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Fare i dischi. E poi studiare.
Fare i dischi. E poi studiare.
di [user #17404] - pubblicato il

Ben venga chi, ancora acerbo, si lancia nel suo primo live o registrazione. Si sottoporrà a critiche che diventeranno un incentivo a migliorare e la chiave di lettura più veritiera delle lacune del suo playing. Parola di Ellade Bandini che confessa di aver scoperto rudimenti basilari della batteria con già ottanta dischi registrati sulle spalle.
Studiare è importante. E non si dovrebbe mai smettere di farlo. 
Ma serve da subito avere coscienza che non esiste un livello di preparazione perfetto, solo una volta raggiunto il quale, si è consacrati  musicisti. Altrimenti il rischio è di non sentirsi mai pronti e, a fronte di questa insicurezza, rimandare all’infinito il passaggio da studente a musicista attivo. Paradossalmente, più uno migliora, più al contempo acquisisce consapevolezza di quante cose nuove ci sarebbero ancora da imparare. E allora, invece di iniziare a suonare continua a studiare. E non è affatto la stessa cosa. 
Pensate di che capolavori saremmo privi se, al momento di incidere il primo disco, Angus Young avesse deciso di posticipare le registrazioni, resosi conto di essere una schiappa con la chitarra acustica. O se Nuno Bettencourt avesse preferito, anziché fondare gli Extreme, ritagliarsi un paio d’anni per imparare a leggere la musica, cosa che non sapeva minimamente fare. Il batterista degli U2 era a stento maggiorenne quando incisero il primo disco. Ed era scarso sul serio. Che sciagura se anzichè tapparsi in sala prove e in studio a preparare Boy si fosse messo a studiare notte e giorno.
 
Fare i dischi. E poi studiare.
 
Per questo emoziona sentire uno dei più grandi batteristi italiani raccontare di aver inciso quasi ottanta dischi senza conoscere il paradiddle, rudimento oggi considerato imprescindibile per ogni batterista. Un racconto che ci sprona a ricordare che la tecnica, la preparazione musicale, la teoria sono e devono restare semplici strumenti per agevolarci in quella che deve essere la prima urgenza di un musicista: l’espressione e la creazione artistica.
Anzi, dal racconto di Bandini esce una chiave di lettura diversa. Bisognerebbe partire dal suonare e servirsi poi dello studio per, man mano, colmare i limiti e le difficoltà che si incontrano. Quindi, ben venga chi si lancia nel suo primo concerto o nel suo primo demo anche se ancora acerbo, goffo e zoppicante nella proposta espressiva. Si sottoporrà a critiche e stroncature che diventeranno un incentivo a migliorare e soprattutto, la chiave di lettura più veritiera delle lacune del suo playing. Al contrario, chi insegue una perfezione e una preparazione totale posticipando sempre il suo debutto, si negherà la possibilità di testare sul campo la validità della sua musica. E che amarezza sarà per lui scoprire, dopo decenni di studio matto e disperatissimo, di suonare senza groove, di non riescire ad ascoltare gli altri e di non avere la sensibilità per capire quando è il momento di suonare sedicesimi o quando la cosa migliore è non suonare affatto. Perché questi sono talenti, sensibilità che non si possono studiare ma solo affinare suonando sul serio. Suonando assieme agli altri.
 
ellade bandini lezioni
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verissimo, non si ha idea ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 29/05/2015 ore 08:50:25
verissimo, non si ha idea oltre tutto di quanto si cresca nel cercare di portare a termine un disco che non è una cosa da poco.
Io sono in una condizione diversa non aspetto di colmare le mie lacune tecniche o teoriche ma aspetto di poter comprare una signora chitarra una di quelle che appena sfiori le corde esce un suonone, che valorizzi al massimo il mio playng, con la strumentazione odierna mi sembrerebbe un peccato impegnarmi
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Re: verissimo, non si ha idea ...
di phunkabbestia [user #42918]
commento del 30/05/2015 ore 06:58:05
hahahhahahahahaha era una battuta vero?)))
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di XFiles utente non più registrato
commento del 06/06/2022 ore 13:56:22
Se fossi Alexa ti direi..Nooon ho' capito! ;-) GULP! ... o forse si ;-)
Rispondi
Capita spesso di parlare con ...
di qualunquemente1967 [user #39296]
commento del 29/05/2015 ore 09:47:08
Capita spesso di parlare con musicisti e puntualmente esce la frase : a ma sai io sono autodidatta non conosco la musica non so niente e molti te lo dicono in modo come se fosse una colpa si sentono inferiori . A mio parere è assolutamente sbagliato sentirsi musicisti di serie B ! Nel mondo della musica e dell arte in genere non funziona propriamente cosi . Non sto dicendo che studiare è sbagliato e controproducente ma per suonare o per dipingere una tela è indispensabile avere TALENTO ! Poi che ci si debba interrogare di cosa ci sia dentro a cio che facciamo cioè la teoria è un altra storia .Hendrix Clapton Page Gilmour ecc ma cosa pensate che sappiano di teoria armonia ecc ? ZERO ! Pero' sappiamo tutti cosa hanno creato e ancora oggi li riascoltiamo con grande ammirazione ! Chi vi parla è diplomato e suona in orchestra sinfonica lo dico non per darmi arie ma semplicemente per non apparire come l'anti studio ma diciamo che nell ambito classico si hanno esigenze diverse dall ambito rock ed è indispensabile una formazione diversa . Ma anche nel mio campo se non hai talento è meglio fare altro nella vita secondo me. Ciao a tutti
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di sundayplayer [user #13160]
commento del 29/05/2015 ore 10:30:59
Sono totalmente d'accordo con te... un'ottima idea rimane tale anche se non si sa scriverla e non si sa chiamarla per nome....
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di darkfender [user #16554]
commento del 29/05/2015 ore 12:24:10
Un paio di puntualizzazioni.

Nel mondo della musica raccontare di essere "autodidatti" è una strana moda che spinge molti grandi musicisti a raccontare questa discutibile affermazione.

Esempio:
Quando un Richie Sambora dice di essere autodidatta non menziona magari di essere cresciuto fin da bambino a contatto costante con i più grandi musicisti della sua epoca...
E non credo proprio che non gli abbiano insegnato qualcosa.

Stessa cosa vale per troppi sedicenti "autodidatti".
Se dovessi rispondere alla tua domanda infatti direi che quelli che hai citato hanno eccome conocenze di armonia.
Magari non ottenuta in maniera convenzionale ma le biografie approfondite contengono sempre dettagli che lo fanno capire.

Nessuno si sveglia musicista dalla notte alla mattina.

Anche per il discorso "talento" si potrebbe discutere..
Molti musicisti classici hanno sempre sostenuto che il talento vale una misera frazione dell'impegno costante.

Stai affermando l'esatto opposto di quello che il tuo mondo sostiene da sempre....
Il talento è qualcosa in più, ma non indispensabile.


P.S. e tutto questo non smentisce il post iniziale.
Cimentarsi in un CD o in una registrazione fa crescere tantissimo anche se non si è pronti.
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 29/05/2015 ore 12:51:38
"Molti musicisti classici hanno sempre sostenuto che il talento vale una misera frazione dell'impegno costante."

la musica classica è un mondo a parte in quanto tende a sfornare solo esecutori e li si che non occorre il italento, anche i direttori di orchestra non so se vai alla scala di milano non sentirai il brano originale di tizio ma sentirai una opera qualsiasi di morzart e compagnia bella, il talento serve per avere una identita per creare uno stile una canzone un suono
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 29/05/2015 ore 13:10:5
Affatto, il talento anche nella classica conta, solo è di un tipo diverso.

Lo studio è essenziale, quella dei geni è una bufala.
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 29/05/2015 ore 14:08:27
ma io non direi, diventare una scimmietta ammaestrata che suona a letturaa prima vista consta di un tipo di cervello che non è di sicuro quello del talentuoso.
Allora facciamo una distinzione, il cervello puo svilupparsi in due principali direzioni, la memoria e il calcolo, io li chiamo cervelli hardisk e cervelli cpu, i primi sono i piu diffusi per via della scuola che ci costringe fin da bambini a fare sforzi mnemonici non indifferenti i secondi sono piu rari (e direi preziosi), i primi si laureano studiano 8 ore al giorno imparano mattoni di libri a memoria (ricordo quando ero iscritto in matematica e vedevo certi miei comtagni che dicevano di capire bene cio che fino a quel momento il prof aveva spiegato , io non capivo di che cavolo si stesse parlando e credevo fossero piu dotati di me, invece poi ho scoperto che erano solo dei secchioni e avevano imparato pure le definizioni e le spiegazioni al punto da sembrare uno che capisse quella materia ) queste persone si laureano con 110 e lode ma non inventeranno mai una nuova formula matematica e qui viene il belo o il tasto dolente, perche l'altro tipo di cervello sa masdticare l'astrattismo piu assoluto inventare creare ma ha grosse difficolta amemorizzare proprio perche a meno di circostanze fortuite di solito non vi è nessun nesso logico tra un nome una data un qualcosa e cio che rappresenta quindi non sono idonei a studiare
La botte piena e la mogie ubriaca ragazzi non esiste, sappiate solo che per via dell'istruzione moderna di veri geni oggi non ne abbiamo piu
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 29/05/2015 ore 14:46:17
Un musicista classico che suona a vista è più di una scimmietta ammaestrata è senz'altro più preparato del musicistacciolo talentato ma "non imparato" che sa solo schitarrare.

Il tuo paragone sui metodi di studio è condizionato da una visione italiana del mondo dello studio, dove si confonde il nozionismo con la conoscenza superiore di un argomento. È per questa grande differenza che le scuole all'estero, ad esempio negli USA, sembrano più facili e sono al contempo mille volte più efficaci. Il nozionismo all'italiana, specialmente oggi che le informazioni sono a portata di click, è inutile. Ciò che conta è imparare come usare le informazioni. Questo vale ovviamente anche per i musicisti.
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 29/05/2015 ore 19:09:44
beh si diciamo che ci hai preso, è cosi, aggiungo anche che ognuno cuce il vestito su di se a misura d'uomo , voglio dire che gli ammerrgiani sono nel pieno della gioventu noi lo eravamo ai tempi di verdi e ora siamo un popolo vecchio che non puo fare altro che nascondersi dietro il nozionismo
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di giambu [user #4070]
commento del 29/05/2015 ore 22:52:38
Vatti a vedere sul dizionario il significato della parola "interprete" e "interpretazione" se vuoi capire qualcosa dei musicisti classici, quelli che definisci "esecutori", per i quali non occorre talento...!
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Re: Capita spesso di parlare con ...
di Spacecaster [user #42955]
commento del 29/05/2015 ore 15:38:35
questo si che è un commento sensato! concordo al 100% con te.Aggiungo però solo che il cosiddetto talento va coltivato giornalmente per farlo fiorire e far si che si canalizzi in qualcosa di concreto,come in questo caso fare musica.
Anche il più grande talento del mondo ha bisogno di pratica costante (che per di se è studio) per affiorare nella sua forma più completa
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di NorwegianWood [user #18676]
commento del 29/05/2015 ore 16:42:30
Jimmy Page di teoria ne sapeva a pacchi.
Prima dei Led Zeppelin per anni ha fatto il session man in studio.
Gli mettevano lo spartito sotto al naso 5 minuti prima di registrare...e poi, buona la prima!
Lo racconta lui stesso nel documentario It Might Get Loud quanto per fare quel lavoro la lettura e la profonda conoscenza della notazione fosse imprescindibile.
Per favore, non diffondiamo informazioni errate.
(scusate se oggi ho le mestruazioni e mi viene naturale rompere i coglioni!)
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di dale [user #2255]
commento del 29/05/2015 ore 17:12:08
Ma più che rompere i coglioni si tratta di rompere i pregiudizi.
Sembra che i grandi chitarristi british anni 60/70 suonassero a caso, senza cognizione, non è così...

:-((
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di NorwegianWood [user #18676]
commento del 30/05/2015 ore 10:18:15
Hai colto perfettamente! ;-)
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di Guycho [user #2802]
commento del 29/05/2015 ore 20:50:38
Il fatto che sapesse leggere uno spartito non significa sapere di teoria. quello è solfeggio.
Rispondi
Re: Capita spesso di parlare con ...
di NorwegianWood [user #18676]
commento del 30/05/2015 ore 10:17:0
È vero.
Ma Hendrix era autodidatta.
Page no. Quando era ragazzino era andato a studiare da vari maestri.
E poi le armonie di Physical Graffitti (tutto fuorché "ignoranti") parlano da sole. ;-)
Rispondi
Io personalmente...
di invioinvio [user #30752]
commento del 29/05/2015 ore 10:53:4
...sono autodidatta...e un po' me ne pento...a volte tantissimo...a volte per niente...la felicità di suonare va oltre, almeno per me....però sai che goduria suonare come kee marcello, john petrucci ecc? W la chitarra!
Rispondi
anche io sono autodidatta e ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 29/05/2015 ore 11:09:23
anche io sono autodidatta e sinceramente non me ne pento, credo di aver trovato un mio gusto musicale una personalita
Le scuole sono importanti secondo me di vitale importanza per chi non ha talento, ricordo quando mi iscrissi e mi chiesero di imapare a memoria le pentatoniche in varie tonalita senza sbagliare un colpo, oddio certo per fare scena davanti i neofiti fa ma io personalmente compongo da 20 anni non ho mai avuto l'esigenza di saper rpendere una scala a prima nota, mi basta canticchiarla provare un paio di note e me la trovo e riesco a comporre, lo stesso se improvviso, vale molto piu la regola che se sbagli nota la nota giusta è mezzotono sotto o mezzotono sopra, io ad orecchio riesco subito a capire dove andare a parare senza sapere tutte le tonalita a memoria.
Lo gico che chi si sente "perso" allora imparare tutto a memoria puo aiutarlo in modo considerevole, per quanto mi riguarda dovrebbero fare scuola per somari e scuole per talentiXD in quelle per talenti dovrebbero dare solo input intelligenti senza prentendere il mondo imparato a memoria perche se perdi tempo per quello ti ritrovi poi dopo 5 anni che conosci il loro programma a memoria ma non sai fare altro, non hai avuto tempo per sperimentare altro trovare una tua via una tua interpretazione, anche studiare i brani a memoria cosa te ne fai se quel brano non lo senti tuo? che una volta finita la scuola non lo suonerai mai, e sara stato quasi tutto tempo perduto.
Io il mio percorso di studio è stato sempre incentrato sull'improvvisazione, l'utoia di essere cosi padrone della chitarra da saper riprodurre inr eal time tutto quello che mi passa per la testa, per fare cio non ho imparato manco un brano a memoria ma ho estrapolato solo parti interessanti per me cambiando note e tempi le imparavo per essere pronto ad utilizzarle in qualsiasi situazione musicale, ecoo sempre orientato all'improvvisazione, devo dire sono contento di come suono forse mi manca qualcosa sulla teoria magari jazz, se solo studiassi sono convinto mi aprirei un mondo di opportunita sonore ma vabeh
Cmq per cncludere dipende tutto dal talento e da cosa vuoi fare secondo me, se vuoi insegnare in una scuola diplomati in quella scuola impara il lro programma e insegna se senti di saper fare altro provaci anche percorrendo vie personali, si dice chi sa fare crea chi non lo safare insegna
Rispondi
Secondo me lo studio è ...
di guitardario [user #36869]
commento del 29/05/2015 ore 12:45:10
Secondo me lo studio è fondamentale. Credo che uno dei motivi del degrado della musica dei nostri tempi sia il fatto che chiunque pensi di avere qualcosa da dire e conosca 4 accordi crede di essere un musicista bello e fatto....Poco c'entra il talento, perchè quello va comunque coltivato, grande o piccolo che sia, e lo si può fare soltanto tramite lo studio. Inoltre la conoscenza di tecnica, armonia e teoria aumentano le nostre possibilità espressive e soprattutto migliorano il nostro orecchio. D'altra parte l'articolo non mi sembra la solita stucchevole diatriba tra la preparazione e l'arte, bensì dice che magari non bisogna aspettare di diventare dei fenomeni prima di lanciarsi in avventure musicali quali registrare dei brani propri, perchè proprio queste avventure possono dare nuovi stimoli al nostro studiare.
Rispondi
Re: Secondo me lo studio è ...
di scrapgtr [user #12444]
commento del 29/05/2015 ore 16:47:23
Sono pienamente d'accordo con te. Ho iniziato da autodidatta all'epoca del punk e mi sono trovato su un palco prima di saper suonare. Ho imparato a fare delle cose che non so razionalizzare e spiegare per mancanza di studio teorico e ho delle idee che faccio fatica a realizzare per mancanza di tecnica: sono limitato. Invidio i miei figli che suonano (violino e violoncello) a vista, traspongono a vista, hanno delle basi. Però sono anche contento del fatto che i loro insegnanti li abbiano spinti da quasi subito a mettersi in gioco su un palco, a suonare con altri musicisti più o meno bravi, a forzare i loro limiti in situazioni in cui magari non erano preparatissimi, ma solo in grado di impegnarsi. Distinguere, come in molti interventi e commenti che ho letto, tra musica classica e non classica, tra necessità o meno di una preparazione tecnica non ha senso: sempre più spesso ci sono contaminazioni e la necessità di comunicare tra musicisti di estrazioni diverse sarà sempre maggiore (l'orchestra in cui suona mia figlia ha un pezzo dei Nirvana in repertorio): ben venga una base tecnica comune. Il talento come propensione di un soggetto a far bene una cosa piuttosto che un altra è una realtà (ho un amica che è diplomata in pianoforte al conservatorio e sembra di sentir suonare un pianoforte a rulli, sua sorella che ha studiato meno e non si è non si è diplomata suona davvero bene), il talento come genio, sacro fuoco eccetera eccetera è una bufala romantica, ed in ogni caso senza lo studio puoi avere tutto il talento che vuoi e rimani al palo. Come studio intendo non necessariamente quello accademico, ma un impegno tecnico e teorico di qualunque tipo. Impegno per impegno, lo studio accademico ha almeno il vantaggio di essere basato su un linguaggio convenzionale e diffuso, che certamente agevola quando si suona con altri musicisti. A patto di non fare assurgere teoria e tecnica, da strumenti che sono, a fine ultimo dello studio: forse ( e mi ricollego al post iniziale) il suonare, dal vivo o in studio, con altri o da soli, è il modo migliore per riportare lo studio alla sua giusta funzione e ridimensionare quel primato della teoria e della tecnica assurto a dogma che è il limite di molti musicisti e di molti insegnanti.
Rispondi
Re: Secondo me lo studio è ...
di Guycho [user #2802]
commento del 29/05/2015 ore 21:03:34
" il talento come genio, sacro fuoco eccetera eccetera è una bufala romantica, ed in ogni caso senza lo studio puoi avere tutto il talento che vuoi e rimani al palo."

Nella musica leggera, gli artisti danno il meglio solitamente in età giovane, quando c'è "il sacro fuoco".
Per dirne un paio: Metheny a 17 anni era già Metheny; Hendrix a 22 anni era uno dei migliori chitarristi al mondo. Quanti anni avranno potuto studiare questi artisti?

Invece, i talenti della musica classica, dove lo studio è componente fondamentale del risultato, sono tutti avanti con gli anni. Un ventenne che studia a Conservatorio, nonostante il mazzo che si fa, è un pivello.
Rispondi
Vero quello che si dice ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 29/05/2015 ore 13:22:29
Vero quello che si dice nel post, è importante iniziare a suonare con altri, in pubblico ed in studio, quanto prima possibile. Al tempo stesso, lo studio è essenziale, perché quello del mostro di talento autodidatta è un mito, o comunque una cosa rarissima.

Troppo spesso si parla di talento, il problema è che a definirlo ci pensa gente senza competenze specifiche. È un cane che si morde la coda, gente impreparata idolatrata da gente impreparata, è così che la grande maggioranza della musica italiana, ma anche quella pop internazionale, è inflazionata di ignobili pseudoartisti osannati senza una ragione come semidei.

La musica è il perfetto connubio tra scienza e arte, il vero musicista è quello che sa combinare e sfruttare questa complicata alchimia. Un musicista senza talento è sterile, ed uno senza studio limitato ed inespressivo. Però dei due, solo sullo studio si può intervenire. Nella peggiore delle ipotesi un musicista che ha studiato sarà un rispettabile professionista, magari meccanico, ma in grado di funzionare nel contesto. Se poi c'è talento, lo studio lo nutrirà e lo farà crescere al massimo livello. Se c'è solo talento, tolti i rari unicorni di cui sopra, saranno solo pippe e schitarrate in spiaggia.
Rispondi
Questo articolo è il più ...
di Guycho [user #2802]
commento del 29/05/2015 ore 14:27:26
Questo articolo è il più bello e interessante che ho mai letto su Accordo.

Ci saranno ovviamente schiere di accordiani che protesteranno "lo studio è importante, non ci si improvvisa geni!" dimostrando quanto ancora non c'hanno capito niente :)

Lo studio come viene spesso inteso in Europa, è succube del mondo classico, dove l'esame di conservatorio richiede precisi canoni di preparazione. La musica leggera è altra cosa ( anche se i due mondi sono sempre più vicini) e lo studio poggia su basi diverse.
Rispondi
Re: Questo articolo è il più ...
di phunkabbestia [user #42918]
commento del 30/05/2015 ore 07:06:1
mitico, volevo dire la stessa cosa in merito ad accordo, è la prima volta che leggo una cosa sulla quale non ci sia nulla da eccepire... quei gruppi o singoli che non mettono mai il naso fuori casa o fuori dalla sala io li chiamo gli artigiani del veliero in bottiglia... pazienza, perfezione e frustazione, non sanno che la musica senza un'audience live è monca!
Rispondi
Domana
di mmas [user #15948]
commento del 29/05/2015 ore 15:19:28
Chi di voi scriverebbe un libro in una lingua che conosce appena?

Rispondi
Re: Domana
di NorwegianWood [user #18676]
commento del 30/05/2015 ore 10:21:13
commento che è rimasto inspiegabilmente (o spiegabilmente? eheheh) inosservato. :-(
Rispondi
Re: Domana
di yasodanandana [user #699]
commento del 30/05/2015 ore 12:13:57
provvedo subito
Rispondi
Re: Domana
di yasodanandana [user #699]
commento del 30/05/2015 ore 12:14:39
la musica non è una lingua .. :-)
Rispondi
Re: Domana
di NorwegianWood [user #18676]
commento del 30/05/2015 ore 12:51:55
Lo sai che hai innescato tutta una serie di riflessioni sui linguaggi (che non sto qui a scrivere...non ho intenzione di fare un poema) e ho cambiato idea? ;-)

non che prima pensassi che solo chi padroneggia la lingua possa esprimersi, ci mancherebbe!
Ci saremmo persi un sacco di musica fichissima. Mai pensato questo in vita mia.

In breve. Se ce la faccio. ehehheh
La mia riflessione è partita dall'idea "musica come linguaggio universale...."
Nel senso che può essere fruita da chiunque. Anche da chi non ne conosce la "grammatica".
Ecco, appunto...c'è una "grammatica comune" (armonia e ritmo) a cui si può "ricondurre" ogni tipo di musica, o quasi.
È proprio quel quasi che mi ha "rovinato". Ahahahh
C'è della musica che non si può "scrivere" in quel modo.
I rumori di yellow submarine, un esempio banale.
Poi ho pensato alla musica discreta...poi a Cage...
Ma oggi chi si sognerebbe di dire che non è Musica? :-)

Ritornando a Bandini.
Quando ha iniziato a incidere non sarà stato preparato al livello di preparazione tecnico e teorico che ha oggi. Chiaro.
Però per iniziare a farlo comunque doveva possedere un "minimo" di bagaglio di entrambe.
Riprendendo la frase di mmas, se Bandini "conosceva appena la batteria"...poteva sì fare Musica (in senso lato) ma altri non lo avrebbero certo chiamato per delle session di registrazione. Tutto qui!
Quindi dico "dipende!".
Certo, tutto si può fare. Poi sta ad ognuno scegliere (ammesso che si voglia farlo) cosa suonare, in che modo e come pensare di migliorare se si vuole.
Rispondi
Re: Domana
di yasodanandana [user #699]
commento del 30/05/2015 ore 14:30:04
lingua vuol dire che un certo suono indica inequivocabilmente, a chi conosce tale lingua, un qualcosa di concreto .. il suono prodotto dalla voce quando pronuncia "gatto" indica (a chi conosce sufficientemente l'italiano) oggettivamente ed univocamente un "gatto"..
Ma un accordo di chitarra di do maggiore, o un colpo di rullante cosa indicano oggettivamente? niente .. quindi la musica non è un linguaggio . Questo è uno dei motivi per i quali non si può dire che chi studia di più produce una musica migliore ..
Rispondi
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Re: Domana
di mmas [user #15948]
commento del 30/05/2015 ore 22:10:2
Chi studia di più non produce musica migliore
E' uno che conosce più grammatica e che quindi e' in grado
Di veicolare meglio idee emozioni e sentimenti
Se non conosci la differenza fra un accordo maggiore e uno minore
Come fai a raccontare a chi ascolta che sei triste (mi min) o arrabbiato ( mi magg) ?
Come fai a raccontare che sei felice con un rock and roll o triste con uno shuffle ?
Sto estremizzando naturalmente.
La musica è una lingua in grado di essere capita anche da chi non la parla.
Ma se vuoi parlarla, qualcosa devi saperlo.
Poi puoi fare anche un disco intero suonando un do maggiore e colpi di
Rullante per carità! Ma non so quanti capirebbero il disco...
Rispondi
Re: Domana
di yasodanandana [user #699]
commento del 30/05/2015 ore 23:07:24
==E' uno che conosce più grammatica e che quindi e' in grado
Di veicolare meglio idee emozioni e sentimenti==

la mente umana non funziona in questo modo.. ciò che immetti ti cambia. Se impari qualcosa di nuovo il tuo approccio cambia, non sei quello di prima con delle possibilità in più ma sei un'altro... per cui, studiando, acculturandoti, dventando più tecnico, più conscio, meno spontaneo, più consapevole.. ti può andare bene, ma ti può andare anche male, puoi crescere o puoi rovinarti..

E la musica non è una lingua, lingua vuol dire che ad un suono corrisponde un oggetto preciso.. per cui, se invece di pronunciare "gatto" io pronuncio "gattio" si può dire che ho oggettivamente sbagliato perchè in quel modo non sono riuscito a far corrispondere il suono all'"oggetto" che questo avrebbe dovuto indicare.. Ma la musica non funziona in questo modo, se io in un brano metto un accordo di do maggiore, o un colpo di rullante in un certo punto, o un certo riff di basso o una nota di violino, nessuno, ripeto, nessuno può dirmi che ho fatto qualcosa di oggettivamente scorretto .. perchè? perche quei suoni non sono fatti per descrivere niente di concreto, sono solo musica, qualcosa che serve solo a dare piacere ..

per finire la storia dell'accordo triste, aggressivo o allegro "funziona" in una certa cultura non in tutte, per cui nemmeno in questo la musica è linguaggio, men che meno linguaggio universale.. per cui resiste ad ogni tentativo di parametrizzazione ..

Rispondi
Re: Domana
di mmas [user #15948]
commento del 31/05/2015 ore 08:34:22
Abbiamo idee diverse, se suoni con altra gente in do mag anche tu devi suonare in do mag
Se uno suona in 4/4 e tu in 3/4 state parlando una lingua diversa
Prova a sostituire la parola gatto con un lam e capirai quello che voglio dire
Rispondi
Re: Domana
di yasodanandana [user #699]
commento del 31/05/2015 ore 09:17:57
se suoni con altra gente devi suonare qualcosa che tu e l'altra gente sentite che stanno bene insieme.. questa è un'altra differenza con la lingua, nella lingua non tutti gli accostamenti sono leciti.. :-)
Rispondi
Re: Domana
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 31/05/2015 ore 14:07:18
Io sono d'accordo con te.
Però purtroppo sono ragionamenti che non possono essere capiti da menti troppo schematiche.
Io non mi ci metto a discutere perché qui ad esempio su accordo non si parla mai di musica e penso che molti non ne capiscano di musica.

Non so se ci hai mai fatto caso.
Si parla sempre di oggetti, pedali chitarre amplificatori.
Oppure della meccanica: scale accordi riff.

La musica comunica emozioni ma non nel senso che si intendeva sopra.
La musica di una tribù di un posto remoto ha la stessa dignità di qualsiasi altra musica colta anche se i membri della tribù non hanno la minima idea di cosa sia un do maggiore.
La musica è qualcosa di interiore, di ancestrale.
Viene prima di tutte le regole.
Gli schiavi che hanno creato il blues sapevano leggere gli spartiti?
Infatti il blues aveva delle cose che andavano fuori dalle regole della musica occidentale prima di lui oggi sono state inglobate e non sono più fuorilegge.
Anche il jazz.

Il punk non è mai esistito?

Andare contro le regole è l'unico modo per creare qualcosa di nuovo.
Rispondi
Re: Domana
di yasodanandana [user #699]
commento del 31/05/2015 ore 15:52:12
non so se chi mi da torto è troppo schematico, semplicemente la pensa differente da me.. per il resto penso che tu abbia ragione .. :-)
Rispondi
Re: Domana
di mmas [user #15948]
commento del 31/05/2015 ore 18:59:3
State mettendo insieme cose che non c'entrano niente , schematismi e dignità della musica...
Tutte belle parole , la realtà è che quando suonate con altre persone la prima cosa che fate e' accordarvi... Perché?
Forse perché siete troppo schematici?
😃 ciao
Rispondi
Re: Domana
di yasodanandana [user #699]
commento del 31/05/2015 ore 19:12:49
=State=
sono responsabile solo di ciò che dico direttamente .. ;-)
Rispondi
Re: Domana
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 01/06/2015 ore 00:59:02
C'è chi pensa che imparando tutte le regole e la teoria e l'armonia sarà di sicuro un grande musicista.
Mi dispiace ma non è esattamente così, allo stesso modo se impari tutta la grammatica la sintassi e studi tutto il vocabolario non diventi automaticamente un grande scrittore.
Chi ha talento sia per scrivere per suonare o per dipingere non pensa costantemente alle regole non ha bisogno perché è dentro di lui.
Un grande scrittore magari non saprà tutto il vocabolario a memoria ma di sicuro al 100% avrà letto un sacco di libri.
Un po' di regole di base servono ma farsi delle menate assurde non serve a niente meglio suonare e ascoltare tanta musica di tutti i generi anche se non c'è nessuna chitarra, anzi soprattutto dove non c'è nessuna chitarra.

La musica o ce l'hai dentro o non ce l'hai.
Bandini la musica ce l'ha e con un po ' di studio ha perfezionato le sue doti ma se non hai le doti puoi studiare finché vuoi ma non sarai mai niente di speciale.
Rispondi
Re: Domana
di Guycho [user #2802]
commento del 01/06/2015 ore 07:38:00
Quoto tutto.

In fondo è normale che sia così: è Musica, non Scienze, Storia e Geografia.

Ovviamente, nessuno afferma che non sapendo fare niente sullo strumento puoi suonare. Servono le basi, che sono quel minimo che ti serve per poter suonare quel che vuoi suonare.

E poi, se lo dice Ellade Bandini e, qualche articolo addietro, Matt Schofield più molti altri, credo ci sia poco da controbattere :)
Rispondi
Re: Domana
di mmas [user #15948]
commento del 01/06/2015 ore 07:50:19
E chi ha detto che studiando tutto si diventa un musicista migliore?
ti faccio copia incolla di quello che ho scritto sopra:

Chi studia di più NON produce musica migliore
E' uno che conosce più grammatica e che quindi e' in grado
Di veicolare MEGLIO idee emozioni e sentimenti
Rispondi
Re: Domana
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 01/06/2015 ore 09:23:37
Io dico solo di rilassarsi e suonare e ascoltare tanta musica.
Non farsi prendere dalle paranoie.
La musica deve essere dviertimento, se poi uno lo fa diventare un lavoro...allora è differente ma diventa anche differente il rapporto con la musica.
Tutto ciò che diventa lavoro non è più così divertente perché devi fare cose che non tii piacciono oppure suonare quando non si è in vena e tanti altri problemi e compromessi.
Quindi per noi che è un hobby meglio suonare e divertirsi.

Torno a ripetere secondo me è più importante (piuttosto che incaponirisi con regole e regole) ascoltare tantissima musica di tutti i tipi cercando di capire, ovviamente non ascoltandola distrattamente e riflletendo su com'è fatta, cercare di imitarne lo stile, capire le differenze le strutture le particolarità, portando dentro di sè lo spirito dei vari generi, allora si che si diventa muscicisti migliori...anche qui senza farsi paranoie.
Senza pregiudizi, provare a suonare di tutto, anche un tango.
Rispondi
Re: Domana
di darkfender [user #16554]
commento del 03/06/2015 ore 11:09:21
una simile affermazione richiederebbe di essere un musicista diplomato o con comunque uno studio completo alle spalle, che non è riuscito a scrivere buona musica per mancanza di talento...

Oppure essere un musicista che grazie al talento ha scritto musica eccelsa...

Se non ti trovi in nessuna delle 2 posizioni, su cosa fondi le tue affermazioni così ferme?

Come sei in grado di affermare che la preparazione da sola non basti quando ci sono fior fiore di esempi di musicisti che lavoravano quasi a livello matematico sulla musica?

(un Bach ad esempio?).

Un Hendrix (seppure scommetto che anche lui ha studiato eccome) sarebbe un'eccezione.
Cercare di utilizzare le eccezioni come regole non è molto saggio.

Il sogno della fatina che ci rende musicisti con la bacchetta magica è molto fiabesco e più affascinante di 10-20 anni chiusi in casa a studiare che non hanno nulla di poetico che faccia sognare la gente.

Per questo nelle interviste delle rock/pop star è un tema ricorrente anche se falso.
Rispondi
Re: Domana
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 03/06/2015 ore 16:00:03
Mozart ha iniziato a fare concerti a 5 anni vuol dire che ha iniziato prima a suonare e a 5 anni era già un fenomeno.

Ma venendo ai nostri giorni Joe Bonamassa era già una star da bambino.
Qui A 12 ANNI!! sul palco con Danny Gatton
vai al link

Anche il nostrano Alex Britti era già molto bravo da ragazzo a 17 anni si esibiva già al Big Mama (vai al min.6.50).

vai al link

Ma basta guardare su youtube quanti bambini sono bravissimi a pochi anni di età.

Se non hai talento puoi studiare 100 anni sarai sempre uno nella media.

E' come un calciatore c'è chi ha talento e diventerà una star e 1.000.000.000 che saranno nella media e tireranno a campare.

Cmq non so se sai ad esempio cos'è l'orecchio assoluto, beh con quella dote o ci nasci o non puoi impararlo.

Chi è destinato a diventare un grande si vede subito.

Un po' di teoria serve ma non è tutto.
Ci vogliono idee fantasia e cretività.

Il blues non è nato nei conservatori.
E neppure il rock n roll.

P.S.
Mi dispiace ma Hendrix era poverissimo e fingeva di suonare con una scopa, poi riusci ad avere in mano un ukuklele con una sola corda e si mise suonare ossessivamente con quella la prima chitarra fu una Supro e poi una Danelectro.
Non ha studiato ma si svegliava, mangiava e dormiva sempre con la chitarra in mano ci dormiva assieme.
La madre era alcolizzata e anche il padre vivevano si sussistenza e andava a mangiare dai vicini.
Pensa se aveva soldi per andare a lezione.

leggi la vita di hendrix
vai al link
Rispondi
Re: Domana
di Guycho [user #2802]
commento del 03/06/2015 ore 18:47:38
"Ci vogliono idee fantasia e cretività."
Se mi permetti aggiungo: "...e tanta tanta tanta passione. MA TANTA!"

Pearly, ti ammiro, anche solo per la pazienza :D
Rispondi
Re: Domana
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 03/06/2015 ore 20:49:47
Ti ringrazio.
Sei molto gentile.
Io mi sento vicino a Ellade Bandini cioè un approccio ruspante alla musica e un po' anche Paolo piloe anche al guru della batteria.
Rispondi
Re: Domana
di darkfender [user #16554]
commento del 04/06/2015 ore 10:02:53
Storie romanzate per il pubblico.
Creare una STAR significa anche inventarsi una biografia adatta o magari diciamo sorvolare su alcuni punti.
Hendrix studiava i pezzi dai dischi del padre (i dischi costavano un sacco, i giradischi pure di più), e a contatto con un sacco di musicisti.

Proprio perché conosco la biografia di Hendrix lo dico visto che l'ho vista ripetuta uguale per troppi musicisti famosi... salvo poi scoprire dettagli che suggerivano proprio il contrario
Infatti nel mondo classico questo concetto non esiste.
I grandi musicisti studiano (autodidatta o no, non importa lo studio è studio se fatto con costanza).



Veniamo al resto:

Mozart componeva a 5 anni....
Circondato da insegnanti privati da quando è nato e continuando i suoi studi a tempo pieno......
Ai tempi non c'era molto altro da fare soprattutto per le famiglie benestanti.

Britti suonava a 17 anni e ne aveva 9 alle spalle....
Ma poi per cosa è davvero famoso?
Per la tecnica di chitarra o per le musichette pop che ha scritto?

Che piaccia o no lo studio serve... Studiando si assimilano concetti armonici fino al punto da dimenticarli e applicarli a orecchio.
Lo si può fare senza?

Certamente ma richiede molto più tempo e comunque lascia pieni di lacune (cosa che a volte può anche funzionare rimanendo estremamente settoriali).

Certo che sperare nei risultati senza impegno è molto più bello....
Dover dare meriti e colpe al "talento" anziché all'impegno è molto più rassicurante.
Io preferisco prendermi meriti e colpe della mia situazione anziché attribuirle al "talento" o mancanza di esso.
Rispondi
Re: Domana
di Guycho [user #2802]
commento del 04/06/2015 ore 19:50:36
"sperare nei risultati senza impegno è molto più bello"

da qui si capisce che non hai capito cosa intende Pearly.

Nessuno dice che non serve l'impegno. Certo che se uno se ne sta tutto il giorno a giocare alla playstation, non è che poi prende la chitarra 5 minuti e tira fuori il capolavoro.

Qui si parla di distinguere tra "studio accademico" e "studio personale".

Lo studio accademico è quello di cui parli tu? Allora ci vogliono gli anni di conservatorio, non scappi. E Gilmour o Knopfler o Hendrix, a conservatorio li bocciano e basta.
E pure in una scuola di musica moderna, li bocciano lo stesso.

"Storie romanzate per il pubblico" ... cosa? Che ne avrebbe Jeff Beck a confessare che di teoria non ne sa un tubo? Chi ne sa di teoria musicale non si vergogna a dirlo, vedi Frank Zappa.

Eric Johnson è un musicista colto, fa dvd didattici e spiega cose teoriche. Jeff Beck no, va a istinto, ma di sicuro si é fatto il culo sullo strumento.

Il concetto dovrebbe essere chiaro. Eccheccavolo, ma nel '77 dormivate?!
Rispondi
Re: Domana
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 05/06/2015 ore 10:59:31
Grazie hai capito cosa volevo dire, ma leggendo l'articolo ecco cosa dice Bandini:

===Al contrario, chi insegue una perfezione e una preparazione totale posticipando sempre il suo debutto, si negherà la possibilità di testare sul campo la validità della sua musica. E che amarezza sarà per lui scoprire, dopo decenni di studio matto e disperatissimo, di suonare senza groove, di non riescire ad ascoltare gli altri e di non avere la sensibilità per capire quando è il momento di suonare sedicesimi o quando la cosa migliore è non suonare affatto. Perché questi sono talenti, sensibilità che non si possono studiare ma solo affinare suonando sul serio. Suonando assieme agli altri.===


Bandini cosa dice: non è detto che se studi come un matto sarai un grande musicista se non ha qualcosa in più che non si può studiare non ci puoi fare niente.

Io sono d'accordo, con lui , per me è molto importante ascoltare tanta musica capirla e suonare, sviluppare la propria creatività, magari creare la propria musica o almeno creare un proprio stile.
Sviluppare la propria musicalità senza essere ossessionato dalle regole, nomi.
Dentro ldidattica non ci sono tutte le risposte.

La musica la si fa cone le mani e soprattutto con le orecchie e il gusto musicale come ho già scritto il blues ad esempio non entra nelle regole musicali occidentali che c'erano prima di lui.
Ed è una musica nata da gente analfabeta.
Perché la musica viene prima di ogni regola, è ancestrale.

Le regole sono state fatte soprattutto per poterla tramandare perché prima dell'invenzione della registrazione l'unico modo era tramandarla oralmente e quindi si è trovato un modo per scriverla.
Di conseguenza si è dovuto dare delle regole anche per l'intonazione ecc. ecc.

Quindi la musica è nata prima delle regole.

Il nostro amico anche se 5 anni come Mozart gli mettevano lì 100 insegnanti 24ore su 24 non diventantava niente perché non è Mozart.

C'è chi nasce con doti innate superiori agli altri che di solito chiamano talento.

Ultima cosa, credere che il miglior musicista sia quello che fa la scala più complicata alla velocità più elevata, o fa il riff più difficile, significa non capire niente di ARTE (perché fino a prova contraria la musica è una forma d'arte) ne di musica.
Qui su accordo parla solo del lato tecnico/meccanico della musica, ma la musica in quanto forma d'arte viene dall'anima non solo dalla tecnica.

Grazie a Dio nel mondo ci sono milioni di persone di tutte le razze e nazioni che continuano a suonare, e suonano musiche di tutti tipi (anche non occidentali) che se ne fottono di non sapere cos'è una misolidia.

Con questo se uno vuol imparare ogni minimo dettaglio del trattato di armonia faccia pure, cazzi suoi.

Rispondi
Re: Domana
di darkfender [user #16554]
commento del 05/06/2015 ore 12:00:39
Purtroppo so bene che accordo è contro la teoria e lo studio e so bene che non se ne uscirà mai...

Ma lo studio è studio.....non solo quello accademico.

Ad esempio se un chitarrista vi dicesse che è autodidatta e poi scopriste che frequenta clinic 3 giorni a settimana, cosa pensereste?
Questo non è molto lontano da quanto accadde per numerosi sedicenti "autodidatti".
Cosa gle ne venga in tasca posso solo supporlo...
Appunto il concetto di talento tende a mitizzare le persone... adatto a star per il pubblico meno adatto a musicisti.
Proprio per questo molti insegnanti del conservatorio cercano di combattere il concetto di talento contrapponendolo all'impegno.

E sono perfettamente d'accordo...
Ci sarà un motivo se la parola talento si sente ogni 5 minuti ad Amici e X-factor ed è invece sminuita in contesti musicali più colti?
(in molti testi accademici ad esempio ma non solo).

Si può fare buona musica senza un briciolo di talento ....

In quanto "non talentuoso" che con lo studio è riuscito a far cambiare idea a molti musicisti, ovviamente tengo molto a questo concetto.
Nella musica esiste la meritocrazia, le capacità innate nel 99% dei casi fanno poca differenza e soltanto dopo uno studio approfondito.

Certo esisterà sempre un 1% dei musicisti ma ridurre il 99% all'inutilità perché non sono come Hendrix o Mozart mi pare eccessivo

Quanto detto peraltro non nega quanto detto dall'articolo e nemmeno suggerisce che lo studio sia solo quello accademico.
Ma nega la necessità assoluta e l'importanza del talento salvo voler entrare nella storia della musica, e solo in quel momento dovremmo preoccuparcene.
Chiunque di noi ne sia lontano può semplicemente impegnarsi per ottenere risultati.
Rispondi
Re: Domana
di Guycho [user #2802]
commento del 05/06/2015 ore 15:58:08
Conosco gente che seduta per la prima volta dietro una batteria è riuscita a snocciolare un ritmo. Altri che, dopo anni di studio, non riescono a suonare un pattern in maniera decente. Pensala come vuoi, ma la realtà è questa.
Rispondi
Re: Domana
di darkfender [user #16554]
commento del 08/06/2015 ore 09:26:48
Certo...
E questa gente oggi come se la cava? :)

Il punto è proprio questo...ne ho visti a decine di persone simili e nel lungo periodo il loro vantaggio è completamente scomparso...

Ma per fortuna mi basta la statistica per sapere che il 99,99% dei musicisti diventa tale con studio e impegno... e lo 0,001% lo lascio solo perché non si sa mai che ne esistano eccezioni.
Rispondi
Re: Domana
di sidale [user #29948]
commento del 31/05/2015 ore 19:00:23
Concordo pienamente con Pearly...
Rispondi
Anche io sono autodidatta come ...
di Claudio80 [user #27043]
commento del 29/05/2015 ore 15:23:3
Anche io, come tanti di voi, sono un'autodidatta. Qualcosina l'ho studiacchiata, qualcosina cerco di studiarla ancora, tempo permettendo...
Tutto quel poco che sò di teoria e armonia comunque mi è servito, e mi serve tuttora, perchè mi da la possibilità anzitutto di imparare cose nuove, e quindi di mettere in pratica quello che ho studiato, e cosa più importante mi da la possibilità di confrontarmi con musicisti molto più bravi di me.
Ammetto però che l'approccio di studio autodidattistico mi ha dato molta più libertà nel percorso di ricerca musicale dello strumento, e della musica in generale, e delle possibilità offerte da questo; perchè ricerca e studio per me si equivalgono. Bisogna essere curiosi di scopire, perchè anche dietro apparenti banalità, tipo una semplice parte in strumming si nascondono insidie, e anche brutte figure...!!
Credo che l'ispirazione ti arrivi prima dello studio dei modi delle scale, ed è un passo importante dello studio "incosciente", specie nel caso di GENI come JImi Hendrix, che nella musica hanno usato la fantasia e l'immaginazione, o come quando una chef "storpia" una ricetta per crearne di nuove.
Non mi sognerei comunque mai di sconsigliare ad uno/una di non studiare teoria e armonia, anzi consiglierei ambe due le cose perchè secondo me sono imprescindibili.
Un saluto a tutti!
Rispondi
Re: Anche io sono autodidatta come ...
di Claes [user #29011]
commento del 29/05/2015 ore 16:38:12
..me stesso! È secondo me un vantaggio di non essere lavati di cervello in conservatorio. Ma è giusto - c'è sempre da imparare!!!
Rispondi
grandioso :-) mi rincuora leggere ...
di eugenio01 [user #39191]
commento del 29/05/2015 ore 21:53:10
grandioso :-) mi rincuora leggere sti commenti..continuate così..tanto cuore improvvisazione feeling e cz se me la sento dentro la musica..ah..sopratutto poco studio..meraviglioso..ci sarà sempre meno concorrenza..vi amo tutti :-)
Rispondi
tutto soggettivo.. c'è bella ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 29/05/2015 ore 22:07:12
tutto soggettivo.. c'è bella musica fatta da schiappe totali e bella musica fatta da gente acculturatissima e studiatissima.. con tutte le vie di mezzo ..
La batteria richiede obbligatoriamente studio ed esercizio per una semplice questione "atletica"..
Rispondi
Credo Jimi Hendrix, Jimmy Page e Ritchie Blackmore siano l'esempio migliore...
di 650s [user #2280]
commento del 30/05/2015 ore 00:02:07
perché non erano "ignoranti" di talento, ma musicisti molto preparati.

La loro preparazione non era "accademica": probabilmente Jimi non sapeva leggere la musica e non sapeva "definire" (dare un nome) a tanto di quel che faceva, ma conosceva "materialmente" quel che andava a manipolare.

Si era formato sulla tradizione del Blues (che conosceva a menadito) ed aveva fatto gavetta come session man - che vuol dire avere la capacità di suonare "buona la prima" qualsiasi cosa, ed in gruppo magari, leggendola a prima vista o al primo ascolto - chiedete al Quaini per conferma.

Jimmy Page e Ritchie Blackmore andavano a lezione da Big Jim Sullivan - il turnista più registrato in Inghilterra: avranno imparato solo il solfeggio, la lettura a prima vista?
Vista la "dimensione" del personaggio, R.I.P., solo di repertorio li avrà dato un diploma in armonia e composizione - ma anche una sicurezza che arriva alla "sprezzatura" (gli errori, le imprecisioni di Page) e alla tracotanza (lo sprezzante Blackmore).

La creatività poi, come il talento, va coltivata e la necessità aguzza l'ingegno: bisogna darli mezzi (studio, esperienza) e problemi da risolvere (necessità espressive) e con continuità (disciplina) per avere buoni frutti.

E la cartina di tornasole sono proprio i "plagi" di questi mostri sacri, capaci di prendere brani di contemporanei (magari "schiappe" di talento - vedi Bob Dylan) e farne capolavori: avevano la capacità di "reinterpretare", di creare musica da uno spartito già scritto - facendolo diventare qualcosa di completamente diverso.

E questo non si fa con il talento negletto, ma con strumenti ben accordati: esperienza, pratica, conoscenza.

Rispondi
Re: Credo Jimi Hendrix, Jimmy Page e Ritchie Blackmore siano l'esempio migliore...
di Guycho [user #2802]
commento del 30/05/2015 ore 06:33:27
Avevano la preparazione che un qualsiasi musicista, che intenda definirsi tale, doveva avere in quegli anni. Se vuoi suonare per professione non puoi certo fermarti agli accordi del barbiere. Ma non si sta parlando di scienziati del suono, non parliamo di Miles Davis o Frank Zappa, ma di musicisti rock-blues come ce ne erano a bizzeffe in quell'epoca.
Rispondi
Re: Credo Jimi Hendrix, Jimmy Page e Ritchie Blackmore siano l'esempio migliore...
di phunkabbestia [user #42918]
commento del 30/05/2015 ore 07:09:23
...temo di essere daccordo anche qua!))
Rispondi
Re: Credo Jimi Hendrix, Jimmy Page e Ritchie Blackmore siano l'esempio migliore...
di 650s [user #2280]
commento del 30/05/2015 ore 23:42:27
Credo anche superiore alla media di quelli anni ; )

Certo avevano la preparazione che deve avere un professionista.

E quindi erano preparati: avevano studiato e coltivato il loro talento.

Questo volevo dire, che lo studio - per quanto non accademico - è essenziale.
Rispondi
Talento
di fa [user #4259]
commento del 30/05/2015 ore 17:05:59
Assolutamente vero che bisogna buttarsi in una cosa anche senza padroneggiarla completamente. Per quanto riguarda il talento il discorso è complesso. Il genio assoluto dal talento inesauribile è un po' un mito... Tutti i nomi fatti nei post hanno passato la vita sullo strumento. Se nasci con il talento di Mozart ma suoni il piano mezz'ora al giorno non diventi Mozart. Il talento può facilitare il percorso e a mio parere dà quella cosa in più, quel metro finale. Ma tutto il resto è tempo, passione, impegno, spesso sacrificio...non necessariamente al Conservatorio ma sui dischi, sullo strumento, sui palchi e magari anche sui libri. Ciao Fab
Rispondi
"Ma non si sta parlando ...
di Claudio80 [user #27043]
commento del 31/05/2015 ore 11:24:26
"Ma non si sta parlando di scienziati del suono, non parliamo di Miles Davis o Frank Zappa, ma di musicisti rock-blues come ce ne erano a bizzeffe in quell'epoca"
Miles Davis ha detto nella sua autobiografia che Jimi Hendrix era un genio, un talento naturale, e che proprio per questo dono sapeva già tutto anche senza averlo studiato, che poi sfatiamo anche il mito che Jimi fosse completamente ignorante in fatto di studio....diciamo che aveva un'approccio non proprio accademico, ma unico allo strumento e alla musica, grazie al quale ha creato quello che tutti sappiamo. Pare che con Miles Davis si siano incontrati diverse volte per delle jam informali, dove sia Miles che Jimi condividevano l'un l'altro tutto quello che sapevano, unendo due mondi ,quello del jazz, con quello del blues, e imparando vicendevolmente. In Bitches Brew, ma anche in altri album, avrebbe voluto Jimi Hendrix.
Ho sempre sostenuto che lo studio della teoria e armonia sia fondamentale, però va anche precisato che la creatività, il modo di esprimere un'arte, o ce l'hai dentro o non ce l'hai; come un pittore che potrà conoscere a menadito tutti i pennelli, le tele, i colori, e la loro compozione, però c'è sempre, a monte di tutto, il fattore ispirazione che ti viene ancora prima di aver pensato o di pensare, nel caso della musica, che creerai un pezzo con 2 accordi di 13a e 4 accordi di 9 aumentata...
Poi, ripeto, sapere un pò di teoria e armonia male non potrà mai fare , anzi...
Un saluto!
Rispondi
Re: "Ma non si sta parlando ...
di Claes [user #29011]
commento del 31/05/2015 ore 20:10:02
PS Miles & Jimi

Tra gli ultimi gruppi di Miles c'era un basso ragionevole e uno da VERO solista con pedalini! Jimi è di certo stato di ispirazione! Miles ha cambiato stile parecchie volte... Link:

www.youtube.com/watch?v=5EOCLeJSdCk
Rispondi
è anche vero che erano ...
di coltrane [user #15328]
commento del 31/05/2015 ore 20:00:01
è anche vero che erano altri tempi. Al giorno d' oggi è richiesta una professionalità di altissimo livello per lavorare nel campo della musica.

Peccato poi che se ti va bene vai sul palco a suonare con la pausini, però dicono che è importante conoscere tutto per essere un professionista.
Rispondi
Re: è anche vero che erano ...
di darkfender [user #16554]
commento del 03/06/2015 ore 11:23:00
E questo è molto triste.

La Pausini è famosa per la schiera di arrangiatori e compositori pluridiplomati che ha alle spalle...

Questo è il problema... se si tiene alla fama o alla musica

Perchè sono 2 cose distinte.

A me non farebbe piacere suonare per altri.
Ma se solo ricevessi complimenti sinceri anche solo da un singolo musicista che stimo per la mia musica... sarebbe valsa la pena di passare decenni a studiare.
Rispondi
"Peccato poi che se ti ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 02/06/2015 ore 13:11:37
"Peccato poi che se ti va bene vai sul palco a suonare con la pausini,"

da biNbo sognavo di fare il musicista poi ci ho ripensato anche per questo motivo, ma te lo immagini che io mi faccio il culo per 10 anni a studiare e poi finisco a fare le turnee con gigi d'alessio?
Rispondi
Re: "Peccato poi che se ti ...
di eugenio01 [user #39191]
commento del 06/06/2015 ore 15:31:35
eh ma immaginati anche gigi d'alessio poverino....
Rispondi
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