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Forse fai cover e non lo sai
Forse fai cover e non lo sai
di [user #116] - pubblicato il

Cover e tribute band si amano o si odiano. Si fanno cover per lavoro, per piacere, per vocazione, o non si fanno affatto per questioni di principio. Se ci si ferma a ragionarci su, però, quasi tutti i musicisti che ci circondano fanno cover. È il tema del primo appuntamento con Giorgio Terenziani.
Bassista affermato, esperto in comunicazione e music coach, Giorgio Terenziani si presenta ai lettori di Accordo nella posizione scomoda del musicista pronto a "scaricare secchiate gelide" sugli aspiranti professionisti.
Musica è prima di tutto fare arte, ma se si vuole trasformare la propria passione in un lavoro è necessario avere ben presenti alcuni aspetti che muovono il mercato e determinano la carriera, bisogna spogliarsi di ogni presunzione e mettersi faccia a faccia con le proprie capacità, con il pubblico e con tutti i protagonisti e meccanismi del sistema-musica. Giorgio ha una discreta esperienza in questo campo e, un po' scherzando e un po' stuzzicando anche su temi più delicati, ha deciso di condividere le proprie riflessioni con noi per stimolare lo scambio di opinioni come la crescita artista e professionale.
Nel primo appuntamento di una serie dedicata alla professione del musicista oggi, Giorgio va dritto al punto e colpisce una delle categorie più spesso al centro delle discussioni tra appassionati: c'è chi lo fa per piacere, chi per dovere, chi si rifiuta a priori, ma nessuno resta indifferente quando si parla di cover. Perché, a ben vedere e persino chi ne dice peste e corna, quasi tutti i musicisti fanno cover.


Come nasce l'idea di queste pillole?
Lavorando da un po' con FullShow, cercavo un modo per far capire cos'è e come può essere il coaching a livello musicale stimolando la curiosità e la capacità critica di tutte quelle persone che sentono di avere bisogno di una prospettiva diversa al loro approccio e alla gestione della vita musicale. Io personalmente volevo mettermi in gioco su temi scottanti, temi di cui si parla sempre poco o "di nascosto" e volevo farlo con una forma rapida che lasciasse spazio alla discussione. Quindi l'idea è quella di presentare l'argomento, andare in maniera veloce e forse un po' brutale al punto centrale e lasciare che ognuno assorba e rielabori gli spunti proposti.

Alla luce di quali competenze ed esperienze hai deciso, da musicista, di metterti dall'altra parte della cattedra?
Domanda difficile, il tutto parte dalla mia Laurea in Scienze delle Comunicazione (specializzazione Comunicazione dei Massa). Nel tempo, mi sono sempre interessato alla comunicazione e al mercato del mondo della musica, prima in relazione al live e poi successivamente a i meccanismi discografici specialmente per quanto riguarda le band emergenti. Non è stato un percorso obbligato, ma una scelta costante di studio e aggiornamento per tenere sempre attuali competenze che ritenevo importanti prima di tutto per me. Mi sono trovato quindi già dal 2007 a tenere corsi di Self&Band Management senza la pretesa di onniscienza, ma cercando di dare una visione chiara, po' brutale e piena di dati misurabili di un mondo meraviglioso che troppo spesso confonde il lato artistico ed espressivo con quello professionale.

Forse fai cover e non lo sai

Abbiamo visto la scaletta dei temi che tratterai: più che pillole sembrano tirate d'orecchie ai musicisti? Ma sono davvero così sprovveduti?
I temi sono volti a muovere gli istinti e a farci ragionare su quelle cose che sappiamo... cose che a volte sono ovvie, ma non abbiamo il coraggio di dire. È un percorso che affronto anche io tutti i giorni e ovviamente è molto più difficile applicare le soluzioni di buon senso a me rispetto a gli altri. Perché questo? Non perché il musicista sia sprovveduto, ma perché che si tratti di una cover o di un brano tuo, quando abbiamo lo strumento in mano siamo mossi da una passione che ci rende completamente ciechi e a volte anche sordi che è peggio! La passione, che è indubbiamente la linfa più bella di questo mondo è anche il velo che produce più frustrazione e atteggiamenti autodistruttivi nei musicisti. Tirate di orecchie... sì dai, o forse anche secchiate di acqua fredda.

C'è una particolare tipologia di musicisti o band a cui pensi le tue pillole siano rivolte?
I temi che tratterò spaziano su un orizzonte abbastanza largo, credo quindi che il target sia duplice: i ragazzi più giovani che si stanno affacciando con tutta l'energia che hanno in corpo alle prime vere sfide del mondo musicale e il cosiddetto "prosumer". Il concetto di dopolavorista non mi piace a priori, preferisco vedere degli ottimi musicisti che, per scelta o per necessità, associano alla loro attività musicale anche un altro forma di lavoro volta spesso a liberare il tempo necessario a suonare senza troppe rinunce. Visto però le prime reazioni spero proprio di raggiungere più persone possibili e di far partire un bel confronto.

Forse fai cover e non lo sai

La Top 3) della cazzate più clamorose che un musicista compie nella gestione della sua attività live/promozionale senza rendersene conto!
Top3?? No, non ce la posso fare! Diciamo che il mondo musicale cambia così velocemente che gli errori che si facevano cinque anni nemmeno esistono più. A oggi le cose peggiori che vedo sono probabilmente:
- acquisto di like, views etc senza un minimo di credibilità. Quindi band che saltano da 600 like a 70mila in due giorni oppure video con 1.500.000 di view e trenta commenti... Ecco, questo è fastidioso perché sembra proprio una presa in giro. Il problema è che se ne accorgono subito proprio quelle persone che dovrebbero essere gli interlocutori privilegiati per la crescita futura della band/artisti
- l'odio verso i promoter, le label, le testate giornalistiche e la credenza che esista un "governo mondiale" della musica che in impedisce proprio a te di fare quel successo che tanto meriti. Loro sono cattivi e ti stanno boicottando per ignoranza, perché non sanno, perché devono reprimere quello che potrebbe essere il nuovo futuro della musica. Se c'è un atteggiamento che, secondo me, non porta da nessuna parte è questo
- il non pensare alla band, o al circuito musicale, ma solo al proprio piccolo orto. Il chitarrista che non abbassa il volume sul palco perché "quello è il suono", la band che non pensa allo show perché "tanto suoniamo bene". Nel momento in cui chiedi un compenso e ancora di più la fiducia del pubblico o sei davvero un Artista fuori scala con una capacità comunicativa geniale oppure... ecco, oppure meglio evitare questi errori!
fullshow giorgio terenziani musica e lavoro
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di blues65 utente non più registrato
commento del 13/11/2015 ore 12:55:05
La band più famosa per le sue cover?!?
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di capt_harlok [user #29013]
commento del 13/11/2015 ore 13:14:21
Quoto in pieno blues65. Nel jazz o nella classica è differente perché si parla di interpretazioni, e la differenza si sente a pieno. Le cosiddette cover o le tribute band "difficilmente" fanno delle interpretazioni dei brani, o mettono qualcosa di loro che ci faccia sentire veramente la differenza tra la cover ed un brano originale (o almeno qualcosa che ci assomigli).
Secondo me, questa è la differenza fondamentale.
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di jdessi [user #27382]
commento del 17/11/2015 ore 12:25:38
"Nel jazz o nella classica è differente perché si parla di interpretazioni". Mi accuserete di lesa maestà, ma lo devo dire ...per quanto riguarda il jazz. parlare di interpretazione è molto riduttivo. e per ciò che concerne la classica, a parte i grandissimi interpreti, si tratta di vere e proprie cover... Ricordiamoci il limite posto dall'esecuzione di uno spartito e dalle menate filologiche. Solo pochi musicisti classici (i più grandi) interpretano veramente.
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di Oliver [user #910]
commento del 13/11/2015 ore 13:18:54
Led Zeppelin, immagino :)
Il che la dice lunga.
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di Pearly Gates [user #12346]
commento del 13/11/2015 ore 17:35:00
Secondo me bisogna assolutamente citare i Van Halen che hanno come hits che li hanno lanciati le covers di You really got me e Pretty Woman.

Più di così! probabilmente molti non sapevano che erano covers e questo ha giocato al loro favore.
Inoltre hanno dato alle due canzoni una grinta maggiore dell'originale.
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di adriphoenix [user #11414]
commento del 13/11/2015 ore 13:21:47
Bruce Springsteen, Metallica altri sconosciuti infatti...
Rispondi
di capt_harlok [user #29013]
commento del 13/11/2015 ore 14:26:53
Io penso che sia necessario scindere il discorso, non ho detto che fa male fare cover, ma che fa male fare solo quello.
I nomi che avete scritto sono noti "soprattutto" per essersi distaccati mettendo del "proprio", e soprattutto scrivendo musica e mettendosi in gioco, dando linfa vitale alla musica ...
Ci sono dei dischi di "cover" suonati e ri-arrangiati che suonano nettamente meglio degli originali, non lo metto in dubbio, ma in quei casi gli "artisti" hanno messo del loro dentro, non si possono paragonare a quello che si sente nei cosiddetti "gruppi di cover" ...
Se poi non avete nulla da dire e vi piace fare cover, e magari le fate benissimo, e siete bravissimi in quello, non posso andare contro i vostri gusti personali.
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 13/11/2015 ore 15:53:07
In realtà non ci vedo niente di male, comunque.
Chi ha qualcosa da dire, scrive e propone la sua musica. E, qualcuno deve dirlo, nella maggior parte dei casi farebbe meglio a limitarsi a scriverla... senza proporla.
Chi invece si esprime interpretando qualcosa di scritto da altri (cioè il 99% di chi suona, come giustamente sottolineato), può comunque dare qualcosa... se ce l'ha.
Ne consegue che non condivido affatto il concetto "Se poi non avete nulla da dire e vi piace fare cover...".
La differenza la fa comunque e solo il musicista.
Di conseguenza c'è chi fa cover di basso livello, perchè quello ha (ma si diverte lo stesso, e comunque impara sempre qualcosa), e chi fa cover da capogiro, dimostrandosi un gran musicista anche se non compone. Anche per tutta la vita.
Che male fa?
Se poi portiamo il discorso sulle occasioni rubate a chi fa musica propria, ritengo che la "colpa" non sia di chi fa cover, ma del pubblico pigro e ignorante (che pretende di sentire solo quello che già conosce: siamo addirittura arrivati alle Tribute Bands, che ora spopolano) e della musica originale, troppo spesso scadentissima.
Rispondi
di adriphoenix [user #11414]
commento del 13/11/2015 ore 16:10:05
Perfetta sintesi!
Rispondi
di capt_harlok [user #29013]
commento del 13/11/2015 ore 17:53:06
Per me è questione di gusti, e fortunatamente siamo tutti differenti.
Non ho nulla contro quelli che vogliono suonar fuori facendo cover, è un ottimo esercizio, e nella mia limitata esperienza, l'ho fatto anche io.
Ma, visto che stavo esprimendo una mia opinione personale vado direttamente ad ascoltare qualcuno che propone musica che, come la definisci tu, farebbe meglio solo a scriverla, almeno ci prova, lo trovo più interessante e più stimolante.
Un concerto di solo cover non lo concepisco come musica "dal vivo", le vedo utili per riempire la scaletta, o come modo di proporre ri-arrangiamenti, ma premio un musicista "cane" che mi fa sentire qualcosa di suo, anche se orribile ed inascoltabile, piuttosto di un mostro che mi fa sentire un brano esattamente come è registrato sul disco, o anche suonato meglio, ma questo è un problema mio (e non è il solo :P).
Detto questo non voglio dire che fare cover è sbagliato, anzi, ma voglio spronare le persone almeno a provarci, altrimenti finiremo tutti a suonare in una tribute band, aiutoooo!
Rispondi
di darkfender [user #16554]
commento del 17/11/2015 ore 13:14:36
Guarda che non c'è una relazione tra non il saper scrivere e saper suonare... normalmente si è prima strumentisti e una volta imparato si comincia a comporre. E qua ci si mette in gioco 2 volte. Il problema è che per preparare una scaletta di cover da 2 ore ci vuole qualche mese e i costi della sala prove. Per preparare una scaletta di inediti di 2 ore ci vogliono ANNI, migliaia di euro in registrazioni o materiale per recording (e lo studio per saperlo fare), molti anni in più di studio di composizione e altri anni di esperienza. Questo a fronte di meno domanda.

Quindi non puoi mettere le due cose sullo stesso piano...

più si va sul difficile e più facile sbagliare....
Proprio per questo la popolarità delle cover band è un fenomeno tutto italiano, all'estero si premiano (e pagano) sempre e comunque più le band di inediti.

Ti do ragione sulle occasioni rubate.. ma comunque chi sceglie di essere musicista a 360 gradi lo fa perché ama la musica più del palco o dei soldi (difficile avere lo stesso numero di date di una cover band ci si consola suonando in locali più grandi di solito)....soprattutto in Italia.
Rispondi
di adriphoenix [user #11414]
commento del 13/11/2015 ore 13:17:26
"Fare una cover è come leggere un libro per imparare a scrivere".
Grande riflessione, illuminante, per fortuna espressa da un autorevole musicista come Giorgio Terenziani. Mi trovo assolutamente d'accordo con il suo pensiero: nella mia "carriera" assolutamente amatoriale di musicante ho suonato e suono sia cover che brani inediti. Entrambe le cose mi hanno permesso di crescere musicalmente e anche tecnicamente. Personalmente non ho mai fatto distinguo tra suonare le une o gli altri, ma spesso mi sono trovato a discutere, non solo su Accordo, ma soprattutto nel mio ambiente musicale, con altri "colleghi" sull'eterna diatriba cover si/no. Sono stato anche giudicato (male) per il fatto di suonare cover, mi sono sentito frustrato ed ingiustamente non considerato per una "colpa" (?) mai commessa... A 44 anni, compiuti ieri, posso dire che sono orgoglioso di aver "letto tanti, ma tanti libri" perchè oggi, quelle letture mi hanno reso un musicista migliore e consapevole, mentre tanti detrattori di cover/tribute band, snob e autorefenziali, sono rimasti nel loro mondo "indie" e "radical-chic", convinti di difendere la purezza ideologica della musica ma abissalmente e irrecuperabilmente "analfabeti". Ah dimenticavo...spesso accade che ascoltando cotanta originalità espressa sublimemente da questi musicisti duri e puri, ci trovi dei bei riffoni rubati qua e la, dai loro idoli di riferimento, spesso mal suonati e mal interpretati.
Buona musica, qualunque musica, a tutti...peace&rock!
Rispondi
di elgaldil [user #22921]
commento del 13/11/2015 ore 13:26:3
Amen!
Vabbeh...noi ci conosciamo e quindi quel che suoniamo s sa Adriano.

Io non capisco quest'ultima tendenza demonizzante nei confronti delle cover... Boh. Lo dico da suonatore di cover, che solo suonandone tante ha potuto imparare a comporre e scrivere decentemente.
Rispondi
di darkfender [user #16554]
commento del 17/11/2015 ore 13:21:03
e questo è l'altro problema degli inediti.

Ci sono migliaia di strutture e insegnanti di strumenti e pochissimi di composizione... non basta certo le 4 basi di teoria che si apprendono di solito.

Imparare dall'analisi è importante ma è un sistema limitato (di insegnamento... poi con l'orecchio si arriva ovunque ma in più tempo e con molta più fatica).

Ho cercato per 10 anni qualcuno che mi insegnasse composizione... e nessun chitarrista mi ha mai saputo aiutare (ho frequentato scuole e insegnanti piuttosto noti) ...soltanto quando ho affiancato pianoforte alla chitarra ho cominciato a trovare qualcuno :(
Rispondi
di HotRats [user #41499]
commento del 27/11/2015 ore 08:41:28
Nessuno ti può insegnare ad avere dell buon idee musicali.

Al massimo ti si può insegnare a mettere in bella forma le idee che hai che, se sono orrende, rimarranno tali.
Rispondi
di elgaldil [user #22921]
commento del 13/11/2015 ore 13:21:56
Bello leggere delle cose così sensate!
Rispondi
di Claudio80 [user #27043]
commento del 13/11/2015 ore 14:23:22
Sono sempre stato contrario alle tribute band, ma assolutamente favorevole alle cover. Tutti abbiamo iniziato a suonare con le cover, IMPARANDO da quelle!!! Io suono sia cover, che brani di mia composizione, sia con il mio trio, sia da solista. Ovviamente quello che ho/abbiamo composto non è musica innovativa, nel senso di aver inventato, o di inventare per forza qualcosa. E'la risultante delle influenze musicali che uno ha. che può essere gradevole o meno; diverso è, per chi fa cover, il come le fa, ed io personalmente preferisco, compatibilmente con le proprie capacità, arrangiarle con il proprio feeling, perché l'originale è già stata registrata dall'autore che ne ha la paternità. Credo quindi che cover e brani inediti vanno per me di pari passo perché ad ogni modo c'è sempre un lavoro di "ricomposizione" che stimola la creatività. Un saluto.
Rispondi
di Virgilio [user #12857]
commento del 13/11/2015 ore 15:16:47
Una volta ho detto ad un amico musicista classico che tutto sommato anche lui fa cover... Si è incaxxato da morire ahahah...

Comunque si ottima riflessione, la sostengo da anni anch'io.
Rispondi
di qualunquemente1967 [user #39296]
commento del 13/11/2015 ore 15:42:18
Ahahha ma certo ! Io suono nel classico ed e' la mia battuta preferita ! Ma e' vero anche se puo risultare strano l'orchestra sinfona suona cover di Beethoven mozart ecc.... Che c'e di male ? Ciao
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 13/11/2015 ore 17:16:25
Mia madre ha fatto un arrangiamento di "All That She Wants" (Ace Of Base) per 3 chitarre classiche per studenti al conservatorio che è anche stato registrato da professionisti. Hit di brutto! È piaciuto suonare una cover di un pezzo che era costantemente alla radio in maniera di farlo sembrare un vetusto pezzo classico.
Rispondi
di darkfender [user #16554]
commento del 17/11/2015 ore 13:24:02
normalmente uno spartito originale contiene indicazioni più che il modo esatto di suonare...
La mancanza dei CD nel 1700 ha portato il costume di una forte componente interpretativa per cui c'è un abisso tra chi fa cover moderne e chi suona pezzi classici. E motivo per cui c'è tanta differenza tra uno stesso pezzo suonato da una o un'altra orchestra e questo credo tu lo sappia meglio di me.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 28/11/2015 ore 12:44:34
Hai assolutamente ragione! Si direbbe che suonare da spartiti imperativi sia come riprodurre un CD 1700 - non è però il caso. C'è un largo margine di interpretazione individuale pur suonando nota-per-nota quello è lo spartito. Il direttore d'orchestra è "il producer" e vi sono i solisti superstars tipo Paganini e soprattutto cantanti con voci differentissime. La musica classica d'avanguardia è però quasi impossibile...
Rispondi
di matteo1982 [user #33974]
commento del 13/11/2015 ore 16:34:30
tralasciando il lato artistico della faccenda, cover e inediti sono due mondi e mercati diversi e che non si incontrano IMHO. Stesso discorso se si parla di musicisti professionisti (e professionali) e musicisti di successo: sono due mondi che spesso, fortunatamente, coincidono ma non sempre... e ciò a causa della desertificazione/appiattimento dei gusti e della cultura musicale insita in quello che viene chiamato mass market (musicale). Faccio cover da tanti anni e inediti da un po', la soddisfazione personale che deriva dal secondo caso è inimmaginabile, quindi ben venga la nuova musica... anche se dal basso, anche se da musicisti amatoriali (il sottoscritto in primis)! Ricordiamoci che anche Jimi Hendrix è stato un chitarrista amatoriale ;)
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 13/11/2015 ore 17:10:38
Questo è davvero un articolo fantastico!!! Terenziani ha già detto tutto e il dibattito lo conferma. Non resisto alla tentazione di intervenire!
Vi sono molti musicisti Blues che si sono guadagnati una buona pensione! Un esempio è Willie Dixon. Sono molti i gruppi inglesi che hanno fatto fortuna sulla base di covers negli anni 60. Di riflesso, anche compositori che in pratica avevano solo "l'onore di aver composto".
Labels: Terenziani spiega bene. Aggiungo: un A&R è pronto per un contratto per cantante o band al debutto, sconosciuto e che può solo presentare un demo di pessima qualità. Le qualificazioni per farcela sono parecchie.
La musica deve avere qualcosa di nuovo, originale e un "magic" che magari può essere un pò controverso (Sex Pistols dixit). Oppure hits irrestibili da instantaneo numero 1 in classifica. I pezzi devono essere di nuova fattura e non ha importanza chi li compone. Ci vuole però un stile ben definito.
E, ci vuole il... look! Stage presence, impatto video e live a comando. Questo ha importanza per una qualsiasi band. Avere tutti sul palco con abiti totalmente differenti non va - consultate una vostra amica patita di moda. È un rischio di quelli grossi: potrà capitarvi di avere ordini perentori tipo "questo colore di chitarra non va"!
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di cicciocammarata utente non più registrato
commento del 13/11/2015 ore 18:03:51
Sono assolutamente favorevole alle cover band, io stesso ne ho una. A mio parere il grande problema è che molti gruppi, fanno una accozzaglia senza senso di brani. 4 membri, 4 gusti differenti e rischi col sentire all'interno di uno stesso set che so, ligabue, nirvana e boh depeche mode. Mi è capitato realmente di sentire cose del genere e mi fanno incazzare, e magari il pubblico ignorante applaude pure. Una cover band dovrebbe prima di tutto decidere cosa suonare, suonare brani inerenti con gli altri, una sorta di playlist tematica.
Fatta questa premessa suonare cover non è assolutamente "denigrante" per un musicista, specialmente perchè ahimè le regole di mercato impongono questo, non è lo stesso suonare brani conosciuti in un pub in piazza (perchè fondamentalmente per un buon 80% dei casi sono questi i contesti dai, non facciamo gli sboroni) e fare roba sperimentale propria che non ti segue nessuno. Tranne nei pochi casi in cui qualcuno ha un progetto inedito valido e a cui crede veramente, ma quelli sono casi rari, il mercato è questo e richiede per la maggior parte cover.
Quindi che c'è di male a guadagnarci su? Con gli stessi soldi guadagnati suonando vasco rossi puoi produrre i dischi con la tua musica, ben venga vasco rossi (Che personalmente non mi piace). A me suonare cover piace e mi diverte.
L'importante è essere bravi, farsi valere sul palco, non fare (eccessivamente) i coglioni ecco.
La cosa che però riesco a digerire meno è la questione dell'immagine, purtroppo ormai si suona più a suon di scatti fotografici e outfit studiati nel dettaglio che con le chitarre, personalmente sono in disaccordo. Purtroppo tocca anche a me abbassare le corna a tale mentalità e quindi mi sforzo di apparire più "commerciabile" possibile quando suono. Che malavita quella del musicista :)
Rispondi
di distorto [user #28299]
commento del 13/11/2015 ore 18:13:36
Penso che ad un certo punto un musicista professionista o una band, deve essere in grado di tirar fuori la sua dimensione artistica al 100%, quanto meno deve essere in grado di poter proporre il suo repertorio, il suo suo suono, la sua immagine. Le pappagal band sono quanto di più degradante ci possa essere dal punto di vista musicale, anestettizano se stessi ed i gusti del pubblico. Se hai dell'arte dentro devi anche avere il coraggio di tirarla fuori, di cloni e brutte copie siamo stufi, almeno io!!
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 13/11/2015 ore 19:55:29
molti amano suonare per il gusto di suonare e quindi se l'unica cosa che possono fare è fare tribute o cover, quello fanno e sono contenti. A me non riesce, preferisco non suonare per niente.
Personalmente, da un bel pezzo, non riesco più a suonare delle parti fisse, determinate per più esibizioni consecutive. Debbo improvvisare e fortunatamente partecipo a progetti nei quali faccio quello che mi pare, anche suonare, quando ho voglia, strumenti differenti dalla chitarra..

mi ricordo con un pelino di nostalgia quando da ragazzino suonavo il liscio.. nel senso che quello era, a mio parere, un bel modo di "arrotondare". Nel senso che in quel genere, rispettando gli accordi, si lavorava con una discreta libertà, specialmente su brani swing o sudamericani. Nostalgia non perchè io abbia vissuto chissà quale momento esaltante, ma perchè se ancora quel genere "tirasse", avrei una possibile fonte di guadagno alternativo tutto sommato divertendomi.. altro che cover.. :-)
Rispondi
di eugenio01 [user #39191]
commento del 14/11/2015 ore 23:37:21
-------> una discreta libertà, specialmente su brani swing o sudamericani.
Ah il liscio...li non te la cavi con due pentoniche..ma bene..e palestra "quasi" indispensabile per la disciplina ed il training..quattro sere a settimana..ed i valzerini da fare secchi secchi strappati con la strato al ponte ..nostalgia si..
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 14/11/2015 ore 23:55:33
la cosa che trovavo più impegnativa era quando i solisti arrivavano con brani nuovi, mai provati, senza darti lo spartito, e dovevi seguire improvvisando.. In ogni caso sempre meglio che dover fare cover o tribute e dover suonare come hanno suonato quelli dei dischi ..
Rispondi
di eugenio01 [user #39191]
commento del 15/11/2015 ore 12:10:05
io li non ci sono mai arrivato..o erano i soliti giri oppure mi ci andava qualcosa di scritto...i limiti son limiti
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 16/11/2015 ore 17:53:33
:-)
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 15/11/2015 ore 06:05:42
Suonare il liscio, cento volte meglio della tribute band!
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 13/11/2015 ore 20:50:53
Il buon Terenziani ha colpito nel segno con i suoi commenti.
In Italia c'e' una concezione di arte molto disfunzionale. In genere e' considerata "arte" solo una produzione tragica, struggente, il consumatore vuole vedere dolore, passione... Basta guardare la situazione del cinema o del teatro, e pure nella musica i grandi sono (per me a torto) quelli che abbracciano queste logiche.
E invece la realtà e' che per molti veri artisti la quotidianità e' fatta di onesto e vario lavoro. Non si vive di sola tragedia. Cover? Certo, perche' no, come sessions, generi diversi, gruppi diversi, insegnamento, scrittura di partiture, arrangiamenti, ecc...
Quello che distingue il professionista dall'amatore non e' il cosa, ma il come. Francamente, ho visto piu' pseudomusicisti con scarsa preparazione e competenze che propinavano una musica originale ma qualitativamente scadente, e che vengono comunque esaltati da un pubblico musicalmente ignorante, mentre mi e' spesso capitato di vedere ottimi musicisti mettere su un buon spettacolo di cover.
Fare cover non e' semplice, anzi, e il buon musicista trova la "challenge" anche nella apparente ripetitivita', perche' quando le sfumature diventano essenziali, servono capacita' raffinate per inserire cambiamenti e giocare con gli altri musicisti su minime variazioni che un ascoltatore medio non e' in grado di afferrare ed isolare, ma che comunque rendono ogni performance diversa e interessante.
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 14/11/2015 ore 23:59:36
non so.. per me un buon musicista o ottimo musicista è uno che fa musica che mi piace. Non amo ascoltare cover o tribute band, quindi mi importa poco se queste cover sono realizzate con maggiore o minore perizia ..
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 15/11/2015 ore 01:37:32
Non è solo perizia, ma una musicalità complessa, che si può esprimere anche in una cover. Un musicista serio sa come farlo. Poi certo, un musicista serio che propone anche bella musica, ben scritta, arrangiata ed eseguita, è anche meglio... Ma tanto per fare un esempio, sfido chiunque a denigrare "Hurt" cantata da Johnny Cash solo perché è una cover dei NIN.
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 15/11/2015 ore 02:02:30
si.. perizia, musicalità complessa, musicista serio .. tutto quello che ti pare. A me interessa la musica: se ciò che ascolto mi piace, trovo un senso alla perizia, alla musicalità complessa, serietà ecc. ecc. se non mi piace, che mi frega?
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 15/11/2015 ore 02:15:35
Yaso, stiamo dicendo la stessa cosa alla fine
Rispondi
di coprofilo [user #593]
commento del 13/11/2015 ore 22:37:09
Concordo con molte delle cose che ha scritto l'autore, soprattutto nella parte finale dell' articolo. Interessante il discorso dei "dopolavoristi" di cui anche io faccio parte. È un concetto che da noi fatica molto a prendere piede, pensare di fare seriamente il musicista facendo qualche lavoro di contorno per campare meglio è quasi un utopia... Per quanto riguarda cover, tributi o musica originale trovo invece alcune forzature; personalmente preferisco chi fa musica originale, però ci deve credere, deve farlo con convinzione e preparazione. Non sempre i risultati sono al di sopra della sufficienza ma li si entra nel campo del gusto personale, però apprezzo la voglia di creare qualcosa di personale. Se si va verso il repertorio cover o tributo la personalità tende a scemare, a certi livelli per me è meglio vedere un DVD live degli originali. Se un repertorio cover può avere senso, può comunque lasciare spazio alla personalità dei musicisti ed in certi contesti avere più senso di un repertorio originale quando si arriva al tributo per me finisce la magia. Vedere band con strumentazione uguale, vestiti uguali, parrucche, atteggiamenti fotocopiati dall' ultimo live di quelli veri mi fa una tristezza infinita. È come la copia di un quadro, sicuramente c'è la tecnica ma non l'arte. Purtroppo in questo periodo fare tributi paga e non poco, probabilmente più che lavorare nella cucina di un ristorante. Se serve a pagare un progetto originale ci si può anche turare il naso ma se è il solo progetto di un musicista mi mette tristezza.
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di scrapgtr [user #12444]
commento del 02/02/2016 ore 17:10:40
Ry Cooder suona quasi solo cover, ma spesso sono le sue cover ad essere quadri che fanno sembrare l'originale una polaroid sbiadita (in compenso i suoi rari brani originali tanto originali non sono). Lo stesso vale per moltissimi altri musicisti che riescono a fare musica di alto valore artistico riproponendo brani altrui (penso per esempio a Bill Frisell); addirittura autori validissimi e prolifici come Elvis Costello hanno fatto interi dischi di cover che non hanno nulla da invidiare a quelli dedicati al repertorio originale. Per contro spesso sento gruppi emergenti, ma anche già affermati, proporre brani "originali" che denunciano un'ispirazione che rasenta il plagio o improntati ad una pochezza disarmante. Per anni ho suonato materiale originale (avevo la fortuna di avere un cantante/bassista che era obiettivamente un buon autore) mantenendo un immotivato atteggiamento di superiorità nei confronti delle cover. Oggi preferirei suonare cover che brani originali di nessun valore.
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di coprofilo [user #593]
commento del 02/02/2016 ore 20:29:54
Quella è la versione avanzata, che prevede di reinterpretare una canzone secondo la propria personalità, versione che mi trova completamente d'accordo. Il classico gruppo cover rock può aver senso ad una festa, chi ci suona e chi ascolta si diverte, ha un senso. Certo è che ci vuole qualcuno che propone delle novità o il filone si esaurisce. È il tributo che mi indispone. Perché vestirsi ed avere la stessa identica strumentazione? Perché cercare di riproporre anche le più piccole sfumature? Perché fare il tributo di band correntemente in attività? Perché chiamare sul palco (pagandolo) il musicista di cui si fa il tributo? Mi sembra veramente triste...
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di scrapgtr [user #12444]
commento del 03/02/2016 ore 15:50:12
Pienamente d'accordo. Anni fa ho fatto parte per poco tempo di una tribute band di Bob Dylan, il repertorio era sterminato, arrangiavamo i brani in modo originale e nessuno pretendeva di imitare un inimitabile; mi sono divertito ed è stata anche l'occasione per imparare qualcosa di nuovo. La scorsa estate invece ho sostituito un collega (del mio lavoro "vero") in ferie in una serata della tribute band in cui suona che fa riferimento ad un noto e storico gruppo inglese. Musicisti, strumentazione e palco di livello professionale, cura dei dettagli e spettacolo perfettamente rodato, ma che imbarazzo!
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di ndrecchia [user #43094]
commento del 14/11/2015 ore 07:36:49
Mah.... considerando che ormai si attinge a schemi e strutture musicali già preesistenti, possiamo dire che anche il musicista che si crede creativo, in realtà sta facendo, indirettamente, cover. da quanto tempo non si ascolta qualcosa di davvero nuovo?
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di talpa [user #1842]
commento del 14/11/2015 ore 08:50:18
Per una band suonare delle cover aiuta alla coesione , soprattutto agli inizzi , quando i musicisti non si conoscono . Fare live di solo cover , invece la vedo come una cosa estremamente triste , non ci vedo nulla di artistico , fare la copia di un quadro famoso , fa di te un bravo pittore , ma non un bravo artista .
Continuerò a suonare la mia musica , con la speranza di lasciare un segno , anche se piccolo , del mio passaggio in questo mondo
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di 7cordista utente non più registrato
commento del 14/11/2015 ore 21:50:04
Personalmente sono contrario al 100% alle cover band, che propongono un repertorio variegato, e alle tribute band, se non queste ultime in un contesto di rappresentaIone storica, come può essere che una serata ad esempio anni '70. Per principio mi rifiuto di andare a vedere cover e tribute e boicotto i locali che fanno esibire solo cotali gruppi. Preferisco di gran lunga andare a sentire gruppi che fanno inediti...
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di HotRats [user #41499]
commento del 27/11/2015 ore 08:49:58
Mi incuriosisce sempre questo ostracismo che addirittura sfocia nel boicottaggio (boikotaggio?) della birreria sotto casa.

Ma poi, alla fine, dopo che hai boicottato e detto no, no, no alle cover Band il mondo è diventato un posto migliore?
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di 7cordista utente non più registrato
commento del 27/11/2015 ore 21:44:57
Il mondo no, ma orecchie e cervello ringraziano.
Non capisco la risposta acida. Io non faccio proselitismo con la mia idea. Se a te piace andare a sentire le band "contenitore" che fanno sempre le stesse cover, o i soliti tributi a Vasco, Cimabue, Nomadi ed Emma Morrone fai, io non te lo impedisco di certo. E non ti minaccio neppure con le fiamme dell'inferno...
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di HotRats [user #41499]
commento del 27/11/2015 ore 23:12:27
Non capisci perché si possa trovare "bizzarro" pensare di boicottare un locale solo perché non fa la musica che vuoi tu?
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di 7cordista utente non più registrato
commento del 28/11/2015 ore 10:27:49
Perchè tu vai nei locali dove danno musica che non ti piace?
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di HotRats [user #41499]
commento del 28/11/2015 ore 11:04:3
Aaaah la capziosità!
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di 7cordista utente non più registrato
commento del 28/11/2015 ore 12:20:53
Aaah la frustrazione...
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di endyamon [user #35616]
commento del 15/11/2015 ore 14:25:25
Tema musicalmente "scottante", un po' come "valvolare vs digitale" per i chitarristi. Mi è piaciuta molto la frase del video "Fare cover è come leggere un libro per imparare a scrivere": racchiude un concetto profondo e fondamentale per fare musica.
Mi sono piaciuti un po' meno alcuni commenti... Personalmente trovo assurdo ed ignorante dover arrivare a giudicare "inferiore" chi suona in una tribute band o in una cover band rispetto a chi fa pezzi propri.
La musica è una passione e produce emozioni in chi la suona e in chi la ascolta. Nessuno va giudicato per questo. Un confronto ai fini di crescita interiore ci sta ed è, anzi, sempre auspicabile, ma un confronto a soli fini di giudizio per autoproclamazione di sè stessi o per alimentare il proprio ego lo trovo furbo e intelligente come quelli che sono vegani e solo per questo si sentono superiori a tutto il resto del mondo.
Chi non ha così tanto tempo per scrivere dei pezzi propri deve smettere di suonare? Chi non ha le capacità tecniche per fare pezzi propri in maniera decente deve smettere di suonare? Chi non ha le idee per scrivere una canzone inedita (o chi pensa di avercela ma in realtà è una scopiazzatura) deve smettere di suonare? Dai, su, non esageriamo.
Che ognuno suoni la musica che può e che vuole, l'importante è che ci sia la musica e il divertimento che ne consegue.
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di SuperAdrian utente non più registrato
commento del 15/11/2015 ore 17:49:32
Quoto al 100%.
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di adriano26 [user #24319]
commento del 16/11/2015 ore 03:56:0
Ciao Endy. Sottoscrivo il tuo commento, in tutto e per tutto. Io ho un mio progetto da cantautore e cerco di portarlo avanti prendendo lezioni, studiando, dando il meglio che posso, però, col tempo che ho. Eh si, come molti, lavoro, e credimi, il tempo che porta via alla musica non è poco, ma cosa dovrei fare, ababndonare tutto perchè non posso dedicarmi in maniera devota a questo, perchè ancora non ho una conoscenza teorica, tecnica e pratica della musica dovrei non farla? Confesso che spesso ci penso, ma penso che andrò avanti comunque : )
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di magheggio [user #10968]
commento del 16/11/2015 ore 10:18:03
La mia opinione:
Io non vorrei far parte di una cover band... ancor meno di una tribute band... Mi piacerebbe moltissimo suonare una grande cover di "Confortably Numb", assolo compreso, tale da far dire a qualche ascoltatore "Ad occhi chiusi mi è sembrato di ascoltare i Pink Floyd", o altrettanto una "Infinite Dreams" degli Iron Maiden... ed altre...
ma ho anche molte idee mie sulle queli lavoro da anni... mi piacerebbe molto che con altri se ne discuta, si ripensino, si arrangino e poi si portino su un palco (anni fa con il mio gruppo di allora lo abbiamo fatto e le soddisfazioni ci sono state)...
Se vado in un locale e trovo una tribute band o una cover band.. tra l'altro le cover sono sempre le stesse... per quanto bravi... dopo un 3 pezzi sono annoiato e vorrei andar via... ormai è una costante... succede da anni.
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di Giorgio Terenziani [user #44037]
commento del 24/11/2015 ore 23:18:01
E' passata poco più di una settimana e un SHG dalla pubblicazione di questo video. Come primo intervento qui su accordo volevo ringraziarvi per la pazienza nell'aver cercato di guardare oltre la provocazione e di aver dato spunti e letture interessanti a un argomento sempre tanto spinoso quanto attuale. Il prossimo video è in cantiere ci sono: 1, 2, 3 argomenti che se la giocano alla pari e, sono sicuro... ci sarà da divertirsi.
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di Claes [user #29011]
commento del 28/11/2015 ore 13:16:08
L'articolo di Terenziani è veramente utile per avere un dibattito pro o contro le covers / cover bands / tribute bands! IMHO si parte da covers e ci vuole un bel pò di termpo prima di imparare a comporre e scrivere parole. Io sono partito così ai tempi di "Satisfaction" - il riff senza distorsore e quasi massacrando la chitarra. A Venezia c'era un Strip Club che aveva pomeriggi danzanti ogni domenica. C'ero quasi sempre... la band del club suonava (ovviamente) covers - il chitarrista era con Tele + AC30 e me lo godevo, imparavo sperando di diventare bravo e di avere soldi per comprare una buona chitarra e un ampli. È solo di recente che ho ricominciato con covers per farle in maniera assolutamente diversa. Sono un seguace di Accordiani che asseriscono "bisogna interpretare"!
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di mattconfusion [user #13306]
commento del 30/01/2016 ore 11:57:12
Faccio inediti da sempre, ora da solista. Nei miei live ci metto qualche cover dei pezzi che in quel periodo mi piace suonicchiare, adattati o ridotti per quello che mi serve in scaletta. La vera questione anti tribute e anti cover è quanto viene pagata una serata a questi piuttosto che ad un cantautore o alla band originale e i responsabili sono i gestori. Per quanto riguarda l'essere anti label agenzieeccetera... Se quello che mi proponi è una coproduzione dove io ci metto 3000 euro e tu tante belle parole sui sociale e una manciata di articoli su webzine e riviste... Dico no grazie, lavoro di giorno e suono di notte, ma almeno sono libero.
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