di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 16 ottobre 2015 ore 07:30
Siamo stati attirati dalla splendida colorazione Old Lake Placid Blue del Fender Precision in prova oggi. Sotto alla vernice, però, abbiamo trovato un basso dal rapporto qualità prezzo strepitoso, costruito in Giappone e con un sound davvero interessante.
Il ’62 è un Precision vecchia maniera non solo nella colorazione, ma anche nelle geometrie. La scheda tecnica però non è quella di un vero e proprio reissue, ma è più quella di una rivisitazione di un classico degli anni ’60. Sotto la spessa verniciatura non si nasconde un pezzo di frassino, ma un più modesto tiglio, dal peso tutto sommato contenuto. Avvitato troviamo un manico in acero con tastiera in palissandro a 20 tasti vintage, belli sottili. Il capotasto da 42mm, il radius da 18,4mm e il diapason da 86,4mm ci riportano indietro di 50 anni. A queste misure si unisce il profilo oval C, sottile, che accoglie comodamente anche le mani più piccole.
L’elettronica è più classica che mai. Un single coil Precision, made in Japan come il resto dello strumento, un tono e un volume, nulla più. Il tutto incastonato nel battipenna tartarugato, che proprio negli anni ’60 sostituì quello in alluminio anodizzato.
Il PB62 è uno strumento che ci ha colpito con il suo look retrò, ma che ora deve convincerci con il sound. Lo colleghiamo all’ormai fidata Aguilar con cassa Alusonic 1x12 e ci lanciamo in una carrellata di groove.
La leggerezza che abbiamo notato sulle prime fa il paio con un perfetto bilanciamento. Sia da seduti che in piedi il Precision è stabile e non affatica più del dovuto. Il manico sottile e arrotondato fa si che non si stanchi nemmeno la mano sinistra. Il setup impeccabile a opera dei tecnici di Bassline infine regala confort anche con la destra, che non è costretta a zappare per ottenere un buon volume.
Con volume e tono completamente aperti quello che esce dalla cassa è un sound da Feder P di razza. Anche se il prezzo si mantiene al di sotto dei 1200 euro, non si ha l’impressione di avere tra le mani uno strumento di serie B. Dal Giappone ci ritroviamo tra le mani un quattro corde di qualità, con una sound aggressivo e potente. Le medie sono in grande evidenza, spingono parecchio. Sia che si suoni a plettro che a dita la voce del Precision è quella che caratterizza questo strumento da più di mezzo secolo, nasale e legnoso, con un ottimo equilibrio tra le corde.
Chiudendo appena il tono si riesce a scurire a sufficienza il timbro, per renderlo più scuro e cupo, ideale per un walking meno aggressivo ma rotondo. Manco a dirlo in un attimo ci troviamo a slappare. Sarà l’action perfetta o i legni ma in questo frangente il ’62 si difende veramente bene.
Con un prezzo di circa 1200 euro il Precision ’62 made in Japan si è rivelato un ottimo strumento, con un rapporto qualità prezzo davvero conveniente. Anche se avremmo preferito, quasi più per vezzo, un set di pick up Custom Shop ’62, si difende alla grande con l’elettronica nipponica e ci regala il sound che ci aspetteremmo da un P di livello. L'OLB è in serie limitatissima, ma si trova ancora in diversi negozi.