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Il Fender Custom Shop dal 1987 ai giorni nostri
Il Fender Custom Shop dal 1987 ai giorni nostri
di [user #26523] - pubblicato il

Il Custom Shop è una delle più grandi sfide della liuteria moderna. Per Fender, Custom Shop vuol dire il massimo livello qualitativo, sperimentazione, ma anche la riscoperta di perle perdute nel tempo. Ne ripercorriamo la storia con un estratto dal libro "Fender", di Maurizio Piccoli.
Il Custom Shop è una delle più grandi sfide della liuteria moderna. Per Fender, Custom Shop vuol dire il massimo livello qualitativo, sperimentazione, ma anche la riscoperta di perle perdute nel tempo. Ne ripercorriamo la storia con un estratto dal libro "Fender", di Maurizio Piccoli.

Si racconta che nel 1994 Keith Richard dei Rolling Stones capitasse nel Custom Shop Fender in California desideroso di dotarsi di qualche buon doppione delle chitarre che avrebbe utilizzato per il tour di quell’anno. Ne ordinò più d’una e tornato a riprenderle ne magnificò le doti a John Page, uno dei Master del prestigioso laboratorio.
Tra un discorso e l’altro venne fuori che c’era qualcosa, non certo imputabile a Fender, che non lo soddisfaceva. Il suo cruccio derivava dal fatto che “purtroppo” si trattava di strumenti nuovi e che sarebbe stata gran cosa se si fosse potuto “invecchiarli”, maltrattandoli un po’ in modo che assumessero l’aspetto di uno strumento usato. Se ciò fosse stato possibile, i fan non si sarebbero accorti se durante lo show egli stesse, per esempio, utilizzando la sua Micawber o una precisa replica. Apriamo una parentesi. Micawber è il nome dato da Keith alla sua Telecaster del 1953 dotata di un humbucker al manico e equipaggiata senza il Mi basso (“…per non dar fastidio al bassista!…”). Il nome è anche quello di un personaggio di Dickens ma circolano altre interpretazioni di questo nickname. Chiusa parentesi.

Il Fender Custom Shop dal 1987 ai giorni nostri

Alla richiesta di Richards riguardo l’invecchiamento degli strumenti pare che John Page gli rispondesse che, se lo desiderava, avrebbe potuto strapazzarglieli al meglio. Da più parti si riconosce che questa sia stata la prima iniziativa Fender di deterioramento cosciente, e per certi versi migliorativo, di uno strumento nuovo. Lo stesso Page, però, negò l’accaduto e lo fece all’interno di un articolo apparso sulla rivista Premier Guitar; articolo dedicato a Vince Cunetto, ora titolare del marchio Vinetto Guitars e acclamato liutaio in forza al Custom Shop fino al 1999. Che questo avvenimento sia o non sia la classica leggenda metropolitana, poco importa. Il dato di fatto è che nel 1994 in casa Fender si accese l’idea di un procedimento di anticatura. Ciò costituiva un’iniziativa commerciale importante quanto le proposte di strumenti vintage: una sorta di un vintage “più vintage”, di cloni di strumenti di buona annata resi virtualmente più credibilmente vecchi e/o usati grazie all’aspetto deteriorato ad arte.

Il Fender Custom Shop dal 1987 ai giorni nostri

Insomma, nuove creazioni che più vintage di così non si poteva! Finalmente si andava verso la vittoria nella battaglia volta a sedare lo schizofrenico mercato degli originali, mercato con momenti turbolenti e disorientanti, con prezzi che a volte schizzavano via impazziti, e tra l’altro generatore, “per fame” dei collezionisti e malaffare dei profittatori, di falsi quasi ineccepibili. A ben guardare non era comunque la prima volta che Fender offriva l’invecchiamento, almeno per alcune parti. Senza considerare il precedente delle verniciature aged (il butterscotch è famoso), qualche timidissimo segnale si era avuto in tal senso con gli aged knob in dotazione alle Strato ‘50s e ‘60s della serie Collectibles costruite in Giappone a partire dal 1992 e nelle Stratocaster ’57 LeftHand, ’58 e ‘60 costruite dal Custom Shop. Quest’ultimo modello offriva aged pickup covers mentre la ’57 LeftHand e la ’58 montavano aged pickguard&knobs. Poca cosa, si dirà, ma si trattava pur sempre di piccole scintille che preannunciavano iniziative più significative.

La storia di Leo Fender e della sua più grande avventura è appassionante e ricca di risvolti. Puoi trovarla per intero leggendo il libro "Fender", di Maurizio Piccoli. Il libro è ora in offerta limitata sullo Store di Accordo, scoprilo a questo indirizzo.

Il Fender Custom Shop dal 1987 ai giorni nostri
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