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Ibanez Day: la parola a Cesareo, Racer Cafè, Budicin, Xotta e Sfogli
Ibanez Day: la parola a Cesareo, Racer Cafè, Budicin, Xotta e Sfogli
di [user #16167] - pubblicato il

A pochi giorni dall'Ibanez Day abbiamo raggiunto tutti i partecipanti per farci raccontare a viva voce la loro su questa esperienza di chitarre e musica: strumentazione, progetti e curiosità.
A pochi giorni dall'Ibanez Day abbiamo raggiunto tutti i partecipanti per farci raccontare a viva voce la loro su questa esperienza di chitarre e musica. 

L'Ibanez Day dello scorso 15 febbraio ha lasciato tutti a bocca aperta. Vero e proprio festival chitarristico, ha riunito sul palco eccellenze della chitarra elettrica nazionale supportati da due ospiti internazionali, Kiko Loureiro e Gary Willis. Una serie di esibizioni mozzafiato, valanghe innarrestabili di note e l'esposizione dei nuovi strumenti del catalogo Ibanez 2015 sono state affiancate da una retrospettiva storica con la mostra delle collezioni private dell'Unofficial Italian Ibanez Maniacs & Collectors Club e di Fago & MiGi.
Mogar, importatore italiano di Ibanez che ha organizzato la serata, ha fatto centro inventandosi un format perfetto che ci auguriamo si ripeta. Poche volte si ha infatti la fortuna di ascoltare in un locale, tutti assieme e in una volta sola, dei musicisti di questo livello suonare a briglie sciolte della musica originale.
Non ci siamo fatti scappare la possibilità di intervistarli tutti, scoprendo che - a quanto pare - i primi a divertirsi, sono stati proprio. La parola a Cesareo, Racer Cafè (Giacomo Castellano & Gianni Rojatti), Marco Sfogli, Sebo Xotta e Diego Budicin.

Ci descrivi la strumentazione che hai suonato all'Ibanez Day?E' la stessa che usi abitualmente o avevi organizzato una situazione più snella ad hoc?

Sfogli: Ho suonato la mia fida Ibanez RG MS-1, uno strumento Custom costruito alla Hoshino secondo mie specifiche. È lo stesso strumento che uso ormai dell'estate scorsa e con cui mi trovo benissimo. Come amplificazione mi sono affidato a questo piccolo mostro chiamato V30 The Countess della Victory Amps di cui sono da poco diventato endorser. La Victory è una piccola azienda inglese capitanata dalla mente geniale di Martin Kidd, già in passato in forza alla Cornford. Ho anche usato una Ibanez JS limited edition per l'esecuzione della cover di Joe Satriani. Poi una manciata di pedalini, TC Electronic Flashback delay, TC corona chorus, BB preamp della Xotic, SP compressor sempre della Xotic e accordatore TC polytune. Setup da viaggio semplice ed efficace che porto in giro anche alle clinics.

Xotta: Per l'Ibanez Day ho utilizzato una Ibanez RG Custom costruitami da Ibanez nel 2003. Si tratta di una RG neck thru con body in mogano e top in acero quilted, ponte fisso in stile SZ e pick up DiMarzio Transition Bridge e PAF 36th Anniversary. L'elettronica è stata realizzata da Fago Cable Pro.
Per la cover di Andy Timmons ho usato un prototipo della AT300, una chitarra regalatami dallo stesso Andy nel 2005.
Per l'amplificazione ho usato una testata Mesa Boogie Stiletto collegata ad una cassa 2x12" Dragoon. La pedaliera è molto semplice: TC Electronic Mini Tuner, wah Morley Maverick, Majik Box Fuzz Universe e Delay EH Memory Man, il tutto alimentato con il Pedal Juice della Sanyo, una soluzione che ho deciso di adottare per tutti quei casi in cui manca un'alimentazione a fronte palco (non era il caso dell'Ibanez Day ovviamente).
Questo setup è più snello rispetto a quello abituale per quanto riguarda la pedaliera. Mentre per l'ampli di solito uso un combo Mesa Boogie Express Plus, ma per questo evento mi ispirava di più la Stiletto.

Budicin: Per l'esibizione ho fatto un uso improprio di un set minimo di pedali: Il Wah Cry Baby 535q, il fantastico "L'Overdrive" prodotto da VDL ed il Flashback della TC Electronic.
L'ampli che ho utilizzato è un fantastico Laney IRT 120, collegato ad una IRT 2x12 che garantisce una "tuonata" sonora senza mezze misure.
Le chitarre? La favolosa Ibanez AT100, cui sono molto affezionato e la caldissima Ibanez S 5470!! Due esemplari che, insieme mi forniscono una versatilità sonora infinita.

Ibanez Day: la parola a Cesareo, Racer Cafè, Budicin, Xotta e Sfogli

Cesareo: Avevo una strumentazione molto semplice, porto sempre pochissima roba. Quindi non era nemmeno un set up studiata ad hoc per l’occasione, ma quello che uso abitualmente in questo tipo di situazioni: un ENGL retro cube combo 50, un delay e un accordatore.

Castellano: Due chitarre, la Iceman IC700 con corde 0.9, 0.46 e la RG1670
La pedaliera l’ho fabbricata ad hoc per questa occasione. Volevo una cosa estremamente portatile, leggera. C’era solamente lo switch per i due canali della testata Mezzabarba che era una M0 Overdrive con la sua relativa cassa, un Wha Wha della Morley , un Delay, il Timeline e un accordatore.

Rojatti: Per suonare con i Racer Cafè ho una piccola pedaliera assemblata apposta. Non mi servono suoni puliti. Quindi ho uno switch con il quale mi muovo tra i due canali della testata Laney Ironheart: su uno c’è una distorsione più squadrata e asciutta per le ritmiche, sull’altra una più maleducata e aggressiva per i solisti. Quattro pedali: un Jemini Distortion con il quale aggiungo un po’ di crema e rotondità sulle parti più lanciate degli assolo, uno Zoom G3 messo nel send return utilizzato esclusivamente per i Delay, un accordatore e , fondamentale, un noise gate . Avevo tre chitarre: la replica della Flo di Steve Vai, chitarra pazzesca prestatami da Fago per l’occasione; poi una Rg550 e una Premium a sette corde. Tutte con pick up DiMarzio rigorosamente coloratissimi!

Suonare insieme ad altri chitarristi, tutti di altissimo livello, per giunta di fronte a un pubblico al 90% di altri chitarristi com'è? Ti galvanizza perché sai che verrà apprezzata e colta ogni sfumatura del tuo playing o rimpiangi un pubblico più spensierato e interessato alla musica in maniera più generica?

Budicin: Condividere il palco con chitarristi di questo calibro, mi ha stimolato tantissimo. Le orecchie, in queste situazioni, godono e ascoltano, attente, ciò che proviene dal cuore di questi giganti della 6 corde. Sento di poter dire di essere stato enormemente fortunato per aver potuto vivere e condividere un'esperienza del genere. Il pubblico di chitarristi è stato molto caldo ed accogliente, non ho percepito minimamente la differenza tra l'audience di domenica e quella presente in altre situazioni! 

Sfogli: È un esperienza bellissima, suoni insieme a tanti grandi nomi e soprattutto amici che condividono questo momento di celebrazione della chitarra. C'è ovviamente la voglia di far bene ma la sensazione principale è quella di far qualcosa di spontaneo e assolutamente naturale. Mi sono divertito non molto, moltissimo!

Ibanez Day: la parola a Cesareo, Racer Cafè, Budicin, Xotta e Sfogli

Xotta: la dimensione dell'Ibanez Day, come quella di qualunque festival chitarristico, mette sicuramente una certa pressione, non tanto per il confronto con gli altri chitarristi, ma più che altro perché si ha la certezza di avere gli occhi puntati su ogni singola nota che si esegue! 
L'appagamento di esibirsi in contesti simili vale comunque tutta la pressione che si genera!

Cesareo: Mi è piaciuto suonare con altri chitarristi perché c’è un confronto, c’è uno scambio ma, soprattutto, quella sera c’era molto relax, molta stima, molto rispetto. Tutti erano consci di avere intorno dei grandissimi musicisti. Ovviamente tutti volevano fare una bellissima figura e probabilmente questo ha giovato alla serata perché c’è stata tanta concentrazione e di conseguenza tanta buona musica.

Castellano: Suonare con nomi illustri del chitarrismo italiano è stato un onore. Un’esperienza divertente ma anche costruttiva e illuminante. In situazioni del genere si finiscono sempre per scoprire delle novità: un pedale che magari non conoscevi, un trucco, una tecnica, un lick…
Per non parlare dei due ospiti, Gary Willis e Kiko Loureiro: eccezionali. Loureiro non lo conoscevo ma dopo averlo sentito all’opera me lo sono ascoltato ed è davvero un grande!
Suonare di fronte a un pubblico così competente è una sfida ma è anche una soddisfazione maggiore se riesci…a ficcarle dentro! Il pubblico spensierato è generalmente quello che ascolta musica spensierata, dove il ruolo del singolo strumentista è più in secondo piano. Ma la musica arriva alla gente in tante maniere: da quella più complessa come quella che si è proposta in serate come questa ad altre più semplici, immediate. Poi quello che conta è che alla fine la gente applauda, che il messaggio arrivi. Nell’uno o nell’altro caso.

Rojatti: Direi che è pura libidine. Per chi è dentro la musica strumentale e investe tempo, energie e passione per scrivere e poi imparare a eseguire del materiale così elaborato e complesso è edificante potersi esibire di fronte a un pubblico di intenditori: appassionati, musicisti e colleghi che parlano la tua lingua e riescono a cogliere in toto la tua proposta artistica. Ben venga quindi la tensione che accompagna esibizioni importanti come queste.

Sul palco eravate un team di chitarristi stellari. Ma cosa fanno dei chitarristi come voi quando si trovano tutti assieme nei camerini?Ognuno se ne sta a scaldarsi a spalle girate per non mostrare agli altri i suoi lick segreti? Oppure suonate tra di voi? O la musica e la chitarra sono magari gli argomenti che paradossalmente proprio non toccate?

Sfogli: Si ride, si scherza, si ripassano i brani e si parla del più e del meno che sia relativo alla musica o alla vita in generale. Si cerca di stemperare un po' la tensione che inevitabilmente si crea psicologicamente prima di salire sul palco, ma in linea di massima ci si fa un sacco di risate. E poi in questo caso si mangia, ho mangiato tantissimo nei camerini, anche troppo!

Ibanez Day: la parola a Cesareo, Racer Cafè, Budicin, Xotta e Sfogli

Castellano: Nei camerini si parla di tutto. Discorsi molto più normali di quello che si potrebbe pensare.
Ovviamente ognuno si è scaldato molto. Il concerto dell’Ibanez Day non è certo una serata da prendere sotto gamba. Devi salire sul palco, essere subito al 100% per un paio di brani, forse tre. Quindi si sentivano dei gran bei trentaduesimi e sessantaquattresimi.

Rojatti:  Un clima divertentissimo di sano cazzeggio chitarristico. 
Sei in una stanza con dei chitarristi allucinanti, che sono anche dei tuoi amici e appartengono alla tua stessa parrocchia chitarristica. E se questo non bastasse pure un sacco di cose deliziose da mangiare, vino e birra.…il problema semmai è trovare la giusta concentrazione per scaldarsi perché -almeno io – starei tutto il tempo a parlare di chitarre, chitarristi, amplificatori e a scambiarsi aneddoti e lick!

Xotta: Il tempo passato nel camerino è davvero divertente, soprattutto in contesti come questo in cui si sale sul palco uno per volta. È un po' come andare a fare la maturità, tutti sono partecipi dell'esito dell'esame dell'altro e lo sostengono con un grande spirito di gruppo!
Domenica in camerino si è fatto di tutto, ci si scaldava prima di suonare, si ripassavano i brani, ci si mostravano a vicenda dei passaggi, magari di brani che non avevano nulla a che vedere con la giornata, poi si scherzava su milioni di cose, ottimo modo per stemperare la tensione. Alcuni brani non sono stati provati al soundcheck per questioni di tempo, perciò si recuperava terreno nel backstage nel limite del possibile. Io e Kiko abbiamo suonato Surfing With The Alien, la cover scelta da lui, con un'acustica e una George Benson, perché non avevamo amplificatori e dovevamo ripassare la stesura del brano, un sound davvero curioso!

Cesareo: Alcuni mangiano, altri si scaldano magari provando le chitarre degli altri…come ha fatto Loureiro che mi ha tenuta occupata per tutto il tempo la mia George Benson!
C’era del riscaldamento…dello stretching da chitarrismo frenetico!

Cosa trovi in Ibanez che te l'ha fa preferire ad altre chitarre?

Rojatti: semplice, perchè realizzano le più devastanti, eleganti, personali e colorate armi da shred del pianeta.
Le Ibanez sono le chitarre con cui una generazione di chitarristi ha inventato un nuovo modo di suonare: Gilbert, Kotzen, Vai, Gambale…Sono chitarre che tutt’ora spronano all’evoluzione del linguaggio chitarristico. Anche la tendenza all’utilizzo delle corde basse in più (dai Korn agli Animals As Leaders …) che è stata la cosa più innovativa accaduta nel mondo della chitarra rock negli ultimi 10, 20 anni è comunque partita da Ibanez…

Cesareo: Ibanez è un marchio che ti offre qualunque tipo di chitarra e forse è questo che me la fa preferire: è completa. Diciamo che pochi altri marchi possono offrirti una così ampia offerta di chitarre per tutti i gusti e – soprattutto – per tutti gli stili! E’ chiaro, si associa Ibanez a un certo tipo di rock, molto virtuoso: ma invece è una marca capace di offrire strumenti per tutti i generi!

Ibanez Day: la parola a Cesareo, Racer Cafè, Budicin, Xotta e Sfogli

Budicin: Ibanez è forse il marchio più versatile che esista, tra quelli storici. Ogni nuova ibanez progettata nasce dall'esigenza di creare uno strumento comodo per chi lo suona, affidabile in termini di accordatura e, come dicevo, assolutamente versatile. Imbracciando un'ibanez puoi essere sicuro di ottenere il tuono...ehm il suono che desideri, qualunque sia il genere da suonare.
Anche prima di diventare endorser del brand, ho sempre suonato per lo più Ibanez. Dal vivo, la mia RG2620, era sempre la scelta più corretta che potessi fare.

Sfogli: È lo strumento con il quale si può dire ho iniziato a suonare tanti anni fa. Ho sempre ruotato attorno ad Ibanez come marchio anche se poi nel corso degli anni ho utilizzato altri strumenti. Mi piace la loro versatilità e l'estrema completezza del catalogo, dagli strumenti standard a 6 corde fino a quelli più estremi a 7-8 corde. Ce n'è per tutti i gusti e le esigenze.

Xotta: Le Ibanez hanno un manico dannatamente confortevole! Ogni volta che suono altre chitarre per un po', quando torno su una Ibanez la mia mano sinistra si rilassa all'istante! Oltre a ciò Ibanez ha un catalogo davvero vasto, puoi trovare dalla semiacustica alla 8 corde, passando per tutto ciò che c'è in mezzo, sempre in fasce che vanno dall'economico al super professionale. Mi piace molto anche l'estetica dei modelli che uso, molte RG, ma anche SZ, VBT ed altre forme molto carine.

Castellano: Quando mi fu proposto l’endorsment con Ibanez fu facile dire di sì perché io avevo iniziato a suonare con quella marca. Poi era la chitarra dei miei idoli e questo credo accomuni comunque varie generazioni di chitarristi di tutto il mondo.
Da un punto di vista più tecnico credo che con Ibanez sia più facile scolpire il proprio suono. Altre marche hanno una personalità sonora più netta e determinata, grazie anche a ragioni storiche. I riferimenti sono ovviamente Gibson e Fender, chitarre fantastiche ma che in un contesto quale la musica strumentale, come quella che faccio io, finiscono per caratterizzare un po’ troppo togliendo spazio alla personalità e alla ricerca di un suono proprio.

C'è un 'altra Ibanez sulla quale hai messo gli occhi? Un nuovo modello che ti attizza o semplicemente una chitarra in catalogo che ha caratteristiche che ti servono o vorresti esplorare per qualche nuova avventura musicale?

Cesareo: No, in particolare no. Perché poi non sono un amante dei troppi strumenti. Troppe chitarre ti fanno perdere la concentrazione dalla tua, dalla quale devi tirare fuori il meglio. Poi non sono un tournista e posso permettermi di avere un solo strumento, al massimo due. Certo, ogni tanto butto l’occhio su qualche altro strumento ma più per curiosità che per necessità.

Castellano: Ce ne sono moltissime. Spero di avere presto tra le mani la RG con il chaos pad per dargli una provata e cercare di fare qualcosa di nuovo e assurdo! Mi ha incuriosito il nuovo Dobro, una chitarra inaspettata da vedere nel parco Ibanez

Budicin: direi di essermi rifatto gli occhi osservando tutte le novità del catalogo 2015! Su tutte avrei una grande curiosità di provare la RC1320 DBS!

Rojatti: l’RG652AHM è stupenda ma al momento – fortunatamente – non è importata in Italia. Dico fortunatamente perché altrimenti di sicuro me la comprerei…e sarebbe un dannato capriccio! Sono fortunato: ho un parco chitarre completissimo, Ibanez che ho selezionato negli anni e che ho anche ottimizzato con l'aiuto prezioso di Fago e Migi. Sono le mie e sono perfette per me e la mia musica. Certo che la RG652 però...

Ibanez Day: la parola a Cesareo, Racer Cafè, Budicin, Xotta e Sfogli

Xotta: In questo periodo non dormo la notte per la ARZ Uppercut, una chitarra recentemente messa a catalogo. Si tratta di una ARZ, perciò con la forma Les Paul, realizzata in una fascia qualitativa che si pone tra le Prestige e le J Custom. Monta di serie dei pick up BareKnuckle che mi piacerebbe molto provare sul campo.

Sfogli: Sono fortunato possessore di un po' di Ibanez e tutte hanno un loro preciso sound. Non mi piace collezionare strumenti, mi piace utilizzarli ed evitare di avere doppioni proprio per essere sicuro di far suonare tutti gli strumenti a seconda del progetto musicale da affrontare. Lo strumento deve vivere ed invecchiare secondo me, un po' come noi umani.

A che progetti stai lavorando?

Castellano: I miei prossimi progetti prevedono un po’ di video e la realizzazione di nuova musica originale. Il tutto, sempre, con un’Ibanez in braccio!

Rojatti: Ce ne sono un sacco. Sono concentrato nel nuovo disco dei Dolcetti, che è un vero parto…ma non manca molto a finirlo. Abbiamo curato in maniera maniacale ogni aspetto: scrittura, ricerca dei suoni, arrangiamenti…sono entusiasta di quello che sta uscendo: è musica totalmente stralunata, irriverente. Poi Giacomo ha menzionato le Rg con il kaoss pad e con i Racer Cafè si pensava di fare qualcosa tra metal, dubstep ed elettronica…magari un singolo, giusto per diventare gli eroi delle discoteche.
Inoltre sto producendo nel mio studio un paio di progetti strumentali di chitarristi davvero formidabili. Non da ultimo, sto lavorando a nuovi progetti legati alla Didattica di Accordo, tra cui un mio metodo.

Budicin: Sto continuando a lavorare al mio progetto solista, attualmente ho ancora alcuni brani da completare. Dato che sono molto selettivo e perfezionista in merito alle idee che scrivo ed al mio playing, mi ritrovo spesso a non essere soddisfatto dei risultati. Per questo motivo cerco di prendermi ancora un po' di tempo per poter produrre un disco all'altezza delle mie pretese :)

Cesareo: Siamo in procinto di uscire a breve con un nuovo disco degli Elii. Quindi sono totalmente immerso in questo lavoro. Poi suono parecchio con i miei fratelli Four Tiles…suoniamo in ogni dove!

Ibanez Day: la parola a Cesareo, Racer Cafè, Budicin, Xotta e Sfogli

Xotta: In questo periodo sto suonando parecchio con i Four Tiles, la cover Band che da 15 anni ho insieme a Cesareo, Roberto Gualdi e Guido Block. Stiamo discutendo in questo periodo per finalizzare un album su cui proporre le nostre cover maggiormente riarrangiate e probabilmente anche un paio di brani inediti.
Oltre a ciò sto lavorando su un lavoro solista, una cosa che mi permetta di esprimere al 100% le mie caratteristiche musicali e che possa essere un mio biglietto da visita attendibile.
In mezzo a ciò, ovviamente, prosegue la mia attività promozionale legata a Ibanez con clinics e video.

Sfogli: Ho ancora un po' di clinics da fare entro l'estate e contemporaneamente mi sto dedicando alla stesura dei brani per questo nuovo progetto di band insieme a Virgil Donati, Alex Argento e Andrea Casali. Materiale con cantato quindi ci siamo discostati un po' tutti dal genere strumentale. Spero quanto prima di potervi far ascoltare qualcosa.

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