di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 22 dicembre 2015 ore 14:00
Nelle mani di Enrico Galetta è finito un basso interessantissimo. Costruito con legni di prima scelta e con il sistema fanned fret il Dingwall ABZ5 si è dimostrato uno strumento dal sound enorme e dall’ergonomia perfetta.
Dingwall è un marchio canadese, un team di appassionati e musicisti, che ha come obbiettivo (almeno stando alla loro stessa descrizione sul sito ufficiale) qullo di “make the hairs on the back of your neck stand up every time you play” (drizzare i peli insomma).
L’ABZ5 Wengé colpisce subito con un look tanto semplice quando stravagante. Le forme del body in frassino di palude sono molto personali e lo rendono subito riconoscibile, oltre a garantire un’ottimo bilanciamento dei pesi e l’accesso a tutti i 24 tasti della tastiera in wengé. Dello stesso legno è anche interamente costruito il manico, fino alla paletta, con un profilo sufficientemente sottile da sembrare quello di un quattro corde.
I tasti sono posizionati con la tecnica del fanned fret, che permette di avere un’intonazione perfetta in ogni porzione del manico. In questa maniera lo strumento ha due diversi diapason, nello specifico il Dingwall ha 34 pollici sulla prima corda e 37 sulla quinta.
Nel body trovano posto i due pick up a disposizione sullo strumento. I Dingwall FD3 Mach II sono dei single coil humcuncelling, costruiti per rispecchiare il sound tradizionale di un P o un Jazz, ma con un output più elevato e una maggior risposta alla dinamica. La silenziosità è garantita dalla doppia bobina, ma anche da una schermatura totale e molto curata.
L’hardware è affidato a Hipshot, a garanzia di una stabilità perfetta dell’accordatura e una trasmissione completa della vibrazione delle corde al body. L’elettronica è completamente passiva e mette a disposizione del player tre controlli, volume, tono e selettore rotativo dei pick up.
Ora nello showroom di Bass Line Milano accendiamo la Aguilar Tone Hammer con cassa Alusonic e cominciamo il vero test dell’ABZ5 Wengé. Apriamo il magnete al ponte e ci accorgiamo subito che, pur avendo a che fare con dei single coil, il sound è potente e molto rotondo anche se siamo vicini all’attaccatura delle corde. Aprendo i toni si riesce a ottenere una dose in più di medie per bucare il mix con più decisione.
Spostandoci verso il manico aumenta il bottom, una vibrazione bassa e profonda che quasi non ci saremmo aspettati da uno strumento dotato di bobine singole. Il sound è grosso e potente, ma arrotondato e gentile alla bisogna. Anche se l’aspetto inganna il Dingwall è in grado di tirare fuori un jazzy tone da paura.
L’ABZ è un basso esclusivo, realizzato con cura per essere performante e con una spiccata personalità. Oltre a vestire alla perfezione sia quando si suona in piedi che da seduti, è in grado di trasformarsi radicalmente per diventare uno strumento super versatile. Tutto questo ha un prezzo che si attesta sui 2500 euro circa, ma presa la giusta confidenza con il fanned fret ci si accorgerà che la cifra è decisamente proporzionata.