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Recensione semi-seria del Blackstar ID:30 TVP
Recensione semi-seria del Blackstar ID:30 TVP
di [user #35616] - pubblicato il

Gli amplificatori valvolari sono sempre più economici e le piccole testate sono ormai alla portata anche di giovani studenti. I transistor però tengono il passo con ritrovati tecnologici avanzati, effetti, la versatilità del digitale e trovate eccellenti come il True Valve Power. È la storia del Blackstar ID:30 TVP.
Gli amplificatori valvolari sono sempre più economici e le piccole testate sono ormai alla portata anche di giovani studenti. I transistor però tengono il passo con ritrovati tecnologici avanzati, effetti, la versatilità del digitale e trovate eccellenti come il True Valve Power. È la storia del Blackstar ID:30 TVP.

La passione per la musica è una brutta bestia. Qualsiasi musicista sa che dovrà spendere tempo e denaro per la propria strumentazione e che ogni anno uscirà qualche nuovo giocattolino più bello o con qualche feature aggiuntiva (più o meno utile, non importa) che gli farà salire la scimmia per cambiare qualcosa.
Nel caso dei chitarristi, ci sono personaggi che inseguono costantemente la ricerca del "nirvana tonale" e, pur essendo soddisfatti della propria strumentazione, sono geneticamente predisposti all'idea di modificare, aggiungere o migliorare qualcosa come ampli, chitarra, pedali, plettri, corde e anche mani se si potesse. Ecco, io sono uno di questi personaggi.
Sono molto soddisfatto della mia strumentazione, ma non c'è niente da fare, quando vedo un giocattolo nuovo corro sempre il rischio di cedere alla curiosità di provarlo e se mi piace finisco con il cercare una scusa per gustificarne l'acquisto. E con questo Blackstar è successo proprio così: mi ritrovavo (per caso, lo giuro!) in un grande negozio di musica e questo ampli se ne stava tranquillo per terra insieme ai suoi amici. Lo vedo e mi incuriosisce sia per il prezzo sia per le qualità che offre (conosco e apprezzo i pedali Blackstar e gli ampli della serie HT e mi chiedevo come fosse questa serie ID). A un certo punto il commesso mi chiede se voglio provarlo (sempre per caso!) e io al posto di rispondere "No, la ringrazio, ho già un amplificatore molto versatile e di cui sono molto soddisfatto, quindi VADA VIA MALEDIZIONE!" mi ritrovo in una saletta con una chitarra in mano e questo mostriciattolo davanti che mi fissa con le sue lucine intermittenti.

Comincio a giocarci un pochino e apprezzo il suono più che onesto che ne viene fuori. Mi diverte, non mi fa gridare al miracolo, ma è davvero molto apprezzabile sia come puliti sia come distorti, dal crunch al drive bello cattivo, sempre discretamente dinamici. Gli effetti poi sono carini, servono allo scopo e forniscono all'amplificatore un'enorme versatilità. Penso che sia proprio un bel giocattolino, ma avendo già una strumentazione più che valida mi dico che in realtà non ho bisogno di un altro amplificatore. Proprio mentre la scimmia sta cominciando a calarsi giù dalla mia schiena, intravedo un pulsantino con scritto sopra "TVP" (acronimo di True Valve Power). Sono dubbioso e penso "Vera Potenza Valvolare? Certo, come no... E magari sull'alimentatore trovo la scritta Vera Potenza Nucleare!" ma essendo afflitto da un disturbo tale per cui io debba schiacciare tutti i pulsanti con degli acronimi scritti sopra, lo premo compulsivamente e ricomincio a strimpellare cominciando già a sorridere per l'ennesima trovata commerciale basata sulla simulazione del suono valvolare.

Recensione semi-seria del Blackstar ID:30 TVP

Beh, vi posso assicurare che ho smesso subito di ridere.
Con estremo piacere mi accorgo che il carattere dell'amplificatore e il suono sono cambiati notevolmente! Oltre ad avere più volume, trovo il suono molto più profondo, caldo e con ancora più dinamica. Raccolgo velocemente la mascella che nel frattempo ha toccato terra e mi stupisco di avere davanti un ampli a transistor da 30W. In Blackstar dovrebbero fare un mezzo busto in marmo ai creatori di questi ampli, perché era davvero da parecchio che non mi stupivo così.
 Prendo ancora un po' di confidenza con l'amplificatore e seleziono una simulazione diversa: il TVP (acronimo di "Ti Voglio Pettinare" col suono) è un circuito a sé che può simulare il comportamento di sei valvole diverse (KT88, 6L6, KT66, EL34, 6V6, EL84). Alla fine rimango affezionato alla simulazione delle 6L6 e con un veloce settaggio tiro fuori un suono high gain caldo, saturato, potente e perfetto per il genere hard rock/metal. Anche il pulito ne giova parecchio, molto dinamico e più cristallino grazie al TVP (acronimo di "Tu Vuoi il Pulito"). Più suono e più mi diverto apprezzando questo piccolo gioiello, e a quel punto non solo la scimmia è risalita del tutto ma ha anche chiamato gli amici.

Recensione semi-seria del Blackstar ID:30 TVP

Gioco ancora un po' con l'amplificatore e provo a sparare il pulito quasi al massimo del volume consentito. Il cono da 12" regge bene, il suono non ne viene inficiato se non nel modo in cui ci si aspetta (più compressione) e per essere un 30W raggiunge volumi piuttosto alti.
Gli effetti presenti sono i classici: quattro tipi di delay, quattro riverberi e le solite quattro modulazioni (flanger, phaser, tremolo e chorus). Averli a disposizione è sicuramente una bella comodità e svolgono bene il loro lavoro, pur non riuscendo chiaramente a raggiungere la qualità degli effetti di pedali singoli di medio/alto livello, anche se le cose migliorano attivando il TVP (acronimo di "Timbri Violentemente Piallanti").
L'amplificatore ha in totale sei canali (due puliti, due crunch e due distorti) e con essi e gli eventuali effetti si possono creare dei preset programmabili da salvare direttamente sulla memoria dell'amplificatore.

Recensione semi-seria del Blackstar ID:30 TVP

Si possono creare fino a 128 preset, 12 di questi sono richiamabili tramite i tasti dell'amplificatore e non serve la pedaliera. Quest'ultima risulta molto comoda per utilizzare decentemente l'accordatore incorporato nell'amplificatore (senza pedaliera non si ha il riscontro visivo della nota), ma a parte questo ha due grosse pecche: in primo luogo va a cambiare la patch non quando schiacci il pulsante, bensì quando lo rilasci, una caratteristica totalmente incomprensibile e che ti lascia la stessa senzazione di una chitarra scordata. In secondo luogo ha un display che visualizza solo il numero della patch, senza il nome, quindi devi avere davvero una buona memoria per ricordartele tutte e 128 (o stamparti uno schemino da incollare sull'ampli come ho fatto io, che ho la memoria di un pesce rosso).

Recensione semi-seria del Blackstar ID:30 TVP

Il software di editing Blackstar Insider è intuitivo e leggero, ma purtroppo non è esente da bachi o difetti. Si occupa di tutta la configurazione dell'amplificatore: gestione effetti, voci, salvataggio e sincronizzazione della libreria di suoni, update del firmware, equalizzazione e così via, ma non visualizza i parametri di Resonance e Presence (che sono legati al master e non alla singola patch). Inoltre ci sono alcuni settaggi fattibili soltanto tramite questo software, come l'attivazione del Noise Gate (attivabile solo sui canali di distorsione e non sui puliti o sui crunch), che però non risulta molto configurabile (ci sono tre parametri: off, high o low). Tutte queste cose, unite al fatto che l'utilizzo e la sincronizzazione delle patch tramite software risultano a volte scomodi, vi possono portare a forgiare nuovi e coloriti commenti su quei simpaticoni degli sviluppatori. Dall'Insider si può inoltre accedere a una community online e scaricare i suoni messi a disposizione da altri utenti.

Recensione semi-seria del Blackstar ID:30 TVP

Attenzione a non confondere questo amplificatore con un amp modeler, nel senso che non vuole simulare i più blasonati modelli di amplificatori, ma semplicemente offre una simulazione della modulazione del suono data dalle valvole e tutta una serie di voci, effetti e settaggi tra cui scegliere per ricavare il suono che più ci piace. E per questo ho tirato un sospiro di sollievo: troppo spesso mi capita di leggere nomi di patch altisonanti che creano un sacco di aspettative perché richiamano palesemente un amplificatore famoso (roba tipo "Tender Deluxe", "Mesa Buggy RettoFire" e "GeiCiEmmeOttocento") ma poi quando le provo sembra che escano le bolle di sapone dalla cassa.

Menzione d'onore al pomello ISF (Infinite Shape Feature) che mi ha ricordato un po' il Contour di alcuni amplificatori, ma in realtà è un circuito passivo a parte che modifica l'equalizzazione e la risposta tonale e può essere settato in maniera differente per ogni patch salvata. Sul manuale viene descritto come un pomello in grado di rendere il suono più "british" o più "american" e... beh, effettivamente è così, ma mi sembrava un po' riduttiva come descrizione.

L'amplificatore offre una serie di comodità anche per la registrazione, come il collegamente USB con possibilità di re-amping e registrazione diretta e, come accennato poco sopra, un'uscità con simulazione di speaker (che funge anche da uscita cuffie).
Tramite l'ingresso di linea si possono collegare pedaliere multi-effetto per andare direttamente nel finale. La simulazione delle valvole, il master volume, la Presence e la Resonance sono i parametri che rimangono attivi. Io ho provato a collegare sia una Digitech RP360 sia un POD HD e devo dire che il suono che ne esce non è davvero niente male, soprattutto abilitando il TVP (acronimo di "Testerai Velocemente il Pod"). L'unico problema è che, bypassando il preamplificatore Blackstar, il volume e la potenza ne vengono inficiati (io in sala prove non riuscivo più a farmi sentire). Purtroppo manca l'fx loop quindi si è limitati nel posizionamento degli effetti nella catena (o si mettono nell'input dell'ampli o si usa l'ingresso del finale) e chi lo ritenesse fondamentale dovrebbe orientarsi sul modello da 60W che utilizza l'uscita simulata e l'ingresso di linea come send e return (incomprensibilmente non l'hanno fatto anche sul 30W e sul 15W).
I più attenti avranno notato la mancanza del pomello dei medi sul pannello frontale dell'amplificatore. Niente panico: grazie a un aggiornamento del firmware basta tenere schiacciato il pulsante "tap" e girare le manopole ISF, Bass e Treble per modificare i parametri Middle, Resonance e Presence.
Insomma, tanti canali, effetti incorporati, accordatore, software di patch editing su PC, un sacco di cose, ma in fondo chissenefrega, la vera novità è questo TVP (acronimo di "Toni Volutamente Potenti").

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Ma abbandoniamo per un momento la goliardica sensazione data dalla novità e analizziamo seriamente e a fondo questo TVP. Sia chiaro, pur avendomi entusiasmato all'inizio, la simulazione delle valvole non risulta del tutto fedele al suono di un valvolare (e so che qui partirà in coro un sonoro "ma non mi dire!"). Nei fatti, conviene pensare a questo Blackstar come a un buon amplificatore a transistor dotato di suoni molto dinamici e caldi, con più volume rispetto alla media e alcune peculiarità, oltre al TVP, che lo rendono interessante, come l'ottimo ISF, gli effetti incorporati, l'accordatore, l'uscita simulata e così via.
Finché rimaniamo sul pulito e sul crunch, l'amplificatore suona davvero bene e la simulazione delle valvole permette di avere una bella botta (in termini di "loudness") e una timbrica che, come ho già detto, non è tipica degli amplificatori a transistor. Passando alle due voci di distorsione, però, le cose cambiano. Le distorsioni possono diventare parecchio cattive (tipicamente hard rock e metal) e a volumi medio bassi suonano davvero alla grande: corpose, dinamiche, calde, grasse e con quel timbro che ricorda davvero le valvole saturate. Alzando il volume (ma non fatelo in casa se non volete rischiare il defenestramento) e arrivando a ore 2, però, il piccolo Blackstar comincia a mostrare il fianco e occorre regolare gli effetti e i vari parametri (anche Presence e Resonance) per rendere il suono meno impastato e fiacco. Certo, parliamo di un volume decisamente alto ma, ai livelli in cui un amplificatore a valvole di pari potenza comincia a tirare fuori la sua vera voce, il Blackstar ID comincia un po' a perderla.
C'è da dire che il 30W è pensato come amplificatore da studio/pratica e che per i volumi alti e spinti ci sono i modelli da 60W e 100W, però a questo punto ci si potrebbe chiedere perché scegliere questo Blackstar con la simulazione delle valvole quando con la stessa cifra si riesce a prendere un amplificatore valvolare da 5 - 10 watt. Come ho accennato prima, l'amplificatore possiede diverse caratteristiche e il TVP è solo una di queste e, anche se da sola magari non giustificherebbe del tutto l'acquisto rispetto a un piccolo valvolare, insieme a tutte le altre rende il Blackstar una proposta azzeccata se si cerca un buon ampli da studio, sala prove o registrazione casalinga con il vantaggio che non occorre tirargli il collo per avere una distorsione cattiva e saturata.
Anche uscendo dall'ambiente casalingo (sala prove o piccoli live) si possono apprezzare le sue qualità, a patto però di non dover tenere volumi da stadio (nel qual caso, ripeto, converrebbe buttarsi sui modelli da 60W o 100W).
Quindi, in definitiva, l'ID:30 è un buon prodotto per tutti coloro che hanno budget piuttosto limitati ma sono alla ricerca di un amplificatore con effetti incorporati che sia versatile, dinamico e affidabile. Inoltre è anche leggero e quindi comodo da trasportare per i piccoli live o per registrare e provare. Provate a dargli una possibilità, ne vale la pena. Io, onestamente, vorrei provare il 60W.

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