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Pino Daniele: Nero a metà
Pino Daniele: Nero a metà
di [user #17404] - pubblicato il

Pino Daniele porta sul palco il suo disco più importante "Nero a Metà" coinvolgendo anche i musicisti originali che parteciparono alle registrazioni. Un tour che ripropone non solo un vecchio disco ma anche un vecchio approccio alla musica: più libero, suonato e ispirato. Abbiamo seguito la prima data del tour, beandoci con la chitarra, infinita, di Pino.
 
Lo scorso sabato a Conegliano è partito “Nero a Metà” tour di Pino Daniele che prende il nome da quello che sicuramente resta il suo disco più importante, uscito nel 1980. Accompagnato dai musicisti originali dell’epoca e che incisero l’album, il concerto è una riproposizione integrale del disco.
Dalla dichiarazioni di Daniele, la motivazione che ha spinto a riportare dal vivo Nero a metà è stato il desiderio di ridare luce a un modo diverso di fare musica, quello dei primi anni '80. Senza sbilanciarsi sulla presunta migliore qualità di scrittura della musica di allora, Daniele insiste sul diverso spirito con cui la musica era prodotta; con un ‘attitudine che concedeva grossa importanza al suonato e all’abilità e individualità dei musicisti. Anche in una proposta come la sua - che per quanto cantautoriale e profondamente contaminata da funk e blues restava comunque pop - c’era spazio per arrangiamenti complessi e preziosismi strumentali.
Ora, in un momento storico in cui la produzione musicale è in gran parte massificata e omologata, Daniele percepisce gli anni ’80 come un periodo a cui sempre più musicisti guardano come riferimento.
La volontà di mettere l’abilità dei musicisti sotto i riflettori e di tornare a fare musica alla vecchia, traspare immediatamente dal palcoscenico che è pieno zeppo di strumenti: due batterie, percussioni, tastiere, synth, un Rhodes e pure un pianoforte a coda; amplificatore per basso e una muraglia di 4x12 da rockettaro per Pino (testate Bogner e casse Marshall e Bogner). In un momento in cui sui palchi la tendenza è quella di snellire tutto, rinunciando sempre più spesso a amplificatori e spie, fa effetto un palcoscenico del genere. 
 
Pino Daniele: Nero a metà
 
Il concerto inizia e sembra di appoggiare la puntina sul vinile di Nero a Metà. “A testa in giù” apre lo show ed è perfetta: un groove pigro e sornione, come solo dei napoletani potrebbero infilare, spinge le armonie morbide dell’arrangiamento riproposto in totale fedeltà. Siamo contenti perché la band suona che è una delizia e non ci sono stravolgimenti e modernizzazioni. Inoltre, brano dopo brano, il suono nel palazzetto si fa sempre migliore.   Così è una doccia fredda quando dopo quattro brani di Nero a metà, oramai totalmente persi indietro nel tempo, arrivano “Resta…resta cu’mmè” e “Amici come prima”, singoloni pop caramellati ma di gran successo, della produzione anni novanta di Pino Daniele. Ci piaceva da morire l’idea di una fuga totale nel tempo e di un ascolto continuo dei pezzi dell’album. Invece Nero a metà verrà sì riproposto per intero, ma inframmezzato da tanti altri successi di Daniele. Conseguenti e inevitabili si innescano salti stilistici e confronti - non sempre felici - tra la scrittura ispirata, feroce e geniale del primo Daniele e quella più patinata e commerciale di lavori recenti. Dopo un po’, raggiungono Pino sul palco  prima Tullio De Piscopo alle percussioni e batteria; quindi James Senese che su “Chi tiene o Mare” ci strappa il cuore a colpi di sax. Davvero immenso. Tullio De Piscopo invece, fa il fenomeno: è un funambolo e gigioneggia dall’inizio alla fine su ogni brano. Dietro le pelli è un leone; infiamma lo spettacolo ma toglie qualcosa al groove che è più solido e moderno con il batterista residente della band, Agostino Marangolo, titolare anche nelle registrazioni di Nero a metà
 
Pino Daniele: Nero a metà
 
C’è un ospite a sorpresa che è Mario Biondi. A metà concerto sale sul palco per accompagnare Daniele in “Je So Pazzo” e cantare la sua hit “Shine On”. In un solo brano Biondi fa più faccette e mossette di quante ne ha fatte Joe Cocker in tutta la carriera e ci sembra così artefatto. Quando nel finale di “Shine On” Daniele dopo averlo accompagnato alla chitarra, entra per dei controcanti è come accendere l'amplificatore dopo aver giocato con la sua simulazione in plug in.  Nell’economia del concerto, un cameo che non abbiamo capito.
Pino Daniele alla chitarra è strepitoso. La sua performance è eccezionale: parte in sordina con un ficcante lavoro di accompagnamento e cresce nel corso del concerto fino a esplodere in “Yes I know may way”. Qui ci strega con lancinanti e raffinate svisate da jazz rocker di vecchia scuola; ha un fraseggio sassofonistico tutto suonato a dita, fluido e con pochissimo spazio concesso a bending e vibrati. Non c'è praticamente nessun utilizzo del muting coi fiumi di note che risuonano gigantesche e cremose. Il suo fraseggio è sempre cantabile, anche nelle impennate più articolate. Daniele snobba felicemente le pentatoniche e cesella le sue frasi tra arpeggi e le sonorità più etniche e mediterranee della minore armonica e della scala napoletana. Si alterna tra la Avalon Paradise con le corde in nylon e due elettriche: una Fender Stratocaster e una Suhr Classic, delle tre, quella con il suono migliore. 
Biondi a parte  - e qualche sbadiglio nelle riletture più jazzate di alcuni brani che avremmo preferito gustarci con il tiro funk formidabile della band - un concerto strepitoso. 
 
Pino Daniele: Nero a metà
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Ma ......
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 12/12/2014 ore 04:53:23
.....che ci fa Tullio De Piscopo?
La formazione prevedeva Agostino Marangolo che si alternava con Mauro Spina alla batteria....C'erano poi Gigi De Rienzo al Basso, Vitolo alle tastiere e Senese al sax tenore.....c'erano poi altri ospiti ma De Piscopo ha cominciato con Pino in Vai mo'

Pardon...non avevo letto bene l'aricolo...c'era anche Marangolo.
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Un grandissimo artista
di Blackmama [user #27591]
commento del 12/12/2014 ore 08:18:45
Recensione perfetta! Peccato per l'acustica del palazzetto che nelle situazioni più concitate ha mostrato i suoi limiti. Un grande concerto, ben suonato e godibilissimo. Per chi come me che con la musica di Pino ci è cresciuto è stata una emozione senza prezzo.
P.s.
Ho portato con me anche mia madre, il suo ultimo concerto "serio" risaliva a Baglioni nel 1984!
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Ciao
di mmas [user #15948]
commento del 12/12/2014 ore 08:41:27
Bellissimo album, mi è stato regalato da una ragazza in un estate dei primi anni 90 ( a lei non piaceva) e l'ho consumato, adesso è tanto che non l'ascolto, ci ritornero' su con orecchie diverse, vediamo che effetto mi fa. Sono abbastanza critico con Pino Daniele perchè alcune cose che ha fatto non mi sono piaciute (gusti) pero' altre, come questo album, valgono la pena.
Grazie per l'articolo.
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Re: Ciao
di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 12/12/2014 ore 09:05:35
Concordo Mmas! Per me "Nero a metà" è uno di quei dischi da portarsi sull'isola deserta.
Adoro la sensibilità con cui quel team eccellente di musicisti filtrò le fortissime contaminazione funk, afro, fusion, blues con la pronuncia mediterranea.
Daniele era gigantesco nella scrittura dei brani.
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Re: Ciao
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 12/12/2014 ore 13:46:49
Nero a Meta' e' un gran bel disco ma l'ascesa verticale a livello artistico che Pino Daniele ha avuto con il successivo Vai mo' prima e Bellam'briana poi e' stata impressionante....due dischi di caratura superiore, il secondo e' inoltre impreziosito dalla presenza di Alphonso Johnson (!) al basso e Wayne Shorter (!!) al sax soprano....i due solo di sax soprano di Shorter in "Io vivo come te" e "Toledo" sono 2 diamanti che impreziosiscono un disco gia' d'oro di suo.
In quei 3 -4 anni Pino Daniele si e' evoluto tantissimo come chitarrista e come artista nel complesso ma c'e' da dire anche che gran merito delle atmosfere di quell'abum vanno al giovanissimo (all'epoca 22 anni) Joe Amoruso....un disco per me indimenticabile.
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Re: Ciao
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 12/12/2014 ore 21:05:35
Thumbs up,la penso esattamente come te,poi dopo queste perle c'è stata la lenta discesa agli inferi.
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Re: Ciao
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 12/12/2014 ore 21:49:23
esatto...album sempre mediocri (a mio gusto) o comunque non all'altezza di questi 3, produzioni ottime, musicisti di gran livello (Steve Gadd ed altri) qualche gioiello ogni tanto come Anna verra' e poche altre ma il livello medio e' decisamente sceso...Scio' un gran disco ma e' un live e si sa che Daniele nei live offre sempre spettacoli di gran livello e con i brani che cambiano arrangiamento di anno in anno.
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Re: Ciao
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 13/12/2014 ore 12:04:41
Esatto,solo una manciata di brani qua e la,nei numerosi dischi successivi sono "degni" del Pino Daniele vero,metterei anche un paio di cose da Musicante e Ferry Boat,e poco altro.
A me da una sodddisfazione immensa suonare le vecchie cose buone di Pino sulla chitarra,belle progressioni molto Jazzate,armonie particolari,insomma altra musica! ;-)
Rispondi
Vi lamentate di Mario Biondi... ...
di kramaijcovich [user #25400]
commento del 12/12/2014 ore 10:18:13
Vi lamentate di Mario Biondi...
Sono reduce del concerto che proprio ieri sera Pino Daniele ha tenuto a Bari...
Dopo lo stesso inizio, chi ti vedi arrivare sul palco?! Alessandra Amoroso!!!
Primo brano cantato in duo: una versione melensa di "Quando quando"; secondo brano: non lo conoscevo ma sembrava scritto da Gigi D'Alessio...
Per il resto, gran concerto: una musica "diversa", nel senso migliore del termine; ancora oggi d'avanguardia (ovviamente non mi riferisco allo Scarrafone).
Ed è bellissimo veder suonare De Piscopo: si vede che si diverte come un matto e trasmette tutto il suo divertimento.
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pino
di adsl36 utente non più registrato
commento del 12/12/2014 ore 11:24:19
...daniele è uno dei miei musicisti-cantanti-compositori preferiti! le splendide canzoni di questo grande cantautore hanno fatto da colonna sonora a molti periodi della mia vita. ascoltandolo li rivedo come in un film: grande!!!!!!
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Proprio oggi
di TidalRace [user #16055]
commento del 12/12/2014 ore 20:24:42
Ho il disco acquistato nel 1980 e proprio oggi mi è capitato di risentirlo. Coincidenza.
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"Quel" Pino Daniele ( fino ...
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 12/12/2014 ore 21:06:4
"Quel" Pino Daniele ( fino a Bella m'briana) era veramente tanta roba....il resto è quasi da dimenticare per la maggior parte.
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Pino mi fa accapponare la pelle, sempre!
di musicmaster [user #30940]
commento del 13/12/2014 ore 17:41:19
Che bello leggere di un artista vero di quelli di una volta che fa' "vera" musica dal vivo, su un bel palco pieno di amplificatori, batterie e sopratutto musicisti! Coi chiari di luna economici di oggi una cosa sempre piu difficile da vedere, ormai nel mainstream italiota ci si sta abituando ai bassi budget, alla musica in streaming , al cantato overdubbato e a un'infinita' di altre cose oscene spacciate per musica! Poi parlando di Pino, anzi di "Pinuccio", qualcosa vibra nell'angolo piu recondito dei miei cromosomi di chitarrista, essendo di nascita napoletano "DOC" con la nonna paterna al Vomero e Soccavo sul certificato di nascita è come un sentirmi rimescolare dentro, le prime emozioni di chitarrista da adolescente le ho provate cantando e suonando i pezzi di Pino, le prime vibrazioni di Blues le prime scale minori, con quella goccia di napoletanita' (che non è altro che una nostalgia di flamenco e di fado) le ho imparate suonando le sue cose

Bella l'idea di riproporre proprio quel disco e quei pezzi con QUEI musicisti sopratutto!
Ricordo una lontanissima estate di alcuni lustri fa quando in un palatenda (di quelli dell'epoca si intende non in quelli sponsorizzati da qualche marchio di auto) andai a sentirmi Pino proprio con quella formazione; e la cosa che mi colpi' di piu' oltre a quel fantastico Blues suonato dal vivo ( e dire solo Blues è molto riduttivo, pensando che nella musica danieliana c'è molto funk, molto rock e tantissimo r'n'b e secondo il mio modestissimo parere la prima vera fusion uscita in italia ) era sentire suonare dal vivo James Senese con quel suo improbabile aspetto da nero-napoletano, quella capigliatura da napo orso capo e quel suono da brividi che mi ricorda tantissimo per pathos e potenza Clarence Clemmons, e stringergli la mano per ringraziarlo e sentirsi dire " ue' guaglio' ! statt' bbuono" con un inconondibile accento strascicato che puo essere solo di Bagnoli, periferico quartiere di Neapolis che allora sfornava personaggi del calibro di Pino, Edoardo, Teresa e oggi sforna solo criminalita' e cocaina ;-(((

Comunque anche il Pino di " 'O scarraffone" e "Fatte na' pizza" ha un suo perchè, anche se dopo è venuta roba melensa e un po commerciale , ma con uno stile inconfondibile, anche se purtroppo vette musicali come "Bella m'briana" , "Toledo" , "Vai mo'" oggi sembrano insuperabili

Comunque se ho imparato il blues e un po di bossa e i rudimenti del Jazz lo devo sopratutto alla musica di Pino Daniele, che mi ha fatto appassionare a quelle cose e dopo, , , tutto il resto è vita!

Rispondi
Mi sono accorto di quanti ...
di TidalRace [user #16055]
commento del 13/12/2014 ore 20:45:08
Mi sono accorto di quanti pezzi ho suonato a suo tempo di Pino Daniele, in trio, una delle grandi passioni di mio fratello chitarrista, esercitandomi con lo slap su brani come "ma che ho" o con il fretless nei brani più lenti. Grande piacere nei miei limiti di bassista.
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Grandissimo Pino. Che bella quella ...
di MM [user #34535]
commento del 13/12/2014 ore 20:56:18
Grandissimo Pino.
Che bella quella Strato sonic blue....
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di FBASS [user #22255]
commento del 19/02/2023 ore 10:14:33
Intanto parto dal titolo dell'Album (che io ho ed ho anche la raccolta degli spartiti con la stessa copertina), essendo stato dedicato al mio amico Mario Musella, morto di cirrosi epatica il 6 ottobre del 1979, proprio il titolo è sbagliato e vi spiego perchè. Mario Musella era "Figlio di guerra", nato il 1 aprile del1945, come pure lo è James Senese, ma mentre per quest'ultimo il padre era un soldato americano di colore, quello di Mario era un soldato americano di razza pellerossa Cherokee, quindi il titolo doveva essere "Pellerossa a metà", FBASS
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