientale). Io comunque preferisco eliminarle e uscire su un finale di potenza e poi su una cassa reale.

DigiTech RP360

Una nota molto positiva è che i suoni di fabbrica sono già un'ottima base di partenza, anche se trovo incredibile che non abbiano messo una patch di fabbrica con la simulazione del Peavey visto che, a mio avviso, è la migliore del settore high gain. L'editing risulta comodo e veloce da pedaliera, ma un pochino ferraginoso da PC tramite il software Nexus (che permette anche di aggiornare il firmware della RP) perché è piuttosto lento e a volte non si sincronizza perfettamente. Molto comoda anche la funzione "sound check" che è stata pensata per registrare un fraseggio tramite il looper integrato e poi sentirlo con la possibilità di modificare in tempo reale gli effetti presenti. In questo modo si capisce velocemente come si comportano i vari effetti e si può cercare di ottenere più facilmente il suono che si ha nella testa.
Unico neo, se vogliamo, è che nella confezione non c'è il cavo USB (ma io ho risolto riciclando quello della stampante).

DigiTech RP360

Quello che considero il vero difetto di questa pedaliera è il tempo necessario al cambio patch. In una situazione live, dove magari si deve passare da un suono distorto a uno pulito in un battito di ciglia, il ritardo che intercorre quando si passa da una patch all'altra, pur essendo molto lieve, può risultare chiaramente avvertibile.

In definitiva i pro sono:
- ottimo rapporto qualità/prezzo
- struttura solida
- discreta versatilità
- tre switch associabili a tre patch diverse
- modifiche alle patch facili e veloci da pedaliera
- soluzione compatta, leggera ed economica.

I contro invece sono:
- alcune simulazioni ancora non convincenti
- ritardo avvertibile durante il cambio patch
- software Nexus decisamente migliorabile
- disponibile solo uno slot per tipologia.

Il giudizio finale è decisamente positivo: come ho già scritto queste sono impressioni a caldo dopo averci smanettato solo per qualche ora in un paio di giorni, ma con meno di 150 euro si ha una pedaliera tutto sommato molto valida se rapportata al suo costo. In questa fascia di prezzo potete anche valutare la Zoom G3 che è altrettanto valida. È ovvio che se cercate qualcosa di più serio (suoni e simulazioni migliori e con più dinamica, più versatilità e più effetti) dovete puntare più in alto, soprattutto come prezzo.

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