di redazione [user #116] - pubblicato il 30 aprile 2015 ore 12:00
Dinamica, tono e tocco fanno grande una performance. Per avere il controllo di questi elementi serve conoscere a fondo il proprio strumento. Piccole e apparentemente insignificanti sfumature di impostazione e suono, possono condizionare e valorizzare in maniera determinante l'esecuzione di un brano.
Dinamica, tono e tocco fanno grande una performance. Per avere il controllo di questi elementi serve conoscere a fondo il proprio strumento. Piccole e apparentemente insignificanti sfumature di impostazione e suono, possono condizionare e valorizzare in maniera determinante l'esecuzione di un brano.
Abbiamo chiesto a Tommy Emmanuel di darci qualche spunto per migliorare la gestione delle dinamiche e della timbrica sulla chitarra acustica. In tutta risposta il chitarrista, dopo averci folgorato con l’esecuzione di un brano, ha detto:
“Avete visto cosa ho appena fatto con la mano destra? Prima si è posizionata verso il ponte aumentando leggermente il volume; quindi si è spostata in direzione del manico e ha suonato leggermente più piano. Così, nei pochi secondi di queste due battute ho creato tre suoni diversi. Ottengo così dinamiche e tono nel mio modo di suonare: essendo perfettamente conscio di come estrapolare questi aspetti dallo strumento. Inoltre, si tratta di saper interpretare un brano nel modo corretto.”
La risposta, abbinata all’ascolto del suonato, mostra un lato decisivo dell'esecuzione di un brano su chitarra acustica: l'aggiunta della dinamiche mediante la posizione di suono della mano destra. Così come sulla chitarra elettrica la diversificazione del timbro è data dai pickup e dal relativo selettore che ci permettono di variare gradualmente da un suono più secco (verso il ponte) ad un suono più morbido (verso il manico), sulla chitarra acustica è possibile ottenere il medesimo risultato in base a dove decidiamo di pizzicare le corde. Solitamente la posizione di suono ideale coincide con il margine esterno della buca, verso il ponte.
Se spostiamo la mano e pizzichiamo le corde avvicinandoci sempre di più al ponte, otteniamo un suono molto più secco e medioso, dovuto alla maggiore stabilità e quindi minor intensità di vibrazione delle corde in prossimità della loro attaccatura. Se ci dirigiamo gradualmente verso il manico, noteremo un addolcimento e una maggior scurezza del suono prodotto dalle corde pizzicate, dovuto a una più ampia vibrazione della corda. Tommy Emmanuel suggerisce di sfruttare queste differenze timbriche per esaltare passaggi diversi in un brano. Per esempio, avvicinandoci maggiormente al ponte possiamo ottenere un suono incentrato sui medi per enfatizzare un incremento di tensione o per fare sì che una sezione spicchi sopra le altre; viceversa, se vogliamo ammorbidire un frammento o favorire una diminuzione di volume o di intensità, possiamo sfruttare la zona sopra la buca in corrispondenza del manico.
Proviamo a mettere in pratica tutto, imparando il brano suonato da Emmanuel e che sfrutta prevalentemente la tecnica del basso alternato. Per agevolare la pratica, nella trascrizione abbiamo inserito le indicazioni di dinamica e l'intensità.
Possiamo notare come questo passaggio, in tonalità di A maggiore, abbia il suo apice di intensità nella battuta 3, sull'accordo di Dm9, quarto grado della minore armonica di A.
Su questo accordo si concentrerà la maggiore intensità di volume, spostando la posizione di suono sempre più verso destra. Nella quarta battuta, invece, la tensione scende in maniera evidente e la mano destra si sposta sopra la buca, vicino al manico per chiudere con un leggero crescendo finale.
Trascrizioni e analisti stilistica e musicale di Paolo Antoniazzi