di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 13 settembre 2015 ore 08:00
Galli revisiona le sue corde da jazz nere avvolgendo anche i due cantini esattamente come accade con le corde più gravi. Le Black Nylon sono tutte ricoperte da un film protettivo in nylon, e ora hanno un suono tutto nuovo. Eccole alla prova.
Galli reinventa le Black Nylon aggiungendo un avvolgimento speciale. Diversamente dalla prima volta che si sono affacciate sul mercato e su Accordo nel test a questo link, le corde da jazz made in Italy rifinite in nylon nero ricevono ora un feeling tutto nuovo e un suono da scoprire. Il concetto proposto dall'ultima edizione delle Black Nylon è una novità per Galli Strings, ma anche per le corde da archtop in generale: i cantini, cioè il Mi e Si, vengono avvolti come comunemente accade alle altre quattro corde.
Rispetto a una normale corda avvolta, con anima centrale e relativo avvolgimento più o meno ruvido e con diverse geometrie in sezione sia dell'anima sia dell'avvolgimento, le Black Nylon hanno un ulteriore avvolgimento a spirale in materiale sintetico che riveste i due strati sottostanti in acciaio.
Altre tecnologie sfruttano un microfilm che ricopre la corda (in bronzo): il nylon in questione allunga la vita della corda, con il rovescio della medaglia che il momento di rottura di questo strato comporta una sorta di sbucciatura della corda e improvvisa impossibilità di utilizzo della chitarra, pensando a un live. Galli ha ottenuto una spira di materiale sintetico di altissima precisione e sopratutto sfruttando un materiale che non intacca il suono della corda, ma anzi ne amplifica l'effetto acustico, quasi "setificando" il suono. L'effetto sulla chitarra semiacustica è simile a quello che si ottiene con corde tradizionalmente in acciaio quando si cambia il plettro da uno particolarmente acuminato e pungente con uno più arrotondato, alla ricerca di un clean rotondo ma comunque definito.
Acustica elettrica o semiacustica, i due cantini sono da sempre lisci al tatto, la reattività rispetto alle corde ricoperte è palese, quindi di primo acchito, incredibilmente prima di pensare al suono, è la sensazione a colpire, quasi a disorientare. Suonando le prime note ho immaginato a livello tattile di arrivare su altre due corde sottostanti, che poi non ci sono. I sensi dicono che la chitarra non finisce su corde avvolte e ciò può creare disagio, fortunatamente questa sensazione è durata appena il primo minuto.
Il suono esce leggermente più arrotondato sulle frequenze acute, facilmente recuperabili con una rifinitura d’equalizzazione piuttosto che nella ricerca del plettro giusto. Molto interessante è il pregio di attenuare il salto di frequenze quando si passa dalla terza alla seconda corda. Le frasi a mio avviso migliorano in fluidità in corrispondenza di quei passaggi, ma rimane indubbio il valore soggettivo di capire se il risultato piaccia o meno.
Agli amici delle buche a effe consiglio sicuramente di provare i cantini avvolti: che si scopra di preferire il "vecchio" suono più brillante e una sensazione tattile più tradizionale, o che ci si apra a un mondo tutto nuovo, sarà comunque un'esperienza interessante.