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Tutto ciò che avreste voluto chiedere sulle cuffie
Tutto ciò che avreste voluto chiedere sulle cuffie
di [user #13757] - pubblicato il

Ho letto negli anni parecchi articoli ricchi di consigli sulla scelta delle cuffie. La maggior parte si concentra sulla tipologia della cuffia (aperta, chiusa, sovraurale, circumaurale...), ma raramente si affronta la questione secondo me più delicata e critica per l’ascolto: l’interfacciamento in ingresso e in uscita.
Ho letto negli anni parecchi articoli ricchi di consigli sulla scelta delle cuffie. La maggior parte si concentra sulla tipologia della cuffia (aperta, chiusa, sovraurale, circumaurale...), ma raramente si affronta la questione secondo me più delicata e critica per l’ascolto: l’interfacciamento in ingresso e in uscita.

Una cuffia è utile in molte circostanze e ognuno ha trovato - nel tempo - usi specifici che vanno dai più ovvi (amatoriali o professionali che siano) ai più creativi (usarla per fare registrazioni binaurali, per esempio). Dal punto di vista del puro ascolto, apparentemente la cuffia elimina il contributo dell'ambiente al suono percepito. In realtà, utilizzando delle cuffie non facciamo che sostituire "la stanza" con un altro ambiente: il volume di aria tra il trasduttore e l'orecchio. A prima vista una questione di lana caprina, che invece come vedremo incide profondamente sulla qualità dell’ascolto.

Cos'è l'interfacciamento
In elettroacustica, l’interfacciamento descrive il modo in cui due dispositivi scambiano segnali di natura elettrica. In particolare, ci riferiamo a come e quanto le caratteristiche elettriche di ciascun dispositivo influenzano il funzionamento dell’altro.
Per capirci, chiamiamo sorgente il dispositivo a monte (che invia segnali) e carico il dispositivo a valle (che riceve i segnali). Chiaro che un carico può essere a sua volta sorgente per un altro carico, come accade a un finale di potenza che riceve tipicamente un segnale da un pre (agendo da carico) e lo invia (agendo da sorgente) tipicamente a una cassa (che è il carico finale).
Quando ci occupiamo di come un carico interagisce con la sua sorgente, parliamo di interfacciamento in ingresso, mentre l’interfacciamento in uscita, studia il comportamento di una sorgente in relazione al suo carico.

Vorrei sottolineare un aspetto che viene spesso trascurato quando si parla di come "suona" un dispositivo (che sia un amplificatore o una 4x12"). Una sorgente non ha un segnale di uscita tipico. Il segnale in uscita è sempre dipendente dal carico. Un amplificatore emette un segnale che dipende anche dalla cassa collegata, al punto da poter cambiare molto da una cassa all’altra. Quando cambiamo cassa e sentiamo il suono del nostro sistema cambiare quindi, non è solo perché ogni cassa ha una sua personalità sonora, ma anche perché ogni cassa fa sì che l’amplificatore modifichi il proprio regime di funzionamento.

Paradosso tipico: l’amico che ci invita a sentire il suono delle sue nuove casse, laddove non abbiamo mai sentito il suo vecchio impianto suonare nella sua stanza. Non è possibile capire, ascoltando una catena di riproduzione, quale sia il contributo apportato da ciascun elemento dell’impianto e dalla stanza, a meno di non avere una profonda esperienza su ciascun componente… e sulla stanza.

Tutto ciò che avreste voluto chiedere sulle cuffie

Un problema complicato?
No. Per risolvere e capire completamente tutte le possibili problematiche di interfacciamento tra due dispositivi audio ci serve considerare solo quattro parametri:
  • Per la sorgente: impedenza (resistenza) dell'uscita e livello di uscita (forza del segnale)
  • Per il carico: impedenza e sensibilità (quanto suona forte a parità di segnale in ingresso)
Tutto qui. Conoscendo questi quattro valori (spesso dichiarati dalla casa e reperibili on-line o sulle riviste di settore), possiamo capire tutto su come due dispositivi collegati stiano insieme e se suonino bene o male.

Applichiamo il tutto alle cuffie
Nel seguito, per facilitare la lettura qualunque sia il livello di conoscenza elettrotecnico di chi legge, darò per certe determinate affermazioni, senza dimostrarle. Se siete esperti saranno ovvie, se non lo siete credetemi sulla parola e prendete per buono il dato pratico, che poi è quello che vi guiderà nella scelta.

INTERFACCIAMENTO IN INGRESSO
Con questo termine mi riferisco all’interazione tra amplificatore e cuffia. A parte le elettrostatiche, dotate di un proprio adattatore di impedenza e che si collegano direttamente all’uscita casse di un finale, le cuffie (intese come carico) devono fare i conti con "l'uscita cuffia", cioè con l’impedenza dell'uscita e con la forza del segnale che l’amplificatore può produrre.
Ci sono due grandi famiglie di amplificatori in grado di pilotare una cuffia:
  • Amplificatori di potenza (come nei classici "integrati" hi-fi, ad esempio) dotati di uscita cuffia
  • Preamplificatori dotati di uscita cuffia. In questa seconda categoria (estremamente ampia), faccio confluire tutti i device che non hanno al loro interno un amplificatore finale: registratori analogici e digitali, multieffetto, pedaliere per chitarra, pre da cintura (Korg Pandora, per dirne uno), preamplificatori veri e propri (sia analogici che digitali, tra cui rientrano i vari POD, Axe-Fx, Kemper), radio da tavolo, radioline da taschino, tablet, CD player, telefonini ecc. Qualunque cosa non possa pilotare una cassa passiva, insomma.
Esaminiamo le due famiglie distintamente.

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Interfacciamento con amplificatori di potenza
Un amplificatore di potenza può generare all’uscita cuffia un segnale di decine di volt (per esempio 20 V per un ampli da 50 W).
Normalmente "l’uscita cuffia" è una semplice resistenza (tra 100 ohm e 700 ohm, tipicamente 200-400 ohm) messa in serie all’uscita altoparlanti per ridurre il livello del segnale di potenza e renderlo adatto ai piccoli trasduttori delle cuffie.
Per come è fatto, questo circuito determina due conseguenze:
  • Il massimo volume di riproduzione (o - in altre parole - la massima tensione disponibile sull’uscita) dipende non solo dalla sensibilità della cuffia. ma anche dalla sua impedenza. Prese due cuffie, che suonano una forte e una piano, utilizzando un amplificatore diverso si potrebbe invertire la situazione
  • Se l’impedenza della cuffia varia molto al variare della frequenza, la risposta in frequenza complessiva risentirà sia delle non-linearità della risposta in frequenza dell’uscita che di quelle della cuffia (il che, evidentemente, non va bene)
Al problema descritto al secondo punto, c’è una soluzione: utilizzare un amplificatore con un’impedenza di uscita più bassa, o abbassarla con un semplice attenuatore esterno (una resistenza in parallelo alla cuffia) opportunamente calcolato. Diciamo che se l’impedenza della cuffia è 10 volte superiore all’impedenza d’uscita dell’amplificatore, il problema è risolto e la risposta in frequenza finisce per coincidere con quella dell’uscita cuffia (che speriamo suoni bene!).

Interfacciamento con preamplificatori
I membri di questa grande famiglia di dispositivi, come l’abbiamo definita, producono un segnale all’uscita cuffia molto inferiore a quello di un finale di potenza. Siamo in questo caso nell’ordine dei 500-1000 mV (cioè un volt, o meno) per le apparecchiature non troppo performanti, fino ai 5 V di un buon pre per cuffia o un lettore CD di qualità. Per ascoltare a buoni volumi, o conservare intatta la dinamica di un brano molto "mosso", serve una cuffia dalla buona sensibilità, tanto più quanto più basso è il livello di uscita.

L’altro parametro di interfacciamento, l’impedenza di uscita, può ricadere in due grandi gruppi:
  • Essere di qualche centinaio di ohm. In questo caso vale quanto detto per gli amplificatori finali, solo che l’idea dell’attenuatore esterno non funzionerà (gli serve un segnale di potenza). Dunque per linearizzare la risposta in frequenza (lato interfaccia in ingresso) sarà opportuno scegliere una cuffia dall’impedenza elevata. 
  • Essere di qualche decina di ohm (come negli amplificatori per cuffia dedicati). Questa è la situazione migliore, cadono i problemi di interfacciamento con la maggioranza delle cuffie (salvo cuffie dall’impedenza estremamente bassa).
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INTERFACCIAMENTO IN USCITA
Questo è l’aspetto secondo me più importante per la qualità di suono della cuffia e riguarda l’interfacciamento cuffia/orecchio. Si tratta anche del fattore più trascurato, forse perché tendiamo a non pensare alla forma della nostra testa come... variabile elettroacustica.

Pensiamo allora, come abbiamo accennato, allo spazio compreso tra cuffia e orecchio come al nostro "ambiente": così lo chiamerò da qui in avanti, occhio a non confonderci!

Sostanzialmente ci sono due aspetti meccanici che determinano la qualità del suono di una cuffia: le risonanze dell’ambiente (proprio come avviene in una stanza vera) e l’isolamento acustico.
Le risonanze sono quelle che creano il famoso "rumore del mare" quando avviciniamo una conchiglia (o un bicchiere) all’orecchio: nient’altro che le onde stazionarie che si formano nell’ambiente. Per ridurle si possono seguire due vie: introdurre nel bicchiere materiale assorbente (lana di vetro, per esempio) o ridurre la profondità dell’ambiente (come se usassimo un bicchiere della stessa forma ma più basso).
A questo punto possiamo pensare alle cuffie come a un "bicchiere molto basso". Le cuffie intraurali (walkman e di più iPad) sono quelle che riducono al massimo le dimensioni dell’ambiente.

Per quanto piccolo sia il nostro "bicchiere", mettendolo e togliendolo dall’orecchio si sente comunque una differenza. Questo è invece il fattore dell’isolamento dall’esterno.

Linearità della risposta alle basse frequenze
È facile capire che se la cuffia non "tiene" bene sul padiglione auricolare, l’aria mossa del trasduttore "sfogherà" attraverso lo sfiato. In questo caso perdiamo pressione sonora, soprattutto nella risposta sulle basse frequenze. Per verificare questo comportamento, provate (con una cuffia qualsiasi) a premere leggermente i trasduttori contro le orecchie: avvertirete chiaramente un potenziamento delle basse frequenze.

Uno dei vantaggi di una cuffia, per come è fatto il timpano e per l’interfacciamento con la testa, è la capacità di riprodurre perfettamente frequenze praticamente fino allo zero, ma questo accadrà solo se la tenuta è perfetta.

Nota: quando si parla di linearità di riproduzione di un dispositivo audio ci si riferisce alla sua capacità di riproporre il più possibile fedelmente il segnale in ingresso. Un dispositivo che crea bassi "da discoteca" o incremento di qualsiasi altra fascia di frequenze rispetto al resto della gamma audio (così come uno che sia carente in certe aree dello spettro sonoro) non è lineare, cioè non è "fedele" (e spesso costa meno, ma non è una regola).

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Linearità della risposta alle alte frequenze
Quando un suono viene prodotto in un ambiente più o meno chiuso, alcune frequenze risultano rinforzate, altre indebolite. Si tratta, come sappiamo, di un fenomeno indesiderato che è piuttosto critico nell’ascolto hi-fi. In particolare, avremo un rinforzo quando l'onda di rimbalzo si somma alle altre onde della stessa frequenza che incontra, e un'attenuazione quando le onde che si incontrano sono in fase opposta. Un ambiente più piccolo riduce il complessivo spettro delle risonanze perché minori le dimensioni, minore è il numero delle frequenze che possono rispondere alle proporzioni richieste e quindi eccitare le risonanze.
L’ambiente cuffia/orecchio, caratterizzato da misure diverse nelle varie direzioni dello spazio, ha certo una forma molto più irregolare di una comune stanza, che è già abbastanza complessa dal punto di vista del calcolo delle risonanze. Comunque, considerando le grandezze in gioco, tutte nell’ordine dei millimetri/centimetri, questi fenomeni hanno luogo esclusivamente per frequenze alte (cioè lunghezze d'onda molto piccole).

Linearità sulle medie frequenze

In questa fascia di frequenze l’ambiente è ininfluente, e il comportamento acustico dipende esclusivamente dalla risposta in frequenza elettrica.

CUFFIE

Tipi di cuffia
Esistono sul mercato parecchie tecnologie di cuffie. Per quanto riguarda l’interfacciamento in uscita, le principali differenze sono tra cuffie elettrostatiche, sovraurali, circumaurali, a pressione, minicuffie, intraurali (o microcuffie). Queste ultime possono essere destinate a essere ospitate dal padiglione auricolare (e sono tipicamente di forma a pasticca, come nel classico walkman) o nel canale uditivo (e allora hanno la parte emissiva più o meno "a siluro", come quelle dell’iPad, per affondare nell’orecchio). Ci sono poi cuffie aperte, semiaperte e chiuse, che presentano una progressiva riduzione dello scambio di suoni tra l’ambiente e l’esterno. È importante sottolineare che il fatto di essere aperta o chiusa non influenza di per sé la linearità della risposta in frequenza di una cuffia (che dipende dal progetto e dall’interfacciamento), ma solo l’isolamento (bidirezionale) con l’esterno.

In generale, tutte le tipologie di costruzione possono funzionare bene e avere un gran suono… o un suono pessimo. In ultima analisi la qualità della prestazione dipende dalla bontà della singola realizzazione, dall’interfacciamento appropriato della nostra testa/orecchio/canale uditivo con la cuffia e dall’amplificatore utilizzato.

Dati dichiarati dal produttore
Visto che ognuno di noi ha una testa diversa, per la misura delle prestazioni delle cuffie è stato definito uno strumento di misura standard, l’orecchio artificiale (immagine sotto). Si tratta di un oggetto con caratteristiche geometriche precise e con un microfono di misura all’interno, su cui vengono poggiate le cuffie, alle quali poi vengono inviati i segnali di test.
Naturalmente, quando poi siamo noi a indossare la cuffia la sua risposta cambia e può cambiare anche di molto a seconda di quanto uno specifico modello calzi bene la nostra testa. Ogni testa e padiglione auricolare hanno una forma diversa e cambiano di conseguenza la dimensione dell’ambiente, l’isolamento, la risposta alle basse e alle alte.
Questo è vero però sia nel bene che nel male. Un picco di risonanza indesiderato nella risposta in frequenza misurata sull’orecchio artificiale non necessariamente si riprodurrà sulla nostra testa.
A complemento delle misure su orecchio artificiale si possono effettuare dei test "in campo aperto" (cioè col padiglione della cuffia non premuto contro una superficie), che naturalmente escluderanno ogni risposta legata all’interfacciamento in uscita e servono proprio a verificare se la cuffia presenta eventuali alterazioni della risposta di natura puramente elettrica.

Tutto ciò che avreste voluto chiedere sulle cuffie
Per suonare forte
Se cercate alti volumi di ascolto o una dinamica elevata (dove quando arriva un fortissimo il segnale non si "siede" e la cuffia rende tutta la "botta") il parametro più importante è il livello d’uscita. Un finale di potenza (o un ampli per cuffie) garantiscono sempre un segnale adeguatamente robusto, al contrario di un "preamplificatore".
È chiaro però che una volta che un certo segnale arriva alla cuffia, un valore di sensibilità più alto garantisce di sfruttare bene tutti i Volt a disposizione. La sensibilità viene misurata in dB/V: 90 dB/V è un valore basso, 120 è un valore estremamente elevato. Significa che quando l’ampli emette un segnale di un volt, la cuffia produce una pressione sonora di 120 dB.

Ma anche l’impedenza della cuffia è importante. A parità di sensibilità, un costruttore può adoperare per gli avvolgimenti della bobina mobile degli altoparlanti, molte spire di filo sottile (determinando un’impedenza più elevata) o poche spire di filo più spesso (determinando un’impedenza più bassa).
Per impedenze di uscita basse (decine di ohm), più è bassa l’impedenza del carico, più forte suonerà la cuffia. Per impedenze di uscita alte (centinaia di ohm) suona più forte una cuffia ad alta impedenza, perché il regime di funzionamento elettrico dell’uscita è diverso.

Il problema dell’impedenza per la linearità della risposta in frequenza
Per definizione, l’impedenza di un dispositivo audio (la resistenza che il circuito oppone al transito di un segnale musicale) varia con la frequenza.
Dato un certo dispositivo, non c’è un modo semplice per capire a priori come sia questa variazione. Occorre testare tutte le frequenze. Una cuffia può avere un’impedenza di 50 ohm a 2000 Hz e di 100 ohm a 70 Hz. Ma allora quando si dice che una cuffia ha un’impedenza di 80 ohm che significa?

Per convenzione, quella è l’impedenza misurata a 1000 Hz. Si parla di impedenza nominale, e dev’essere chiaro che questo dato non dice nulla sull’impedenza complessiva del dispositivo. Per usare un paragone automobilistico, è come dire che una certa auto a 1400 giri ha una coppia di tot Nm. Dà un’idea di massima (per esempio si capisce se parliamo di una 500 del ’72 o di un Ferrari T40), ma non ci dice veramente come varia la coppia quando i giri cambiano. Ma torniamo alle cuffie.

Perché l’andamento dell’impedenza della cuffia è significativo? Perché la forza del segnale che una cuffia produce cambia a seconda dell’impedenza che la cuffia ha alla frequenza del segnale. Quindi, se la cuffia ha un andamento dell’impedenza tormentato, la risposta in frequenza sarà tormentata anche lei. A meno che…
… a meno che l’impedenza di uscita dell’amplificatore non sia, come abbiamo visto, molte volte più bassa di quella della cuffia. Una bassa impedenza di uscita (rispetto all’impedenza della cuffia) fa sì che il livello del segnale non sia più sensibile alle variazioni di impedenza del carico.
Per fare un esempio quantitativo, se una sorgente con un’impedenza di 1 Kohm pilota una cuffia con un’impedenza di 60 0ohm costante su tutta la gamma audio, ma con un picco di 800 ohm a 200 Hz, viene prodotto un picco di 1,4 dB a 200 Hz. Moltiplicate questo per tutti i possibili picchi (e valli) dell’impedenza della cuffia e aggiungeteci le non linearità della sorgente…

La sorgente migliore, quindi, mostra contemporaneamente bassa impedenza e alto livello d'uscita. Le due condizioni non si verificano spesso, perché solitamente un amplificatore di potenza (che genera l’uscita più robusta) ha un’impedenza di uscita cuffia piuttosto elevata (diverse centinaia di ohm). Non resta che rivolgersi a cuffie dall’impedenza elevata, e/o utilizzare un attenuatore come suggerito a inizio articolo.
O ancora, utilizzare un preamplificatore dall’uscita comunque robusta (per esempio 5 V) e dalla bassa impedenza. Ecco perché i pre per cuffia fanno di solito suonare le cuffie molto bene.

In ogni caso, una cuffia caratterizzata da un andamento dell’impedenza molto lineare avrà meno problemi di linearità quando pilotata da un amplificatore dall’impedenza elevata.

C’è da dire però, che l’andamento dell’impedenza di una cuffia è estremamente regolare rispetto all’impedenza di una cassa. Questo rende l’interfacciamento di una cuffia con un amplificatore più facile di quello di una cassa.

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Come scegliere la cuffia
Una cuffia ad alta impedenza (un tipico valore di impedenza per una cuffia "professionale" è 600 ohm) è molto adatta a lavorare con una sorgente ad alta impedenza e alto livello, come tipicamente un finale. Una cuffia a bassa impedenza (nell’ordine dei 50-100 ohm), sarà più capace di sfruttare i pochi volt disponibili all’uscita di un preamplificatore.
Nel complesso, una cuffia ad alta impedenza è la più versatile per ogni applicazione, perché suonerà bene anche con impedenze d’uscita elevate e non genererà variazioni nella risposta in frequenza in corrispondenza di variazioni di impedenza. Certo, se la sorgente ha un’uscita molto bassa dimenticatevi le alte dinamiche o le alte pressioni sonore, a meno che la sensibilità della cuffia non sia anch’essa molto elevata.

Se già sapete che state acquistando una cuffia per un particolare dispositivo, conoscere i due dati di interfacciamento (impedenza e livello di uscita) del dispositivo su cui la proviamo aiuta a fare una scelta ragionata. Immagino già la faccia stranita di un commesso di Ricordi o Messaggerie Musicali quando l’acquirente gli chiede candidamente i parametri di interfacciamento dell’uscita cuffia dell’amplificatore che sta utilizzando per l’ascolto in negozio… Fantascienza certo, ma meglio provare la cuffia con un dispositivo dalle caratteristiche di interfacciamento simili a quello che useremo a casa. Se già sapete che l’acquisto è destinato a un lettore di CD, inutile ascoltare le candidate all’acquisto collegandole ad un finale e viceversa.

Per quanto riguarda l’interfacciamento in uscita, valutate:
  • Se il posizionamento sulle orecchie rimane stabile nel tempo anche se vi agitate parecchio (l’archetto scivola in avanti o all’indietro, la regolazione della lunghezza “salta” ecc.)
  • Se alla lunga provate fatica (l’archetto stringe, le orecchie sudano e si surriscaldano ecc.)
  • Se il cavo di collegamento “suona”. Strusciandolo contro il corpo o contro il tavolo non dovete sentire alcun suono negli auricolari
  • Se l’apertura o la chiusura del disegno del padiglione corrisponde alle vostre necessità (maggiore o minore isolamento)
  • L’effetto di amplificazione dei bassi quando premete leggermente i padiglioni contro le orecchie. La cuffia che meglio si adatta a voi meccanicamente è quella in cui i bassi si amplificano meno (perché vuol dire che la tenuta era già ottima). Naturalmente questo test non è affatto scientifico. Ci sarà sempre una variazione piuttosto notevole, ma se siete indecisi tra due modelli provate a vedere se reagiscono in modo diverso sotto questo aspetto.
cuffie gli articoli dei lettori
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Meriti una statua! ...
di joerocker [user #11075]
commento del 05/07/2014 ore 13:53:2
Meriti una statua!
Rispondi
Re: Meriti una statua! ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 07/07/2014 ore 01:37:54

... Che esagerato! :D
Rispondi
Complimenti e grazie!
di MusicBoy utente non più registrato
commento del 05/07/2014 ore 14:28:2
Un articolo dettagliato ed esaustivo come pochi ;) da leggere e rileggere con calma
Rispondi
Un applauso...diecimila articoli sulla Stratocaster ...
di SuperAdrian76 utente non più registrato
commento del 05/07/2014 ore 15:04:4
Un applauso...diecimila articoli sulla Stratocaster poi finalmente un genio si sveglia e scrive un pezzo strepitoso su un aspetto sottovalutatissimo della strumentazione. Grande.
Rispondi
Re: Un applauso...diecimila articoli sulla Stratocaster ...
di gabriele bianco [user #16140]
commento del 05/07/2014 ore 15:18:0
Beh, c'è tantissimo di altro, mica parliamo solo di Stratocaster :)
Rispondi
Re: Un applauso...diecimila articoli sulla Stratocaster ...
di SuperAdrian76 utente non più registrato
commento del 05/07/2014 ore 16:07:5
Non è una critica ad Accordo ma un complimento all'autore che ha parlato di un argomento interessante e poco sviscerato....
Rispondi
Re: Un applauso...diecimila articoli sulla Stratocaster ...
di gabriele bianco [user #16140]
commento del 05/07/2014 ore 16:25:07
Argomento interessantissimo!
Rispondi
Re: Un applauso...diecimila articoli sulla Stratocaster ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 07/07/2014 ore 01:41:39
Grazie Gabriele :)
Rispondi
Re: Un applauso...diecimila articoli sulla Stratocaster ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 07/07/2014 ore 01:42:42
Daniele, sei gentilissimo... ma genio poi! LOL

Ti assicuro, c'è solo tanto lavoro e tanta voglia di capire e spiegare :)
Rispondi
Un suono "neutrale"
di Claes [user #29011]
commento del 05/07/2014 ore 16:16:58
Conosco solo quelli da studio - un suono neutrale è quello che ci vuole e mai userei un amplificatore col risultato di avere un sound colorato! In ogni caso bisogna abituarsi al suono di una cuffia. Ma tutto questo ha a che fare con usi da registrazione - abbinati a un mixer o un CD. Per cantare ci vuole una Sennheiser 414 e per il resto una AKG 240. Per ascoltare in maniera colorata ce ne sono da bassi esagerati a quanto vedo. In questo articolo vi sono dati tecnici di cui non avevo nessunissima idea :) Forte... Grazie. È da tornare a scuola!
Rispondi
Re: Un suono "neutrale"
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 07/07/2014 ore 21:13:49
Io uso questa per mixare è molto confortevole isola bene e posso mixare anche tardi di notte senza rompere le scatole ai vicini prima usavo la 280 è un po ' scassata ma ce l'ho ancora.
Anche in questo campo tutti ti devono dire Akg.
Per ogni cosa ci sono sempre pregiudizi e fissazioni.
Meno male che per il momento c'è ancora la possibilità di scelta.



vai al link

P.S.
Non ce l'ho con te Claes mi riferivo ad una discussione fatta molto tempo fa
Rispondi
Otiimo!
di Rothko61 [user #32606]
commento del 05/07/2014 ore 16:31:38
Grande Gianfranco!
Ottimo articolo.
Rispondi
Re: Otiimo!
di viabcroce [user #13757]
commento del 07/07/2014 ore 01:40:56
Grazie Fausto, lo apprezzo :)

A rileggerci "tu sai dove" ;D
Rispondi
Loggati per commentare

Grazie a voi ragazzi...
di viabcroce [user #13757]
commento del 07/07/2014 ore 01:37:19
... mi avete fatto dei complimenti che non merito, davvero :)
Ma sono contento che troviate l'articolo utile X)
Rispondi
Deng iu veri macce! Meno ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 07/07/2014 ore 19:07:27
Deng iu veri macce! Meno male che hai pubblicato il diario altrimenti questo me lo sarei proprio perso!?
Rispondi
Re: Deng iu veri macce! Meno ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 07/07/2014 ore 20:39:25
Grazie caro :) Speravo fosse di qualche utilità, in effetti X)
Rispondi
Ho sempre trovato innaturale suonare ...
di Guycho [user #2802]
commento del 08/07/2014 ore 09:26:2
Ho sempre trovato innaturale suonare la chitarra in cuffia, probabilmente per via della poca dinamica. Nell'articolo parli di fare attenzione alla sensibilità. Hai altri consigli in merito?

Grazie
Rispondi
Re: Ho sempre trovato innaturale suonare ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 08/07/2014 ore 12:44:0
Dipende tutto dall'amplificatore, veramente! Oltre che, è naturale, dalle cuffie e dal loro interfacciamento.
Cosa usi per amplificare la chitarra?
Rispondi
Re: Ho sempre trovato innaturale suonare ...
di Guycho [user #2802]
commento del 08/07/2014 ore 13:41:10
Come dicevo, non uso le cuffie per via del senso di piattezza che percepisco.
Quando ho provato, le usavo sui similatori tipo v-amp, POD, o anche software tipo guitar rig.

Al momento potrei usare l'uscita cuffia di un ampli Beringher che uso in casa, oppure dal pc. O anche uno Zoom H4n che include delle simulazioni.
Rispondi
Re: Ho sempre trovato innaturale suonare ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 08/07/2014 ore 14:42:14
Mhhh... be', certo va verificata la buona compatibilità di interfacciamento della cuffia e del pre che usi di volta il volta secondo quanto descritto nell'articolo.

Dovresti poi valutare la qualità della cuffia in sé, magari ascoltando musica che conosci bene e che ti piace tramite un dispositivo con simili caratteristiche di interfacciamento (se no non serve a niente: inutile provare sull'ampli dello stereo di casa).

In ultima analisi, però, prima di comprare il Kemper io non sono mai stato soddisfatto dei suoni dei simulatori: piattezza, suoni poco credibili se ascoltati da soli... c'è davvero un abisso di differenza. Poi in un buon mix le cose vanno meglio, se ci sai fare.
Dovresti quindi verificare che i suoni del simulatore siano soddisfacenti di per sé. E l'unico modo per fare questo controllo in maniera che abbia senso per poi sfruttare al meglio delle buone cuffie è verificare la bontà dei suoni tramite un sistema lineare (PA, buoni monitor da studio, al limite anche lo stereo di casa, se è di alta qualità): se provi attraverso un ampli/cassa per chitarra otterrai un suono che dipende comunque da un sistema per chitarra, quindi molto diverso.

Se stai dalle parti di Roma posso farti ascoltare qualcosa.
Rispondi
Veramente ben fatto ed esaustivo. ...
di Blackmama [user #27591]
commento del 08/07/2014 ore 14:39:21
Veramente ben fatto ed esaustivo. Complimenti e grazie!
Rispondi
Re: Veramente ben fatto ed esaustivo. ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 08/07/2014 ore 15:49:2
Grazie a te Blackmama :)
Rispondi
Complimenti e, scelta cuffie akg
di dimitri [user #3823]
commento del 11/07/2014 ore 03:35:04
Ciao Gianfranco,
complimenti per il dettagliato e interessante articolo e colgo l'occasione anche per cercare di capire cosa potrei scegliere nel mio caso:

proprio poco tempo fa stavo pensando di passare dalle semplici cuffie Panasonic djs-200 a qualcosa con risposta più lineare: le avevo scelte in seconda battuta perché le top della gamma Panasonic (un modello high-end di cui non ricordo più il nome e non si trova più in commercio credo) che avevo fatto venire dall'Inghilterra inaspettatamente erano una morsa sulle orecchie... non per i padiglioni di tessuto relativamente morbidi ma per la pressione che esercitava la struttura.
uno degli usi doveva essere fare delle meditazioni o comunque relax e quindi non c'era verso di poterle tenere anche se il suono era molto buono e mi dispiaceva restituirle.

Ad ogni modo, potuto provare quel modello più economico riscontrai che erano le più comode di tutte quelle disponibili in un negozio di elettronica e il suono era caldo quindi le acquistai...
qualche mese dopo vennero fuori nuove esigenze di un suono più lineare o di risposta in frequenza più piatta (e magari anche più raffinato) anche perché per dei file audio di meditazione che mi vennero regalati si raccomandava di non usare gli effetti extra-bass o bass-boost presenti in molti lettori audio (mp3, cd...) perché era stato a regola verificato dai produttori che la tecnologia audio usata in quelle tracce non funziona correttamente in caso evidentemente ci sia l'eccesso di bassi.
Incuriosito avevo scritto al servizio clienti visto che non solo le panasonic , ma molte altre cuffie da poche decine di euro in commercio, hanno questo sistema passivo degli extra-bass incorporato che immagino si potrebbe paragonare al sistema bass-reflex dei diffusori degli impianti stereo.
Quello che mi risposero loro è che dovrebbero andare bene .. d'altronde non potevano avere la certezza se il mio modello di cuffie esaltava troppo i bassi tale da disturbare l'effetto di quelle tracce...

Visto però che mi occorrono anche per altri usi avevo inizialmente pensato di fare la ricerca su AKG , e un modello che potevo provare in negozio le akg K142... chiaramente per un problema di interfacciamento con il mio (vecchio) lettore multimediale Creative Zen Vision, il volume ottenuto risultò soddisfacente solo mettendo il controllo nel lettore al massimo o poco meno...
cosa che sarebbe risultata insufficiente su tanti brani masterizzati ad un livello più basso.
Poi dal servizio clienti kenwood/AKG mi è stato suggerito un altro modello AKG più adatto agli usi e collegamenti che devo fare io... se ben ricordo suggerivano dei modelli della serie 400...
il problema è che, sopratutto in questa ultima serie di cuffie, risultava dai dati tecnici una potenza max. di uscita su una fascia molto inferiore paragonata alle mie attuali Panasonic... 200 mW per le 142, e solo 50mW per quelle della serie 400, contro 1000 mW delle Panasonic che fra l'altro hanno una impedenza in ingresso abbastanza più piccola.. tipo la metà..

Quindi mi era rimasto il dubbio che quella serie 400 potesse non avere una resa di volume sufficiente rispetto a quello che mi è necessario...
teniamo anche conto che nonostante abbia un impianto alta fedeltà piuttosto buono (dei Krell sia come ampli integrato che lettore cd . casse B&W ...) in quella zona l'unico modo che ho di collegare delle cuffie è tramite la presa di una piastra di registrazione (usata ormai come preamp per interfacciare il lettore audio con l'impianto) ...
un altro modo è alla presa cuffie della scheda M-Audio esterna del pc.
in ogni caso dove le uso di solito non c'è possibilità di amplificare con un finale di potenza.

Alla luce di questo articolo che evidentemente dovrò studiare con calma, le cose però devono essere rivalutate in modo più preciso.

Intanto per risolvere prima, si accettano consigli :-)

Grazie
Dimitri

Rispondi
Re: Complimenti e, scelta cuffie akg
di viabcroce [user #13757]
commento del 11/07/2014 ore 15:43:43
Grazie per gli apprezzamenti :)

Be', certo cercare le cuffie con le caratteristiche che vogliamo noi (come per qualsiasi altro componente audio, poi) è una cosa lunga, viste le migliaia di modelli disponibili.
Per fortuna, ora sai che con soli quattro parametri puoi interfacciare qualsiasi cosa. A partire da questi quattro dati puoi cominciare a scremare tutte le cuffie che non rientrano in quello che serve a te. Un altro parametro di scrematura è la forma delle cuffie (aperta, chiusa, sovraurale, intra-aurale ecc), che deve rispondere alle tue esigenze ove ce ne siano.

A questo punto, tra ciò che rimane, puoi basarti sulle caratteristiche tecniche assolute della cuffia (linearità della risposta in frequenza e regolarità dell'impedenza), che vanno dedotte dai dati tecnici forniti e/o dalle prove tecniche pubblicate online o sulle riviste.
Rispondi
Ammazza che articolo... complimenti, ben ...
di MM [user #34535]
commento del 16/07/2014 ore 17:56:41
Ammazza che articolo...
complimenti, ben spiegato ed esaustivo.
Rispondi
Salve, premetto che questo è ...
di firefox97 [user #42164]
commento del 30/10/2014 ore 18:56:18
Salve, premetto che questo è il migliore articolo che abbia trovato in rete sulle cuffie per suonare la chitarra! Mi sono iscritto proprio per chiedere qui a gente molto esperta una domanda.
Il mio principale scopo dello suonare in cuffia è l'isolamento VERSO l'esterno, cioè che non si senta la chitarra fuori. Il tipo di cuffia adatto a questo mio scopo è quello chiuso? Tipo le akg k271 mk2?
Rispondi
Re: Salve, premetto che questo è ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 30/10/2014 ore 21:11:51
Ciao Firefox,

grazie per gli apprezzamenti :)

Dubito che altri legegranno ancora queste pagine dopo tanto tempo...

Comunque sì, le cuffie chiuse sono quelle che isolano di più. Ma ci sarà comunque una differenza tra modello e modello.

Di questa, questo utente parla molto bene ... vedi se riesci a provarla

vai al link
Rispondi
Ciao viabcroce, grazie per la ...
di firefox97 [user #42164]
commento del 31/10/2014 ore 15:00:35
Ciao viabcroce, grazie per la veloce risposta!
Ho visto le cuffie e mi hai consigliato, ma mi è venuto un dubbio: non è che con il sudore, il lungo uso etc dopo un anno si rompono o rovinano le gomme intorno?
Secondo te le akg k271mk2 che ho nominato prima isolano bene verso l'esterno? (Non ho problemi di prezzo, anzi preferisco spendere un po' di più ma avere poi una cosa di eccellente qualità)
Rispondi
Re: Ciao viabcroce, grazie per la ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 31/10/2014 ore 19:30:17
Non posso saperlo, a meno che il dato di isolamento non sia pubblicato tra e specifiche tecniche :)
Rispondi
Ciao, grazie intanto per le ...
di firefox97 [user #42164]
commento del 02/11/2014 ore 12:39:57
Ciao, grazie intanto per le risposte veloci e scusami se io non rispondo subito, ma sono parecchio occupato.
La mia vera situazione è questa: io ho comprato su amazon le cuffie AKG K242HD. Io le uso per suonare in camera con l'ampli per non disturbare gli altri. Quando sono andato a provarle appena arrivate, mi sono chiuso in camera e ti posso assicurare che non isolano per niente. Si sentiva tutto al piano di sotto e non ti dico nelle altre camere. Quindi a me non interessa tanto la qualità audio, ma sinceramente mi interessa di più l'isolamento.

Insomma mi sono fatto rimborsare il prezzo e le ho rispedite.

Adesso ho cercato un po in internet e ho trovato queste: vai al link
In una recensione dicono che fuori non si sente assolutamente niente.
Puoi confermare e sai dirmi qualcosa in più perchè non sono per niente esperto :)
Rispondi
Re: Ciao, grazie intanto per le ...
di viabcroce [user #13757]
commento del 02/11/2014 ore 17:11:35
Be', ma dovrei averle provate, no? :)

Credo ti convenga provarle in negozio e farle indossare ad altri mentre "ascolti" da fuori.
Rispondi
grande articolo
di Floyd [user #143]
commento del 10/12/2014 ore 09:48:52
e grande trattazione.
oltre i complimenti meriti un bel GRAZIE!
ciao
Rispondi
Re: grande articolo
di viabcroce [user #13757]
commento del 10/12/2014 ore 13:33:45
Wow, grazie a te :)
Rispondi
Cuffie per Yamaha THR10
di monacoAlex utente non più registrato
commento del 30/03/2015 ore 10:22:34
Complimentissimissimi per il tuo articolo...
Ho uno Yamaha THR10 che per casa è l'ideale, ci suono di tutto e con stomp vari suona un bellezza.
Ora vorrei prendere delle cuffie adatte a lui (max 100 euri) da usare a tarda notte e che non si faccia sentire da fuori altrimenti i miei bimbi si svegliano e mia moglie mi ammazza ;)))
L'unico valore che leggo nel libretto di istruzioni è:
Livello in uscita PHONES: 10mW (Standard Stereo Phone Jack)
Puoi consigliarmi qualcosa?
Grazie mille ed ancora complimenti per il tuo articolo e la tua competenza...
Rispondi
Re: Cuffie per Yamaha THR10
di viabcroce [user #13757]
commento del 30/03/2015 ore 16:36:52
Grazie per gli apprezzamenti, Alex :)

Come hai potuto trarre dall'articolo, i dati che citi non sono sufficienti per definire sulla carta un buon accoppiamento.
È però molto probabile che il THR si comporti come un normale pre: l'uscita non è molto alta, quindi servirà una buona sensibilità.

E certamente devi scegliere una cuffia con un buon isolamento, se quella è la tua priorità.

Buona musica!
Rispondi
di caribe75 [user #22710]
commento del 05/12/2017 ore 21:45:0
bellissimo articolo! non so se qualcuno segue ancora questa discussione dopo quasi 3 anni, comunque se possibile avrei bisogno di un consiglio. ho un ampli per chitarra Blackstar ID15 TVP e delle cuffie AKG K240 Studio. Quando suono in cuffia la qualità del suono è ottima ma ovviamente quello che manca un po' è il volume. L'unico modo per aumentarlo è aumentare il gain, quindi alla fine il suono si distorce un po'. Se ho capito bene potrei risolvere il problema con un amplificatore per cuffie, ma non so quale sciegliere. Consigli? Grazie!
Rispondi
di viabcroce [user #13757]
commento del 06/12/2017 ore 03:50:49
L'autore dell'articolo riceve sempre le notifiche per i post ;)

Grazie per l'apprezzamento!

Quindi il volume Master è già al massimo? Strano, le tue cuffie non hanno neanche un'impedenza alta...
Comunque, dato l'utilizzo che devi farne, qualsiasi pre per cuffia andrà bene. Un'altra cosa che puoi fare è collegare l'ampli al computer via USB e ascoltarlo da lì.
HTH :)
Rispondi
di caribe75 [user #22710]
commento del 06/12/2017 ore 15:26:38
Ciao grazie. In realtà per suonare con le cuffie il master devo metterlo a zero. Inserendo il jack delle cuffie non viene disattivata l'uscita dalla cassa (è proprio fatto così l'amplificatore). Quindi devo aumentare volume e gain, che però sono diversi per ogni effetto salvato...
Ripeto, il volume non è bassissimo, ma preferirei doverlo abbassare un po'..... Proverò con il computer, ma non posso usarlo ogni volta che suono. Forse il preamplificatore è la soluzione migliore. Dato che non me ne intendo per niente, se potessi consigliarmi qualcosa (di economico) mi faresti un gran favore.
Grazie!
Rispondi
di viabcroce [user #13757]
commento del 06/12/2017 ore 16:03:23
Non so, non ho grande esperienza con pre economici. Ripeto, uno qualsiasi va bene; ti basta che abbia un ingresso comodo da usare per la tua configurazione, se no risolvi con un eventuale cavetto.
Rispondi
di Raziel84 [user #47850]
commento del 06/11/2021 ore 19:54:43
Girovagando in rete perchè in cerca di un paio di cuffie idonee per il mio ampli sono arrivato a questo articolo. Complimenti davvero! A breve mi arriverà un boss nextone special ma di cui non conosco l'impedenza dell'uscita cuffia (non c'è neanche nel manuale online). Esiste una sorta di standard per gli ampli, visto che ne sai abbastanza? Per motivi di studio e per non dare fastidio ai vicini devo necessariamente comprare un paio di cuffie dalla giusta impedenza. Che siano flat e senza spendere una fortuna. Quale mi consigli? Grazie.
Rispondi
di viabcroce [user #13757]
commento del 08/11/2021 ore 03:27:53
Ciao e grazie :)
Purtroppo non esiste alcuno standard (non sappiamo neanche se l'uscita deriva da un'attenuazione del finale o - come è più probabile - dal pre). Vista l'applicazione non critica, comunque, non mi preoccuperei troppo della linearità della risposta.
Se cerchi la massima linearità comprerei una cuffia dall'impedenza elevata, ma valutane la sensibilità in relazione al livello di uscita dell'ampli o potresti non avere pressioni sonore altissime nel caso l'uscita sia debole.
Riguardo alla linearità della risposta, il cuore dell'articolo è proprio spiegare che questa dipende dall'interfacciamento in ingresso e dall’interfacciamento in uscita, ovvero dall'uscita cuffie dell'ampli e dal tuo orecchio ;)
Rispondi
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