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Batteria in assolo
Batteria in assolo
di [user #116] - pubblicato il

A tutti piace fare gli assolo. E se i chitarristi sembrano essere quelli più affetti da questa passione (che a volte, nel loro caso, è quasi una patologia) i batteristi, a giudicare da quello che si vede sul web, ci stanno prendendo sempre più gusto. Ne parliamo con Roberto Gualdi (PFM, Vecchioni, Four Tiles) che ha appena realizzato per Zoom un video che si intitola, guarda caso, "One Minute Solo".
A tutti piace fare gli assolo. E se i chitarristi sembrano essere quelli più affetti da questa passione (che a volte, nel loro caso, è quasi una patologia) i batteristi, a giudicare da quello si vede sul web, ci stanno prendendo sempre più gusto. Ne parliamo con Roberto Gualdi (PFM, Vecchioni, Four Tiles) che ha appena realizzato per Zoom un video che si intitola, guarda caso, "One Minute Solo"

Raccontaci questo video che hai appena realizzato.
La richiesta per la realizzazione è arrivata direttamente dalla Zoom Giappone. Serviva un breve assolo per dimostrare come con il nuovo Q8 si potesse registrare usando la microfozione base standard che prevede cassa, rullante e due panoramici . L’idea era di muovere l’interesse dei batteristi che gravitano sul web, su youtube, mostrando come realizzare un video con quattro tracce di alta qualità senza dover utilizzare nient'altro che lo Zoom Q8.
Tutto è stato girato nella sala demo della Mogar, importatore italiano di Zoom. La batteria che suono, infatti, non è il mio set abituale sebbene lo strumento sia stato accordato e settato da me. Le registrazioni sono state fatte in poco tempo, in presa diretta: niente trucchi e niente inganni.
Alla fine il video è piaciuto molto ed è stato utilizzato come materiale ufficiale al Meeting internazionale Zoom tenutosi durante il Musikmesse di Francoforte.

Quali sono le situazioni ideali per una microfonazione così snella?
Questa direi che è proprio la tipica micro fonazione base che capita si usi molto spesso e in ambiti davvero diversi tra loro. Direi che è perfetta per le situazioni più acustiche, per esempio è quella che, da sempre, si usa di più in ambito jazzistico. E' un ottimo sistema di ripresa e coglie il set nella sua globalità. Ovviamente è molto importante avere un suono ben bilanciato di base, altrimenti si sentiranno troppo i crash e poco i tom.


Nel video suoni senza nessun accompagnamento o sostegno ritmico e armonico. E' la condizione che preferisci quando esegui un assolo? 
L’assolo suonato da solo mi piace molto perché mi permette di muovermi, girare ed esplorare senza troppi vincoli. 
Un buon compromesso è quello che succede durante il mio assolo con i Twinscape, progetto con Lorenzo Feliciati e Colin Edwin; loro eseguono dei soundscapes, letteralmente dei paesaggi sonoro, che interagiscono con il mio assolo improvvisato. Si tratta però di tappeti di suoni, armonia ed effetti senza nulla di ritmico che mi condiziona o vincola. Questo è un gioco molto interessante.

Nell’elaborazione del tuo linguaggio solistico quali sono state le tue principali influenze?
Da un punto di vista solistico mi sono sempre piaciuti gli ensemble africani, la loro ritualità, la loro energia e potenza e il coinvolgimento di tutti gli ascoltatori.
E' una cerimonia e i tamburi evocano una grande energia ipnotica. Altra grande ispirazione sono musicisti come Trilock Gurtu o Airto Moreira e, soprattutto, il lavoro solista di Terry Bozzio. Bozzio è riuscito a costruire pagine interessantissime di Solo Drumming utilizzando gli Ostinato e una ricerca tematica sul set. Però, differenza di tanti altri batteristi che si concentrano su ostinato sempre più complessi, quello che fa la differenza nel solismo di Bozzio è che sopra a tutto c'è sempre un'idea melodica forte.
Da ascoltatore mi piacciono solisti anche diversissimi da me come Jack De Johnette, Tony Williams, Horatio Hernandez, JoJo Meyer, Simon Phillips, Steve Gadd e tantissimi altri che ora non mi vengono in mente…
Se dovessi scegliere un unico brano da fare ascoltare a un Alieno per fargli capire la bellezza di un assolo di batteria, non avrei dubbi. Sceglierei sicuramente Tony Williams nel “Live a New York”. In quel assolo c'è tutto: melodia, colore, tecnica e controllo. In una parola sola, MUSICA.

Ci sono dei suggerimenti che generalmente dai ai tuoi studenti quando devono cimentarsi nel preparare un assolo di batteria?
Cerco di spingerli a ragionare in modo compositivo e strutturale. L’invito a prendere una piccola frase melodica e ripeterla, variarla, ripeterla, e arricchirla. Coordinazioni, ostinato e poliritmie posso rendere il tutto interessante da un punto di vista batteristico ma, a mio avviso, sopra a tutto ci deve essere un'idea melodica.
Credo anche che imporsi delle limitazioni favorisca la creatività. A volte sprono gli allievi dicendo "Fammi un piccolo assolo usando esclusivamente la mano sinistra e il charleston a pedale. Suona senza usare lick, chop, linear, rulli e quant'altro” Non gli rimane altro che farsi venire qualche buona idea!

Batteria in assolo

Cambiamo punto di vista, perché come batterista, il più delle volte, ti trovi non a fare assolo ma ad accompagnare dei solisti.
Per esempio, recentemente ti abbiamo visto sul palco dell’ Ibanez Day dove per due ore hai sostenuto le svisate chitarristiche di Loureiro, Cesareo, Sfogli, Rojatti, Xotta, Castellano e Budicin. Come si fa a tenere viva l'attenzione e il groove mentre ci sono dei solisti che impazzano? Riuscendo, magari, persino a non annoiarsi?
Con una battuta potrei risponderti che se il solista non annoia è più facile non annoiarsi!
Fortunatamente all'Ibanez day la proposta musicale è stata alta e stimolante.
Per il resto, credo che la cosa importante quando accompagni un solista sia mantenere costante la tensione ritmica con fermezza e pazienza. Bisogna anche evitare di cadere nel tranello di accompagnare suonando e proponendo troppo. Altrimenti raggiungi un apice talmente alto che dopo, finito l’assolo, non succede più nulla… tipo eiaculazione precoce!
Bisogna accompagnare e aggiungere intensità con piccolo cose, chorus dopo chorus, seguendo il solista ma non troppo. Ovviamente questo è il mio punto di vista e non la verità assoluta.

La batteria che ti abbiamo visto usare all’Ibanez Day era la tua solita o avevi organizzato un set un po' più rocckettara per l'occasione?
E’ da alcuni anni che ho deciso di usare sempre lo stesso set. Ovviamente se sono in studio la scelta di rullanti, ride o hihat può essere conseguente a determinate scelte timbriche ma per il resto stesso set sempre, live, televisioni, club. Magari con Vecchioni al posto del China monto un Crash/Ride da 16" chiodato. La cosa che mi è sempre piaciuta dei miei eroi di sempre tipo Steve Gadd o Simon Phillips, giusto per citarne due, è che sono passati attraverso le epoche e gli stili sempre con lo stesso strumento, sempre al servizio della musica ma con la propria voce. Una ricerca di identità ch parte proprio dalla ricerca della propria voce. Non mi ricordo dove ho letto una frase molto divertente che diceva: “Sono disposto a rinunciare ad un bel suono per avere il mio suono!”
Nello specifico il set era una Tama Superstar in betulla con i fusti Hyperdrive.
- Cassa 22"x20"
- Tom 10" / 12" / 16" + un altro 10" a destra accordato molto alto tipo percussione.
- Rullante 14" X 8 Starclassic in Acero
I piatti sono Zildjian:
- Hi Hat 14" K Dark Custom
- 20" K Dark Custom Ride
- Crash K 16" e 18"
- 12" China Oriental su 12" Bottom Oriental HH
- 16" Oriental China su 16" Crash K Dark
- 8" e 10 " Splash Trashformer 
- 3 Zi-Bell 6" 
Pelli Evans:
EQ2 su cassa, HD Dry su rullante e Onyx sui tom

Facci un riassunto dei mille progetti nei quali sei coinvolto? 
Con la PFM ho appena iniziato una settimana di prove e di concerti. Per quanto riguarda questa band direi che l'uscita di Franco Mussida e l'ingresso di Marco Sfogli non sia una novità da poco! Personalmente mi dispiace tantissimo che Franco abbia deciso di non continuare ma capisco le sue necessità e sostengo la sua scelta. Ovviamente sono felice di avere un caro amico e un musicista straordinario come Marco sul palco. Da maggio quindi sarà on the road questa PFM versione2015 e per tutto l'anno avremo un bel po' da fare, con concerti tra Finlandia, Giappone, America, Canada, Sud America e nuovamente Cruise To The Edge.
Per quanto riguarda Neon Karma, progetto insieme a Sfogli, Feliciati e Guido Block, abbiamo un album di cui sono molto soddisfatto. E’ finito e dobbiamo solo decidere il momento buono per farlo uscire.
Poi, prosegue anche il progetto Twinscapes: abbiamo alcune date estive e stiamo scrivendo dei nuovi brani.
Infine ci sono Four Tiles, il gruppo formato da me, Cesareo, Stefano "Sebo" Xotta e Guido Block. Siamo una vera famiglia e suoniamo assieme da 15 anni. Quest'anno stiamo suonando come non mai e c'è l'idea, finalmente, di realizzare un disco.
Poi, l’ultimo progetto è quello di rimettermi a correre e fare un po’ yoga tutti i giorni: gli anni passano e la batteria non perdona!


Le foto sono di Massimo Tentori, Lorenza Bacchieri e Stefano Mirra.
interviste roberto gualdi
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