di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 19 dicembre 2015 ore 08:00
Ha il body di una Telecaster, il manico di una Jazzmaster, il pickup al ponte della prima ma anche il simil-P90 della seconda. La Squier Telecaster Special Vintage Modified è una sorpresa a basso budget per qualunque amante delle stranezze in stile vintage. Eccola suonata per voi.
La serie Vintage Modified è una miniera di curiosità. Dopo la Cabronita, entrata in pianta stabile nella mia collezione e tutt'ora cavia di continue modifiche, durante l'ultima visita al Centro Chitarre di Napoli mi sono imbattuto in un'altra Telecaster piuttosto strana. Credevo fosse una novità per quanto poco s'è vista in giro, invece la Telecaster Special Vintage Modified è già in circolazione da almeno un paio d'anni e ancora la si può beccare in qualche vetrina più fornita. La sua particolarità è di essere un ibrido tra Telecaster e Jazzmaster, con il meglio di entrambe.
Come per altri modelli della serie, il corpo è in tiglio. Forse meno pregiato dell'ontano o del frassino usato sulle linee più costose, permette di tenere prezzi bassi lasciando un margine per inserire caratteristiche costruttive non di serie (chiamarle custom può essere fuori luogo considerando che una Vintage Modified si porta a casa con tre carte da cento, più o meno).
La forma è quella classica della Telecaster, ma basta alzare lo sguardo per trovarci una paletta che, sulle prime, spiazza. È un bel palettone da Jazzmaster, che ne porta anche il decal. Il profilo del manico, tutto in acero e - sorpresa sorpresa - con qualcosa che somiglia molto a una bella fiammatura sulla porzione più alta dell'esemplare in prova, in realtà sembra del tutto simile al modern C delle altre Squier, ma è un'alternativa interessante per chi non ama il "calzino" della paletta Telecaster. Ancora una volta è sul body che spiccano le peculiarità maggiori. La Special ha un buon vecchio ponte a tre sellette in ottone con bordini rialzati tutto intorno e in mezzo un bel single coil, invece al manico è montata una grossa mascherina nera che fa pensare a un P90, ma che in realtà è un single da Jazzmaster. Entrambi sono dei Duncan Designed, TE-101B al ponte e JM-101N al manico.
La Special è una chitarra per chi ama la tradizione ma apprezza la sperimentazione, i miscugli di stili e non vuole spendere una follia per togliersi uno sfizio.
Imbracciata, la Squier è abbastanza leggera, maneggevole. La qualità costruttiva sembra buona per il livello dello strumento, ma il primo impatto può non essere dei migliori se non si è abituati alle sottili .009 montate di serie. Chiaro, sono gusti, ma credo che l'impressione generale su un modello d'estrazione vintage come appunto una Vintage Modified possa migliorare con corde più consistenti, e la "frivolezza" di una .009 dia una brutta prima impressione rispetto a ciò che ci si aspetta di suonare quando si posano gli occhi sulla Special e rispetto alle soddisfazioni che si potrebbero avere montandone di più grosse in un secondo momento.
La Telecaster Special, con quel look un po' retrò alternativo, farebbe la felicità di un chitarrista indie o grunge, e una volta collegata all'amplificatore conferma le aspettative.
Rispetto a quelli montati sulle altre Squier dello stesso livello, i pickup Seymour Duncan, seppur Designed, sono un bel passo avanti. L'output del single coil al ponte non è molto elevato, ma il suono non è affatto sottile e scarico. Piuttosto può suonare un po' medioso, con quella voce "da radio" che fa molto Jack White. Quello al manico ha un livello d'uscita più alto, forse troppo. Sicuramente è anche merito del setup di fabbrica non esattamente impeccabile, e anche il timbro è diametralmente opposto a quello al ponte. Da solo, suona gonfio e caldo, con bassi comunque sempre a fuoco. Sommato a quello al ponte, dà vita a un tono equilibrato e ricco di dettaglio, con bassi definiti ma non secchi e acuti un po' meno nasali di quelli riscontrati con la sola posizione al ponte. La combinazione sembra fatta a posta per country e rockabilly, e darà soddisfazione agli appassionati di entrambi i generi, sul clean quanto aggiungendo un leggero overdrive. Se si alza la manopola del gain, la chitarra conserva una certa sensibilità alla dinamica impartita dal musicista. Si perde però una buona parte di definizione e, se in stili classici come il blues e in particolare al manico si può godere del risultato, non è l'ideale per approcci più moderni. Si apprezza invece suonando del buon alternative rock, dove l'intelligibilità delle note può anche finire in secondo piano se rapportata al mordente del suono, che sulla Special è sempre ben presente.
La Special soddisfa pienamente in relazione a ciò per cui è stata progettata. Anche se non brilla per carattere, ha fascino. Il suono non è enorme, ma facilmente gestibile, con una suonabilità adeguata alla sua fascia di prezzo e una stabilità dell'accordatura migliorabile con una limata al capotasto o sostituendo l'orribile string-tree. È una chitarra da prendere in considerazione se si è in cerca di un'alternativa ai soliti modelli Fender, ma sotto sotto si vuole solo un solito modello Fender, oppure se ne vogliono due insieme.