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Amplificatori Gibson: successo mancato o rarità per pochi?
Amplificatori Gibson: successo mancato o rarità per pochi?
di [user #4093] - pubblicato il

Mentre Fender cavalcava l'onda con una serie di amplificatori di successo e delineava il sound californiano, Gibson non stava a guardare, ma per qualche ragione i suoi valvolari non hanno goduto dello stesso successo. Ecco la loro storia.
Tutti quanti conosciamo la storia e i modelli principali degli amplificatori Fender, ed è anche arcinoto che l’accoppiata chitarra-amplificatore marchiata Fender è un must del suono perfetto. Insomma, sembrerebbe che Leo Fender avesse concepito i suoi strumenti e il modo di come andavano amplificati alla stessa maniera. Ed è anche arcinoto che gli amplificatori della casa californiana sono stati presi a modello per la creazione e lo sviluppo di altri noti marchi dell’amplificazione della chitarra.
Ma qualcosa succedeva dall’altro lato della strada, e per "altro lato della strada" intendo l’azienda rivale di Fender, ossia Gibson.
In quel di Kalamazoo la produzione è sempre stata di alto livello, con chitarre di gran classe, rifinite al meglio, con endorser di tutto rispetto e una storia sempre brillante fatta di innovazione mista a classica tradizione liuteristica. Impossibile pensare che i vertici della Gibson potessero accettare che il 50% del risultato finale del suono delle loro chitarre uscisse dagli amplificatori dei loro rivali sul mercato dei grandi numeri. In effetti Gibson ha una storia abbastanza lunga di amplificatori, con diversi modelli e tante tipologie di suono.

Il primo amplificatore marchiato Gibson risale al 1936 (pre-war!), quindi coetaneo della chitarra “elettrica” (lo virgoletto perché siamo in quel periodo storico dove si cammina su quel sottile filo che divide la chitarra elettrica da quella elettrificata). Per i guitar maniacs: pare si tratti dell’ampli usato durante i suoi esordi alla Chess Records da Muddy Waters e, se avete visto lo splendido film "Cadillac Records", lo noterete nelle riprese.
Immediatamente dopo la seconda guerra mondiale fanno capolino i modelli della serie BR, dotati di un wattaggio che si aggira sempre attorno ai 15 watt, con un look, a mio parere, mozzafiato: a metà tra il mobile art déco e la televisione, un tripudio di modernariato. Scusate la digressione, ma anche l’occhio vuole la sua parte.

Amplificatori Gibson: successo mancato o rarità per pochi?

La linea più longeva e di successo è stata quella iniziata nel 1948, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, e protratta fino al 1967, denominata GA (Gibson Amp) più una serie di lettere aggiunte accanto all’acronimo iniziale per determinare gli eventuali optional: T per tremolo, RV per riverbero, RT o RVT per tremolo e riverbero, V per vibrato, L per la presenza di altoparlanti di marca JBL, e RET per la presenza del riverbero, del tremolo e dell’echo a nastro, orgasmo puro.

Vanno però pure menzionati gli amplificatori marchiati Les Paul, che era ovviamente di casa in Gibson: i modelli Tweed, quelli Stereo (anche loro con un look molto particolare e con delle disposizioni degli speaker innovative e vagamente simili a un mobile bar da salotto) e i modelli della serie LAB (nati dalla collaborazione con MOOG, azienda assolutamente innovativa per l’epoca), a transistor, largamente usati dal re del blues appena scomparso, mr. BB King (amplificatore che ho avuto la grandissima fortuna di provare personalmente, sto parlando proprio di quello di BB King in persona, durante il tour del 2002, e poter constatare che il suono caldo e pastoso veniva fuori anche grazie a quell’amplificatore che andava in controtendenza alla moda di sempre, ossia valvolare su tutto!).

Amplificatori Gibson: successo mancato o rarità per pochi?

Gibson vanta tanti modelli e una lunga produzione, eppure i suoi amplificatori non hanno avuto la stessa fortuna dei Fender. Di certo non erano prodotti da una piccola azienda indipendente, anzi! Non mancavano assolutamente le risorse per la promozione o lo studio in laboratorio dei pregi e dei difetti. Misteri del mercato probabilmente, ma anche una serie di motivazioni legate al momento storico di riferimento.
Primo fra tutti i motivi c'è il prezzo: costavano di più, come tutti i prodotti di casa Gibson. Secondo motivo: come per le chitarre, furono assunti a modello per musicisti d’elite, un po’ snob per certi versi. Terzo: si dice che non fossero affidabili per l’utilizzo in tour, insomma si rompevano facilmente ed è il patron di Victoria Amps (Mark Baier) che sostiene che alcuni componenti erano veramente di bassa qualità, così bassa da rompersi durante le prime ore di utilizzo (e va anche detto che alcuni loro possessori ammettono che il cablaggio interno era fatto veramente in maniera sommaria). Quarto, secondo me molto plausibile: poca attitudine verso il rock n' roll (gli anni d’oro di questo genere coincidono con l’apice della produzione), forse perché Gibson restava strettamente legata al sound del jazz (infatti un luogo comune riguardo a questi amplificatori è che sono sempre troppo scuri, anche se io non ho sentito questo suono così imperante in quelli provati da me in questo articolo) o forse anche perché Fender, abilmente, promuoveva campagne pubblicitarie ricche di macchine, tavole da surf, colori sgargianti, che automaticamente imprimevano nell’acquirente il binomio rock n' roll uguale chitarra e ampli Fender. Di conseguenza diventarono amplificatori molto visti e usati nell’ambito del blues, ma le grandi platee vedevano i loro idoli sui palchi contornati da ampli di altre marche (basti pensare al boom di Vox quando i Beatles cominciarono a essere presenti su ogni foto e su ogni palco coi loro ampli, o Marshall con il successo di Hendrix).

Amplificatori Gibson: successo mancato o rarità per pochi?

Ulteriore conseguenza di questa mia personalissima conclusione va nella discontinuità della produzione e nella pigrizia in casa madre di rendere questi amplificatori appetibili al pubblico. Chiedendo in giro, consultando forum e gruppi di discussione, pare che un ampli Gibson lo si ama o lo si odia. Chiacchierando con due utilizzatori dello stesso amplificatore scopro che uno ne esalta il suono presente e brillante e l’altro lo boccia perché cupo e senza grinta.

Nel corso dei decenni, sono stati comunque in molti ad amare gli amplificatori Gibson. Billy Gibbons usa spesso un GA20, che è anche l’ampli preferito di Ry Cooder. BB King, come detto prima, ha fatto tour e registrato tantissimo con il suo Lab5. Mike Bloomfield aveva un Gibson GA 20-T sul palco del Newport Festival insieme a Bob Dylan, quello storico giorno che Dylan si spostò verso la musica elettrica (e di solito si accompagnava a un Epiphone Futura o ad altri ampli sempre di casa Gibson, come il Falcon). Scotty Moore, il chitarrista delle storiche sessioni alla SUN di Elvis, e anche suo braccio destro alla RCA e durante i suoi tour ma anche presente al suo ritorno alle scene nel ’68, usava spesso due Gibson, un GA 77-RV e un GA 400. Così come il bassista di Elvis, Bill Black, che nel tour del ’57 si affidò a un GA 90. E chiudo questa carrellata di nome con il padre della chitarra elettrica, ossia Charlie Christian, che usava collegare la sua Gibson ES-150 a un ampli Gibson modello EH-150.
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di Xavante [user #31708]
commento del 17/09/2015 ore 11:28:00
Bell'articolo🔝🔝
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di MAT77 [user #27583]
commento del 17/09/2015 ore 11:43:44
Stupendi, soprattutto il primo in fotografia. Esteticamente molto simile ad un Fender Tweed....Sarà la moda del vintage che galoppa alla grande ma sto già sbavando!!!
Grazie dell'articolo interessante.
Ciao
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di ziobob07 [user #11246]
commento del 17/09/2015 ore 11:55:30
Possiedo un lab series L3 (1x12)
Se lo trovate, non lasciatevelo sfuggire! stupendo sia sui puliti (anche con l'acustica) che sui distorti, ha davvero un bel riverbero ed è pure leggerissimo
..e pensare che l'ho trovato usato a 200 euro!
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di Inglese [user #31999]
commento del 17/09/2015 ore 12:23:00
Ho riparato uno Skylark GA5 del 64 e me ne sono innamorato!
8W circa, leggerissimo e con un suono fantastico se spinto dolcemente in overdrive.
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di Baconevio [user #41610]
commento del 17/09/2015 ore 15:16:35
ecco, un ampli gibson mi ha sempre affascinato...purtroppo mai provato
Rispondi
di Don Diego [user #4093]
commento del 17/09/2015 ore 15:31:12
fra qualche giorno online anche il video della prova!!!! potrai, ahimè, sentirli! posso assicurarti che spaccano come pochi, per alcune cose si intenda....
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di Baconevio [user #41610]
commento del 17/09/2015 ore 20:53:55
:D immagino.....per me sarebbe perfetto per fare stoner
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di FBASS [user #22255]
commento del 18/09/2015 ore 09:07:09
Avevo, negli ani 80s, un GA 30 Les Paul che poi mi abbandonò ad inizio anni 90, era gia usatissimo quando lo comperai ad inizio 1981, comunque con le sue finali 2 X 6V6, la raddrizzatrice 5Y3 ed un solo speaker Jensen da 12 pollici ( tipo quello usato nei Juke Box AMI ), più di 15 W non dava anche se aveva le dimensioni del mio attuale Supertwin Fender ( da 180 W con le sue 6 X 6L6 ), aveva il solo vibrato e quando lo buttai, dopo aver recuperato i pezzi ancora buoni, scritta Gibson in plastica dorata compreso, non feci in tempo a fare quei pochi passi verso il portone di casa che era già sparito, Ciccio il Napoletano.
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di gian37 [user #29984]
commento del 18/09/2015 ore 13:54:10
.aaahhhhhhh!! buttato in un cassonetto??? orrore!!!!
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di Giovanni Ghiazza [user #31]
commento del 18/09/2015 ore 21:59:32
Bell'articolo! Aggiungo, tra i grandi del jazz, la buon'anima di Jim Hall che utilizzò per anni un GA-50, che abbandonò solo per questioni di affidabilità nei tour e di reperibilità (dirottò infatti su Polytone, dicendo che in tutto il mondo poteva chiederne uno ed avere un suono conosciuto). Tempo fa mi feci sotto ad un annuncio di un Gibson modello Thor (credo per basso, ma il destino del Bassman Fender insegna), ma non ottenni risposta...
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di 5maggio2001 [user #36501]
commento del 22/09/2015 ore 09:52:54
Io ho un GIBTONE 185, o meglio ho un POD line 6 con emulazione del GIBTONE e suona davvero bene, forse perchè è sul POD, ma è veramente bello
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di esseneto [user #12492]
commento del 23/09/2015 ore 11:04:06
Jim Marshall ha polverizzato tutto e tutti !
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di spaccamaroni [user #7280]
commento del 25/09/2015 ore 10:45:58
Cambiando territorio sonoro rispetto alla vocazione classica di questi ampli, in questi video Joe Perry degli Aerosmith usa un muro di combo Gibson ... che pasta, ma anche che legnata!

vai al link

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di Carlo Pipitone [user #52]
commento del 12/11/2015 ore 14:53:20
Ciao Diego!
Aggiungo una nota: spesso gli schemi degli ampli Gibson non corrispondevano al circuito del modello a cui si riferivano. Questo comporta un bel casino per chi si occupa degli aspetti tecnici...
Io sono il FELICE possessore di un GA18-T Explorer del '59 (il cui schema, a conferma di quanto sopra, non è quello identificato come 18-T quanto piuttosto quello del 16-T). E' un ampli splendido, il mio preferito per suonare blues in locali piccoli e medi. Tre ingressi, 1 tono, 1 volume, tremolo e un cono da 10" (quello Jensen originale è stato sostituito da un bel CTS alnico anni '60). Ho sostituito il trasformatore di uscita originale con un clone di quello del Fender tweed Deluxe 5E3, che è un po' più grossetto. Questo ampli è pura goduria (sia pure a volumi non molto alti).
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di Carlo Pipitone [user #52]
commento del 12/11/2015 ore 14:53:49
Una risorsa molto utile e completa per gli ampli Gibson:
vai al link
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