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Eko CO2: vecchia scuola italiana
Eko CO2: vecchia scuola italiana
di [user #41811] - pubblicato il

Grazie a certo vintage italiano, di costruzione non al top o semplicemente non ricercato dai collezionisti, è possibile portarsi a casa un pezzo di storia per un prezzo irrisorio, magari trovandosi a suonare un promettente ibrido tra i due mondi più famosi della liuteria elettrica con una vecchia Eko CO2.
Grazie a certo vintage italiano, di costruzione non al top o semplicemente non ricercato dai collezionisti, è possibile portarsi a casa un pezzo di storia per un prezzo irrisorio, magari trovandosi a suonare un promettente ibrido tra i due mondi più famosi della liuteria elettrica con una vecchia Eko CO2.

Per restare in tema col made in Italy, che nei mesi scorsi è stato l'argomento più discusso qui su Accordo, vorrei proporvi una breve recensione personale sulla Eko CO2, chitarra prodotta a Recanati nel 1982.

In occasione di una pulizia approfondita e di un veloce cambio corde, ho deciso di infilare il jack e cominciare a godere dei bei momenti che ha accumulato questa sei-corde nel tempo.
Il corpo piccolo e l'action bassa rendono la CO2 molto suonabile. Da spenta, il suono è presente e ben bilanciato così com'è infimo il suo peso.
Le meccaniche, anche se un po' trascurate, tengono bene l’accordatura.

Eko CO2: vecchia scuola italiana

La sorpresa arriva quando scorro col dito la manopola del volume: l'humbucker al manico è corposo e definito, lo stesso dicasi per la posizione al ponte. A dispetto di un output sostanzioso, il timbro risulta decisamente vintage.
Già con un volume medio, la chitarra tende facilmente al crunch ed è interessante sperimentare le sfumature possibili con la manopola del tono, che le conferisce un sound unico molto caratteristico.
Un semplice overdrive rischia di diventare un fuzz spaventoso per via dell’alta uscita dei pickup. Nei distorti, la chitarra va più che bene. In effetti, secondo l’ideatore avrebbe dovuto essere su misura per coloro che utilizzano tecniche allora all'avanguardia, grazie anche all'enorme comodità del manico.
Lo strumento si trova a suo agio in quest'ambito, e spinta a dovere sa dare soddisfazioni.
Si scorre facilmente lungo la tastiera e delle venature molto ricche sul manico contribuiscono al fascino di questo vintage tutto italiano.

Trovo sia un'ottima chitarra per il prezzo irrisorio a cui è possibile ancora oggi trovarla sul mercato dell'usato, costruita come si deve da un'azienda nostrana, che non fa mai male.
Anche le finiture risultano abbastanza curate: basta passare il palmo delle mani sul body che si scopre il paradiso.
Nel complesso la considero una chitarra da approfondire, per la sua originalità e le sue caratteristiche singolari.

c02 chitarre elettriche eko gli articoli dei lettori
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Bella chitarra, perché no ? ...
di Tubes [user #15838]
commento del 12/04/2015 ore 17:44:58
Bella chitarra, perché no ? Il manico sembra acero con tastiera in palissandro e il body ?
Rispondi
Re: Bella chitarra, perché no ? ...
di zioles [user #33829]
commento del 12/04/2015 ore 18:25:07
Il body mi sembra ontano lasciato al naturale trasparente.
Rispondi
Re: Bella chitarra, perché no ? ...
di strimp [user #13472]
commento del 12/04/2015 ore 20:30:09
ho un basso Eko della stessa serie e il corpo credo sia di abete o pino.
Rispondi
Re: Bella chitarra, perché no ? ...
di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 12/04/2015 ore 20:43:57
probabile...
Rispondi
Re: Bella chitarra, perché no ? ...
di vicky utente non più registrato
commento del 12/04/2015 ore 21:32:51
confermo l'abete vai al link
Rispondi
Re: Bella chitarra, perché no ? ...
di maxventu [user #4785]
commento del 13/04/2015 ore 10:26:03
anch'io ho un basso Eko della stessa serie, credo risalga alla fine degli anni '70, made in Italy, suona da paura. Il body anche secondo me potrebbe essere pino
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:33:30
abete val di Fiemme!
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:33:31
abete val di Fiemme!
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:33:33
abete val di Fiemme!
Rispondi
Queste Eko 70/80 erano ...
di SuperAdrian utente non più registrato
commento del 12/04/2015 ore 21:55:49
Queste Eko 70/80 erano davvero belle.
Prima o poi vorrei mettere le mani su una C11, clone SG per intenderci.
Rispondi
Re: Queste Eko 70/80 erano ...
di pg667 [user #40129]
commento del 13/04/2015 ore 12:05:3
io ce l'ho, ho cambiato i pickup con un Super Distortion (credo vintage) al ponte ed un P90 al manico, suona da paura!
tra l'altro la pagai 100€, è stato il primo strumento che mi sono comprato con il primo stipendio preso poco più di 10 anni fa (da allora di chitarre se ne sono aggiunte taaaante... ma a questa sono ancora molto legato).

il manico è di una comodità incredibile ed anche in piedi è ben bilanciata. se sei di Firenze o dintorni te la faccio provare volentieri, così colgo l'occasione per cambiare un potenziometro che mi si è rotto durante il recente trasloco.
Rispondi
... che caso strano!
di catoblepa utente non più registrato
commento del 12/04/2015 ore 22:20:21
ho cliccato qui [vai al link]
e ho visto le stesse foto pubblicate qui sopra sul sito Eko
e la chitarra è di tale Stefano Peron
sarebbe stato più bello mettere le foto della tua!
... oh no?
mah
saluti a tutti
Rispondi
Re: ... che caso strano!
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 12/04/2015 ore 22:23:31
Le foto sono state aggiunte dalla redazione e reperite online.
Accade spesso se l'utente non ne allega all'articolo o se è possibile trovarne di più chiare in rete.
Rispondi
Il testo che accompagna le foto è molto bello.
di mattconfusion [user #13306]
commento del 16/04/2015 ore 11:40:08
Riporto qui il testo che scrive il proprietario dell'esemplare in foto perchè credo che siano poche semplici frasi con le quali tanti di noi, di qualsiasi generazione, possiamo condividere...

" Questa è la mia “bambina”…
Ho parecchi ricordi con la mi Eko Co2… Nel 1982 mio papà me la regalò dopo tanta insistenza… Avevo 15 anni e con gli amici avevamo formato un gruppo...
Assieme avevo un ampli 120W sempre Eko ma che, ahimé, per comperarmi la Vespa l’ho venduto…
A distanza di anni ne sono molto pentito…
Purtroppo mio papà non c’è più e, ogni volta che suono con la “bambina”, ho sempre davanti il mio papà che mi guarda e che mi ascolta, come quando avevo 15 anni…
Dalle foto si puo vedere come la conservo… Cambio muta ogni 2 mesi, la lucido, la suono e... sogno.
Credo che nessuno possa dividermi da lei...
Un abbraccio a tutti quelli che sognano con i ricordi.

Stefano Peron "
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:36:40
Ciao Stefano! Io sono quello che faceva le chitarre EKO con i suoi operai e collaboratori. Sono veramente felice della tua passione. Quando avevi 15 anni io ero giovane, poco più grande di Te!
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 12/05/2017 ore 11:23:30
Non credo Stefano abbia letto questo articolo, stavo solo riportando le parole scritte sul vecchio sito di Eko (il link non funziona più purtroppo). Sarebbe bello riuscire a contattarlo!
Rispondi
di stefano peron [user #47977]
commento del 09/01/2018 ore 18:52:31
ciao mattconfusion.. eccomi qua!!! .. chiedo scusa ma ho letto ora il messaggio ... dopo che avevo inserito le foto ho avuto un periodo un po problematico e non mi sono piu collegato su accordo .. chiedo scusa
stefano
Rispondi
di stefano peron [user #47977]
commento del 09/01/2018 ore 18:54:52
ciao eccomi qui... chiedo scusa x la mancanza di risposte..
complimenti remoserragli .. tu e i tuoi colleghi mi avete regalato un sogno
grazie
stefano
Rispondi
Io l'ho avuta, ho un ...
di FernandoFornaro64 [user #42275]
commento del 12/04/2015 ore 22:29:19
Io l'ho avuta, ho un bellissimo ricordo, in particolare la comodità del manico e della tastiera intonatissima come poche, forse perché ha lo zero fret (che io apprezzo molto per la suonabilità che conferisce).
si diceva che avesse pickups Dimarzio ma non ho avuto modo di appurarlo.
Il body era pioppo sicuramente, ricordo le venature marcate.

Rimpiango di averla venduta.
Rispondi
Scusate, pioppo o abete! ...
di FernandoFornaro64 [user #42275]
commento del 12/04/2015 ore 22:31:35
Scusate, pioppo o abete!
Rispondi
abete
di nawa utente non più registrato
commento del 12/04/2015 ore 22:33:46
abete rilevato da un mobilificio in fallimento.
Rispondi
Re: abete
di vicky utente non più registrato
commento del 13/04/2015 ore 08:32:44
davvero?? Spettacolo!!!
Mi sono sempre chiesto come mai decisero di fare una serie di chitarre e bassi col body in abete, un legno solitamente non utilizzato nelle solid body......
Rispondi
Re: abete
di nawa utente non più registrato
commento del 13/04/2015 ore 09:18:48
per risparmiare!

questo tipo di legno è di qualità infima, densità bassa, circa 0.40 tonnellate a metro cubo, venature molto larghe e inadatte a trasferire le vibrazioni. più noto come abetone tra i mobilieri. fu utilizzato unicamente per risparmiare e liberare il magazzino dello stabilimento acquisito da un mobilificio. niente a che vedere con l'abete usato nei piani armonici. niente di grave in una solid body ma da qui a parlarne come un legno pregiato e una scelta oculata, ce ne passa.

ecco una testimonianza più precisa del direttore di produzione dell'epoca sulla genesi della co2: " avevamo in stock una quantità di tavolame da 50mm che a tutti i costi dovevamo utilizzare. Decidemmo di fare delle prove da mostrare agli uffici commerciali.
Preparammo un body del modello cobra, che avevamo da tempo tolto dal catalogo, incollando anche 5/6pezzi."

Rispondi
Re: abete
di scrapgtr [user #12444]
commento del 13/04/2015 ore 09:58:44
Le prime Telecaster avevano il corpo in pino. Le solid body con corpo in pino, abete, sequoia o altre conifere sono di gran moda negli USA. Il fatto che un'essenza non sia considerata pregiata nel mercato del legname non necessariamente inficia le qualità timbriche della solid body costruita con quel legno, che se ben progettata può avere dei vantaggi proprio dall'essere fatta con materiali "poveri" (Danelectro docet). Il basso della stessa serie, che ho avuto modo di provare approfonditamente nella versione fretless, era ottimo in relazione al prezzo, me anche in termini generali (l'amico che me lo prestava acquistò in seguito un basso blasonato ma non volle mai liberarsi del suo Eko, anzi tendeva ad usare per lo più proprio quello).
Rispondi
Re: abete
di nawa utente non più registrato
commento del 13/04/2015 ore 10:26:52
non volevo minimamente esprimere un giudizio sulla chitarra. è solo la realtà dei fatti. la co2 nacque per un problema ben preciso. evadere le scorte e gli scarti di abete non utilizzabili sulle acustiche (cfr Remo Serrangeli, direttore di produzione) . questo fu l'obiettivo progettuale e fu brillantemente raggiunto. quindi gloria al genio italico. ma non mi si venga a dire che un legno da 0.4 t/m3 è ottimale per una solidbody. e comunque non mi va di cascare nel dibattito "quanto influisce il legno su una elettrica".

comunque, qualsiasi sia l'influenza del legno, è molto più probabile riuscire a sentire la differenza con i single coil. I pick-up della co2, sulla moda dei di marzio, furono progettati come unico obiettivo di avere l'uscita più alta possibile utilizzando per questo materiali ceramici invece del classico alnico. questo porta a un certo attenuamento delle alte frequenze e una compressione del suono utile solo per i distorti. quindi arrivederci legno :-)

ci siamo divertiti tutti sulle co2, ottime chitarre ma volerle esaltare oltremisura fa loro un torto. sono l'equivalente automobilistico della fiat 500, la 600 e simili. diciamo che la co2 è più una 126 :-)

Inoltre. Storicamente i primi costruttori di chitarre elettriche (fender in primis) credevano che il corpo di una chitarra elettrica fosse ininfluente e usavano il legno più economico o quello più vicino. da noi si usavano faggio e pioppo e si ricopriva di celluloide nera per nascondere i nodi, prima che nel 65 la Vox chiese a Eko di usare l'acero per i manici (che arrivò dalla Jugoslavia).

abbastanza inutile litigare sui legni.... i pionieri della chitarra elettrica come Fender erano affascinati dal magnetismo e dall'innovazione, dall'ingegnerizzazione, dalla produzione industriale, emancipandosi fieramente dalle tradizioni liuteristiche che noi oggi invece vogliamo attribuire loro. Fender, come Pigini, neanche sapeva suonare la chitarra e dubito che sapesse distinguere il pino dall'acero (guarda caso legni con pochi nodi e largamente disponibili negli Stati Uniti). poi è evidente che il suono che ne è uscito ha fatto la storia ed è diventato il nostro riferimento ma tutto abbastanza casualmente. io lo trovo affascinante invece che un limite.

qui una tabella utile a collocare l'abete nella costruzione delle solidbody.

vai al link
Rispondi
Re: abete
di scrapgtr [user #12444]
commento del 13/04/2015 ore 11:21:10
Lungi da me qualsiasi intento polemico, specie parlando di legni. Complimenti per la competenza e la chiarezza dell'esposizione. Sono d'accordo su tutto ed in effetti anche tu concordi sul fatto che il suono di una solidbody dipende da un sacco di variabili e che i legni cosiddetti pregiati non è detto che suonino meglio di altri materiali. Che poi alcuni progettisti abbiano avuto risultati particolarmente felici quasi "loro malgrado" mi sembra quasi una costante nella storia della chitarra elettrica.
Rispondi
Re: abete
di nawa utente non più registrato
commento del 13/04/2015 ore 11:48:58
usando il termine "qualità infima", in effetti sono stato un poco esagerato e sbrigativo. W le CO2!
Rispondi
Re: abete
di ogos [user #2688]
commento del 15/04/2015 ore 22:42:35
Si, w le co2 e tutte le eko del periodo.....
comunque hai ragione, non sono legni di qualità, non sopravalutiamo questi strumenti con i quali ci siamo divertiti ma siamo obiettivi e sinceri, sono strumenti da sei politico......
Rispondi
Re: abete
di Frenci [user #3417]
commento del 14/04/2015 ore 19:01:1
Anche io ho quel basso: fretless con pickup DiMarzio. Confermo che suona da paura, anche il mio maestro non ci voleva credere.
L'ho comprato nel 1982 e non l'ho mai voluto vendere. A parte il fatto che nessuno vorrebbe pagarlo più di 200 euro, è difficile trovare uno strumento che suona così.
Qualche anno fa avevevo interpellato la EKO per saperne di più su quello strumento strano con "venatura da mensola" e confermo quanto hanno già scritto gli altri sullo stock di legno rilevato da un mobilificio in fallimento.
A volte da presupposti improbabili (tranne i DiMarzio che in quel periodo EKO montava spesso sui suoi strumenti) può nascere qualcosa che suona veramente bene.
Rispondi
Re: abete
di Cukoo [user #17731]
commento del 13/04/2015 ore 11:44:38
...'venature molto larghe inadatte a trasferire vibrazioni'? Tu quoque, Nawa?
Rispondi
Re: abete
di nawa utente non più registrato
commento del 13/04/2015 ore 11:47:5
si!! non ho resistito. in realtà sono stato molto impreciso. le venature c'entrano poco. è più un discorso di densità ma in fondo l'abete è come il tiglio. su una strato sembra esile sui bassi, su una ibanez funziona a meraviglia.
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:41:24
Allora ti devo dire che quell'abete era acquistato nella val di Fiemme e si usava per le TA delle chitarre professionali sia acustiche sia classiche. Ovviamente nella selezione di prima scelta le tavole con fibra larga venivano stoccate. Io proposi di fare le casse solid.
Ti faccio presente quindi che l'abete usato è: Abete rosso della Val di Fiemme! Se fender avesse avutoi questa possibilità lo avrebbe usato seguita da tutto il mondo. Le migliori Fender sono con cassa "poplar wood" che altro non è che PIOPPO!
Rispondi
Cazzaruola!! Ne ho una mezza ...
di AlexEP [user #35862]
commento del 13/04/2015 ore 09:22:15
Cazzaruola!! Ne ho una mezza smontata in cantina!! La porto dal liutaio...
Rispondi
Provata, a suo tempo. Assieme ...
di Oliver [user #910]
commento del 13/04/2015 ore 16:50:02
Provata, a suo tempo.
Assieme alla simpatica Short-gun e alla gloriosa M-24.
Delle tre era la meno interessante e veniva considerata, all'epoca, poco più di un giocattolo.
La scelta dell'abete per il body, oltretutto con quella mordenzatura "da mobile" non aiutava certo a conferirle un aspetto meno... cheap.
Leggerissima e piccola, piaceva molto ai neo-chitarristi soprattutto per la enorme potenza dei pickups (allora la moda era quella). Costava 150.000 lire.
Difficile dire quale sarebbe il corrispettivo valore odierno, ma direi 150 euro.
Invece, grazie alla moda del vintage "trasversale", si trova mediamente tra i 300 e i 500 (o anche più) euro: altro che costi irrisori...
Rispondi
si trova mediamente tra i 300 e i 500 (o anche più)
di catoblepa utente non più registrato
commento del 13/04/2015 ore 20:59:59
ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah
diresti 150 euro?
me li devono dare per prenderla ... sta ciofeka!
giusto Oliver: ... altro che costi irrisori!
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:42:50
Dato che sei così felice, se ti interessasse, il prezzo commerciale attuale è 300 euro!
Rispondi
Complimentoni, fa piacere veder spuntare ...
di Lorenzostrat87 [user #8417]
commento del 13/04/2015 ore 17:09:30
Complimentoni, fa piacere veder spuntare la C02 (non CO2) e vedere che c'è chi la apprezza.
Ne ho una mancina (rarissima) e ne scrissi una recensione proprio qui su Accordo. Chitarra interessante e ben costruita, confermo l'uso di abete massello per la cassa che, come detto da altri più su e in primis dal superesperto Stefano Aria, veniva da un mobilificio e le conferiva il caratteristico look da "mensola".
Confermo anche la tendenza dei pickup all'overdrive, da quel che vedo la tua, come la mia, monta gli HD di casa Eko, sigla che secondo i cataloghi del periodo stava per qualcosa tipo "high distortion" con magneti in alnico V ed esaferrito di bario. Non mi sono mai preso la briga di misurarli col tester ma tirano fuori una bella pigna.
Ne esisteva, però, anche un'altra versione se vogliamo "deluxe" con i DiMarzio, riconoscibile per la presenza di cornicette bianche anziché nere, nonché (perlomeno come usciva di fabbrica) la classica pecetta "DiMarzio Powered" posta accanto ai pickup stessi.
Rispondi
Re: Complimentoni, fa piacere veder spuntare ...
di Mimmo66 [user #26026]
commento del 13/04/2015 ore 19:34:02
vai al link
;-)
Rispondi
IL PRIMO AMORE
di massimogardelli [user #41357]
commento del 13/04/2015 ore 19:39:21
E' STATA LA MIA PRIMA CHITARRA ELETTRICA PIU' CIRCA 30 ANNI FA (IN VERSIONE MANCINA, COME ME). LA SUONO ANCORA (RIATTATA, SVERNICIATA ECC.). CONFERMO E' UNA GRANDE! E NON MI SEPARERO' MAI DA LEI (SOPRATTUTTO IN RICORDO DI CHI ME LA HA REGALATA). CON UNA LACRIMUCCIA A TUTTI GLI AMICI ACCORDIANI.
Rispondi
Ho una eko CX7. Primi ...
di kelino [user #5]
commento del 13/04/2015 ore 19:58:0
Ho una eko CX7. Primi anni 80.
La adoro.
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:47:40
questa chitarra è veramente professionale con PU di grande potenza e tutti fgli accessori metallici sono in brass VERO! Valore attuale circa 100 euro!
Ciao e complimenti di avere una EKO di grande qualità!
Rispondi
la abbinavo ad una testata ...
di FernandoFornaro64 [user #42275]
commento del 14/04/2015 ore 10:22:24
la abbinavo ad una testata valvolare Herald IV, che imballava a dovere, ma onestamente la cosa che mi piaceva di più era il manico e la tastiera, più del suono. La mia aveva il manico e la paletta della stessa tinta del body.
Rispondi
viste alcune
di mehari [user #25169]
commento del 14/04/2015 ore 21:49:32
sia quella tipo sg che questa...
qualità abbastanza infima è vero... ma suonano meglio di quelle di qualità infima di oggi....
l'unico aspetto che non riesco proprio ad accettare è la verniciatura
io credo che le verniciassero per IMMERSIONE tanta plastica hanno addosso....
io uso spesso il pino.... ma è molto diverso dalla maggior parte dell'abete... più pesante e denso.

Rispondi
Il liutaio me l'ha sistemata. ...
di AlexEP [user #35862]
commento del 29/04/2015 ore 13:13:11
Il liutaio me l'ha sistemata. I pick up erano andati, purtroppo. A breve vi farò un diario :)
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:45:31
E' una chitarra, a detta di chi la possiede, che si suona moltombene, ha dei pick ups potenti (gli stessi della M24, è di difficile acquisto sul mercato del vintage, poichè chi ce l'ha preferisce tenerla! In sosteanza è una chitarra di prestazioni eccellenti che costa poco. Prezzo circa 300 euro!
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:48:08
E' una chitarra, a detta di chi la possiede, che si suona moltombene, ha dei pick ups potenti (gli stessi della M24, è di difficile acquisto sul mercato del vintage, poichè chi ce l'ha preferisce tenerla! In sosteanza è una chitarra di prestazioni eccellenti che costa poco. Prezzo circa 300 euro!
Rispondi
di remoserrangeli [user #23728]
commento del 12/05/2017 ore 09:48:08
E' una chitarra, a detta di chi la possiede, che si suona moltombene, ha dei pick ups potenti (gli stessi della M24, è di difficile acquisto sul mercato del vintage, poichè chi ce l'ha preferisce tenerla! In sosteanza è una chitarra di prestazioni eccellenti che costa poco. Prezzo circa 300 euro!
Rispondi
di Paoloimc [user #49229]
commento del 26/12/2018 ore 17:24:48
Io ho ancora perfetta la mia EKO C11 SG diavoletto dei primi anni 80. Finitura Rosso cherry. Il corpo credo sia abete.
Nel tempo modificata con
Pickup GFS P90 Mean 90 true Alnico
Ponte Tune-O-Matic Chrome
Elettronica rifatta con potenziometri full size 2x Vol logaritmico 500K + 1x tone lineare 500K e toggle 3 way chrome
Fantastica!
Nb ho ancora i pickup originali (come quelli in foto sopra) se a qualcuno interessano...
Rispondi
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