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Lo Squalo: quarant'anni di stile
Lo Squalo: quarant'anni di stile
di [user #17404] - pubblicato il

Compie quarant’anni “Lo Squalo”, film di Steven Spielberg tra i più riusciti e conosciuti di sempre, proiettato per la prima volta nell’estate del 1975. Ci siamo divertititi a scandagliare il web per trovare una serie di idee per festeggiare uno dei più terrificanti mostri della storia del cinema.
 
"Lo Squalo" è la storia di Amity, cittadina balneare che vive di turismo e nelle qui acque, proprio all’inizio dell'attesa stagione estiva, arriva un gigantesco e affamatissimo squalo bianco che inizia a divorare i bagnanti.
Ma, vero responsabile di tutte le morti, più che il mostruoso predatore sono il cinismo e l’avidità degli abitanti dell’isola che, pur di non chiudere le spiagge e compromettere gli affari, minimizzano e ignorano il problema, lasciando lo squalo agire indisturbato.
Persino il cacciatore di squali, ingaggiato per fermare il mostro, preoccupato di dover compromettere e spartire con altri la ricompensa promessagli per l’uccisione, risparmia su battello ed equipaggio. Con il risultato, alla fine, di rimetterci oltre che la barca pure la pelle.
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
 
“The Jaws” questo il titolo originale dell’opera, è il film che ha lanciato la carriera del regista, Steven Spielberg promuovendolo, come dirà il noto critico Robert Ebert, da semplice giovane regista di talento a vero e proprio consacrato re del cinema. Spielberg, in effetti, fino allo Squalo godeva di certo rispetto tra i cinefili per “Duel” (film per la televisione che non era nemmeno riuscito ad approdare nelle sale cinematografiche) ma nulla più.
Successe così, che dovette quasi implorare perché che gli fosse concessa la possibilità di girare quel film tanto ambizioso, ispirato al romanzo di Peter Benckley. Tanto più, che Spielberg pretendeva di girare il film senza che il mostro marino venisse mai inquadrato per tutta la prima ora di proiezione; una follia agli occhi della produzione che faticava a credere in un monster movie senza che le fauci del protagonista fossero spaventosamente in bella mostra da subito. La scelta di Spielberg, invece, si rivelò azzeccata. Non inquadrare mai il killer marino e anzi, far assistere ai primi attacchi in soggettiva dalla parte dello squalo, fece crescere la suspense del film a dismisura, tanto da diventare poi una scelta stilistica comune, all’interno del genere horror.
Per tutto il lavoro di produzione e realizzazione della pellicola, le difficoltà furono così tante che solo la passione folle e visionaria del giovane regista riuscì a far portare a termine le riprese, più di una volta prossime ad arenarsi. 
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
 
Spielberg era un maniaco perfezionista e si rifiutò di girare il film in studio. Volle girare in mare aperto, facendo letteralmente lievitare le spese del budget e creando difficoltà enormi alla troupe. Furono ben tre i giganteschi e costosissimi squali meccanici che andarono logorati dall’acqua salata. I pupazzi del mostro marino, ribattezzati dalla troupe Bruce, si rompevano in continuazione e uno, addirittura, sprofondò nel fondale dell’oceano. Questi inconvenienti resero infiniti e logoranti i tempi di ripresa e costrinsero il regista a utilizzare addirittura uno squalo vero per alcune riprese. (Tra l’altro, questo era ovviamente molto più piccolo del mostro meccanico e per ovviare a questa incongruenza nella scena in cui lo squalo attacca un sommozzatore, quest’ultimo venne fatto interpretare a una controfigura bassissima di statura). Per tutte queste ragioni, quando dai 4 milioni di dollari previsti per la realizzazione Spielberg sforò i 9, arrivò addirittura ad auto tassarsi pur di arrivare al termine delle riprese. Ma questi sforzi vennero ampiamente ripagati: in un paio di settimane “The Jaws” recuperò tutti i costi della produzione, proiettandosi, da lì a oggi, come uno dei film più di successo della storia.
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
 
E’ doveroso menzionare la colonna sonora di John Williams, fattore decisivo per il successo del film premiata anche con un Oscar. Il motivetto angosciante che accompagna ogni attacco dello squalo è composto dall’alternanza di due sole note, mi e fa, un intervallo di seconda minore diventato un classico per evocare ogni pericolo in arrivo.
 
 
Ci siamo divertititi a scandagliare il web per trovare una serie di spunti da suggerire a chi vuole festeggiare il quarantesimo compleanno di uno dei più terrificanti mostri della storia del cinema.
 
Se ancora non avete il Dvd - e non guardate i film in lingua originale - piuttosto che segnalare una particolare edizione (è appena uscita quella di Universal Italia  per il quarantesimo anniversario) vi raccomandiamo di sincerarvi che il disco che acquistate abbia anche l'audio con il doppiaggio originale italiano del 1975. Quello rifatto nel 2004 per l'audio 5.1, non è assolutamente all'altezza! Meglio farsi un giro su ebay e cercarne un usato.  In quasi ogni Dvd c'è comunque una ricchissima sezione degli extra: scene eliminate, dietro le quinte, making of, riprese dal set e archivi.
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
 
La colonna sonora di John Williams (Star Wars, E.T., Jurassic Park, Indiana Jones…) è un capolavoro assoluto. Nel 2000, per il venticinquesimo anniversario del film è stata ri registrata dalla Royal Scottish National Orchestra. Ma noi, troviamo molto più elettrizzante ascoltare esattamente la stessa che c’è nel film, pubblicata per la prima volta in Cd nel 1992.
 
Deliziose le t-shirt dedicate alla pellicola. La fauci dello squalo non sfigurano con niente: sia che le indossiate sotto al chiodo, da punk o metallari che con la camiciona a quadri da hipster o indie rocker. Persino con le cuffione alle orecchie durante un dj set, con la maglietta dello squalo il figurone è assicurato.
Un classico è quella con la locandina del film ma la migliore - da veri musicisti - è quella con la celebre melodia disegnata.
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
 
 
Restando in tema di vestiario segnaliamo invece, questo simpatico articolo di GQ, "The Inspiratio: Jaws" che rifacendosi al look di Hooper, uno dei protagonisti del film,  suggerisce un abbigliamento perfettamente calzante con lo stile nautico e sgualcito di tanti personaggi della pellicola.
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
 
Merita senza dubbio la lettura anche il romanzo di Peter Benchley, "Lo Squalo" che ispirò Spielberg. Curioso scoprire che la psicosi collettiva che romanzo e film generarono verso gli squali, non piacquero all’autore che dedicò il resto della sua vita a proteggere quegli animali con varie iniziative.
Se lo trovate usato in qualche bancarella, ingiallito e con la copertina vecchia e stropicciata, può anche essere un bell'oggetto di design vintage,  magari da tenere decorativo su una mensola.
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
 
Se poi vi siete proprio fatti prendere la mano, potreste sempre vedere se il vostro negoziante di fiducia ha tracce della chitarra elettrica Peavey che fece capolino al Frankfurt Musikmesse 2009. Una solid body a forma di squalo dalle cui fauci escono gamba e piede (manico e paletta) di uno sfortunato natante.
Se vi va storta, potreste sempre ripiegare sulla Jay Turser JT-Shark ma non sarà comunque così facile trovarne una.  E allora bisognerà accontentarsi di un Ukulele a forma di squalo.
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
 
Tra le cose più assurde, magari irresistibili ma di sicuro assolutamente inutili, segnaliamo i vari kit per trasformare in squalo i propri amici a quattro zampe: c’è il costumino per cani di piccola taglia mentre, per chi vuole fare sul serio, c'è Labrashark, una pettorina con applicata l’iconica pinna dorsale.
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
 
Invece, per un sacco a pelo a forma di squalo, basterà digitare su google, shark sleeping bag.
 
Lo Squalo: quarant'anni di stile
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