VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Back to 1957 con amore
Back to 1957 con amore
di [user #43326] - pubblicato il

Stringere tra le mani uno strumento di un'altra epoca è una sensazione che non si può descrivere, e anche quando sembra di aver trovato la pace sonora può avvenire un incontro con una Gibson ES225 del 1957 che ti fa girare la testa.
Stringere tra le mani uno strumento di un'altra epoca è una sensazione che non si può descrivere, e anche quando sembra di aver trovato la pace sonora può avvenire un incontro con una Gibson ES225 del 1957 che ti fa girare la testa.

Lo dico subito: non sono un chitarrista esperto. Ho cominciato a suonare con la maturità. Da ragazzo strimpellavo come tanti, poi il lavoro, la famiglia, i figli, le responsabilità... insomma ho accantonato la mia economica Clarissa regalatami dei miei genitori per i miei 18 anni - in quegli anni non esistevano ancora tablet e cellulari - in un garage.
Oggi che ho un po' più di tempo (ripensandoci, tutto sommato mica tanto, forse ho solo imparato a scegliere meglio in che modo spenderlo), ho scoperto che la mia antica passione non era affatto sopita, ma covava forte sotto la cenere.

Due anni fa, in un mercatino di cianfrusaglie, acquisto una vecchia Ibanez del '97, così per gioco. In fondo da ragazzo avrei sempre voluto provare la chitarra elettrica, ma le mie possibilità economiche non me lo hanno mai permesso. La vecchia Ibanez RX ha il pickup al ponte che non funziona e gracchia un po', in più il modestissimo Peavey che il simpatico imbroglione (e dico davvero. Il mitico personaggio ti rifila fregature con simpatia impareggiabile e tuttora mi diverto a chiacchierare con lui, quando lo incontro) mi ha appioppato insieme alla chitarra di certo non aiuta.
Ma poco importa, mi esplode dentro una passione travolgente, degna di ben piú giovane età, e decido di andare a prendere lezioni per riguadagnare un po' del tempo andato perduto in tutti questi anni di inattività.

Ben presto mi rendo conto che l'Ibanez (ancorché aggiustata e rimessa all'onor del mondo con dei DiMarzio che costano di più della chitarra stessa) non fa propriamente al caso mio. O, meglio, vengo colto dal desiderio di uno strumento considerato piú adatto al genere musicale che sto studiando. Così, mi reco nel negozio cittadino di riferimento e vengo letteralmente travolto dallo spettro incredibile di possibilità e dal ventaglio variegato di modelli, prestazioni, sonorità e chi più ne ha più ne metta.
Mi sento come un bambino che a Natale entra in un negozio di giocattoli per sceglierne uno. In poche parole, frastornato. Ne esco, non pienamente convinto, ancora con una Ibanez. Stavolta però si tratta di una bella archtop della serie AS appena appena arrivata in negozio, uno strumento direi di fascia medio/medio-bassa (siamo sugli 800 euro). Nel negozio ho provato di tutto cercando il classico gol nel rapporto prezzo/qualità ma, complice la mia inesperienza clamorosa e la mancanza di spazi adeguatamente insonorizzati dove provare gli strumenti, non sono per nulla sicuro di avere fatto la cosiddetta scelta giusta.
La nuova Ibanez è un oggetto molto bello e affascinante, di un originale ed elegante lemon sunburst, ma da sola chiaramente non può far molto. Acquisto dunque un amplificatore combo Fender con qualche effetto già incluso e mi dispongo a godere finalmente di quel suono che immagino esista, ma che non sono ancora riuscito a produrre.

Back to 1957 con amore

I mesi passano e la mia insoddisfazione cresce. Ciò che riesco a generare mi risulta lamentoso e sempre leggermente "stonato". Quando la chiatarra passa in mano al mio maestro le cose migliorano notevolmente (che strano...), ma non riesco a farmene comunque una ragione.
Dopo l'ennesima sessione frustrante raccolgo custodia e chitarra e torno dal negoziante. Stavolta miro più in alto, almeno sulla carta. Vengo fatto accomodare nella "stanza dei sogni" e comincio a provare di tutto.
Ne esco molto più convinto, con una fiammante Gibson ES339 Custom di uno squillante rosso cherry. Finalmente i bassi profondi che amo io! Dettaglio: devo subito cambiare anche l'ampli perchè lo chassis vibra fastidiosamente ad ogni emissione di frequenza piú bassa...

Back to 1957 con amore

Riprendo il mio faticoso cammino, con l'animo sereno di chi sa di avere tutto l'occorrente per fare bene e che gli eventuali difetti d'ora in poi dipenderanno unicamente dalle proprie capacità.
Poi, inaspettata, la folgore! Mentre curioso sul web, mi imbatto in una bellezza d'altri tempi (i miei, per la precisione). Un negozio specializzato vende un'abbastanza rara Gibson ES225 nientemeno che del 1957. Mi innamoro a distanza di questa rispettabile signora, principalmente per la sua età. Si tratta di una Gibson entry level per l'epoca (sempre che quasi 200 dollari del '57 si potessero definire una spesa economica) con un unico, leggendario, P90 curiosamente posto a metà distanza fra il manico e il ponte.
Decido di affrontare il viaggio (mi separano circa 800 chilometri dal negozio) regalandomi una vacanza e finalmente riesco a mettere le dita su quella tastiera.
Dopo i primi momenti di emozione mi sento travolto da ciò che le mie orecchie sentono uscire da quel singolo, vecchio, pickup. Ma questo è il Suono che ho sempre cercato!
Quale ricchezza e potenza! Come fa un solo pickup a produrre allo stesso tempo bassi caldissimi e infiniti e note incredibilmente squillanti sugli alti?
Non starò a dilungarmi oltre, non è l'aspetto tecnico della questione che mi interessa. Fatto sta che la matura signora è tornata a casa con me.
Da quel giorno la 339 è rimasta sempre piú nella sua custodia. Nel confronto Il suo sound mi risulta freddo, lamentoso e distante. Spento, mi spingerei a dire.
E che gioia non dover accordare di nuovo ogni dieci minuti circa.

Back to 1957 con amore

Morale della storia, la 339 è tornata dal rivenditore in attesa di un cambio che mi convinca di più. Nel frattempo mi interrogo: è possibile, mi chiedo e vi chiedo, che sia tutto frutto della mia inesperienza? Possibile che la febbre per il vintage riesca a produrre suggestioni tali?
Non sono in grado di dare una risposta certa, magari fra qualche anno la penserò diversamente ma, nel frattempo, che gioia e che emozione pensare che dove finiscono le mie dita debba, in qualche modo, incominciare un... pezzo di storia.

chitarre semiacustiche es225 gibson gli articoli dei lettori
Mostra commenti     55
Altro da leggere
Manuale di sopravvivenza digitale
Theodore Standard: la Gibson perduta di Ted McCarty diventa realtà
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
I main highlight del catalogo Epiphone 2024
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
La EDS-1275 di Jimmy Page è realtà (e inarrivabile)
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?
Massa, sustain, tono e altri animali fantastici
Ho rifatto la Harley (Benton ST-57DG)




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964