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Quaini on stage (o quasi) Ep.1
Quaini on stage (o quasi) Ep.1
di [user #16167] - pubblicato il

Michele Quaini non è solo nostro, ma dobbiamo dividerlo spesso con artisti italiani e non che portano lui, le sue Strat e la Dangelo rossa in giro per l’Italia. Dopo Chiara e Marco Mengoni, per citare gli ultimi, è la volta di Roby Facchinetti. Proprio in occasione della data a Brembate di Sopra abbiamo raggiunto Michele per realizzare dei contenuti esclusivi riguardo il lavoro del chitarrista professionista.
Michele Quaini non è solo nostro, ma dobbiamo dividerlo spesso con artisti italiani e non che portano lui, le sue Strat e la Dangelo rossa in giro per l’Italia. Dopo Chiara e Marco Mengoni, per citare gli ultimi, è la volta di Roby Facchinetti. Proprio in occasione della data a Brembate di Sopra abbiamo raggiunto Michele per realizzare dei contenuti esclusivi riguardo il lavoro del chitarrista professionista.

Il tempo non era l’ideale per salire sul palco ancora bagnato fradicio da un’estate tanto autunnale da far rimpiangere lo scorso novembre. Abbiamo realizzato lo stesso una serie di contenuti sfiziosi riguardo il mondo dei chitarristi professionisti e del professionismo in generale. Con quello di oggi prende il via la rubrica Quaini on Stage, o quasi visto le condizioni meteo.

Oggi affronteremo l’argomento monitoring. Con Michele abbiamo approfondito l’uso dell’in-ear monitoring, sviscerandone pro e contro. Per chi non fosse pratico i monitor o spie sono quegli speaker posti sul palco rivolti verso i musicisti. Come dice il nome stesso servono a far sentire a chi è on stage cosa sta suonando lui, ma soprattutto gli altri. Su palchi piccoli spesso non si ha la fortuna di averne una a testa, ma quando la situazione lo permette è importante imparare a gestirle al meglio, scegliendo con cura cosa si vuole sentire ed evitando quindi di sovraccaricare la cassa. Nei sistemi in-ear la situazione è diversa. Composti da cuffiette isolanti collegate nella maggior parte dei casi a trasmettitori radio per facilitare i movimenti, richiedono una scelta ancora più accurata del balance tra i vari strumenti. Isolando completamente da tutto ciò che viene emesso sul palco il musicista dovrà farsi creare dal fonico un vero e proprio mix dal quale dovranno emergere gli strumenti più utili al proprio ascolto.

Prima di scoprire qual è il mixing perfetto secondo Michele damo proprio a lui la parola per scoprire vantaggi e svantaggi dei due sistemi monitor fisico Vs in-ear.


Tu personalmente cosa vuoi in spia?
Dipende dai brani. Personalmente cerco sempre di avere un mix bello equilibrato della canzone. Mi piace sentire il suono generale del brano negli in-ear. Ovviamente rispetto a un mix normale tendo ad alzare lievemente la chitarra in modo da sentirla sempre al meglio. Il click ce l’ho abbastanza alto, mi serve soprattutto per i riferimenti nelle battute vuote. Di solito lo tengo pannato a sinistra mentre la chitarra un pelo più a destra. Questo mi permette di avere grosso modo sempre sotto controllo tutta la situazione. Nei click infatti vengono spesso e volentieri inseriti anche i count. Poniamo per esempio che nel mezzo del brano ci siano sette misure di pausa con solo un pad fisso. Sulla settima misura una voce one two three four ci aiuta a rientrare tutti insieme. Certo, noi contiamo lo stesso, ma questa cosa ci aiuta a stare un poco più sereni. Tutti questi aspetti vengono decisi con i direttori musicali, si decide assieme quali sono i momenti topici in cui possono servire aiuti del genere, non vi nascondo che i count sono davvero comodi. Tornando al monitoring, capita a volte che non si riesca a raggiungere un mix perfetto nelle cuffie. La cosa non è facile perché di brano in brano cambiano un sacco di cose. Quando per qualsiasi motivo un vero equilibrio non si trova allora cerco di farmi mettere in spia solo basso batteria e un po’ di sequenze il più possibili presenti oltre appunto alla chitarra e il click. 
concerti interviste michele quaini musica e lavoro palchi e strumentazione quaini on stage
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sinceramente
di Baconevio [user #41610]
commento del 14/08/2014 ore 08:56:32
sinceramente non capisco queste soluzioni: ok, e ci mancherebbe, avere i monitor...ma gli in-ear per me sono eccessivi. ti isolano dal contesto in cui stai suonando, e finisci per non avere alcuna interazione con i compagni di gruppo...non parliamo poi di avere addirittura il click nelle orecchie. vada per il batterista, ma gli altri che ce l'hanno a fare!? ragazzi, il live è live....altrimenti così un concerto diventa fiacco e asettico...
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Re: sinceramente
di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 14/08/2014 ore 13:53:13
Mi sembrano affermazioni esagerate.
Io per esempio non uso ampli e vado in diretta, suono su sequenze elettroniche in duo con un batterista. Entrambi abbiamo il click e lui ha gli in-ear e io le cuffie. Vieni a sentirci e dimmi se ti sembriamo fiacchi e asettici e soprattutto se non interagiamo. :-)
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Re: sinceramente
di Baconevio [user #41610]
commento del 16/08/2014 ore 10:13:29
gianni, assolutamente.
ma è la premessa del tuo commento che cambia le carte in tavola: vai in diretta, senza ampli.
ha necessità di avere le cuffie...oltretutto, immagino (non è esattamente il mio genere) che con le sequenze elettroniche non possa sgarrare di un millimetro...altrimenti brutte figure a ripetizione :) ! poi siete in due, e tu in particolare devi badare a molte cose e hai bisogno di un riferimento come il click. quindi nel tuo caso, nel caso dei dolcetti, è una cosa più che ovvia.
ma con i racer cafè? semmai doveste portarli dal vivo, suoneresti ancora senza ampli? io non credo :) quantomeno ogni tanto dovresti alzare la testa se castellano "ti chiama" una improvvisazione...o sbaglio!? :)
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Re: sinceramente
di Denis Buratto [user #16167]
commento del 16/08/2014 ore 10:26:32
gli in-ear isolano le orecchie, mica sono dei paraocchi, anche sui palchi con monitoraggio in cuffia i musicisti interagiscono, si muovono, si parlano si guardano, ne ho visti molti di concerti così e non mi sembrava di avere degli asociali sul palco. :-)
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Re: sinceramente
di coltrane [user #15328]
commento del 14/08/2014 ore 18:41:2
Perchè se hai gli in ear non puoi interagire?
Rispondi
Re: sinceramente
di dantrooper [user #24557]
commento del 16/08/2014 ore 14:26:40
per me hai assolutamente ragione! il live è bello perché deve stupire, non esser la fotocopia del disco e, affinché ciò si realizzi, è necessario interagire, improvvisare, magari sbagliare anche, ma comunque far qualcosa che possa trasmettere al pubblico un'emozione, che esuli dall'asettico ascolto di un disco, altrimenti tanto vale ascoltare a casa il cd, così com'è, dal proprio impianto e sul proprio divano.
Io adoro maggiormente i live proprio perché differiscono dal cd, perché così posso ascoltare qualcosa di diverso, poiché in tal modo posso anche imparare qualcosa.
Il click è solo per il batterista, come ben affermi anche tu: noi possiamo andare tranquillamente appresso alla batteria: è la sua funzione, no?! dobbiamo conformarci ad essa!
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Dipende cosa suoni
di McPex [user #26692]
commento del 14/08/2014 ore 09:30:20
Se vuoi suonare davvero non puoi suonare in cuffia. Ma stiamo parlando allora di contesti Jazz, blues, blues rock, fusion etc.. Per il pop, e tutto ciò che ci gira intorno, l'ascolto in cuffia é fondamentale perché ciò che si ricerca é la perfezione intesa come algida perfezione che non metta in imbarazzo con feedback, volumi non perfettamente bilanciati rispetto alle esigenze della vedette che non é la chitarra, il sax, il piano la batteria, ma la voce. Voce di gente che spesso canta ma non suona la propria voce. É un altro modo di rappresentare la musica.
Rispondi
Re: Dipende cosa suoni
di Baconevio [user #41610]
commento del 14/08/2014 ore 09:38:57
certo, concordo...ma 'sto punto, esasperando il concetto...perchè non facciamo come il sanremo dei primi anni '80 e mandiamo il cantante sul palco con una bella base? se alla musica dal vivo togli quel sapore legato all'improvvisazione, a qualche errore, agli sguardi fra i compagni di gruppo...che si usona a fare :) ?
Rispondi
Re: Dipende cosa suoni
di yasodanandana [user #699]
commento del 14/08/2014 ore 10:24:04
pensa alla musica classica ...
Rispondi
Re: Dipende cosa suoni
di Guycho [user #2802]
commento del 14/08/2014 ore 19:50:44
non è esattamente la stessa cosa.
Rispondi
Re: Dipende cosa suoni
di dale [user #2255]
commento del 14/08/2014 ore 11:48:50
Non sono d'accordo, qualche anno fa ho accompagnato la mia allora morosa ad un concerto di una nota popstar italiana e ti dico che, sebbene non ci sarei mai andato da solo e sebbene il genere non mi piaccia, la performance dal vivo è stata davvero di altissimo livello, per nulla algida e coinvolgente, poi per me la vera musica è altra, ma era solo per dire che in contesti pop professionali la performance è sempre di alto livello, al di là della musica che è quello che è...
Rispondi
Re: Dipende cosa suoni
di coltrane [user #15328]
commento del 14/08/2014 ore 18:40:10
E' vero, quando il concerto è di alto livello spesso lo spettacolo quantomeno è divertente

Due anni fa ho avuto modo di andare a vedere aggratis la pausini, dico LA PAUSINI, quella di marco che non c' è.
Ebbene a parte il contesto e le coreografie e i ballerini sul palco che li odio, lo spettacolo è stato proprio divertente e i due chitarristi avevano un suono DA PAURA!!

Se capitasse un' altra volta (sempre aggratis) ci tornerei perchè alla fine i musicisti sul palco so bravi e sotto l' aspetto sonoro, inteso come fonici, audio ecc. non si può chiedere di meglio.
Rispondi
Re: Dipende cosa suoni
di Braize [user #609]
commento del 14/08/2014 ore 13:57:22
La vedo piuttosto come una questione di feeling personale. Si tratta di ascoltare con cuffie o senza, può piacere o no, ma non capisco come la cosa possa limitare l'interazione tra musicisti o essere prerogativa di un determinato genere musicale.
Rispondi
Sono perfettamente d' accordo con ...
di qualunquemente1967 [user #39296]
commento del 14/08/2014 ore 15:09:56
Sono perfettamente d' accordo con il Quaini ! In situazioni come la sua probabilmente e' la scelta ottimale di gestione del palco io aggiungerei anche un altro particolare da non sottovalutare per chi come lui affronta tanti concerti magari ravvicinati : ll' udito ! Se regolati con giudizio gli ear monitor ci salvano le orecchie ! O vogliamo fare la fine di Paul Gilbert ? Per chi non lo sapesse a furia negli anni di fare il patacca con muraglie di marshall ha perso praticamente Quasi del tutto l ' udito in un orecchio e nell' altro ci sente un po di piu' ... Phil Collins uguale ! Quando si suona spesso live e' meglio godere un po' meno ma ritornare a casa sani e salvi ! Ciao
Rispondi
Leggendo alcuni commenti sopra penso ...
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 14/08/2014 ore 17:18:10
Leggendo alcuni commenti sopra penso che non venga considerata una cosa importante per non dire fondamentale: la concezione e l'approccio alla performance live del musicista professionista è completamente differente da quello di un seppur ottimo amatore.

Le ragioni per le quali ormai si adotta l'in-ear monitor le ha spiegate chiaramente Michele: miglior qualità generale di ascolto con possibilità di settaggi differenti tra canzone e canzone, mancanza di interferenza dei monitor (basta chiamarli "spie" per favore...sigh!) sui microfoni, miglior pulizia sul palco....il difetto più palese dell'in-ear monitor è la mancanza della "botta" fisica causata dall'aria spostata addosso al musicista da parte del monitoraggio tradizionale ma, come giustamente ha detto il Quaini, ci si abitua ed alla fine si finisce per apprezzare di più i vantaggi di questa tecnica e ci si dimentica della fisicità del monitoraggio tradizionale.

Va detto che in ambito amatoriale anche di buon livello la realizzazione di un buon monitoraggio in-ear è più difficile a causa degli alti costi dell'elettronica e, soprattutto, perchè ci vuole un fonico di palco che sappia davvero fare il suo mestiere.

Qualcuno ha accennato al discorso legato al piccolo errore o all'improvvisazione del live, al suonare "a vista" e quindi alla perdita di un certo sapore a causa delle tecnologie......in ambito professionale queste cose ormai sono quello che si cerca assolutamente di evitare, è tutto su un livello di performance completamente differente: nella stragrande maggioranza dei concerti l'improvvisazione è ridotta allo zero assoluto, SOPRATTUTTO IN AMBITI POP O DI MUSICA COMMERCIALE, non è per niente raro che durante un concerto vengano mandate in diretta tracce di vario tipo perchè per la produzione la maggior parte delle volte il concerto DEVE essere il più possibile simile al CD per il semplice motivo che spesso il tour promuove il nuovo CD.... addirittura accade che certe parti strumentali vengano suonate per finta ed al loro posto venga suonata la traccia registrata, questo accade spesso soprattutto se ci sono di mezzo dirette televisive o registrazioni per album/DVD....potrei fare dei nomi eccellenti che si sono avvalsi di certi trucchetti visto che ho lavorato per loro....in alcuni altri contesti sono ammessi riarrangiamenti dei brani ma sono cose che, nella maggior parte dei casi, non lasciano spazio all'improvvisazione....l'errorino, la sbavatura non è più romantica ma può essere causa della sostituzione di un musicista.....molto raramente si suona "a vista".....non dimentichiamoci che tutto questo perfezionismo è quello che ci porta comunque ad essere affascinati dalla qualità di un concerto anche se si tratta di artisti che non apprezziamo perchè a nostro avviso non fanno "vera musica".
Rispondi
Re: Leggendo alcuni commenti sopra penso ...
di Guycho [user #2802]
commento del 14/08/2014 ore 19:49:53
Impianti computerizzati, sequencer, videomonitor, ear monitor, autotuner, aiutini vari etc.

Il mio pensiero è che oggi i live di musica pop, hanno raggiunto, grazie alla tecnologia, un livello di perfezione che fa molta presa su un pubblico sempre più esigente.
Però, per contro, è la musica stessa a soffrirne: spesso manca quel calore e quel feeling tipo "jam" che fa di un concerto una esperienza che va oltre il semplice intrattenimento.

Qualcuno riesce a coniugare la perfezione col feeling, ma si tratta di perle rare.
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Re: Leggendo alcuni commenti sopra penso ...
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 14/08/2014 ore 20:29:38
Non sono molto d'accordo con quello che dici: parlando della mia esperienza ti dico che qui a Dubai sono venuti grossi nomi come JLo, Shakira, Sting, Clapton, Metallica, Evanescence, G.Benson, Spyro Gyra, Chuck Loeb, Joss Stone e tanti altri....in alcune situazioni ero a lavorare per loro in altre ero semplice spettatore e ti posso assicurare che al di là dei gusti musicali personali il livello delle performance è stato sempre di altissimo livello, molto coinvolgente, degli spettacoli davvero coi fiocchi molto rodati soprattutto perchè gli interpreti erano di grandissimo livello a partire dai musicisti, credo che uno spettacolo con nomi di un certo livello, perfettamente pianificato in ogni suo momento consenta al musicista di pensare semplicemente al feeling da trasmettere perchè pur essendo stracollaudati certi show non sono mai routine....devo anche dire che altrettanto coinvolgente è stato un concerto di Larry Carlton in trio dove sono andati "alla vecchia" cioè "a vista", con molto spazio all'improvvisazione e con monitoraggio tradizionale.
In tanti anni che faccio questo mestiere devo dire che raramente mi è capitato di assistere a performance di livello "solo" soddisfacente e la qualità degli show è migliorata con il passare degli anni.
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Re: Leggendo alcuni commenti sopra penso ...
di Tubes [user #15838]
commento del 14/08/2014 ore 22:37:1
Ciao,
non sono un esperto del settore come te, però condivido la tua testimonianza nel riconoscere che è difficile, a certi livelli, assistere a performance mediocri . E questo soprattutto nel campo della musica pop, se mi consenti, quasi come a giustificare il fatto che, trattandosi di musica più "easy" qualsiasi errore verrebbe amplificato e letto come un insuccesso dello show . Altro discorso nella musica d'improvvisazione come il jazz o il blues dove l'imperfezione diventa la ciliegina sulla torta . Sempre che un Pat Metheny o un Bonamassa ne facciano, di sbagli ! Una menzione poi sui musicisti,spesso sconosciuti, che affiancano le star sui palchi di tutto il mondo . Hanno una preparazione stratosferica e una capacità di trarsi d'impaccio da qualsiasi situazione avversa !
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Re: Leggendo alcuni commenti sopra penso ...
di Guycho [user #2802]
commento del 15/08/2014 ore 10:00:48
Io mi riferivo principalmente alla musica "pop" e molti che hai scritto non sono propriamente così.

Ad ogni modo, ci credo che le performance erano di altissimo livello, è quello che ho detto anche io. Soltanto che non sono sicuro che a tutto questo corrisponda un miglioramento artistico. Come dire: trovo sempre emozionante riascoltare album live (e video) degli anni 70-80... eppure non erano così perfetti.

La tecnologia può certamente migliorare uno show, soprattutto la qualità sonora e visiva. Non mi convince quando "aiuta" l'artista.
Forse perchè un cantante che canta a memoria il testo che ha scritto, è più "vero" di uno che lo legge su un monitor?


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Re: Leggendo alcuni commenti sopra penso ...
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 15/08/2014 ore 10:25:3
Alla fine credo che basti ascoltare e se ci emozioneremo per quello che ascolteremo lo scopo sarà stato raggiunto....se poi questo sarà anche merito della tecnologia va bene....almeno per me.
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Re: Leggendo alcuni commenti sopra penso ...
di spaccamaroni [user #7280]
commento del 15/08/2014 ore 18:48:22
Che tristezza andare ad un concerto per sentire la musica identica al disco...chi vuole sentire il disco può anche stare a casa che se lo sente forse meglio. Questo è uno dei vari modi per trattare i musicisti che ammiriamo come fantocci e feticci, invece che come artisti.
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Re: Leggendo alcuni commenti sopra penso ...
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 15/08/2014 ore 19:19:11
Molte produzioni vogliono questo, soprattutto per un certo tipo di musica e di artista...
Grazie a Dio la maggior parte degli artisti che seguo quando suonano live riarrangiano sempre i pezzi.
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Re: Leggendo alcuni commenti sopra penso ...
di McPex [user #26692]
commento del 16/08/2014 ore 05:04:53
Totalmente d'accordo, ma la libertá la puoi lasciare solo ai ''grandi''.
Rispondi
Questione di generi.
di irby [user #32243]
commento del 16/08/2014 ore 21:43:24
Ma vi immaginate Lemmy e i Motorhead con le cuffiette e palco silenzioso, loro che suonano su un palco con in media 140db???

A parte gli scherzi, in situazioni dove tutti sono con gli IEM com' è possibile creare quella magnifica alchimia di comunicazione chitarra-ampli che innescano gli armonici superiori o comunque quei meravigliosi feedback?

Rispondi
Pensavo di essere l'unico a ...
di francescoRELIVE [user #13581]
commento del 18/08/2014 ore 17:14:11
Pensavo di essere l'unico a mettere " un due tre quattro" sulla traccia del click delle basi :D ahahah

In acustico o con il pod suono sempre con gli in-ear, così come il batterista e il tastierista.
Il cantante a volte si fa mettere pure lui il click : non sembra ma il risultato per noi che suoniamo si sente.

Il bello del digitale è che si può effettare la spia/in-ear, equalizzarla e processarla a parte rispetto il segnale stereo generale. Una gran figata, non riuscirei più farne a meno.
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