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Comprare la prima chitarra semiacustica
Comprare la prima chitarra semiacustica
di [user #32554] - pubblicato il

Non tutte le semiacustiche sono uguali e un neofita deve essere in grado di individuare i punti cruciali per un valido strumento entry level anche a seconda del genere che intende suonare cominciando con lo scegliere tra hollow, semihollow, uno o due pickup.
Non tutte le semiacustiche sono uguali e un neofita deve essere in grado di individuare i punti cruciali per un valido strumento entry level anche a seconda del genere che intende suonare cominciando con lo scegliere tra hollow, semihollow, uno o due pickup.

La semiacustica è la chitarra prediletta da chi vuole swingare nel jazz. Nella maggior parte dei casi, al genere afroamericano e affini si migra arrivando da un altro stile e conseguente strumentazione, quindi si sanno già mettere le mani sullo strumento e le orecchie sono più o meno mature per ricavare da soli il giusto sound. Le buche a effe, però, esercitano un fascino particolare anche su una buona percentuale di neofiti e su chi vorrebbe adoperarle in generi differenti, dal blues al rock'n'roll.
Per fare un acquisto mirato ed entrare nel mondo delle archtop, è necessario analizzare alcuni aspetti nel dettaglio.

Budget
Tra le diverse categorie di chitarre (solid body, acustica, classica) le semiacustiche possono facilmente stare al primo posto nella categoria di prezzo più alto. Esistono molti modelli suonabili a prezzi bassi ma, per orientarsi su una chitarra ed essere certi che sarà comoda, funzionale, consona al genere e un buon investimento duraturo nel tempo, l'ideale sarebbe potersi permettere qualcosa a partire da 500 euro. Diversamente da quanto accade con le colleghe a corpo solido, un professionista potrebbe considerare ancora "entry level" una archtop anche vicino alla soglia dei mille euro. Si può spendere meno rivolgendosi al mercato dell’usato, a patto di essere seguiti da un amico minimamente esperto nel campo: se maltrattate, posso avere danni che superano il valore della chitarra stessa.

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Quanti pickup
Se nel mondo del pop/rock i piatti della bilancia sono divisi Stratocaster e Les Paul come timbri primordiali, nell'universo delle semiacustiche lo spartiacque è tra quelle con un solo pickup al manico o con due, al ponte e al manico.
Per un timbro jazz ricco pieno e rotondo, l’impiego di quello al manico sarà al 99% del tempo la scelta migliore. Tuttavia, il pickup al ponte diventa fondamentale per far rendere al meglio i banjo rolls di una Gretsch, il pop e il rock dagli albori di Chuck Berry passando per i Beatles fino ad arrivare ai Radiohead e ai riff graffianti degli ACDC o quelli ancora più moderni dei Foo Fighters.
Inoltre, un secondo pickup lascia qualche porta aperta per permettere al neofita di spaziare quanto meno nella prima fase di crescita musicale, in cui a volte si vola di genere in genere mordicchiando e arricchendo il proprio bagaglio di esperienze.

Archtop acustica, hollow body o semihollow body
Per meglio comprendere le tre categorie di semiacustiche si può fare riferimento a questo articolo, ma una buona scelta per un novello chitarrista interessato alla tipologia può essere la hollow body. Anche un aspirante jazzista potrebbe trovare le archtop troppo estreme per filosofia costruttiva: hanno il maggior suono acustico e proprio questo fattore porta a una certa delicatezza e attenzione nell’amplificazione, inoltre risentono notevolmente della mano che suona e potrebbero risultare quelle con la maggior difficoltà di gestione sonora. Non di minor importanza, a parità di qualità costruttive con le altre categorie, sono al primo posto per costi.
Le semihollow, dal canto loro, risultano meno traumatiche per chi proviene da altri generi musicali, lasciano maggior libertà d'azione ma non arrivano al podio nell’ottenere un tono robusto soprattutto sui bassi quanto una hollow body, fondamentale per linee di accompagnamento in walking bass, dove un suono grosso e dinamico sarà sicuramente più controllabile dal neofita.
Nella scelta, bisogna considerare anche i comportamenti differenti ad alti volumi intrinsechi nelle tipologie. Se una semihollow body è quella che avrà meno problemi di feedback (indesiderati e incontrollabili inneschi e fischi nell’amplificatore) l’archtop sarà la più problematica sia nell’ottenimento di un buon jazz tone, sia nel controllo del feedback che su questi strumenti s’innesca decisamente con più facilità.

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Con cosa amplificare al primo approccio
La scelta dell'amplificatore è sempre fondamentale, ma se lo scopo è costruire un sound jazzistico diventa d'importanza cruciale.
Mentre per utilizzi legati al blues, rock o altri generi più moderni valgono le stesse regole condivise con le solid body, la chitarra jazz richiede un amplificatore che ne rispetti lo spettro in frequenza più ampio. Le frequenze medio-alte in evidenza e i valvolari preferiti nel mondo solid body cedono così il posto ad amplificatori per lo più a transistor, meno compressi e più lineari nel volume e con un carattere più simile a quello di un hi-fi, salvo un leggero taglio sulle stessa stessa banda acuta che risulta fondamentale per altri generi.

Intonazione e tastiera
La chitarra è un oggetto delicato e quasi imperfetto nell’intonazione della tastiera. Poter contare su una chitarra ben intonata lungo tutti i tasti (che è diverso dall'essere semplicemente accordata) è ancora più importante quando ci si avvicina al jazz, dove nel tempo si padroneggerà la capacità di gestire accordi fino al quindicesimo tasto e oltre. Il consiglio è di provare l’intonazione con semplici accordi in prima posizione nella forma di triade come Re maggiore o La minore per poi trasportarli con il barré al dodicesimo tasto e farne un confronto: se la chitarra è ben accordata e settata, dovremmo facilmente riconoscere lo stesso accordo all’ottava, senza stonature.
Quando provi una chitarra per la prima volta, nei primi minuti suona semplici accordi, quattro note su una corda di una melodia facile o una scala pentatonica con un passaggio blues per cercare di ascoltare e sentire la sua voce musicale, perché questo sarà il suo principale impiego: dar voce e canto al tuo pensiero musicale, che sicuramente non vorrai un po’ stonatino in qualche zona della tastiera.

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Il ponte
Basta lanciare un'occhiata a una Epiphone Wildkat piuttosto che a una Dot o una Emperor per rendersi conto che il ponte può cambiare radicalmente di modello in modello. Si ha a che fare essenzialmente con le macro-categorie di ponti con leva per il vibrato (tipo Bigsby) e fissi.
I primi permettono di alterare momentaneamente l'altezza delle note per creare l'effetto vibrato, appunto. Il contro, di solito, è una minor stabilità dell'accordatura rispetto ai ponti fissi.
Gli ultimi, a loro volta, vanno suddivisi in due tipologie: da una parte ci sono quelli avvitati sulla "pancia" della chitarra, con stoptail tipo Tune-o-matic, dall'altra ci sono quelli solo appoggiati e tenuti al loro posto dalla tensione delle corde. Questi sono più comuni sulle chitarre maggiormente votate al jazz, sono uniti a un cosiddetto tailpiece a cui le corde vengono fissate e pagano la loro sonorità caratteristica con il rischio di perdere la loro posizione sul top e quindi l'intonazione, scivolando al cambio corde o a seguito di una pressione.
È chiaro che un chitarrista agli inizi potrebbe preferire una chitarra con ponte ben avvitato per evitare seccature, ma rimettere al suo posto un ponte da jazz non è poi così complicato. In questo articolo è spiegato come fare.

Dotazione e finitura dello strumento
È senz'altro da valutare se, con l'acquisto, lo strumento viene fornito dentro una bella custodia, magari rigida.
Su uno strumento di fascia particolarmente economica, è meglio prediligere finiture sobrie o praticamente inesistenti, in quanto è più probabile che maggior attenzione sia stata prestata alle qualità sonore in relazione al prezzo. In pratica, pensiamo prima a come suona e poi a quanto luccica.

chitarre semiacustiche entry level
Link utili
Differenze tra semiacustiche
Posizionare il ponte di una archtop
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